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The Smile at the Foot of the Ladder # 1 – Tamy Ben-Tor
The Smile at the Foot of the Ladder invita tre giovani artisti, Tamy Ben-Tor ( 1975, Israele), Planning to Rock (alias Janine Rostron) e Ragnar Kjartansson ( 1976, Islanda) – che da sempre fanno della performance la loro forma d’arte privilegiata a presentare il loro lavoro e a riflettere sulle tematiche che il racconto di Miller solleva
Comunicato stampa
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La galleria Riccardo Crespi ha il piacere di presentare The Smile at the Foot of the Ladder, un progetto curato da Marianna Vecellio ispirato a un breve racconto di Henry Miller.
Con la storia di Augusto, clown geniale e disperato, Miller ha voluto parlare del vero artista e del suo faticoso percorso; Il sorriso ai piedi della scala, è un’opera scritta negli anni parigini (1947-48), richiestagli da Fernand Léger e influenzata dai meravigliosi quadri sul circo di Rouault, Miró, Chagall, Seurat e Max Jacob.
“Ai piedi d’una scala tesa verso la luna, Augusto si sedeva in contemplazione, fisso il sorriso, perduti lontano i pensieri. Questa simulazione d’estasi, che egli aveva portato a perfezione, faceva sempre una grande impressione sul pubblico: pareva il sommo della stravaganza”
Il pubblico lo adora, tuttavia egli vive una profonda crisi esistenziale che lo porterà a dimenticarsi di sé stesso.
Da questo punto in poi il racconto acquisisce i toni del teatro dell’assurdo beckettiano: Augusto, completamente assorbito dalle sue ossessioni non arriverà più a distinguere la realtà dalla finzione. Dal momento in cui la realtà diventerà incongrua e assurda, la performance resterà l’unico modo di ristabilire se stesso come persona reale: la sua vita è la sua performance, la sua performance è la sua vita.
The Smile at the Foot of the Ladder invita tre giovani artisti, Tamy Ben-Tor ( 1975, Israele), Planning to Rock (alias Janine Rostron) e Ragnar Kjartansson ( 1976, Islanda) - che da sempre fanno della performance la loro forma d’arte privilegiata a presentare il loro lavoro e a riflettere sulle tematiche che il racconto di Miller solleva: il lavoro dell’artista in generale è ricavato su uno spazio di realtà e vi si contrappone in quanto libera creazione illusoria. Il tema del progetto vuole riflettere sulle varie forme di interazione con uno spazio performativo e proporre tre diversi modi di concepire la performance.
Musica, testo, costumi e personaggi apparentemente specifici, sono tutti mezzi e strumenti che uso con l'intento di ricercare quella sfida a livello artistico che risiede all'interno della performance stessa, e che rappresenta la suddivisione nonchè l'astrazione di un personaggio tramite lo specifico ed il riconoscibile.
Il lavoro di Tamy Ben-Tor subisce e vive di numerose contaminazioni: Cindy Sherman, Kara Walker, Alex Bag, Kafka, il teatro Yiddish e la tragedia greca. Come la Sherman, Ben-Tor usa costumi, parrucche e trucco per trasformare se stessa e dare vita ad una innumerevole varietà di personaggi femminili che recitano monologhi surreali. Questi, il genere di personaggio che non ameremmo ritrovarci accanto su di un volo transoceanico, sono bigotti, petulanti, amari bistrattati e familiarmente snervanti.
Questa caustica ed intelligente artista pensa alle sue performances come momenti drammatici in cui i personaggi sono strappati fuori dal loro abituale contesto e piazzati nel dominio della idiozia fino a creare uno spazio di isolamento e non sense in cui l’identità ha poco a che fare con la realtà e molto di più con il bisogno di essa.
Per la “prima” romana di The Smile at the Foot of the Ladder, Tamy Ben- Tor si confronterà con gli spazi dell’Associazione dei Mutilati e Invalidi di Guerra. Luogo unico nel suo genere, tempio della Guerra, realizzato da Marcello Piacentini, celebre architetto razionalista, a cavallo della I e II Guerra mondiale, per ospitare la sede dell’associazione.
Tamy Ben-Tor vive e lavora a New York.
Tra le sue mostre negli Stati Uniti e in Europa: "Smile Machines", Transmediale.06, Akademie der Kunste, Berlin, Germany; T1 – Torino Triennale Tremusei, Torino, Italia; Performa 05, First Biennal of New Visual Art Performance, New York City, NY; PS1 Contemporary Art Center, New York.
