Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tim Parchikov
Fotografie e video di Tim Parchikov
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Anna & Eve, 2005-2010 di Viktoria Sorochinski è stato presentato per la prima volta a Parigi insieme a La boîte d’allumettes di Tim Parchikov, in occasione dell’esposizione Avancée de la fiction sur le réel, vents forts et perturbations à l’est, curata da Laura Serani, nel contesto del Mois de la Photo 2010. Successivamente, sono stati presentati nel programma di Circulation(s), festival della giovane fotografia europea che si è svolto a Parigi dal 19 febbraio al 1° marzo.
I progetti di questi due giovani artisti russi riflettono le preoccupazioni di una generazione che si trova ad affrontare la crisi di una società in piena trasformazione.
Tim Parchikov e Viktoria Sorochinski, ciascuno con una sensibilità e un linguaggio molto diversi, condividono il ricorso al filtro della messa in scena per rappresentare le conseguenze politiche, sociali e psicologiche dell'attuale situazione del loro paese. Attraverso una scrittura elaborata, riaffiorano i temi dell'esilio, della nostalgia, della ricerca d’identità e della morte, che esprimono un malessere profondo che l’estetica delle immagini non riesce a celare.
Nel 1990, all’età di 11 anni, Viktoria Sorochinski lascia con i suoi genitori l’ex Unione Sovietica, a causa di apprensioni religiose e politiche. Dopo aver vissuto in Israele, si trasferisce e prosegue gli studi di Belle Arti prima a Montreal e poi a New York, dove vive attualmente.
Nel 2005, a Montreal, comincia a fotografare una bambina, che all’epoca ha 3 anni, e la madre di 23 anni, anch’esse russe emigrate in Canada. Ancora oggi continua a portare avanti questo lavoro sottile di osservazione e di interpretazione, cogliendo i vari passaggi dell’evoluzione di Eva e del suo rapporto con Anna. Al centro del racconto risiede l’infanzia, con il suo corollario di fantasie e di paure, e «l’apprendimento» della maternità. Basandosi sui miti, sulle credenze popolari e sulla percezione infantile del bene e del male, Viktoria traduce in scene curate, al tempo stesso magiche e inquietanti, il mondo immaginario densamente popolato di Eva e il rapporto complesso e intenso che intrattiene con la madre. La personalità e la presenza della piccola Eva occupano ogni immagine.
Di fronte alla macchina fotografica, uno strano gioco di ruoli si instaura tra le due protagoniste e tra loro e la fotografa. Dietro alla finzione, si percepiscono le tensioni reali, la fragilità di Anna e la determinazione di Eva. Sorta di "Alice nel paese del didincanto", la piccola Eva sembra reggere da sola le fila del loro equilibrio e della stessa narrazione. Viktoria, complice attenta, vede e prevede e rende percepibile un universo segreto fatto di segni e di visioni.
Catturato da queste immagini perfette, dove nessun dettaglio è lasciato al caso, abitate tanto da inquietanti misteri quanto dal senso del meraviglioso, lo spettatore si smarrisce in fretta, come in un gioco di specchi.
L'esposizione comprende un breve video, Derrière les rideaux, concepito come una colonna sonora, che aggiunge un vago senso di angoscia e di disagio alle immagini sensibili e intriganti”.
Laura Serani
Anna & Eve, 2005-2010 | Fotografie di Viktoria Sorochinski
“Anna & Eva è un progetto narrativo di lungo corso che, come la maggior parte dei miei lavori, indugia tra fantasia e documentario. Tutte le immagini sono costruite e tuttavia rivelano un rapporto reale tra madre e figlia. Quando le ho conosciute nel 2005, Anna (la madre) e Eva (la figlia) hanno catturato il mio interesse in particolare per il confine eccezionalmente sfumato tra la bambina e la donna adulta. Spesso era difficile stabilire chi delle due detenesse il potere e il controllo e chi stesse imparando il percorso dell’essere umano nel mondo. Sono sempre stata affascinata dai racconti popolari, che sono la rappresentazione di un sapere condiviso che influenza la percezione infantile del bene, del male e della morale. Queste fotografie non si ispirano a racconti specifici, ma sono piuttosto dei nuovi miti che rappresentano la mia interpretazione del rapporto reale tra questa madre e sua figlia, attraverso scene fantasmagoriche.
