Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
The Great Women Artists V
Katy Hessel ed Edoardo Monti sono lieti di presentare una mostra di dipinti e opere su carta per The Great Women Artists V, la quinta edizione della residenza collaborativa (2018–oggi), con Anna Calleja, Tali Lennox e Sophie Ruigrok.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Katy Hessel ed Edoardo Monti sono lieti di presentare una mostra di dipinti e opere su carta per The Great Women Artists V, la quinta edizione della residenza collaborativa (2018–oggi), con Anna Calleja, Tali Lennox e Sophie Ruigrok.
Anna Calleja (nata nel 1997) è una pittrice maltese che cattura l’intimità del mondo che la circonda. Dipinge con una trasparenza sovrapposta a texture graffianti che enfatizzano scenari quotidiani. Piene di tensione e mistero, le sue opere danno risalto ai momenti spesso trascurati che possiamo condividere con noi stessi o con i nostri cari, parlando al contempo di narrazioni storiche radicate nell’arte.
In mostra vi sono piccoli dipinti e opere su carta che esplorano dualità: interni ed esterni (spesso ambientati al "crepuscolo" – il momento in cui il giorno sfuma nella notte); se stessi e l’ombra; se stessi e il telefono; capelli intrecciati e fili che si avvolgono o si intrecciano; nitidezza e morbidezza (come mostrano le forbici che tagliano una mano). Giocando sulle identità duali che coltiviamo in un mondo sempre più tecnologico – quella che presentiamo di persona contro quella online – sembra che Calleja stia esplorando anche la doppia identità dell’artista: quella che presenta di persona contro quella che emerge nelle sue opere.
Cresciuta in un ambiente patriarcale e cattolico, Calleja è stata circondata da immagini di figure femminili, come la Vergine Maria, che hanno creato idealizzazioni e aspettative irrealistiche per le donne. Riferendosi alla storia dell’Annunciazione, in ‘One fine day in the middle of the night (don’t worry the pain is normal)’, Calleja raffigura il momento in cui è stata "tagliata" dalla sua vita precedente ed è stata costretta ad accettarne una nuova. Questo è un evento tipico nella vita di una donna, come spiega Calleja: “è il peso che ti viene assegnato, che è piuttosto doloroso, ma lo accetti con grazia e resilienza”.
Da una prospettiva secolare, il dipinto può essere letto in relazione alla figura finale delle tre "Moire" (le "Parche" della mitologia greca, rappresentative delle tre fasi della vita). Queste tre "Parche" vengono esplorate nei dipinti accanto a ‘One fine day….’: a sinistra, vediamo Calleja che intreccia i suoi capelli (come se stesse filando il filo della vita, ossia la "creazione"); mani che aggrovigliano un filo (come se misurassero il filo della "vita"); e infine le forbici che incidono bruscamente la mano (tagliando il filo – ossia la “morte").
Accanto alle opere di Calleja vi sono due studi di statue della Vergine Maria della pittrice londinese, ma parigina d’adozione, Tali Lennox (nata nel 1993). Piangendo lacrime simili a cristalli, la Vergine Maria di Lennox viene dotata di profondità ed emozione; incorniciata dal peso del suo pizzo bianco, è per sempre immortalata attraverso la sua superficie dura e metallica.
Ambientate in paesaggi immaginari, con occhi liberi, fiocchi, cuori trafitti e frammenti del corpo, le opere simili a gioielli di Lennox – che a volte sembrano più reliquie che dipinti – collegano il passato e il futuro, brillando in tutto il loro splendore. Inzuppati di rossi, bianchi, rosa e argento, presentano texture che spaziano dall’acquoso al metallico, dal carnale al nebuloso; e rappresentano amore, dolore, tenerezza, violenza, sensualità, rituale e altro ancora.
Sono stupita da come Lennox riesca a “fermare” qualcosa di così fugace come un fuoco d’artificio o un tuffatore che si immerge in acqua. È come se i suoi dipinti catturassero i momenti fantastici delle nostre vite: i momenti in cui, per un secondo, siamo sia in aria che in acqua, e il cielo è illuminato da scintillii. Sembrano radicati nelle tradizioni sia del Barocco che del Surrealismo, spingendomi a interrogarmi su come questi stili parlino al nostro mondo odierno; sul ruolo della religione e sul desiderio di immaginare e sbloccare il nostro subconscio (gli angoli profondi delle nostre menti). Emergendo dal buio, i suoi dipinti sono oggetti su cui soffermarsi.
