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The Venice Show
Alma Zevi riapre le porte della sua galleria con una mostra collettiva che presenta 11 artisti diversi. Nucleo centrale è Venezia e l’enorme potenziale che in essa risiede, sia per il talento locale, sia per il magnetismo che la città esercita sugli artisti contemporanei internazionali.
Comunicato stampa
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ALMA ZEVI riapre le porte della sua galleria con The Venice Show, una mostra che ha come nucleo centrale Venezia e l’enorme potenziale che in essa risiede, sia dal punto di vista del talento locale, sia da quello dell’incredibile magnetismo che la città esercita sugli artisti contemporanei, che continuano a tornarvi nel tempo. Tale forza magnetica è rappresentata in mostra attraverso una selezione di artisti dalle molteplici tecniche e appartenenti a generazioni diverse, emergenti e affermati, veneziani e di stampo internazionale. In occasione di questa mostra ALMA ZEVI raddoppia i suoi spazi, estendendo l’allestimento alla vicina galleria in Salizzada Malipiero, San Marco 3208, precedentemente usata per 'Ouvrez-Moi' di Charlap Hyman & Herrero nel 2019.
Il più giovane tra gli artisti in mostra è Simone Carraro, da poco laureato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che presenta una nuova opera realizzata appositamente per questo progetto espositivo. Il suo dipinto si ispira all’ecosistema lagunare veneziano, e crea un’estetica originale e vivace, frutto di ricerche e di indagini scientifiche. La combinazione tra l’uso che Carraro fa dell’immaginario tradizionale e la sua indagine sul fragile stato dell’ambiente in cui si trova Venezia rappresenta un’acuta metafora che descrive la posizione della città come luogo in cui l’antico ed il contemporaneo devono coesistere in uno stato d’armonia.
La mostra include anche artisti rappresentati dalla galleria, con lavori realizzati nel corso di diverse residenze a Venezia. Il programma di residenze, che ogni anno ospita diversi artisti internazionali in città con lo scopo di rispondere al contesto che li circonda, è parte fondamentale dell’attività e dello spirito della galleria. Tra questi, Juliana Cerqueira Leite, scultrice che vive tra New York e San Paolo, è stata una dei primi artisti ospitati da ALMA ZEVI a Venezia nel 2017. Durante quel periodo Cerqueira Leite ha passato molto tempo a camminare per la città creando frottages (sfregamenti) di diverse superfici storiche e architettoniche, incluse porte, pavimenti, finestre, ringhiere, e molto altro. Questo ha portato alla creazione di una serie di lavori sui quali l’artista ha poi continuato a lavorare negli anni.
Katy Stubbs, artista inglese di origine sudafricana che lavora con la ceramica, ha completato la sua residenza a Venezia nella primavera del 2019. Durante questo periodo, Stubbs ha creato una serie di lavori ironici e di squisita fattura, molti dei quali si ispiravano direttamente alle opere di grandi maestri pittorici che ha avuto modo di osservare alle Gallerie dell’Accademia. Il suo 'Insect Vase' presente in mostra è un esempio caratteristico della maniera in cui Stubbs rappresenta insieme l’antichità classica e il mondo naturale. L’artista ha così commentato: “Gli insetti sono stati aggiunti perché, mentre lavoravo, ero vicina a un piccolo giardino e nel cantiere navale (Arsenale) c’erano un sacco di piccoli insetti e ragni. Mi piace il fatto che questi insetti abbiano così tanti diversi significati per ogni persona”. In Italia Stubbs ha usato per la prima volta un’argilla granulare locale, irreperibile a Londra, dove vive. La sua residenza quindi non l’ha solamente arricchita di nuovi riferimenti visivi, ma le ha anche dato la possibilità di
sviluppare nuove tecniche artistiche e di sperimentare con diversi materiali.
