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Tina Modotti – Arte, Vita e Libertà
La Mostra si propone di far conoscere in Puglia e in tutto il Meridione la vita, l’opera e lo spirito libero di una donna emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, rivoluzionaria, perseguitata ed esule politica. E’ la prima volta che questa mostra scende al di sotto di Roma.
Comunicato stampa
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Mostra Nazionale d'Arte
Arte, Vita e Libertà
La manifestazione verrà inaugurata Venerdì 7 Marzo 2008 alle ore 18.00 presso la "Sala Murat" in Piazza del Ferrarese a Bari e terminerà Mercoledì 2 Aprile 2008
La Mostra si propone di far conoscere in Puglia e in tutto il Meridione la vita, l’opera e lo spirito libero di una donna emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, rivoluzionaria, perseguitata ed esule politica. E’ la prima volta che questa mostra scende al di sotto di Roma.
Un’occasione unica e da non perdere
"Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella" (Pablo Neruda, versi scolpiti sulla tomba di Tina Modotti al Pantheon de Dolores di Città del Messico, 1942).
La Mostra, attraverso un centinaio di immagini e documenti, vuole descrivere i valori di vita, arte e libertà di una donna le cui idee, suggestioni, battaglie e inquietudini appartengono alla memoria del Novecento. Circa ottanta immagini scattate dal 1923 al 1930 propongono il nucleo della sua opera: vengono fissate dall'occhio della Modotti visioni calligrafiche della natura, foto dinamiche e sperimentali, ritratti, spazi architettonici, fino alla grande stagione dell'impegno sociale e politico e fino ad alcune opere dal reportage di Tehuantepec e alle ultime realizzate a Berlino nel 1930.
Altre venti fotografie si riferiscono alla Modotti: il suo volto e la sua figura sono illustrati da fotografi e artisti del modernismo e della nuova arte messicana come: Edward Weston, Diego Rivera, Johan Hagemeyer, Jean Charlot, Pablo O’Higgins, Renato Guttuso…) A commentare il ricco materiale fotografico, testi critici, lettere, poesie, testimonianze.
In mostra viene anche proposto ai visitatori un Video che descrive per immagini la vita e l'opera di Tina Modotti ed il film muto The Tiger's Coat interpretato dalla Modotti nel 1920 a Hollywood.
Il percorso espositivo della mostra "Tina Modotti. Arte Vita Libertà" si apre con un celebre ritratto della Modotti, realizzato in Messico da Edward Weston, e si conclude con l'immagine di Arsenal, il murale che Diego Rivera realizzò nel 1928 e nel quale Tina è rappresentata fra numerosi personaggi della storia.
L'esposizione è stata costruita nel corso di diversi anni utilizzando in massima parte i negativi dell'autrice, oppure le stampe d'origine. In via eccezionale vengono presentate due preziose stampe (vintage print) uscite dalla mano della Modotti (Canne di bambù e Convento di Tepotzotlan).
Perché Tina Modotti a Bari
L'Associazione “Sviluppo Sostenibile” ha fortemente voluto questa Mostra ed ha coinvolto nell'organizzazione altre nove Associazioni e una Casa Editrice, per muoversi insieme lungo un percorso comune.
Festival
“ Linguaggi di donna ”
Un evento importante come la mostra di Tina Modotti, deve ricostruire il fascino di una donna particolare, in una somma di abbinamenti sentimentali che miscelano emigrazione ed avventura, arte e rivoluzione, amore e politica.
Si è pensato di proporre oltre la mostra anche il festival "Linguaggi di Donna", che comprende molti eventi letterari, sociali, poetici e musicali che diventano diario corale di linguaggi ed espressioni diverse.