Sophie Ruigrok (nata nel 1992) è una pittrice londinese nota per i suoi studi intimi sul corpo, che lo presentano come un gioiello, splendente nella sua gloria dorata. I dipinti che Ruigrok ha creato per la residenza pulsano di un’energia calda e vitale. Incerti su dove finiscano le mani e inizino gli altri arti, le immagini diventano una fusione di carne, con texture che oscillano tra pietra e pelle. ‘Bodyache’ presenta mani che si sovrappongono a cosce, stinchi, ginocchia o braccia: la texture è dorata, a tratti scintillante, e rappresenta uno studio del corpo umano attraverso la lente del tatto. Sebbene intimo, a volte sensualmente, il titolo ‘Bodyache’ suggerisce nozioni di tenerezza, cura e la fatica fisica ed emotiva del corpo.
In mostra di fronte – e affiancati – ‘Licked Clean’ e ‘A Place That Feels Like Forward’ sono di scala minore e si concentrano su sezioni specifiche del corpo. ‘A Place That Feels Like Forward' raffigura piedi sospesi nello spazio, sollevati da – o in caduta verso – il terreno, in uno stato di trascendenza. Pieno di movimento, come si riflette nella corsa di pennellate in tonalità di verde, bianco, giallo e rosa, sembra che il dipinto evochi uno stato umano differente, in cui il corpo si libera di se stesso; intrappolato tra due mondi.
‘Licked Clean’ è uno studio ambiguo della schiena di una figura. Ambientato nello stesso spazio verde di ‘A Place That Feels Like Forward’, non è chiaro se la mano che tocca delicatamente il collo appartenga alla figura stessa o, in realtà, a qualcun altro. Come suggerisce il titolo, c’è una pulizia del corpo, come se gli strati psicologici/emotivi fossero stati rimossi, esponendo la schiena nuda e presentando la figura come vulnerabile.
Anna Calleja (nata nel 1997) è una pittrice maltese che cattura l’intimità del mondo che la circonda. Dipinge con una trasparenza sovrapposta a texture graffianti che enfatizzano scenari quotidiani. Piene di tensione e mistero, le sue opere danno risalto ai momenti spesso trascurati che possiamo condividere con noi stessi o con i nostri cari, parlando al contempo di narrazioni storiche radicate nell’arte.
In mostra vi sono piccoli dipinti e opere su carta che esplorano dualità: interni ed esterni (spesso ambientati al "crepuscolo" – il momento in cui il giorno sfuma nella notte); se stessi e l’ombra; se stessi e il telefono; capelli intrecciati e fili che si avvolgono o si intrecciano; nitidezza e morbidezza (come mostrano le forbici che tagliano una mano). Giocando sulle identità duali che coltiviamo in un mondo sempre più tecnologico – quella che presentiamo di persona contro quella online – sembra che Calleja stia esplorando anche la doppia identità dell’artista: quella che presenta di persona contro quella che emerge nelle sue opere.
Cresciuta in un ambiente patriarcale e cattolico, Calleja è stata circondata da immagini di figure femminili, come la Vergine Maria, che hanno creato idealizzazioni e aspettative irrealistiche per le donne. Riferendosi alla storia dell’Annunciazione, in ‘One fine day in the middle of the night (don’t worry the pain is normal)’, Calleja raffigura il momento in cui è stata "tagliata" dalla sua vita precedente ed è stata costretta ad accettarne una nuova. Questo è un evento tipico nella vita di una donna, come spiega Calleja: “è il peso che ti viene assegnato, che è piuttosto doloroso, ma lo accetti con grazia e resilienza”.
