Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
The night the wind learned to dance
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sua sede Milano “The night the wind learned to dance”, una mostra personale dell’artista di Fanny Allié. In programma dal 24 aprile al 25 maggio 2025.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sua sede Milano “The night the wind learned to dance”, una mostra personale dell’artista di Fanny Allié. In programma dal 24 aprile al 25 maggio 2025. A cura di CHIARA IANESELLI. Per la prima volta in Italia, Fanny Allié (Montpellier, Francia, 1981) presenta una mostra personale presso Giovanni Bonelli, intitolata La notte in cui il vento imparò a danzare.
Le opere, create appositamente per questo progetto e pensate in armonia con gli spazi della galleria, riflettono la cifra stilistica distintiva di Allié. Il suo lavoro si distingue per l'uso intensivo di materiali inaspettati, tra cui tessuti rinvenuti e abbandonati, provenienti da contesti e destini profondamente diversi tra loro. Tessuti preziosi come il broccato, la seta e il cotone egiziano si intrecciano con il denim in una fusione orizzontale ed egualitaria di identità.
Filo da cucire, jacquard, lamé, lino belga, crepe de chine, velluto, organza, taffetà, chiffon, tartan, tweed, gabardine, georgette, rayon, mikado, neoprene, viscosa e piqué animano le sue opere. Questi materiali diventano la sostanza per comporre labirinti, vasi, cespugli, paesaggi e personaggi, abiti in sé stessi, in un continuo gioco di prospettive.
I lavori, storyboard fantascientifici e intrisi di pura fantasia, ritraggono scene di un mondo sospeso, dove i personaggi, sempre in pose danzanti e oscillanti, narrano una condizione umana che fluttua tra passato e presente, tra maghi, ballerine di lap dance e pseudo droni. Questi corpi, intrisi di una goffa grazia, si muovono come prigionieri di ricordi e desideri, ma anche di esperienze condivise, quasi cinematografiche. Situazioni che scaturiscono dalla vita in una grande città come New York, che l’artista abita da decenni. Uomini mascherati scrutano il cielo stellato, forse eroi, mentre i compagni negli arazzi tentano tuffi olimpionici non ancora approvati e coreografie delle foreste in inchini maestosi. Talvolta, nelle opere si aprono finestre e trasparenze—quasi ingressi che consentono l’entrata o l’uscita dalla scena. Si alza e si chiude il sipario.
Le figure, tracciate con una combinazione di colore e filo da cucire, diventano silhouettes delicate, le cui ombre sono andate perdute. Una riflessione femminile contemporanea sull'abbandono e sul recupero della materia, e dei ricordi e delle identità, attraverso un linguaggio poetico che strizza l’occhio all’astrazione più pura. Fanny Allié ci invita a riflettere sulle mitologie condivise che nascono in un contesto urbano, facendoci immergere nella potenza della memoria collettiva, delle fiabe contemporanee. Ma chi è il narratore, se non lo stesso osservatore?
Le sue opere sono narrazioni invisibili, ma potenti, che si riflettono nelle crepe delle strade, nei vicoli dimenticati, nei corpi che danzano davanti agli idranti o nei tunnel della metro. Ogni passo di danza, di recupero di un tessuto è un positivo atto di resistenza, una lotta silenziosa contro l’oblio, un invito ad immaginare un labirinto in reconfigurazione. E in questo labirinto si sentono i passi di quella danza segreta che il vento ha imparato a danzare.
(Fanny Allié è nata a Montpellier, nel sud della Francia. Ha conseguito il Master presso l'École Nationale Supérieure de la Photographie (Scuola Nazionale di Fotografia) ad Arles, Francia, nel 2005 e si è trasferita a New York City.Le sue opere sono state esposte in mostre collettive, tra cui Princeton University, Equity Gallery, Hyatt Centric (Philadelphia), DOT Art, A.I.R Gallery, New York City Department of Parks & Recreation, Fresh Window, Chashama e la Chiesa di St. Eustache (Parigi, Francia), dove sono state organizzate mostre personali e installazioni pubbliche del suo lavoro. Tappan Gallery, Owen James Gallery, NYU/Gallatin Gallery, Dorsky Gallery, Freight + Volume, BRIC Rotunda Gallery, Dekalb Gallery/Pratt Institute, UConn University, Mana Contemporary Hamburg Museum of Arts and Crafts, The Bronx Museum, Teachers College Columbia University, tra gli altri, hanno presentato le sue opere. Fanny è stata insignita di vari premi e residenze, tra cui AIM (Bronx Museum), BRIC Lab Fellowship, Emergency Grant (Foundation for Contemporary Arts), A.I.R. Fellowship Program, Robert Blackburn Printmaking SIP Fellowship, Elizabeth Foundation for the Arts Studio Program, Yaddo Residency, Dieu Donné Workspace Residency, NYSCA/NYFA Artist Fellowship (Craft/Sculpture), MacDowell Fellowship, Puffin Foundation Grant, Wildacres Residency e National Arts Club Artist Fellowship. Il suo lavoro è apparso su pubblicazioni come il New York Times, The Guardian, Time Out, ARTnews, NY Magazine, Brooklyn Magazine, Hyperallergic, Le Monde Diplomatique, Blouin Art Info, DNA Info, Marie Claire Italia, AM New York, tra gli altri.)
