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THE HALBERSTADT. Michèle seraching for Max
La mostra “The Halberstadt. Michèle searching for Max” racconta il percorso di scoperta delle proprie origini intrapreso dalla scrittrice francese Michèle Halberstadt attraverso le fotografie di Max Halberstadt, noto fotografo ritrattista di Amburgo degli anni Venti e ritrattista di Sigmund Freud.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
IKONA GALLERY
Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909, Venezia
Mostra a cura di Živa Wraus
01/09 - 30/10/2022
dalle ore 11.00 alle ore 19.00 - chiuso il sabato
Inaugurazione Giovedì 1 Settembre 2022, ore 18.00
THE HALBERSTADT Michèle searching for Max
La mostra “The Halberstadt. Michèle searching for Max” racconta l'intimo percorso che la scrittrice francese e produttrice cinematografica, Michèle Halberstadt, decise di intraprendere nella ricerca delle proprie origini.
I punti salienti della sua scoperta trovano qui la loro immagine attraverso le fotografie di Max Halberstadt (1882-1940), uno dei fotografi ritrattisti più noti di Amburgo degli anni Venti. Gli iconici ritratti del suocero, il medico neurologo Sigmund Freud, insieme agli scatti veneziani e amburghesi diventano in mostra e per Michèle, un'occasione di racconto e ricostruzione della storia degli “Halberstadt” e memoria dei grandi sconvolgimenti che caratterizzarono la prima metà del Novecento.
Testo matrice di questa mostra è il libro “Née quelque part” di Michèle Halberstadt, pubblicato dalla casa editrice Albin Michel nel 2021. “Nato da qualche parte”, in italiano, mette per iscritto le tappe che l'autrice percorse nella ricerca delle proprie origini e radici. Tra Amburgo, Vienna, Halberstadt e Wegrow, dove nacque suo padre David, un ebreo polacco, Michèle ha viaggiato e sfogliato tra gli archivi cercando quel “qualche parte” della sua storia e del suo nome.
A supporto della sua ricerca, come per quella di una qualsiasi indagine rivolta al passato, viene la fotografia; non una fotografia qualunque, ma quella di Max Halberstadt (1882-1940), uno dei fotografi ritrattisti più noti di Amburgo degli anni Venti, la cui storia, Michèle, scopre intrecciarsi non solo con la famiglia paterna ma anche con quella del professor Sigmund Freud, padre fondatore della psicoanalisi.
Max, formatosi tra Monaco, Parigi e Basel, allestì il suo primo studio fotografico nel 1907 ad Amburgo, all'età di soli 25 anni. Dopo aver prestato servizio durante la Prima guerra mondiale, la sua attività ottenne fin da subito grandi riconoscimenti, conferendogli la pubblicazione e la pubblicità in alcune delle più importanti riviste di fotografia dell'epoca, come “Hamburger. Theater-Zeitung”, “Das Atelier Des Photo Graphen” e “Photofreund”. La sua ricerca e interesse furono volti non solo all'ambito della ritrattistica ma anche a quello paesaggistico con una particolare attenzione per la realtà cittadina. Max amava catturare momenti apparentemente insignificanti della vita di ogni giorno in statiche foto documentarie. Il mercato di Amburgo, il Ponte dei Sospiri e Piazza San Marco a Venezia aprono oggi un importante sguardo sulla storia sociale della vita di città di quegli anni.
Tale raffinato e ricercato stile delle sue fotografie non passò inosservato nemmeno al neurologo e filosofo austriaco Sigmund Freud, che gli venne in visita per dare un volto alle sue prime pubblicazioni e saggi scientifici. La reciproca fiducia e stima professionale, generatasi da questo incontro, abbracciò ben presto anche quella familiare, quando Sigmund diede sua figlia Sophie in sposa a Max.
L'esposizione “The Halberstadt. Michèle searching for Max” mette in mostra le foto, i documenti, e gli intimi e personali commenti della scrittrice ai destini degli Halberstadt. Le fotografie presentate scandiscono attraverso immagini le parole della sua ricerca. La fuga di Max dal Nazismo verso Johannesburg, la morte delle sorelle Hinde e Mindel del padre di Michèle nel campo di sterminio di Treblinka, come la scomparsa di Sophie per influenza spagnola, vengono qui illustrati in forma di micro-racconto, ma anche come documento e memoria di quella che fu la macro-storia degli ebrei nel Novecento.
