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The Malpighian Layer
La mostra raccoglie opere di artisti internazionali che si confrontano con il visibile e con la superficie in quanto spettro di livelli e dimensioni più recondite dell’immagine, che si tratti di strutture oggettuali o psicologiche.
Comunicato stampa
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Lo strato malpighiano è la parte più profonda dell’epidermide. Trae il nome dallo scienziato italiano Marcello Malpighi (nato nel 1628 a Crevalcore, vicino Bologna). In questo livello interno, le cellule sono continuamente rigenerate tramite mitosi, migrando poi verso l’esterno per sostituire quelle perse in superficie. Malpighi poté descrivere questo fenomeno grazie all’innovativo uso del microscopio negli studi sugli organi.
In senso metaforico, le immagini generate dai lavori in mostra possono essere considerate come il livello più esterno di una pelle estesa e immateriale, verso cui risale lo spettro di un substratum culturale o strutturale spinto in superficie dallo strato interno. Questo movimento provoca un cambiamento nella percezione; l’abituale oscurità di qualcosa di “negativo” che solitamente accompagna la “positività” dell’immagine è qui richiamata nei processi che permettono all’immagine stessa di apparire. Avvalendosi di diverse strategie, le opere esposte denotano quindi la natura artificiale e fallace della visione: categorie spaziali e temporali come il qui e l’altrove, il prima e il dopo, diventano di più difficile determinazione e appaiono come fuse le une con le altre in un legame mutevole.
Il mappare questa pelle immateriale come uno spazio ripiegato in una forma compressa e codificata sembra essere l’azione principale compiuta dalle opere in mostra al fine di rivelare nell’immagine la presenza di qualcosa di autentico e generativo che potrebbe facilmente andare perduto nel canone e nella codifica.
In senso metaforico, le immagini generate dai lavori in mostra possono essere considerate come il livello più esterno di una pelle estesa e immateriale, verso cui risale lo spettro di un substratum culturale o strutturale spinto in superficie dallo strato interno. Questo movimento provoca un cambiamento nella percezione; l’abituale oscurità di qualcosa di “negativo” che solitamente accompagna la “positività” dell’immagine è qui richiamata nei processi che permettono all’immagine stessa di apparire. Avvalendosi di diverse strategie, le opere esposte denotano quindi la natura artificiale e fallace della visione: categorie spaziali e temporali come il qui e l’altrove, il prima e il dopo, diventano di più difficile determinazione e appaiono come fuse le une con le altre in un legame mutevole.
Il mappare questa pelle immateriale come uno spazio ripiegato in una forma compressa e codificata sembra essere l’azione principale compiuta dalle opere in mostra al fine di rivelare nell’immagine la presenza di qualcosa di autentico e generativo che potrebbe facilmente andare perduto nel canone e nella codifica.
12
maggio 2018
The Malpighian Layer
Dal 12 maggio al 28 luglio 2018
arte contemporanea
Location
CAR DRDE
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 15-19.30
Vernissage
12 Maggio 2018, ore 18
Autore
Curatore