Le Associazioni organizzatrici della Mostra e del Festival sono:
Associazione Sviluppo Sostenibile
Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi (ABAP)
Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio (ADIRT)
ARCI, Comitato territoriale di Bari
Associazione Comunicazione Plurale
Hinterland
Teseo
Arterrae
Federico II Eventi
Forum Ambientalista
Casa Editrice Progedit
Perché il Festival “Linguaggi di Donna”
Una rassegna davvero intensa che prende il nome di Festival, per la molteplicità di nomi e di opere che raccontano i caratteri di questo tempo. La gamma di possibilità offerta alle Associazioni partecipanti appare davvero importante. E non è da liquidare come un fatto di pure coincidenze.
E’ una tendenza o il segno di un cambiamento in atto? Rispecchia sicuramente una nuova intercambiabilità di ruoli nell’ambito del sistema dell’arte, è un sintomo di una mutazione della sua identità. Nuovi curatori, che pur riflettendo appieno gli interessi, i temi e le poetiche di una mostra importante, non la usano per suffragare una propria scelta, ma per dimostrare altresì l’esistenza di un dialogo, una ricerca di contatto con altre realtà circostanti e soprattutto uno scambio di opinioni con rappresentanti di generazioni più giovani.
Si ricerca l’incontro, la complicità, la collaborazione, e la mostra di Tina Modotti diviene un’aperta dichiarazione di affinità elettive. Scelta che si articola attraverso punti di vista diversi. Modo di scegliere, di allestire e di mostrare al pubblico, che per nulla chiuso e autoreferenziale, sa comunicare vitalità e voglia di confrontarsi con il proprio tempo.
Sito dedicato a Tina Modotti
Sito ufficiale del Comitato Tina Modotti di Udine:
http://www.comitatotinamodotti.it/
In occasione della mostra, l’Associazione Sviluppo Sostenibile, ha creato un sito dedicato a Tina Modotti:
http://www.modottiabari.altervista.org/
il cui aggiornamento creerà un diario continuativo fatto dalle osservazioni suscitate nei visitatori dalla serie di opere esposte.
L'originalità del sito sarà dato dalla raccolta di brevi interviste scritte a mano dai visitatori e riportate in sequenza visiva come scene di un film che racconta: visi, espressioni, emozioni.
Azioni finalizzate alla semplificazione dell'accesso alla Mostra per portatori di handicap e bambini, persone del borgo e lontane dall'arte, con guide adatte a tradurre con linguaggio semplice la seduzione descrittiva delle opere, troveranno un momento di grande attenzione nell'organizzazione, che si propone di rendere veramente fruibile la mostra a chiunque
Inaugurazione venerdì 7 marzo ore 18,00 - Sala Murat Piazza del Ferrarese
L’esposizione resterà aperta dal 7 marzo al 2 aprile 2008
dalle ore 10,00 alle 12,00 - dalle ore 17,30 alle 21,30 - chiuso il lunedì
Ufficio stampa e pubbliche relazioni: Silvia Viterbo - s.viterbo@alice.it – info 3472619034
Responsabile artistico - organizzativo: Rosa Capozzi – r.capozzi@hotmail.it – info 3803980599
(1896-1942)
Capelli corvini, occhi di carbone, Assunta, Tinissima, Tina, Maria, attrice, fotografa, rivoluzionaria, comunista perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura leggendaria, donna bellissima, dai molti nomi e dalle molte vite, Tina Modotti ebbe una grande vera passione, la fotografia ( prima messa a servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta politica), rivelatasi quando aveva vent’anni, trasmessale, insieme alle tecniche, dal maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa, Edward Weston, che lei riamò ma al quale preferì, poi, il comunismo.
Il suo vero nome era Assunta Adelaide Luigia Modotti (chiamata Tinissima dalla sua mamma) ed era nata in una famiglia povera a Pracchiuso, in provincia di Udine, nel 1896.
Impossibilitata a seguire con regolarità la scuola, nel 1913, quando aveva solo 17 anni, emigrò in America ed iniziò a lavorare a San Francisco come operaia tessile. Sposò un pittore e poeta canadese squattrinato e con lui visse a Los Angeles, frequentando artisti ed intellettuali, tra cui appunto il famoso fotografo americano Edward Weston.
Nel 1920 cominciò a recitare ad Hollywood, affermandosi in ruoli esotici che esaltavano la sua bellezza, ma ben presto si stancò di quel mondo vuoto e fatuo che l’annoiava e non l’appagava.
Quando suo marito morì, Tina, innamorata di Weston, lo seguì in Messico, paese a lei congeniale, dove visse aňos da luz, anni luminosi dal 1923 al 1930, entusiasta del clima rivoluzionario e dei fermenti anche artistici del tempo, il famoso “Rinascimento messicano”, divenendo amica di personaggi famosi come Diego Rivera e Frida Kahlo, e fu appunto in Messico che scoprì la fotografia e divenne eccellente fotografa, riuscendo a ben coniugare l'impegno sociale con la passione artistica; padrona della tecnica, giocando magistralmente con le luci e le ombre, riuscì a prodursi in maniera originale e con uno stile personale.
Dopo la partenza di Weston per gli Stati Uniti, allontanata dal Messico, cominciò a vagare per l’Europa, aiutando profughi ed esiliati, impegnandosi instancabilmente in Polonia, in Francia, nella Russia staliniana, in Spagna, dove si arruolò nel Soccorso internazionale, infine nelle retrovie spagnole col nome di “Maria”, abbandonando definitivamente la fotografia: non fotografo più, ho troppo lavoro da fare, così scrisse a Weston al quale continuava ad essere emotivamente legata. Nel 1942, non avendo ottenuto dagli Stati Uniti il permesso di stabilirvisi, fece ritorno in Messico con il triestino Vittorio Vidali, uomo dai mille pseudonimi, e qui, in un taxi, fu stroncata da una misteriosa crisi cardiaca: era il 5 gennaio del 1942.
Da quel momento Tina Modotti, donna dall’esistenza disordinata, tumultuosa e movimentata, entrò per sempre nella leggenda ed innegabile è il fascino dei suoi sofisticati scatti, composizioni astratte, nature morte, fiori, volti di operai, donne lavoratrici, che ancora oggi sorprendono per il talento tecnico e per la sorprendente modernità. Da note biografiche di Francesca Cantucci
"Non posso accettare la vita così com'è, troppo caotica, troppo inconscia; da qui la mia resistenza, la mia guerra con lei. Sono sempre in lotta per piegare la vita al mio temperamento e ai miei bisogni, in altre parole metto troppa arte nella mia vita..."
Queste le vibranti parole di Tina Modotti in una lettera del luglio 1925 all'amico e maestro Edward Weston.
Nel 1926, con altrettanto acume e un'inquietudine sempre appassionata, scrive ancora: "accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile".
La vita
Tina Modotti (1896-1942), nasce ad Udine ma vive in Austria, Germania, Russia, Spagna ed a lungo anche in Messico dove entra in contatto con i protagonisti della nuova arte messicana. Conosce i pittori muralisti Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Clemente Orotzco, stringe un intenso sodalizio artistico con la pittrice Frida Kahlo e frequenta, tra gli altri, Robert Capa, Ernest Hemingway, Antonio Machado, Pablo Neruda e André Malraux.
In Messico comincia ad usare il mezzo fotografico come denuncia sociale e lotta politica esaltando la forma e la materia. "Tina Modotti esprime una profonda sensibilità su un piano che, pur tendendo all'astrazione, senza dubbio più etereo, e in un certo senso più intellettuale, trae linfa dalle radici del suo temperamento italiano. La sua opera artistica è fiorita però in Messico, raggiungendo una rara armonia con le nostre passioni…". Così l'amico Diego Rivera descrive il senso dell'opera di Tina Modotti che in pochi anni trasforma il suo modo di fotografare: dopo le prime attenzioni per la natura (Calle, Messico 1924; Rose, Messico 1925; Canne di bambù, Messico 1925 c.a.), sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche utilizzando il mezzo fotografico come strumento di indagine ed esaltazione di immagini.