L’artista slovacca Tereza Cervenova è stata in residenza a Venezia nell’autunno del 2019. La giovane fotografa, che vive e lavora a Londra, è riuscita a catturare una serie di tranquilli e poetici frammenti di vita a Venezia. Il suo obiettivo fotografico, gentile ma diretto, riesce a perforare il cuore di una città piena di mistero e si discosta dai percorsi turistici comuni. Le opere realizzate a Venezia ne mantengono l’aspetto misterioso e allo stesso tempo inseriscono la presenza umana nell’ambiente urbano con sguardo interrogativo e curioso. Esposte in galleria per la prima volta dalla sua residenza, le fotografie in mostra esplorano il potenziale linguaggio astratto degli edifici locali, e presentano luoghi ben noti, come la Peggy Guggenheim Collection e Palazzo Grassi (entrambi vicini ad ALMA ZEVI), sotto una luce nuova e inaspettata.
ALMA ZEVI è lieta di presentare in mostra anche le sculture di Marcantonio Brandolini d’Adda, artista veneziano che lavora principalmente con il vetro di Murano. L’artista ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria, e la sua pratica propone uno sguardo innovativo sull’utilizzo del vetro nell’arte contemporanea. Questi oggetti, chiamati vessels, stupiscono i visitatori per la vivacità dei loro colori e per le inaspettate composizioni, due elementi che caratterizzano l’essenza del suo approccio al vetro. In aggiunta, l’artista presenta per la prima volta una nuova scultura sospesa dal soffitto.
Presentato per la prima volta in galleria, Andrew Huston è un veneziano d’adozione e pittore che ha stabilito il suo studio a Venezia nel 2017 dopo vent’anni vissuti a New York. L’influenza della città lagunare si infiltra nei suoi lavori in modi visibili, ma discreti; ad esempio nelle silhouette e nelle astrazioni delle forme dei vetri delle finestre veneziane, nei frammenti delle tradizionali imbarcazioni venete e nei dettagli a foglia d’oro. Tutti questi elementi possono essere identificati nella particolare palette dell’artista, che si osserva nel dipinto in mostra.
Un’altra importante recente aggiunta alla città è Michael Craig-Martin. Nato in Irlanda, l’artista concettuale si è poi spostato dall’America a Londra nel 1966, e dal 2017 trascorre parte del suo tempo a Venezia. ALMA ZEVI è felice di presentare un nuovo dipinto mai stato esposto fino a ora. Untitled (watch fragment turquoise) incorpora diversi temi chiave e caratteristiche della produzione dell’artista, in cui gli oggetti di uso comune vengono trasformati da un’estetica lineare e precisa. La rappresentazione di un orologio da polso fatta da Craig-Martin è un acuto commento sull’attuale situazione mondiale, che molti percepiscono come in un limbo, congelata nel tempo. Con la sua energia e compostezza, l’artista incoraggia l’osservatore a contemplare il quadrante parzialmente oscurato dell’orologio attraverso la propria personale esperienza del tempo che passa.
Un altro importante nome della scena artistica inglese che ha vissuto per diversi anni tra Venezia e il Regno Unito è Joe Tilson, che ha compiuto 90 anni l’anno scorso ed è una figura di punta della British Pop Art. La sua relazione con l’Italia comincia nel 1955 quando vince il Prix de Rome, e il suo legame con Venezia, in particolare con la Biennale, è iniziato nel 1964 quando i suoi lavori furono esposti nel Padiglione Gran Bretagna. Il dipinto inserito in mostra è parte della serie Stones of Venice, che presenta la sua iconica reinterpretazione degli elementi architettonici veneziani con i tipici colori accesi che hanno dominato la sua produzione artistica degli ultimi decenni. Questi dipinti evidenziano uno stile vernacolare veneziano, nei mosaici e nel simbolismo religioso, e possono essere interpretati come un ritratto gioioso e celebrativo della città.
