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Thomas Bayrle – Documentation of Rubbertree 1993
La mostra è costituita da due video, uno visibile come videoproiezione e uno su monitor, che documentano e condividono con il pubblico i gesti ed i movimenti agiti intorno ad una pianta di gomma.
Comunicato stampa
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BASE / Progetti per l’arte presenta la mostra di Thomas Bayrle dal titolo “Documentation of Rubbertree 1993” pensata appositamente per lo spazio di Firenze per riflettere sull’atto creativo, sulla condivisione di un’idea e sulla sopravvivenza della stessa con il passare del tempo.
La mostra è costituita da due video, uno visibile come videoproiezione e uno su monitor, che documentano e condividono con il pubblico i gesti ed i movimenti agiti intorno ad una pianta di gomma. Con quest’opera l’artista utilizza la sua riflessione sui patterns pittorici di origine geometrica stratificati alle immagini popolari non per dare vita ad una nuova icona da osservare, ma per mettere in scena il processo stesso con cui analizza i modi di relazionarsi a queste nell’era della società di massa. L’artista in un testo scritto nel 1995 assieme a Daniel Kohl descrive così il concetto relativo al progetto “Documentation of Rubbertree 1993”: “Il progetto Gummibaum (Albero della gomma) è iniziato con una serie di sfide, soprattutto di natura tecnica. Queste sfide all’inizio erano semplici, ma in breve tempo si sono trasformate in qualcosa di complesso. La produzione del progetto si è sviluppata parallelamente all’immagine che si proponeva di creare. A ogni passo successivo, il processo diventava più elaborato e di conseguenza l’immagine si arricchiva. Il nostro lavoro era focalizzato principalmente sullo sviluppo del processo, e il processo è coinciso poi con il lavoro stesso. Il progresso dell’opera era visibile indirettamente nei modi, tecnicamente diversi, attraverso i quali era possibile riempire i contorni delle foglie dell’albero della gomma. Direttamente questa evoluzione si può vedere nella documentazione del processo stesso… come l’immagine di un film fatta dal documentario della sua realizzazione. Il progresso può essere anche riconosciuto nei resti del materiale utilizzato per realizzare i nostri obiettivi. Le forme di questi mutevoli obiettivi personificavano il risultato finale - leggermente imperfetto - dell’operazione. Nella documentazione è risultato chiaro che, i movimenti di un gruppo di creature che hanno partecipato al processo di realizzazione, rispecchiano i movimenti ritmicamente ripetuti dello stesso albero della gomma.”.
Thomas Bayrle (Berlino,1937; vive e lavora a Francoforte) è stato uno dei fondatori del movimento pop in Germania insieme a Sigmar Polke e Gerhard Richter, ed ha influenzato la scuola di Francoforte sia come artista che come insegnante nel corso degli ultimi quarant’anni. Le opere di Bayrle (incisioni, collage fotografici, disegni, quadri, sculture, modelli tridimensionali ispirati alle piste per automobili giocattolo e carte da parati “psichedeliche”) sono costituite da moduli decorativi ottenuti dal contrasto tra l’uso di immagini “popolari” e il loro sviluppo in organizzazioni geometriche. Queste forme, come griglie, celle, tunnel, sono codificate nella memoria collettiva e permettono al singolo elemento, nel gioco della ripetizione, di dialogare con il tutto e viceversa, facendo compiere all’artista una riflessione critica sulla percezione visiva e allo stesso tempo sulla società dei consumi. Questo suo approccio, non solo estetico ma sociale, lo ha portato a mettere in relazione differenti campi della conoscenza come la nanotecnologia, la cibernetica, la pornografia, l’urbanistica, la pubblicità e l’architettura. L'arte è per Bayrle uno strumento per riordinare la realtà e i suoi significati; la sua opera è il risultato di un tentativo di comprendere il mondo, o meglio è la sua codificazione in strutture sociali, attraverso infiniti esperimenti dall'esito imprevedibile. Tra le sue molte partecipazioni a mostre internazionali ricordiamo: 53° Biennale di Venezia, Venezia, 2009; Biennale of Sydney, Sydney, 2008; Lyon Biennial, Lione, 2007; 4th Berlin Biennial: Of Mice and Men, Berlino 2006; Guangzhou Triennale, Guangzhou, Cina, 2005; Berlin-Moskau, Staatliche Tretjakow-Galerie, Mosca, 2004; 50° Biennale di Venezia, Venezia, 2003.
