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The Eye is the Firs Circle
Lina Selander (Stoccolma, 1973) ha come riferimenti la struttura e la natura dell’immagine, l’evocazione, la storia, le dinamiche che ogni rappresentazione detiene e trasferisce. La mostra propone una serie di video installazioni e una serie di cianotipi di dimensioni variabili realizzati nel 2023.
Comunicato stampa
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La galleria Tiziana Di Caro ospita la terza mostra nei suoi spazi (la prima personale risale al 2015 e al 2019 la seconda intitolata Diagrams of Transfer) di Lina Selander (Stoccolma, 1973) intitolata The Eye is the First Circle, venerdì 26 gennaio 2024 alle ore 19:00.
Il progetto consiste di una serie di video installazioni e una serie di cianotipi realizzati nel 2023.
Lina Selander lavora principalmente con il video e la video installazione e la sua ricerca ha come riferimenti la struttura e la natura dell'immagine, l'evocazione, la storia, le dinamiche che ogni rappresentazione detiene e trasferisce. Il titolo della mostra cita il filosofo e scrittore americano Ralph Waldo Emerson che nel saggio “Circle”, pubblicato nel 1841 scrive: “L'occhio è il primo cerchio; l'orizzonte che forma il secondo; e ovunque in natura questa immagine primaria è ripetuta senza fine” il che indica che il primo cerchio è il sé, il secondo invece è rappresentato dall'osservazione, il terzo è il confine di ciò che possiamo vedere.
Il progetto espositivo si apre con l'installazione “Conductor”, una video proiezione su cianotipo.
Le riprese, originariamente girate in Super 8, risultano confuse dalla sovrapposizione con l'immagine sottostante. Nel video si scorgono dei felini che si muovono intorno a uno stagno artificiale. Compiono sempre gli stessi movimenti, seguendo la stessa andatura. Di tanto in tanto si fermano per bere, ma il ritmo rimane perpetuo, illusorio, allucinato. Selander evoca uno scenario automatizzato, nonostante i soggetti rappresentati siano emblemi del mondo naturale, le sequenze che ci vengono presentate risultano afferire a un mondo artefatto.
La serie di cianotipi si distribuisce in tutto lo spazio della galleria. Il cianotipia è una tecnica fotografica inventata da un astronomo. In essa due tipi di sali di ferro sono mescolati assieme divenendo molto sensibili alla luce del sole. Gli oggetti che si interpongono tra i sali e la luce imprimono la propria immagine che rimane indelebile sulla carta. Le opere proposte da Selander raffigurano un erbario in cui si riconoscono foglie, fiori, fili d'erba e altre forme naturali, che in uno schema antinomico rappresentano la natura attraverso un processo chimico.
Un'altra video installazione occupa lo spazio della seconda sala: si tratta di una proiezione rotonda in cui si vedono ancora una volta elementi naturali di varia entità ripresi nel giardino botanico di Stoccolma. Quest'opera è un omaggio a Percival Lowell che nel 1894, utilizzando un telescopio costruito da lui stesso, riuscì a vedere i canali di Marte, supponendo che non fossero strutture geologiche bensì artificiali, giustificando così l'esistenza di una popolazione marziana che per far fronte ai cambiamenti climatici avesse costruito i canali per trasportare l'acqua dalle calotte glaciali del pianeta ai campi per irrigare i raccolti. In realtà pare che i canali che Lowell vedeva fossero i suoi stessi vasi sanguigni che riflessi dagli occhi si insinuavano nell'immagine, attraverso la rifrazione del vetro del telescopio. Di fatto ci troviamo di fronte a un'opera che pone l'accento sull'enigma dell'immagine, sulla potenziale manipolazione della stessa. Assunto che la accomuna alla natura, anch'essa manipolabile ed enigmatica. Il cerchio in cui si configura il video è senz'altro un omaggio alla visione telescopica di Lowell, ma è anche un riferimento ad una delle figure geometriche considerate più perfette e coerenti.
Nella sala successiva ritorna il tema della geometria in un'altra video installazione, “Moon Tapestry”, in cui però c'è un quadrato che si sovrappone all'immagine quasi come fosse una macula. È ancora un lavoro sulla sedimentazione della tecnologia, sull'utopia pastorale.
Da oltre 20 anni Lina Selander lavora col film, con la narrazione e con l'installazione, interessandosi a ciò che le immagini affermano, prima di tutto in relazione alla verità e all'origine, in un perpetuo moto del guardare, capire, dire, creare forme.
Lina Selander è nata e ancora oggi vive e lavora a Stoccolma nel 1973.
Sino ad oggi le sue opere sono state esposte in numerose istituzioni nel mondo, fra cui Iniva (Institute of International Visual Arts) di Londra, Index - The Swedish Contemporary Art Foundation, Moderna Museet di Stoccolma, Kunsthall Trondheim e in mostre internazionali quali Seoul Media City Biennale 2014, Manifesta 9 a Genk, Belgio, the Bucharest Biennale 2010 e Haus Kulturen der Welt a Berlino.