Le opere, create appositamente per questo progetto e pensate in armonia con gli spazi della galleria, riflettono la cifra stilistica distintiva di Allié. Il suo lavoro si distingue per l'uso intensivo di materiali inaspettati, tra cui tessuti rinvenuti e abbandonati, provenienti da contesti e destini profondamente diversi tra loro. Tessuti preziosi come il broccato, la seta e il cotone egiziano si intrecciano con il denim in una fusione orizzontale ed egualitaria di identità.
Filo da cucire, jacquard, lamé, lino belga, crepe de chine, velluto, organza, taffetà, chiffon, tartan, tweed, gabardine, georgette, rayon, mikado, neoprene, viscosa e piqué animano le sue opere. Questi materiali diventano la sostanza per comporre labirinti, vasi, cespugli, paesaggi e personaggi, abiti in sé stessi, in un continuo gioco di prospettive.
I lavori, storyboard fantascientifici e intrisi di pura fantasia, ritraggono scene di un mondo sospeso, dove i personaggi, sempre in pose danzanti e oscillanti, narrano una condizione umana che fluttua tra passato e presente, tra maghi, ballerine di lap dance e pseudo droni. Questi corpi, intrisi di una goffa grazia, si muovono come prigionieri di ricordi e desideri, ma anche di esperienze condivise, quasi cinematografiche. Situazioni che scaturiscono dalla vita in una grande città come New York, che l’artista abita da decenni. Uomini mascherati scrutano il cielo stellato, forse eroi, mentre i compagni negli arazzi tentano tuffi olimpionici non ancora approvati e coreografie delle foreste in inchini maestosi. Talvolta, nelle opere si aprono finestre e trasparenze—quasi ingressi che consentono l’entrata o l’uscita dalla scena. Si alza e si chiude il sipario.
Le figure, tracciate con una combinazione di colore e filo da cucire, diventano silhouettes delicate, le cui ombre sono andate perdute. Una riflessione femminile contemporanea sull'abbandono e sul recupero della materia, e dei ricordi e delle identità, attraverso un linguaggio poetico che strizza l’occhio all’astrazione più pura. Fanny Allié ci invita a riflettere sulle mitologie condivise che nascono in un contesto urbano, facendoci immergere nella potenza della memoria collettiva, delle fiabe contemporanee. Ma chi è il narratore, se non lo stesso osservatore?
Le sue opere sono narrazioni invisibili, ma potenti, che si riflettono nelle crepe delle strade, nei vicoli dimenticati, nei corpi che danzano davanti agli idranti o nei tunnel della metro. Ogni passo di danza, di recupero di un tessuto è un positivo atto di resistenza, una lotta silenziosa contro l’oblio, un invito ad immaginare un labirinto in reconfigurazione. E in questo labirinto si sentono i passi di quella danza segreta che il vento ha imparato a danzare.
(Fanny Allié è nata a Montpellier, nel sud della Francia. Ha conseguito il Master presso l'École Nationale Supérieure de la Photographie (Scuola Nazionale di Fotografia) ad Arles, Francia, nel 2005 e si è trasferita a New York City.Le sue opere sono state esposte in mostre collettive, tra cui Princeton University, Equity Gallery, Hyatt Centric (Philadelphia), DOT Art, A.I.R Gallery, New York City Department of Parks & Recreation, Fresh Window, Chashama e la Chiesa di St. Eustache (Parigi, Francia), dove sono state organizzate mostre personali e installazioni pubbliche del suo lavoro. Tappan Gallery, Owen James Gallery, NYU/Gallatin Gallery, Dorsky Gallery, Freight + Volume, BRIC Rotunda Gallery, Dekalb Gallery/Pratt Institute, UConn University, Mana Contemporary Hamburg Museum of Arts and Crafts, The Bronx Museum, Teachers College Columbia University, tra gli altri, hanno presentato le sue opere. Fanny è stata insignita di vari premi e residenze, tra cui AIM (Bronx Museum), BRIC Lab Fellowship, Emergency Grant (Foundation for Contemporary Arts), A.I.R. Fellowship Program, Robert Blackburn Printmaking SIP Fellowship, Elizabeth Foundation for the Arts Studio Program, Yaddo Residency, Dieu Donné Workspace Residency, NYSCA/NYFA Artist Fellowship (Craft/Sculpture), MacDowell Fellowship, Puffin Foundation Grant, Wildacres Residency e National Arts Club Artist Fellowship. Il suo lavoro è apparso su pubblicazioni come il New York Times, The Guardian, Time Out, ARTnews, NY Magazine, Brooklyn Magazine, Hyperallergic, Le Monde Diplomatique, Blouin Art Info, DNA Info, Marie Claire Italia, AM New York, tra gli altri.)
24
aprile 2025
The night the wind learned to dance
Dal 24 aprile al 25 maggio 2025
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIOVANNI BONELLI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 11-19
Vernissage
24 Aprile 2025, Dalle 19.00
Autore
Curatore
Autore testo critico