“Je suis né quelque part
Laissez-moi ce repère
Ou je perds la mémoire”
(“Sono nato da qualche parte
Lasciami questa guida
Oppure perdo la memoria”)
Testo citato dalla canzone “Née quelque part” del cantautore francese Maxime Le Forestier nel libro “Née quelque part” di Michèle Halberstadt.
tel. 0415289387
www.ikonavenezia.com
mail: ikonavenezia@ikonavenezia.com
IKONA GALLERY
Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909, Venezia
Exhibition curated by Živa Wraus
01/09 - 30/10/2022
open from 11 am to 7 pm - closed on Saturday
Inauguration Thursday September 1st 2022, 6 pm
THE HALBERSTADT Michèle searching for Max
The exhibition “The Halberstadt. Michèle searching for Max” recounts the intimate journey of the French writer and cinema producer, Michèle Halberstadt in search of her origins. The highlights of her discovery are illustrated by the photographs taken by Max Halberstadt (1882-1940), one of Hamburg's most renowned portrait photographers during the 1920's. The iconic portraits of his father-in-law doctor neurologist Sigmund Freud, along with pictures of Venice and Hamburg enable Michèle and the exhibition to reconstruct and tell the story of the “Halberstadt”
evoking the memory of the ma¡or upheavals that characterize the first half of the XX century.
The blueprint for the exhibition is Michèle Halberstadt's book “Née quel- que part” published by Albin Michel in 2021. “Born somewhere” annotates the various destinations reached by the author in the search of her origins and roots. Michèle travelled to Hamburg, Vienna, Halberstadt, and Wegrow, where her father David was born a Polish Jew, and leafed through the archives looking for that “somewhere” in the history of her name and her own story.
Her research, as it inevitably happens when we look into the past, is backed up by photography; not just some photography but that of Max Halberstadt (1882-1940), one of Hamburg's most renowned portrait photographers during the 1920's, whose story – as Michèle discovers – is intertwined not only with that of her paternal family but also with the story of professor Sigmund Freud, the father of psychoanalysis.
Educated in Monaco, Paris and Basel, Max opened his first photographic studio in 1907 in Hamburg at the age of just 25 years. A er military service in the First World War, his work was immediately recognized which earned him publication in some of the most important photography reviews of the time such as: “Hamburger. Theater-Zeitung”, “Das Atelier Des Photo Graphen”, and “Photofreund”. His interests and research went beyond the portrait toward landscape and cityscape, in particular. Max loved to capture the apparently insignificant moments of everyday life in his static documentary photographs. The market of Hamburg, the Bridge of Sighs, and Saint Mark's Square in Venice give us a new important outlook on the civic history and reality of those years.
The sophisticated and unusual style of his photographs did not escape the attention of a figure such as Sigmund Freud, the Austrian neurologist and philosopher who sought out Max to give a face to his first publications and scientific essays. The mutual trust and professional esteem generated by the first encoun- ter soon blossomed resulting in Sigmund's consenting to Max's marriage with his daughter Sophie.
The exhibition “The Halberstadt. Michèle searching for Max” presents photographs and documents as well as intimate and personal comments of the writer referring to the tumultuous fates of the Halbersta- dts. The images in the photographs on display provide rhythm to the words of her research. The escape of Max from Nazism to Johannesburg, the death of Michèle's father's sisters Hinde and Mindel in the exter- mination camp of Treblinka, as well as Sophie's death from the Spanish flu, are illustrated in a form of a micro story that serves as a document and memory of the macro story of the Jews in the XX century.