In Épiphanies Mineures (2009) ho deciso di sfumare la linea di confine tra immaginario e realtà in modo più discreto rispetto a prima e di enfatizzare un senso di sfaldamento nel loro rapporto che diventa sempre più evidente man mano che la bambina cresce. Penso che Épiphanies Mineures rappresenti una fase transitoria in questa intensa relazione. La bambina prende sempre più coscienza di tutto quello che avviene nella sua vita. Ora ha la capacità di analizzare e sta per sentire che è una donna tanto quanto sua madre. Ma al tempo stesso è ancora una bambina che vive nel suo mondo.
Un anno dopo, allo scopo di offrire una visione più completa della transizione di Eva verso l’età adulta, ho deciso di dedicarle un’intera serie, a maggior ragione visto che ora trascorre molto più tempo da sola mentre sua madre è al lavoro. La serie Petite Grande Vie (2010) è un'incursione nel mondo di una bambina che sta maturando; attraverso i suoi diversi stati psicologici, la serie svela i suoi sogni, le sue ansie e molto semplicemente la sua vita quotidiana mentre aspetta il ritorno di sua madre.
Viktoria Sorochinski
Visione Periferica | Fotografie di Tim Parchikov
Questa serie di immagini è dedicata ai quartieri che sono sorti prevalentemente negli ultimi vent'anni. Mosca ha sempre conosciuto un'urbanizzazione fulminea e intermittente. Quartieri che in tempi recenti offrivano atmosfere diverse oggi respirano tutti lo stesso clima urbano. Sono cresciuto in un cosiddetto "quartiere dormitorio", Yasenevo. Nelle immagini di Yasenevo degli anni '70, si vedono le vacche che brucano l'erba nei prati che lambiscono i boschi. Da allora, i boschi sono stati abbattuti e gli acquitrini prosciugati per lasciare spazio a giganteschi casermoni. Visti dal basso, da una prospettiva umana, questi quartieri sembrano avere una struttura caotica e incoerente. La loro simmetria diventa visibile sono sulle mappe della città o su Google Earth e questo fatto li avvicina, singolarmente, ai grandi complessi dei tempi egizi o aztechi. A partire dagli anni '90, il polso della città ha iniziato a pulsare a un ritmo sempre più frenetico. La capitale si sviluppa a una velocità spaventosa, ma questi cambiamenti riguardano soprattutto il centro città, mentre la periferia, luogo di residenza della maggioranza dei moscoviti, evolve in modo più lento, ma anche più naturale. Queste mutazioni non sono altrettanto salienti, né altrettanto brutali: non si lasciano cogliere con la stessa facilità, ma possono comunque essere documentate.
D'inverno, assoggettata ai bioritmi degli esseri umani, la vita della periferia rallenta, si acquieta e si manifesta in modo più evidente. Sullo sfondo bianco, l'uomo diventa una sagoma. Le sagome si ostinano a tagliare gli angoli imposti dal piano di sviluppo del territorio urbano, a tracciare sentieri sinuosi o ancora a ridisegnare i loro quartieri a colpi di piste da sci. Amo quest'atmosfera addormentata, questa malinconia invernale della periferia, strana commistione di immagini bruegeliane e di geometrie di edifici prefabbricati.
Tim Parchikov
La scatola di fiammiferi 01 min. 54 sec. | Video di Tim Parchikov
La scatola di fiammiferi mette in scena in due brevi piani-sequenza l'esecuzione di un giovane uomo.