BASE / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Thomas Saraceno, Patrick Tuttofuoco, Hans Schabus, Christian Jankowski, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner..
La mostra è costituita da due video, uno visibile come videoproiezione e uno su monitor, che documentano e condividono con il pubblico i gesti ed i movimenti agiti intorno ad una pianta di gomma. Con quest’opera l’artista utilizza la sua riflessione sui patterns pittorici di origine geometrica stratificati alle immagini popolari non per dare vita ad una nuova icona da osservare, ma per mettere in scena il processo stesso con cui analizza i modi di relazionarsi a queste nell’era della società di massa. L’artista in un testo scritto nel 1995 assieme a Daniel Kohl descrive così il concetto relativo al progetto “Documentation of Rubbertree 1993”: “Il progetto Gummibaum (Albero della gomma) è iniziato con una serie di sfide, soprattutto di natura tecnica. Queste sfide all’inizio erano semplici, ma in breve tempo si sono trasformate in qualcosa di complesso. La produzione del progetto si è sviluppata parallelamente all’immagine che si proponeva di creare. A ogni passo successivo, il processo diventava più elaborato e di conseguenza l’immagine si arricchiva. Il nostro lavoro era focalizzato principalmente sullo sviluppo del processo, e il processo è coinciso poi con il lavoro stesso. Il progresso dell’opera era visibile indirettamente nei modi, tecnicamente diversi, attraverso i quali era possibile riempire i contorni delle foglie dell’albero della gomma. Direttamente questa evoluzione si può vedere nella documentazione del processo stesso… come l’immagine di un film fatta dal documentario della sua realizzazione. Il progresso può essere anche riconosciuto nei resti del materiale utilizzato per realizzare i nostri obiettivi. Le forme di questi mutevoli obiettivi personificavano il risultato finale - leggermente imperfetto - dell’operazione. Nella documentazione è risultato chiaro che, i movimenti di un gruppo di creature che hanno partecipato al processo di realizzazione, rispecchiano i movimenti ritmicamente ripetuti dello stesso albero della gomma.”.
Thomas Bayrle (Berlino,1937; vive e lavora a Francoforte) è stato uno dei fondatori del movimento pop in Germania insieme a Sigmar Polke e Gerhard Richter, ed ha influenzato la scuola di Francoforte sia come artista che come insegnante nel corso degli ultimi quarant’anni. Le opere di Bayrle (incisioni, collage fotografici, disegni, quadri, sculture, modelli tridimensionali ispirati alle piste per automobili giocattolo e carte da parati “psichedeliche”) sono costituite da moduli decorativi ottenuti dal contrasto tra l’uso di immagini “popolari” e il loro sviluppo in organizzazioni geometriche. Queste forme, come griglie, celle, tunnel, sono codificate nella memoria collettiva e permettono al singolo elemento, nel gioco della ripetizione, di dialogare con il tutto e viceversa, facendo compiere all’artista una riflessione critica sulla percezione visiva e allo stesso tempo sulla società dei consumi. Questo suo approccio, non solo estetico ma sociale, lo ha portato a mettere in relazione differenti campi della conoscenza come la nanotecnologia, la cibernetica, la pornografia, l’urbanistica, la pubblicità e l’architettura. L'arte è per Bayrle uno strumento per riordinare la realtà e i suoi significati; la sua opera è il risultato di un tentativo di comprendere il mondo, o meglio è la sua codificazione in strutture sociali, attraverso infiniti esperimenti dall'esito imprevedibile. Tra le sue molte partecipazioni a mostre internazionali ricordiamo: 53° Biennale di Venezia, Venezia, 2009; Biennale of Sydney, Sydney, 2008; Lyon Biennial, Lione, 2007; 4th Berlin Biennial: Of Mice and Men, Berlino 2006; Guangzhou Triennale, Guangzhou, Cina, 2005; Berlin-Moskau, Staatliche Tretjakow-Galerie, Mosca, 2004; 50° Biennale di Venezia, Venezia, 2003.
BASE / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Thomas Saraceno, Patrick Tuttofuoco, Hans Schabus, Christian Jankowski, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner..
27
ottobre 2010
Thomas Bayrle – Documentation of Rubbertree 1993
Dal 27 ottobre al 10 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
BASE / PROGETTI PER L’ARTE
Firenze, Via Di San Niccolò, 18R, (Firenze)
Firenze, Via Di San Niccolò, 18R, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato, dalle 18 alle 20 / 0-24 come vetrina
Vernissage
27 Ottobre 2010, dalle ore 18
Autore