“Je suis né quelque part
Laissez-moi ce repère
Ou je perds la mémoire”
(“I was born somewhere
Leave me that mark
Or I will lose my memory”)
Lyrics of the song “Née quelque part” by the French singer Maxime Le Forestier quoted in the book “Née quelque part” by Michèle Halberstadt.
tel. 0415289387
www.ikonavenezia.com
mail: ikonavenezia@ikonavenezia.com
Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909, Venezia
Mostra a cura di Živa Wraus
01/09 - 30/10/2022
dalle ore 11.00 alle ore 19.00 - chiuso il sabato
Inaugurazione Giovedì 1 Settembre 2022, ore 18.00
THE HALBERSTADT Michèle searching for Max
La mostra “The Halberstadt. Michèle searching for Max” racconta l'intimo percorso che la scrittrice francese e produttrice cinematografica, Michèle Halberstadt, decise di intraprendere nella ricerca delle proprie origini.
I punti salienti della sua scoperta trovano qui la loro immagine attraverso le fotografie di Max Halberstadt (1882-1940), uno dei fotografi ritrattisti più noti di Amburgo degli anni Venti. Gli iconici ritratti del suocero, il medico neurologo Sigmund Freud, insieme agli scatti veneziani e amburghesi diventano in mostra e per Michèle, un'occasione di racconto e ricostruzione della storia degli “Halberstadt” e memoria dei grandi sconvolgimenti che caratterizzarono la prima metà del Novecento.
Testo matrice di questa mostra è il libro “Née quelque part” di Michèle Halberstadt, pubblicato dalla casa editrice Albin Michel nel 2021. “Nato da qualche parte”, in italiano, mette per iscritto le tappe che l'autrice percorse nella ricerca delle proprie origini e radici. Tra Amburgo, Vienna, Halberstadt e Wegrow, dove nacque suo padre David, un ebreo polacco, Michèle ha viaggiato e sfogliato tra gli archivi cercando quel “qualche parte” della sua storia e del suo nome.
A supporto della sua ricerca, come per quella di una qualsiasi indagine rivolta al passato, viene la fotografia; non una fotografia qualunque, ma quella di Max Halberstadt (1882-1940), uno dei fotografi ritrattisti più noti di Amburgo degli anni Venti, la cui storia, Michèle, scopre intrecciarsi non solo con la famiglia paterna ma anche con quella del professor Sigmund Freud, padre fondatore della psicoanalisi.
Max, formatosi tra Monaco, Parigi e Basel, allestì il suo primo studio fotografico nel 1907 ad Amburgo, all'età di soli 25 anni. Dopo aver prestato servizio durante la Prima guerra mondiale, la sua attività ottenne fin da subito grandi riconoscimenti, conferendogli la pubblicazione e la pubblicità in alcune delle più importanti riviste di fotografia dell'epoca, come “Hamburger. Theater-Zeitung”, “Das Atelier Des Photo Graphen” e “Photofreund”. La sua ricerca e interesse furono volti non solo all'ambito della ritrattistica ma anche a quello paesaggistico con una particolare attenzione per la realtà cittadina. Max amava catturare momenti apparentemente insignificanti della vita di ogni giorno in statiche foto documentarie. Il mercato di Amburgo, il Ponte dei Sospiri e Piazza San Marco a Venezia aprono oggi un importante sguardo sulla storia sociale della vita di città di quegli anni.
Tale raffinato e ricercato stile delle sue fotografie non passò inosservato nemmeno al neurologo e filosofo austriaco Sigmund Freud, che gli venne in visita per dare un volto alle sue prime pubblicazioni e saggi scientifici. La reciproca fiducia e stima professionale, generatasi da questo incontro, abbracciò ben presto anche quella familiare, quando Sigmund diede sua figlia Sophie in sposa a Max.
L'esposizione “The Halberstadt. Michèle searching for Max” mette in mostra le foto, i documenti, e gli intimi e personali commenti della scrittrice ai destini degli Halberstadt. Le fotografie presentate scandiscono attraverso immagini le parole della sua ricerca. La fuga di Max dal Nazismo verso Johannesburg, la morte delle sorelle Hinde e Mindel del padre di Michèle nel campo di sterminio di Treblinka, come la scomparsa di Sophie per influenza spagnola, vengono qui illustrati in forma di micro-racconto, ma anche come documento e memoria di quella che fu la macro-storia degli ebrei nel Novecento.