Tamy Ben-Tor è rappresentata da Zach Feuer Gallery, New York.
Si ringrazia Zach Feuer Gallery, New York
Con la storia di Augusto, clown geniale e disperato, Miller ha voluto parlare del vero artista e del suo faticoso percorso; Il sorriso ai piedi della scala, è un’opera scritta negli anni parigini (1947-48), richiestagli da Fernand Léger e influenzata dai meravigliosi quadri sul circo di Rouault, Miró, Chagall, Seurat e Max Jacob.
“Ai piedi d’una scala tesa verso la luna, Augusto si sedeva in contemplazione, fisso il sorriso, perduti lontano i pensieri. Questa simulazione d’estasi, che egli aveva portato a perfezione, faceva sempre una grande impressione sul pubblico: pareva il sommo della stravaganza”
Il pubblico lo adora, tuttavia egli vive una profonda crisi esistenziale che lo porterà a dimenticarsi di sé stesso.
Da questo punto in poi il racconto acquisisce i toni del teatro dell’assurdo beckettiano: Augusto, completamente assorbito dalle sue ossessioni non arriverà più a distinguere la realtà dalla finzione. Dal momento in cui la realtà diventerà incongrua e assurda, la performance resterà l’unico modo di ristabilire se stesso come persona reale: la sua vita è la sua performance, la sua performance è la sua vita.
The Smile at the Foot of the Ladder invita tre giovani artisti, Tamy Ben-Tor ( 1975, Israele), Planning to Rock (alias Janine Rostron) e Ragnar Kjartansson ( 1976, Islanda) - che da sempre fanno della performance la loro forma d’arte privilegiata a presentare il loro lavoro e a riflettere sulle tematiche che il racconto di Miller solleva: il lavoro dell’artista in generale è ricavato su uno spazio di realtà e vi si contrappone in quanto libera creazione illusoria. Il tema del progetto vuole riflettere sulle varie forme di interazione con uno spazio performativo e proporre tre diversi modi di concepire la performance.
Musica, testo, costumi e personaggi apparentemente specifici, sono tutti mezzi e strumenti che uso con l'intento di ricercare quella sfida a livello artistico che risiede all'interno della performance stessa, e che rappresenta la suddivisione nonchè l'astrazione di un personaggio tramite lo specifico ed il riconoscibile.
Il lavoro di Tamy Ben-Tor subisce e vive di numerose contaminazioni: Cindy Sherman, Kara Walker, Alex Bag, Kafka, il teatro Yiddish e la tragedia greca. Come la Sherman, Ben-Tor usa costumi, parrucche e trucco per trasformare se stessa e dare vita ad una innumerevole varietà di personaggi femminili che recitano monologhi surreali. Questi, il genere di personaggio che non ameremmo ritrovarci accanto su di un volo transoceanico, sono bigotti, petulanti, amari bistrattati e familiarmente snervanti.
Questa caustica ed intelligente artista pensa alle sue performances come momenti drammatici in cui i personaggi sono strappati fuori dal loro abituale contesto e piazzati nel dominio della idiozia fino a creare uno spazio di isolamento e non sense in cui l’identità ha poco a che fare con la realtà e molto di più con il bisogno di essa.
Per la “prima” romana di The Smile at the Foot of the Ladder, Tamy Ben- Tor si confronterà con gli spazi dell’Associazione dei Mutilati e Invalidi di Guerra. Luogo unico nel suo genere, tempio della Guerra, realizzato da Marcello Piacentini, celebre architetto razionalista, a cavallo della I e II Guerra mondiale, per ospitare la sede dell’associazione.
Tamy Ben-Tor vive e lavora a New York.
Tra le sue mostre negli Stati Uniti e in Europa: "Smile Machines", Transmediale.06, Akademie der Kunste, Berlin, Germany; T1 – Torino Triennale Tremusei, Torino, Italia; Performa 05, First Biennal of New Visual Art Performance, New York City, NY; PS1 Contemporary Art Center, New York.
Tamy Ben-Tor è rappresentata da Zach Feuer Gallery, New York.
Si ringrazia Zach Feuer Gallery, New York
29
novembre 2006
The Smile at the Foot of the Ladder # 1 – Tamy Ben-Tor
29 novembre 2006
performance - happening
Location
GALLERIA RICCARDO CRESPI
Milano, Via Giacomo Mellerio, 1, (Milano)
Milano, Via Giacomo Mellerio, 1, (Milano)
Vernissage
29 Novembre 2006, ore 19.30
Ufficio stampa
SILVIA MACCHETTO
Autore
Curatore