Lo status di Venezia come fulcro di importanza internazionale per l’arte contemporanea è in parte dovuto alla reputazione della Biennale. Con quest’idea in mente, ALMA ZEVI ha incluso due disegni dell’importante artista svizzera Heidi Bucher che erano stati concepiti come proposta per un progetto per la Biennale del 1990. Questo concetto scultoreo mai realizzato consiste in tre strutture architettoniche, strettamente collegate al suo precedente lavoro 'Flying Skinroom', un’importante opera realizzata nel 1988 dove il calco in lattice di un edificio viene metaforicamente liberato dai suoi vincoli fisici e psicologici. Altri lavori di Bucher sono stati successivamente esposti alla 57ma edizione della Biennale di Venezia nel 2017.
Proseguendo con il tema della Biennale, la galleria è orgogliosa di presentare per la prima volta il lavoro di Bice Lazzari, probabilmente la più importante artista donna veneziana del Ventesimo secolo. Lazzari è nata a Venezia nel 1900 e ha completato gli studi musicali al Conservatorio Benedetto Marcello, per poi iniziare un percorso formativo all’Accademia di Belle Arti. I suoi lavori sono stati inclusi nella 19ma Biennale del 1934. Lazzari fu amica di Carlo Scarpa e Gio Ponti, con i quali collaborò spesso a commissioni di tipo decorativo. Le sue opere, estremamente radicali, combinano una profonda bellezza a un’estetica minimale, essenziale, che unisce il suo amore per la musica con l’architettura, il modernismo e l’astrazione.
Seguendo l’intenzione di ALMA ZEVI di ospitare installazioni e lavori site-specific, Charlap Hyman & Herrero, il duo di designer che lavorano tra New York e Los Angeles, ha appositamente realizzato un tendaggio di stoffa volto a coprire parte della finestra principale della galleria. Originariamente pensato per la loro mostra del 2019, la fantasia del tessuto consiste in un intricato motivo grafico composto da lumache, perle e nastri. I designer hanno preso ispirazione da diversi elementi presenti in Italia, come il blu fumo della carta da disegno rinascimentale, e il maestoso arco di Piero Portaluppi a Milano, costruito tra il 1926 e il 1930 nel Palazzo della Società Buonarroti-Carpaccio-Giotto.
La mostra è una celebrazione dell’unicità storica di Venezia, e del suo essere terreno fertile per nuove idee. Questo luogo ha dovuto affrontare diverse sfide negli ultimi anni, è perciò missione della galleria evidenziare lo straordinario contributo che molti artisti stanno apportando al vibrante tessuto culturale della città.
Il più giovane tra gli artisti in mostra è Simone Carraro, da poco laureato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che presenta una nuova opera realizzata appositamente per questo progetto espositivo. Il suo dipinto si ispira all’ecosistema lagunare veneziano, e crea un’estetica originale e vivace, frutto di ricerche e di indagini scientifiche. La combinazione tra l’uso che Carraro fa dell’immaginario tradizionale e la sua indagine sul fragile stato dell’ambiente in cui si trova Venezia rappresenta un’acuta metafora che descrive la posizione della città come luogo in cui l’antico ed il contemporaneo devono coesistere in uno stato d’armonia.
La mostra include anche artisti rappresentati dalla galleria, con lavori realizzati nel corso di diverse residenze a Venezia. Il programma di residenze, che ogni anno ospita diversi artisti internazionali in città con lo scopo di rispondere al contesto che li circonda, è parte fondamentale dell’attività e dello spirito della galleria. Tra questi, Juliana Cerqueira Leite, scultrice che vive tra New York e San Paolo, è stata una dei primi artisti ospitati da ALMA ZEVI a Venezia nel 2017. Durante quel periodo Cerqueira Leite ha passato molto tempo a camminare per la città creando frottages (sfregamenti) di diverse superfici storiche e architettoniche, incluse porte, pavimenti, finestre, ringhiere, e molto altro. Questo ha portato alla creazione di una serie di lavori sui quali l’artista ha poi continuato a lavorare negli anni.
Katy Stubbs, artista inglese di origine sudafricana che lavora con la ceramica, ha completato la sua residenza a Venezia nella primavera del 2019. Durante questo periodo, Stubbs ha creato una serie di lavori ironici e di squisita fattura, molti dei quali si ispiravano direttamente alle opere di grandi maestri pittorici che ha avuto modo di osservare alle Gallerie dell’Accademia. Il suo 'Insect Vase' presente in mostra è un esempio caratteristico della maniera in cui Stubbs rappresenta insieme l’antichità classica e il mondo naturale. L’artista ha così commentato: “Gli insetti sono stati aggiunti perché, mentre lavoravo, ero vicina a un piccolo giardino e nel cantiere navale (Arsenale) c’erano un sacco di piccoli insetti e ragni. Mi piace il fatto che questi insetti abbiano così tanti diversi significati per ogni persona”. In Italia Stubbs ha usato per la prima volta un’argilla granulare locale, irreperibile a Londra, dove vive. La sua residenza quindi non l’ha solamente arricchita di nuovi riferimenti visivi, ma le ha anche dato la possibilità di
sviluppare nuove tecniche artistiche e di sperimentare con diversi materiali.
L’artista slovacca Tereza Cervenova è stata in residenza a Venezia nell’autunno del 2019. La giovane fotografa, che vive e lavora a Londra, è riuscita a catturare una serie di tranquilli e poetici frammenti di vita a Venezia. Il suo obiettivo fotografico, gentile ma diretto, riesce a perforare il cuore di una città piena di mistero e si discosta dai percorsi turistici comuni. Le opere realizzate a Venezia ne mantengono l’aspetto misterioso e allo stesso tempo inseriscono la presenza umana nell’ambiente urbano con sguardo interrogativo e curioso. Esposte in galleria per la prima volta dalla sua residenza, le fotografie in mostra esplorano il potenziale linguaggio astratto degli edifici locali, e presentano luoghi ben noti, come la Peggy Guggenheim Collection e Palazzo Grassi (entrambi vicini ad ALMA ZEVI), sotto una luce nuova e inaspettata.
ALMA ZEVI è lieta di presentare in mostra anche le sculture di Marcantonio Brandolini d’Adda, artista veneziano che lavora principalmente con il vetro di Murano. L’artista ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria, e la sua pratica propone uno sguardo innovativo sull’utilizzo del vetro nell’arte contemporanea. Questi oggetti, chiamati vessels, stupiscono i visitatori per la vivacità dei loro colori e per le inaspettate composizioni, due elementi che caratterizzano l’essenza del suo approccio al vetro. In aggiunta, l’artista presenta per la prima volta una nuova scultura sospesa dal soffitto.
Presentato per la prima volta in galleria, Andrew Huston è un veneziano d’adozione e pittore che ha stabilito il suo studio a Venezia nel 2017 dopo vent’anni vissuti a New York. L’influenza della città lagunare si infiltra nei suoi lavori in modi visibili, ma discreti; ad esempio nelle silhouette e nelle astrazioni delle forme dei vetri delle finestre veneziane, nei frammenti delle tradizionali imbarcazioni venete e nei dettagli a foglia d’oro. Tutti questi elementi possono essere identificati nella particolare palette dell’artista, che si osserva nel dipinto in mostra.
Un’altra importante recente aggiunta alla città è Michael Craig-Martin. Nato in Irlanda, l’artista concettuale si è poi spostato dall’America a Londra nel 1966, e dal 2017 trascorre parte del suo tempo a Venezia. ALMA ZEVI è felice di presentare un nuovo dipinto mai stato esposto fino a ora. Untitled (watch fragment turquoise) incorpora diversi temi chiave e caratteristiche della produzione dell’artista, in cui gli oggetti di uso comune vengono trasformati da un’estetica lineare e precisa. La rappresentazione di un orologio da polso fatta da Craig-Martin è un acuto commento sull’attuale situazione mondiale, che molti percepiscono come in un limbo, congelata nel tempo. Con la sua energia e compostezza, l’artista incoraggia l’osservatore a contemplare il quadrante parzialmente oscurato dell’orologio attraverso la propria personale esperienza del tempo che passa.
Un altro importante nome della scena artistica inglese che ha vissuto per diversi anni tra Venezia e il Regno Unito è Joe Tilson, che ha compiuto 90 anni l’anno scorso ed è una figura di punta della British Pop Art. La sua relazione con l’Italia comincia nel 1955 quando vince il Prix de Rome, e il suo legame con Venezia, in particolare con la Biennale, è iniziato nel 1964 quando i suoi lavori furono esposti nel Padiglione Gran Bretagna. Il dipinto inserito in mostra è parte della serie Stones of Venice, che presenta la sua iconica reinterpretazione degli elementi architettonici veneziani con i tipici colori accesi che hanno dominato la sua produzione artistica degli ultimi decenni. Questi dipinti evidenziano uno stile vernacolare veneziano, nei mosaici e nel simbolismo religioso, e possono essere interpretati come un ritratto gioioso e celebrativo della città.
Lo status di Venezia come fulcro di importanza internazionale per l’arte contemporanea è in parte dovuto alla reputazione della Biennale. Con quest’idea in mente, ALMA ZEVI ha incluso due disegni dell’importante artista svizzera Heidi Bucher che erano stati concepiti come proposta per un progetto per la Biennale del 1990. Questo concetto scultoreo mai realizzato consiste in tre strutture architettoniche, strettamente collegate al suo precedente lavoro 'Flying Skinroom', un’importante opera realizzata nel 1988 dove il calco in lattice di un edificio viene metaforicamente liberato dai suoi vincoli fisici e psicologici. Altri lavori di Bucher sono stati successivamente esposti alla 57ma edizione della Biennale di Venezia nel 2017.
Proseguendo con il tema della Biennale, la galleria è orgogliosa di presentare per la prima volta il lavoro di Bice Lazzari, probabilmente la più importante artista donna veneziana del Ventesimo secolo. Lazzari è nata a Venezia nel 1900 e ha completato gli studi musicali al Conservatorio Benedetto Marcello, per poi iniziare un percorso formativo all’Accademia di Belle Arti. I suoi lavori sono stati inclusi nella 19ma Biennale del 1934. Lazzari fu amica di Carlo Scarpa e Gio Ponti, con i quali collaborò spesso a commissioni di tipo decorativo. Le sue opere, estremamente radicali, combinano una profonda bellezza a un’estetica minimale, essenziale, che unisce il suo amore per la musica con l’architettura, il modernismo e l’astrazione.
Seguendo l’intenzione di ALMA ZEVI di ospitare installazioni e lavori site-specific, Charlap Hyman & Herrero, il duo di designer che lavorano tra New York e Los Angeles, ha appositamente realizzato un tendaggio di stoffa volto a coprire parte della finestra principale della galleria. Originariamente pensato per la loro mostra del 2019, la fantasia del tessuto consiste in un intricato motivo grafico composto da lumache, perle e nastri. I designer hanno preso ispirazione da diversi elementi presenti in Italia, come il blu fumo della carta da disegno rinascimentale, e il maestoso arco di Piero Portaluppi a Milano, costruito tra il 1926 e il 1930 nel Palazzo della Società Buonarroti-Carpaccio-Giotto.
La mostra è una celebrazione dell’unicità storica di Venezia, e del suo essere terreno fertile per nuove idee. Questo luogo ha dovuto affrontare diverse sfide negli ultimi anni, è perciò missione della galleria evidenziare lo straordinario contributo che molti artisti stanno apportando al vibrante tessuto culturale della città.
28
agosto 2020
The Venice Show
Dal 28 agosto al 31 ottobre 2020
arte contemporanea
Location
ALMA ZEVI
Venezia, San Marco, 3357, (Venezia)
Venezia, San Marco, 3357, (Venezia)
Orario di apertura
martedì - sabato, ore 10-13 e 14-19
Sito web
Ufficio stampa
press@almazevi.com
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