Nel 2015 ha rappresentato la Svezia alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale di Venezia, con una mostra personale intitolata: EXCAVATION OF THE IMAGE: IMPRINT, SHADOW, SPECTRE, THOUGHT
Il progetto consiste di una serie di video installazioni e una serie di cianotipi realizzati nel 2023.
Lina Selander lavora principalmente con il video e la video installazione e la sua ricerca ha come riferimenti la struttura e la natura dell'immagine, l'evocazione, la storia, le dinamiche che ogni rappresentazione detiene e trasferisce. Il titolo della mostra cita il filosofo e scrittore americano Ralph Waldo Emerson che nel saggio “Circle”, pubblicato nel 1841 scrive: “L'occhio è il primo cerchio; l'orizzonte che forma il secondo; e ovunque in natura questa immagine primaria è ripetuta senza fine” il che indica che il primo cerchio è il sé, il secondo invece è rappresentato dall'osservazione, il terzo è il confine di ciò che possiamo vedere.
Il progetto espositivo si apre con l'installazione “Conductor”, una video proiezione su cianotipo.
Le riprese, originariamente girate in Super 8, risultano confuse dalla sovrapposizione con l'immagine sottostante. Nel video si scorgono dei felini che si muovono intorno a uno stagno artificiale. Compiono sempre gli stessi movimenti, seguendo la stessa andatura. Di tanto in tanto si fermano per bere, ma il ritmo rimane perpetuo, illusorio, allucinato. Selander evoca uno scenario automatizzato, nonostante i soggetti rappresentati siano emblemi del mondo naturale, le sequenze che ci vengono presentate risultano afferire a un mondo artefatto.
La serie di cianotipi si distribuisce in tutto lo spazio della galleria. Il cianotipia è una tecnica fotografica inventata da un astronomo. In essa due tipi di sali di ferro sono mescolati assieme divenendo molto sensibili alla luce del sole. Gli oggetti che si interpongono tra i sali e la luce imprimono la propria immagine che rimane indelebile sulla carta. Le opere proposte da Selander raffigurano un erbario in cui si riconoscono foglie, fiori, fili d'erba e altre forme naturali, che in uno schema antinomico rappresentano la natura attraverso un processo chimico.
Un'altra video installazione occupa lo spazio della seconda sala: si tratta di una proiezione rotonda in cui si vedono ancora una volta elementi naturali di varia entità ripresi nel giardino botanico di Stoccolma. Quest'opera è un omaggio a Percival Lowell che nel 1894, utilizzando un telescopio costruito da lui stesso, riuscì a vedere i canali di Marte, supponendo che non fossero strutture geologiche bensì artificiali, giustificando così l'esistenza di una popolazione marziana che per far fronte ai cambiamenti climatici avesse costruito i canali per trasportare l'acqua dalle calotte glaciali del pianeta ai campi per irrigare i raccolti. In realtà pare che i canali che Lowell vedeva fossero i suoi stessi vasi sanguigni che riflessi dagli occhi si insinuavano nell'immagine, attraverso la rifrazione del vetro del telescopio. Di fatto ci troviamo di fronte a un'opera che pone l'accento sull'enigma dell'immagine, sulla potenziale manipolazione della stessa. Assunto che la accomuna alla natura, anch'essa manipolabile ed enigmatica. Il cerchio in cui si configura il video è senz'altro un omaggio alla visione telescopica di Lowell, ma è anche un riferimento ad una delle figure geometriche considerate più perfette e coerenti.
Nella sala successiva ritorna il tema della geometria in un'altra video installazione, “Moon Tapestry”, in cui però c'è un quadrato che si sovrappone all'immagine quasi come fosse una macula. È ancora un lavoro sulla sedimentazione della tecnologia, sull'utopia pastorale.
Da oltre 20 anni Lina Selander lavora col film, con la narrazione e con l'installazione, interessandosi a ciò che le immagini affermano, prima di tutto in relazione alla verità e all'origine, in un perpetuo moto del guardare, capire, dire, creare forme.
Lina Selander è nata e ancora oggi vive e lavora a Stoccolma nel 1973.
Sino ad oggi le sue opere sono state esposte in numerose istituzioni nel mondo, fra cui Iniva (Institute of International Visual Arts) di Londra, Index - The Swedish Contemporary Art Foundation, Moderna Museet di Stoccolma, Kunsthall Trondheim e in mostre internazionali quali Seoul Media City Biennale 2014, Manifesta 9 a Genk, Belgio, the Bucharest Biennale 2010 e Haus Kulturen der Welt a Berlino.
Nel 2015 ha rappresentato la Svezia alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale di Venezia, con una mostra personale intitolata: EXCAVATION OF THE IMAGE: IMPRINT, SHADOW, SPECTRE, THOUGHT
26
gennaio 2024
The Eye is the Firs Circle
Dal 26 gennaio al 30 marzo 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14:00 - 19:00
Vernissage
26 Gennaio 2024, 19:00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
KlausMussen
Produzione organizzazione