L'esecuzione distanziata da una gestuale di cui si capisce il senso solo mentre l'inquadratura si allarga e le immagini defilano, é trattata qui attraverso una sorta di banalizzazione dove l' assenza di effetti drammaturgici, ne rinforza l'orrore. Il dramma di un paese e della sua storia, sempre pronta a ripetersi, é riassunto in un triangolo composto di tre personaggi. L.S.
BIOGRAFIE
Viktoria Sorochinski
Nel 1990 è in Israele, dove ottiene un diploma di studi secondari e nel 1996 emigra in Canada dove nel 2006 consegue una laurea in Belle Arti alla Université Concordia. Attualmente vive e lavora a New York, dove nel 2008 ha conseguito un master in Belle Arti presso la New York University. Dal 2001, partecipa a svariate mostre (collettive e personali) in Canada, negli Stati Uniti e in Cina e vince numerosi concorsi internazionali di fotografia. I suoi lavori sono pubblicati su riviste come Vision (Cina), EYEMAZING (Paesi Bassi), New York Times, PDN, Images Magazine (Francia) e in numerosi portali web in Europa oltre che in Asia e in Nord America.
Tim Parchikov
Nato a Mosca nel 1983, Tim Parchikov si diploma all’Istituto di Cinema della sua città dove frequenta i Corsi superiori per registi e sceneggiatori. Lavora come fotografo indipendente, regista e direttore della fotografia nel cinema documentario e di finzione in Francia e in Russia. Dal 2006, partecipa a numerose mostre collettive e personali in tutta Europa. Le sue Visioni periferiche, pervase di una malinconia invernale, sono dedicate ai quartieri di Mosca che sono sorti negli ultimi vent'anni.
Laura Serani
Curatrice di mostre e progetti audiovisivi, Laura Serani è attualmente condirettrice artistica di "Rencontres de Bamako", la Biennale africana della fotografia, dopo essere stata delegata artistica del Mois de la Photo a Parigi nel 2008. Collabora regolarmente con i principali festival e istituzioni europei e con diverse case editrici. Dal 1985 al 2006, ha diretto le Galeries Photo della Fnac in Francia e all'estero e la Collezione Fotografica della Fnac.
.
I progetti di questi due giovani artisti russi riflettono le preoccupazioni di una generazione che si trova ad affrontare la crisi di una società in piena trasformazione.
Tim Parchikov e Viktoria Sorochinski, ciascuno con una sensibilità e un linguaggio molto diversi, condividono il ricorso al filtro della messa in scena per rappresentare le conseguenze politiche, sociali e psicologiche dell'attuale situazione del loro paese. Attraverso una scrittura elaborata, riaffiorano i temi dell'esilio, della nostalgia, della ricerca d’identità e della morte, che esprimono un malessere profondo che l’estetica delle immagini non riesce a celare.
Nel 1990, all’età di 11 anni, Viktoria Sorochinski lascia con i suoi genitori l’ex Unione Sovietica, a causa di apprensioni religiose e politiche. Dopo aver vissuto in Israele, si trasferisce e prosegue gli studi di Belle Arti prima a Montreal e poi a New York, dove vive attualmente.
Nel 2005, a Montreal, comincia a fotografare una bambina, che all’epoca ha 3 anni, e la madre di 23 anni, anch’esse russe emigrate in Canada. Ancora oggi continua a portare avanti questo lavoro sottile di osservazione e di interpretazione, cogliendo i vari passaggi dell’evoluzione di Eva e del suo rapporto con Anna. Al centro del racconto risiede l’infanzia, con il suo corollario di fantasie e di paure, e «l’apprendimento» della maternità. Basandosi sui miti, sulle credenze popolari e sulla percezione infantile del bene e del male, Viktoria traduce in scene curate, al tempo stesso magiche e inquietanti, il mondo immaginario densamente popolato di Eva e il rapporto complesso e intenso che intrattiene con la madre. La personalità e la presenza della piccola Eva occupano ogni immagine.