Da una prospettiva secolare, il dipinto può essere letto in relazione alla figura finale delle tre "Moire" (le "Parche" della mitologia greca, rappresentative delle tre fasi della vita). Queste tre "Parche" vengono esplorate nei dipinti accanto a ‘One fine day….’: a sinistra, vediamo Calleja che intreccia i suoi capelli (come se stesse filando il filo della vita, ossia la "creazione"); mani che aggrovigliano un filo (come se misurassero il filo della "vita"); e infine le forbici che incidono bruscamente la mano (tagliando il filo – ossia la “morte").
Accanto alle opere di Calleja vi sono due studi di statue della Vergine Maria della pittrice londinese, ma parigina d’adozione, Tali Lennox (nata nel 1993). Piangendo lacrime simili a cristalli, la Vergine Maria di Lennox viene dotata di profondità ed emozione; incorniciata dal peso del suo pizzo bianco, è per sempre immortalata attraverso la sua superficie dura e metallica.
Ambientate in paesaggi immaginari, con occhi liberi, fiocchi, cuori trafitti e frammenti del corpo, le opere simili a gioielli di Lennox – che a volte sembrano più reliquie che dipinti – collegano il passato e il futuro, brillando in tutto il loro splendore. Inzuppati di rossi, bianchi, rosa e argento, presentano texture che spaziano dall’acquoso al metallico, dal carnale al nebuloso; e rappresentano amore, dolore, tenerezza, violenza, sensualità, rituale e altro ancora.
Sono stupita da come Lennox riesca a “fermare” qualcosa di così fugace come un fuoco d’artificio o un tuffatore che si immerge in acqua. È come se i suoi dipinti catturassero i momenti fantastici delle nostre vite: i momenti in cui, per un secondo, siamo sia in aria che in acqua, e il cielo è illuminato da scintillii. Sembrano radicati nelle tradizioni sia del Barocco che del Surrealismo, spingendomi a interrogarmi su come questi stili parlino al nostro mondo odierno; sul ruolo della religione e sul desiderio di immaginare e sbloccare il nostro subconscio (gli angoli profondi delle nostre menti). Emergendo dal buio, i suoi dipinti sono oggetti su cui soffermarsi.
Sophie Ruigrok (nata nel 1992) è una pittrice londinese nota per i suoi studi intimi sul corpo, che lo presentano come un gioiello, splendente nella sua gloria dorata. I dipinti che Ruigrok ha creato per la residenza pulsano di un’energia calda e vitale. Incerti su dove finiscano le mani e inizino gli altri arti, le immagini diventano una fusione di carne, con texture che oscillano tra pietra e pelle. ‘Bodyache’ presenta mani che si sovrappongono a cosce, stinchi, ginocchia o braccia: la texture è dorata, a tratti scintillante, e rappresenta uno studio del corpo umano attraverso la lente del tatto. Sebbene intimo, a volte sensualmente, il titolo ‘Bodyache’ suggerisce nozioni di tenerezza, cura e la fatica fisica ed emotiva del corpo.
In mostra di fronte – e affiancati – ‘Licked Clean’ e ‘A Place That Feels Like Forward’ sono di scala minore e si concentrano su sezioni specifiche del corpo. ‘A Place That Feels Like Forward' raffigura piedi sospesi nello spazio, sollevati da – o in caduta verso – il terreno, in uno stato di trascendenza. Pieno di movimento, come si riflette nella corsa di pennellate in tonalità di verde, bianco, giallo e rosa, sembra che il dipinto evochi uno stato umano differente, in cui il corpo si libera di se stesso; intrappolato tra due mondi.
‘Licked Clean’ è uno studio ambiguo della schiena di una figura. Ambientato nello stesso spazio verde di ‘A Place That Feels Like Forward’, non è chiaro se la mano che tocca delicatamente il collo appartenga alla figura stessa o, in realtà, a qualcun altro. Come suggerisce il titolo, c’è una pulizia del corpo, come se gli strati psicologici/emotivi fossero stati rimossi, esponendo la schiena nuda e presentando la figura come vulnerabile.
30
novembre 2024
The Great Women Artists V
Dal 30 novembre al 20 dicembre 2024
arte contemporanea
Location
PALAZZO MONTI
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato , 22, (Brescia)
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato , 22, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì al venerdì ore 10-13 e 14-18
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico