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This is a journey
Con una decina di artisti che hanno sviluppato, con il loro gesto pittorico il tema del viaggio, in un percorso internazionale, l’arte approda nel più grande studio legale e tributario di origine tedesca al mondo: Studio Legale e Tributario, Rödl & Partner in Largo Donegani 2 a Milano
Comunicato stampa
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“This is a journey” ovvero “Questo è un viaggio” è il titolo per questa avventura. Perché di avventura si tratta.
Da tempo, i luoghi dell’arte non sono più, o meglio non sono solo, gallerie, spazi espositivi e musei, ma luoghi diversi. Sono vecchie strutture abbandonate, hall e camere di hotel e, come in questo caso, “luoghi” professionali. Ambienti vissuti nel quotidiano come spazio di lavoro, che si trasformano in luoghi di cultura, di vibrazioni, di emozioni.
L’idea, già sperimentata tempo fa con successo, prima negli USA poi in Europa, si basa sul concetto di portare l’arte in ambienti che non siano stati creati per dare vita a mostre ed esposizioni ma sorti esclusivamente come luogo di lavoro; e permettere quindi all’arte di sviluppare ulteriormente una delle sue principali peculiarità: quella di comunicare.
In questo caso, l’arte approda nei nuovi uffici milanesi di Rödl & Partner, il più grande studio legale e tributario di origine tedesca. Multi professionale per missione, internazionale per vocazione. Visto l’ambiente ed i suoi frequentatori, professionisti e imprenditori provenienti da ogni parte del mondo, ho deciso di improntare lo sviluppo di questa collettiva sul tema del viaggio.
Viaggio inteso come avventura, ma non solo. Viaggio come luogo della memoria, come rifugio dell’anima o ancora, semplicemente, come descrizione di un mondo. Il tutto ovviamente, senza tralasciare uno degli aspetti fondamentali di questa “avventura”: la contemporaneità.
Allora, la scelta degli artisti cade su un nucleo ristretto di interpreti che, attraverso la loro cifra pittorica e artistica, hanno sviluppato in maniera esplicita e non, il tema del viaggio.
Karina Chechik (Buenos Aires 1966), viaggiatrice di fatto e nell’arte. Attraverso la sua ricerca, con una tecnica del tutto personale (lavora su tela partendo da una base fotografica dove poi interviene con il colore), ci racconta i luoghi del mondo che gli appartengono: dall’Argentina agli USA, dalla Danimarca alla Spagna per arrivare fino all’Italia, con suggestive vedute simboliste di grande efficacia.
Carlo Cane (Alessandria 1951) è uno dei protagonisti indiscussi della scena artistica figurativa italiana. Affronta il tema del viaggio attraverso paesaggi del tutto inventati che comunque rimangono “aggrappati” all’immaginario collettivo. Una sorta di transfer fra immaginazione e realtà. Quasi onirico, è meticoloso e attento; nulla è lasciato al caso nella sua ricerca se non l’incontrollabile reazione della corrosione acidula che completa ogni suo lavoro.
Domenico Di Genni (Termoli 1971) viaggia fra quotidianità e bonaria follia. In continuo movimento tra l’Italia e l’Africa, trova ispirazione nel racconto. Racconto di genti e terre lontane, ma allo stesso tempo contemporanee, che ritrae con frenetica maniacalità. Non cerca l’aspetto romantico e un po’ déjà-vu nei suoi soggetti, ricerca la verità: in uno sguardo, in un copricapo, in un gesto. Per la difficoltà di reperire materiale pittorico (tele e colori) ha riscoperto le tecniche antiche dei grandi maestri rinascimentali, dove i bruni sono realmente ricavati dalle terre, i verdi dai vegetali, i gialli dallo zafferano e via dicendo.
Stefano Fioresi (Modena 1965) è invece un viaggiatore in rotta verso ovest. Sono infatti New York e l’America il fulcro della sua intera ricerca. In chiave Neo-Pop, ha educato il collezionista a scoprire un’immagine degli Stati Uniti tanto familiare quanto sconosciuta. “Cartoline didascaliche” non per turisti ma per appassionati e attenti conoscitori del mondo dell’arte che ritrovano nella sua opera tecnica, racconto, capacità di interpretazione.
Irene Lopez de Castro (Madrid 1967) è spagnola di nascita ma cittadina del Mali per vocazione. È infatti sulle sponde del Niger che trova ispirazione per le sue opere. Racconti di terre e genti esotiche, lontane, segnate da una vita ancora legata allo svolgimento naturale dell’esistenza. Una visione romantica e solo all’apparenza anacronistica di una quotidianità che non ci appartiene più ma che continua a vivere in molti luoghi del mondo. Dove il mercato, con i suoi colori, i propri profumi e gli assordanti rumori delle voci delle persone, sono ancora il centro dell’universo.
Fabiano Parisi (Roma 1977) lavora con la fotografia. Ricerca luoghi e ambienti che riportano lo spettatore indietro nel tempo. Un viaggio nella memoria che invita a non dimenticare il passato, ma anzi, a farlo proprio, per sdoganare il futuro. Una ricerca attenta e scrupolosa, dove la figura umana è solo una presenza/assenza quasi metafisica e la memoria è solo ed esclusivamente ad appannaggio del luogo.
Roberto Braida (La Spezia 1953) è pittore. E lo è in maniera virtuosa. Mette a disposizione la propria arte per intraprendere un viaggio senza meta, senza tempo, senza direzione. Un viaggio negli spazi infiniti di un mare che a tutti appartiene senza avere una paternità oggettiva. Un mare che non è altro che un pretesto per mettere a nudo e forse in discussione la propria anima. Un dialogo infinito fra l’Essere e l’essere umano. Quasi preghiera, quasi Mandala
Christian Balzano (Livorno 1969) Viaggia nel destino e nelle scelte che condizionano l’esistenza umana, nel mondo delle superstizioni e scaramanzie metropolitane, che affondano le loro radici nella cultura popolare mondiale, anche quelle più rarefatte dai nuovi riti della globalizzazione.
Uno dei personaggi di questo itinerario è il toro, che ritroviamo, da solo o affiancato ad altri simboli scaramantici/religiosi, in tante culture, come talismano portafortuna o come vittima predestinata.
Balzano riesce, con pochi tratti veloci e quasi irregolari a delineare, in modo incisivo queste figure.
Thomas Berra (Milano 1986) è di fatto il più “viaggiatore” di tutti. Viaggia attraverso gli umori della strada, ascoltando le urla dell’asfalto e urlando a sua volta la propria voglia di vita e di fare arte. Nasce Street-Artist, si sviluppa Grafitist. Oggi è artista. E che artista! Voluto da tutti, acclamato dalla critica e ricercato dai collezionisti. Ha fatto suoi gli insegnamenti di un passato ancora troppo recente per essere considerato storicizzato, lo ha manipolato e l’ha reso personale. Si fa portavoce di una generazione cresciuta a Fast-Food e made in USA, che ha solo una necessità: quella di essere ascoltata… ma i sordi sono ancora molti.
Silvia Scuderi (Padova 1974) è interessata al paesaggio urbano, città dove si ergono palazzi, grattacieli, chiese e campanili, che emergono dall’orizzontalità del mare o delle strade, di un colore indistinto come nuvole di cemento o macchie di colore in un candido vestito. Le città di Silvia hanno la dimensione del sogno, tra impressionismo ed espressionismo, tra realismo e informale, strane e magiche come possono essere quelle visioni oniriche che ci portano il ricordo o un intimo atto d’amore.
Roberto Milani
Da tempo, i luoghi dell’arte non sono più, o meglio non sono solo, gallerie, spazi espositivi e musei, ma luoghi diversi. Sono vecchie strutture abbandonate, hall e camere di hotel e, come in questo caso, “luoghi” professionali. Ambienti vissuti nel quotidiano come spazio di lavoro, che si trasformano in luoghi di cultura, di vibrazioni, di emozioni.
L’idea, già sperimentata tempo fa con successo, prima negli USA poi in Europa, si basa sul concetto di portare l’arte in ambienti che non siano stati creati per dare vita a mostre ed esposizioni ma sorti esclusivamente come luogo di lavoro; e permettere quindi all’arte di sviluppare ulteriormente una delle sue principali peculiarità: quella di comunicare.
In questo caso, l’arte approda nei nuovi uffici milanesi di Rödl & Partner, il più grande studio legale e tributario di origine tedesca. Multi professionale per missione, internazionale per vocazione. Visto l’ambiente ed i suoi frequentatori, professionisti e imprenditori provenienti da ogni parte del mondo, ho deciso di improntare lo sviluppo di questa collettiva sul tema del viaggio.
Viaggio inteso come avventura, ma non solo. Viaggio come luogo della memoria, come rifugio dell’anima o ancora, semplicemente, come descrizione di un mondo. Il tutto ovviamente, senza tralasciare uno degli aspetti fondamentali di questa “avventura”: la contemporaneità.
Allora, la scelta degli artisti cade su un nucleo ristretto di interpreti che, attraverso la loro cifra pittorica e artistica, hanno sviluppato in maniera esplicita e non, il tema del viaggio.
Karina Chechik (Buenos Aires 1966), viaggiatrice di fatto e nell’arte. Attraverso la sua ricerca, con una tecnica del tutto personale (lavora su tela partendo da una base fotografica dove poi interviene con il colore), ci racconta i luoghi del mondo che gli appartengono: dall’Argentina agli USA, dalla Danimarca alla Spagna per arrivare fino all’Italia, con suggestive vedute simboliste di grande efficacia.
Carlo Cane (Alessandria 1951) è uno dei protagonisti indiscussi della scena artistica figurativa italiana. Affronta il tema del viaggio attraverso paesaggi del tutto inventati che comunque rimangono “aggrappati” all’immaginario collettivo. Una sorta di transfer fra immaginazione e realtà. Quasi onirico, è meticoloso e attento; nulla è lasciato al caso nella sua ricerca se non l’incontrollabile reazione della corrosione acidula che completa ogni suo lavoro.
Domenico Di Genni (Termoli 1971) viaggia fra quotidianità e bonaria follia. In continuo movimento tra l’Italia e l’Africa, trova ispirazione nel racconto. Racconto di genti e terre lontane, ma allo stesso tempo contemporanee, che ritrae con frenetica maniacalità. Non cerca l’aspetto romantico e un po’ déjà-vu nei suoi soggetti, ricerca la verità: in uno sguardo, in un copricapo, in un gesto. Per la difficoltà di reperire materiale pittorico (tele e colori) ha riscoperto le tecniche antiche dei grandi maestri rinascimentali, dove i bruni sono realmente ricavati dalle terre, i verdi dai vegetali, i gialli dallo zafferano e via dicendo.
Stefano Fioresi (Modena 1965) è invece un viaggiatore in rotta verso ovest. Sono infatti New York e l’America il fulcro della sua intera ricerca. In chiave Neo-Pop, ha educato il collezionista a scoprire un’immagine degli Stati Uniti tanto familiare quanto sconosciuta. “Cartoline didascaliche” non per turisti ma per appassionati e attenti conoscitori del mondo dell’arte che ritrovano nella sua opera tecnica, racconto, capacità di interpretazione.
Irene Lopez de Castro (Madrid 1967) è spagnola di nascita ma cittadina del Mali per vocazione. È infatti sulle sponde del Niger che trova ispirazione per le sue opere. Racconti di terre e genti esotiche, lontane, segnate da una vita ancora legata allo svolgimento naturale dell’esistenza. Una visione romantica e solo all’apparenza anacronistica di una quotidianità che non ci appartiene più ma che continua a vivere in molti luoghi del mondo. Dove il mercato, con i suoi colori, i propri profumi e gli assordanti rumori delle voci delle persone, sono ancora il centro dell’universo.
Fabiano Parisi (Roma 1977) lavora con la fotografia. Ricerca luoghi e ambienti che riportano lo spettatore indietro nel tempo. Un viaggio nella memoria che invita a non dimenticare il passato, ma anzi, a farlo proprio, per sdoganare il futuro. Una ricerca attenta e scrupolosa, dove la figura umana è solo una presenza/assenza quasi metafisica e la memoria è solo ed esclusivamente ad appannaggio del luogo.
Roberto Braida (La Spezia 1953) è pittore. E lo è in maniera virtuosa. Mette a disposizione la propria arte per intraprendere un viaggio senza meta, senza tempo, senza direzione. Un viaggio negli spazi infiniti di un mare che a tutti appartiene senza avere una paternità oggettiva. Un mare che non è altro che un pretesto per mettere a nudo e forse in discussione la propria anima. Un dialogo infinito fra l’Essere e l’essere umano. Quasi preghiera, quasi Mandala
Christian Balzano (Livorno 1969) Viaggia nel destino e nelle scelte che condizionano l’esistenza umana, nel mondo delle superstizioni e scaramanzie metropolitane, che affondano le loro radici nella cultura popolare mondiale, anche quelle più rarefatte dai nuovi riti della globalizzazione.
Uno dei personaggi di questo itinerario è il toro, che ritroviamo, da solo o affiancato ad altri simboli scaramantici/religiosi, in tante culture, come talismano portafortuna o come vittima predestinata.
Balzano riesce, con pochi tratti veloci e quasi irregolari a delineare, in modo incisivo queste figure.
Thomas Berra (Milano 1986) è di fatto il più “viaggiatore” di tutti. Viaggia attraverso gli umori della strada, ascoltando le urla dell’asfalto e urlando a sua volta la propria voglia di vita e di fare arte. Nasce Street-Artist, si sviluppa Grafitist. Oggi è artista. E che artista! Voluto da tutti, acclamato dalla critica e ricercato dai collezionisti. Ha fatto suoi gli insegnamenti di un passato ancora troppo recente per essere considerato storicizzato, lo ha manipolato e l’ha reso personale. Si fa portavoce di una generazione cresciuta a Fast-Food e made in USA, che ha solo una necessità: quella di essere ascoltata… ma i sordi sono ancora molti.
Silvia Scuderi (Padova 1974) è interessata al paesaggio urbano, città dove si ergono palazzi, grattacieli, chiese e campanili, che emergono dall’orizzontalità del mare o delle strade, di un colore indistinto come nuvole di cemento o macchie di colore in un candido vestito. Le città di Silvia hanno la dimensione del sogno, tra impressionismo ed espressionismo, tra realismo e informale, strane e magiche come possono essere quelle visioni oniriche che ci portano il ricordo o un intimo atto d’amore.
Roberto Milani
05
maggio 2011
This is a journey
Dal 05 al 18 maggio 2011
arte contemporanea
Location
STUDIO RODL&PARTNER
Milano, Largo Guido Donegani, 2, (Milano)
Milano, Largo Guido Donegani, 2, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì: dalle 18,30 alle 20
Vernissage
5 Maggio 2011, ore 18
Sito web
www.arte-sanlorenzo.it
Autore
Curatore