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The kids aren’t alright
Nove artisti, quattro paesi diversi, un solo medium: la pittura. The Kids Aren’t Alright è una mostra di millennial, anche se per “millennial” non si intende solo la data anagrafica, ma un sentimento condiviso di instabilità, lutto per un futuro ormai morto, e rabbia repressa che trova conforto in stati d’animo alterati.
Comunicato stampa
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Era il 1998 quando la band punk rock californiana The Offspring pubblicò la canzone “The Kids Aren’t Alright”, il cui testo recita: “Quando eravamo ragazzini il futuro sembrava così luminoso” e poi “Possibilità sprecate / Niente è per niente / Pensando nostalgicamente a ciò che è stato / Ancora è difficile / Difficile da ammettere / Vite fragili, sogni infranti”.
Come descrivere meglio la cosiddetta generazione millennial? Quella che, nata dagli anni Ottanta fino alla fine degli anni Novanta, è ora una generazione che deve far fronte ad una crisi economica e climatica globale senza precedenti, alle prese con l’aumento dei problemi di salute mentale e l’esaurimento sociale dovuto all’ultimo giro di giostra del capitalismo. “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”, afferma Slavoj Zizek, e infatti gli ultimi trent’anni sono stati un progressivo ciclo a spirale che ha cancellato speranze e sogni. Oltre il mondo nord-occidentale, la fine della cortina di ferro e la diffusione del mercato neoliberale nei paesi dell’Est non hanno portato ad uno scenario generazionale diverso: le conseguenze attuali sembrano infatti essere le stesse.
Non stiamo bene. Ci è stato promesso tutto, siamo diventati deliranti, eppure siamo accusati di essere avidi quando combattiamo per la nostra sopravvivenza, mentre sono anni che urliamo che qui qualcosa davvero non va. Ma nessuno ci ha ascoltato – lasciate che i bambini giochino, alla fine la smetteranno.
La mostra The Kids Aren’t Alright presenta opere di nove nuove posizioni nella pittura, urlando che non stiamo bene, che abbiamo bisogno di una cura, ma che siamo troppo stanchi per cercarla.
Come descrivere meglio la cosiddetta generazione millennial? Quella che, nata dagli anni Ottanta fino alla fine degli anni Novanta, è ora una generazione che deve far fronte ad una crisi economica e climatica globale senza precedenti, alle prese con l’aumento dei problemi di salute mentale e l’esaurimento sociale dovuto all’ultimo giro di giostra del capitalismo. “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”, afferma Slavoj Zizek, e infatti gli ultimi trent’anni sono stati un progressivo ciclo a spirale che ha cancellato speranze e sogni. Oltre il mondo nord-occidentale, la fine della cortina di ferro e la diffusione del mercato neoliberale nei paesi dell’Est non hanno portato ad uno scenario generazionale diverso: le conseguenze attuali sembrano infatti essere le stesse.
Non stiamo bene. Ci è stato promesso tutto, siamo diventati deliranti, eppure siamo accusati di essere avidi quando combattiamo per la nostra sopravvivenza, mentre sono anni che urliamo che qui qualcosa davvero non va. Ma nessuno ci ha ascoltato – lasciate che i bambini giochino, alla fine la smetteranno.
La mostra The Kids Aren’t Alright presenta opere di nove nuove posizioni nella pittura, urlando che non stiamo bene, che abbiamo bisogno di una cura, ma che siamo troppo stanchi per cercarla.
29
maggio 2020
The kids aren’t alright
Dal 29 maggio al 13 giugno 2020
arte contemporanea
Location
LA RADA – SPAZIO PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Locarno, via della Morettina, 2, (Locarno)
Locarno, via della Morettina, 2, (Locarno)
Orario di apertura
giovedì-sabato, ore 14 – 19
e su appuntamento (riccardo.lisi@larada.ch)
Vernissage
29 Maggio 2020, h 18 reopening post Covid
Sito web
Autore
Curatore