Di fronte alla macchina fotografica, uno strano gioco di ruoli si instaura tra le due protagoniste e tra loro e la fotografa. Dietro alla finzione, si percepiscono le tensioni reali, la fragilità di Anna e la determinazione di Eva. Sorta di "Alice nel paese del didincanto", la piccola Eva sembra reggere da sola le fila del loro equilibrio e della stessa narrazione. Viktoria, complice attenta, vede e prevede e rende percepibile un universo segreto fatto di segni e di visioni.
Catturato da queste immagini perfette, dove nessun dettaglio è lasciato al caso, abitate tanto da inquietanti misteri quanto dal senso del meraviglioso, lo spettatore si smarrisce in fretta, come in un gioco di specchi.
L'esposizione comprende un breve video, Derrière les rideaux, concepito come una colonna sonora, che aggiunge un vago senso di angoscia e di disagio alle immagini sensibili e intriganti”.
Laura Serani
Anna & Eve, 2005-2010 | Fotografie di Viktoria Sorochinski
“Anna & Eva è un progetto narrativo di lungo corso che, come la maggior parte dei miei lavori, indugia tra fantasia e documentario. Tutte le immagini sono costruite e tuttavia rivelano un rapporto reale tra madre e figlia. Quando le ho conosciute nel 2005, Anna (la madre) e Eva (la figlia) hanno catturato il mio interesse in particolare per il confine eccezionalmente sfumato tra la bambina e la donna adulta. Spesso era difficile stabilire chi delle due detenesse il potere e il controllo e chi stesse imparando il percorso dell’essere umano nel mondo. Sono sempre stata affascinata dai racconti popolari, che sono la rappresentazione di un sapere condiviso che influenza la percezione infantile del bene, del male e della morale. Queste fotografie non si ispirano a racconti specifici, ma sono piuttosto dei nuovi miti che rappresentano la mia interpretazione del rapporto reale tra questa madre e sua figlia, attraverso scene fantasmagoriche.
In Épiphanies Mineures (2009) ho deciso di sfumare la linea di confine tra immaginario e realtà in modo più discreto rispetto a prima e di enfatizzare un senso di sfaldamento nel loro rapporto che diventa sempre più evidente man mano che la bambina cresce. Penso che Épiphanies Mineures rappresenti una fase transitoria in questa intensa relazione. La bambina prende sempre più coscienza di tutto quello che avviene nella sua vita. Ora ha la capacità di analizzare e sta per sentire che è una donna tanto quanto sua madre. Ma al tempo stesso è ancora una bambina che vive nel suo mondo.
Un anno dopo, allo scopo di offrire una visione più completa della transizione di Eva verso l’età adulta, ho deciso di dedicarle un’intera serie, a maggior ragione visto che ora trascorre molto più tempo da sola mentre sua madre è al lavoro. La serie Petite Grande Vie (2010) è un'incursione nel mondo di una bambina che sta maturando; attraverso i suoi diversi stati psicologici, la serie svela i suoi sogni, le sue ansie e molto semplicemente la sua vita quotidiana mentre aspetta il ritorno di sua madre.
Viktoria Sorochinski
Visione Periferica | Fotografie di Tim Parchikov
Questa serie di immagini è dedicata ai quartieri che sono sorti prevalentemente negli ultimi vent'anni. Mosca ha sempre conosciuto un'urbanizzazione fulminea e intermittente. Quartieri che in tempi recenti offrivano atmosfere diverse oggi respirano tutti lo stesso clima urbano. Sono cresciuto in un cosiddetto "quartiere dormitorio", Yasenevo. Nelle immagini di Yasenevo degli anni '70, si vedono le vacche che brucano l'erba nei prati che lambiscono i boschi. Da allora, i boschi sono stati abbattuti e gli acquitrini prosciugati per lasciare spazio a giganteschi casermoni. Visti dal basso, da una prospettiva umana, questi quartieri sembrano avere una struttura caotica e incoerente. La loro simmetria diventa visibile sono sulle mappe della città o su Google Earth e questo fatto li avvicina, singolarmente, ai grandi complessi dei tempi egizi o aztechi. A partire dagli anni '90, il polso della città ha iniziato a pulsare a un ritmo sempre più frenetico. La capitale si sviluppa a una velocità spaventosa, ma questi cambiamenti riguardano soprattutto il centro città, mentre la periferia, luogo di residenza della maggioranza dei moscoviti, evolve in modo più lento, ma anche più naturale. Queste mutazioni non sono altrettanto salienti, né altrettanto brutali: non si lasciano cogliere con la stessa facilità, ma possono comunque essere documentate.
D'inverno, assoggettata ai bioritmi degli esseri umani, la vita della periferia rallenta, si acquieta e si manifesta in modo più evidente. Sullo sfondo bianco, l'uomo diventa una sagoma. Le sagome si ostinano a tagliare gli angoli imposti dal piano di sviluppo del territorio urbano, a tracciare sentieri sinuosi o ancora a ridisegnare i loro quartieri a colpi di piste da sci. Amo quest'atmosfera addormentata, questa malinconia invernale della periferia, strana commistione di immagini bruegeliane e di geometrie di edifici prefabbricati.
Tim Parchikov
La scatola di fiammiferi 01 min. 54 sec. | Video di Tim Parchikov
La scatola di fiammiferi mette in scena in due brevi piani-sequenza l'esecuzione di un giovane uomo.
L'esecuzione distanziata da una gestuale di cui si capisce il senso solo mentre l'inquadratura si allarga e le immagini defilano, é trattata qui attraverso una sorta di banalizzazione dove l' assenza di effetti drammaturgici, ne rinforza l'orrore. Il dramma di un paese e della sua storia, sempre pronta a ripetersi, é riassunto in un triangolo composto di tre personaggi. L.S.
BIOGRAFIE
Viktoria Sorochinski
Nel 1990 è in Israele, dove ottiene un diploma di studi secondari e nel 1996 emigra in Canada dove nel 2006 consegue una laurea in Belle Arti alla Université Concordia. Attualmente vive e lavora a New York, dove nel 2008 ha conseguito un master in Belle Arti presso la New York University. Dal 2001, partecipa a svariate mostre (collettive e personali) in Canada, negli Stati Uniti e in Cina e vince numerosi concorsi internazionali di fotografia. I suoi lavori sono pubblicati su riviste come Vision (Cina), EYEMAZING (Paesi Bassi), New York Times, PDN, Images Magazine (Francia) e in numerosi portali web in Europa oltre che in Asia e in Nord America.
Tim Parchikov
Nato a Mosca nel 1983, Tim Parchikov si diploma all’Istituto di Cinema della sua città dove frequenta i Corsi superiori per registi e sceneggiatori. Lavora come fotografo indipendente, regista e direttore della fotografia nel cinema documentario e di finzione in Francia e in Russia. Dal 2006, partecipa a numerose mostre collettive e personali in tutta Europa. Le sue Visioni periferiche, pervase di una malinconia invernale, sono dedicate ai quartieri di Mosca che sono sorti negli ultimi vent'anni.
Laura Serani
Curatrice di mostre e progetti audiovisivi, Laura Serani è attualmente condirettrice artistica di "Rencontres de Bamako", la Biennale africana della fotografia, dopo essere stata delegata artistica del Mois de la Photo a Parigi nel 2008. Collabora regolarmente con i principali festival e istituzioni europei e con diverse case editrici. Dal 1985 al 2006, ha diretto le Galeries Photo della Fnac in Francia e all'estero e la Collezione Fotografica della Fnac.
.
03
maggio 2011
Tim Parchikov
Dal 03 maggio al 14 giugno 2011
fotografia
Location
FNAC
Torino, Via Roma, 56, (Torino)
Torino, Via Roma, 56, (Torino)
Orario di apertura
Lun-Sab: 9.30-20; Domenica: 10-20
Vernissage
3 Maggio 2011, ore 18
Autore
Curatore