“Je suis né quelque part
Laissez-moi ce repère
Ou je perds la mémoire”
(“Sono nato da qualche parte
Lasciami questa guida
Oppure perdo la memoria”)
Testo citato dalla canzone “Née quelque part” del cantautore francese Maxime Le Forestier nel libro “Née quelque part” di Michèle Halberstadt.
tel. 0415289387
www.ikonavenezia.com
mail: ikonavenezia@ikonavenezia.com
IKONA GALLERY
Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909, Venezia
Exhibition curated by Živa Wraus
01/09 - 30/10/2022
open from 11 am to 7 pm - closed on Saturday
Inauguration Thursday September 1st 2022, 6 pm
THE HALBERSTADT Michèle searching for Max
The exhibition “The Halberstadt. Michèle searching for Max” recounts the intimate journey of the French writer and cinema producer, Michèle Halberstadt in search of her origins. The highlights of her discovery are illustrated by the photographs taken by Max Halberstadt (1882-1940), one of Hamburg's most renowned portrait photographers during the 1920's. The iconic portraits of his father-in-law doctor neurologist Sigmund Freud, along with pictures of Venice and Hamburg enable Michèle and the exhibition to reconstruct and tell the story of the “Halberstadt”
evoking the memory of the ma¡or upheavals that characterize the first half of the XX century.
The blueprint for the exhibition is Michèle Halberstadt's book “Née quel- que part” published by Albin Michel in 2021. “Born somewhere” annotates the various destinations reached by the author in the search of her origins and roots. Michèle travelled to Hamburg, Vienna, Halberstadt, and Wegrow, where her father David was born a Polish Jew, and leafed through the archives looking for that “somewhere” in the history of her name and her own story.
Her research, as it inevitably happens when we look into the past, is backed up by photography; not just some photography but that of Max Halberstadt (1882-1940), one of Hamburg's most renowned portrait photographers during the 1920's, whose story – as Michèle discovers – is intertwined not only with that of her paternal family but also with the story of professor Sigmund Freud, the father of psychoanalysis.
Educated in Monaco, Paris and Basel, Max opened his first photographic studio in 1907 in Hamburg at the age of just 25 years. A er military service in the First World War, his work was immediately recognized which earned him publication in some of the most important photography reviews of the time such as: “Hamburger. Theater-Zeitung”, “Das Atelier Des Photo Graphen”, and “Photofreund”. His interests and research went beyond the portrait toward landscape and cityscape, in particular. Max loved to capture the apparently insignificant moments of everyday life in his static documentary photographs. The market of Hamburg, the Bridge of Sighs, and Saint Mark's Square in Venice give us a new important outlook on the civic history and reality of those years.
The sophisticated and unusual style of his photographs did not escape the attention of a figure such as Sigmund Freud, the Austrian neurologist and philosopher who sought out Max to give a face to his first publications and scientific essays. The mutual trust and professional esteem generated by the first encoun- ter soon blossomed resulting in Sigmund's consenting to Max's marriage with his daughter Sophie.
The exhibition “The Halberstadt. Michèle searching for Max” presents photographs and documents as well as intimate and personal comments of the writer referring to the tumultuous fates of the Halbersta- dts. The images in the photographs on display provide rhythm to the words of her research. The escape of Max from Nazism to Johannesburg, the death of Michèle's father's sisters Hinde and Mindel in the exter- mination camp of Treblinka, as well as Sophie's death from the Spanish flu, are illustrated in a form of a micro story that serves as a document and memory of the macro story of the Jews in the XX century.
“Je suis né quelque part
Laissez-moi ce repère
Ou je perds la mémoire”
(“I was born somewhere
Leave me that mark
Or I will lose my memory”)
Lyrics of the song “Née quelque part” by the French singer Maxime Le Forestier quoted in the book “Née quelque part” by Michèle Halberstadt.
tel. 0415289387
www.ikonavenezia.com
mail: ikonavenezia@ikonavenezia.com
01
settembre 2022
THE HALBERSTADT. Michèle seraching for Max
Dal primo settembre al 30 ottobre 2022
fotografia
Location
IKONA GALLERY – INTERNATIONAL SCHOOL OF PHOTOGRAPHY
Venezia, Cannaregio, 2909, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 2909, (Venezia)
Orario di apertura
dalle ore 11.00 alle ore 19.00
Autore
Curatore