Tina Modotti ha un proprio rigore artistico, utilizza la macchina fotografica "come il pittore usa il suo pennello" e suoi ritratti sono di bruciante immediatezza, al di fuori del tempo. "Nella sua opera c'è un profondo impegno sociale e uno spontaneo senso dell'immagine" (Mildred Costantine, 1979). La stessa Modotti scrive di sé "mi considero una fotografa, niente più; e se le mie fotografie si differenziano da quello che generalmente viene prodotto in questo campo è proprio perché io cerco di produrre non arte, ma fotografie oneste, senza trucco né manipolazioni, mentre la maggioranza
dei fotografi cercano ancora effetti artistici o l'imitazione di altri mezzi di espressione e ne risulta un prodotto ibrido che non riesce a dare all'opera prodotta il carattere più importante che dovrebbero avere: la QUALITÀ FOTOGRAFICA." (Tina Modotti, Sulla Fotografia in Mexican Folkways, 1929).
Tra le prime donne a dedicarsi alla fotografia professionale, la vicenda artistica della Modotti ha incrociato tutti i principali movimenti artistici e i grandi eventi storici del primo '900.
Muore in Messico, nel 1942, a causa di un attacco cardiaco che lascia ancora oggi molti sospetti. Il giorno dopo Pablo Neruda dedica una toccante poesia a questa donna dalla vita avventurosa, segnata da forti passioni politiche e sentimentali: femme fatale, modella sensuale, fotografa sincera ed appassionata. I primi versi sono scolpiti sulla sua tomba che si trova nel Pantheon de Dolores di Città del Messico. Da note biografiche di Novella Mirri
Mostra Nazionale d'Arte
Arte, Vita e Libertà
La manifestazione verrà inaugurata Venerdì 7 Marzo 2008 alle ore 18.00 presso la "Sala Murat" in Piazza del Ferrarese a Bari e terminerà Mercoledì 2 Aprile 2008
La Mostra si propone di far conoscere in Puglia e in tutto il Meridione la vita, l’opera e lo spirito libero di una donna emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, rivoluzionaria, perseguitata ed esule politica. E’ la prima volta che questa mostra scende al di sotto di Roma.
Un’occasione unica e da non perdere
"Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella" (Pablo Neruda, versi scolpiti sulla tomba di Tina Modotti al Pantheon de Dolores di Città del Messico, 1942).
La Mostra, attraverso un centinaio di immagini e documenti, vuole descrivere i valori di vita, arte e libertà di una donna le cui idee, suggestioni, battaglie e inquietudini appartengono alla memoria del Novecento. Circa ottanta immagini scattate dal 1923 al 1930 propongono il nucleo della sua opera: vengono fissate dall'occhio della Modotti visioni calligrafiche della natura, foto dinamiche e sperimentali, ritratti, spazi architettonici, fino alla grande stagione dell'impegno sociale e politico e fino ad alcune opere dal reportage di Tehuantepec e alle ultime realizzate a Berlino nel 1930.
Altre venti fotografie si riferiscono alla Modotti: il suo volto e la sua figura sono illustrati da fotografi e artisti del modernismo e della nuova arte messicana come: Edward Weston, Diego Rivera, Johan Hagemeyer, Jean Charlot, Pablo O’Higgins, Renato Guttuso…) A commentare il ricco materiale fotografico, testi critici, lettere, poesie, testimonianze.
In mostra viene anche proposto ai visitatori un Video che descrive per immagini la vita e l'opera di Tina Modotti ed il film muto The Tiger's Coat interpretato dalla Modotti nel 1920 a Hollywood.
Il percorso espositivo della mostra "Tina Modotti. Arte Vita Libertà" si apre con un celebre ritratto della Modotti, realizzato in Messico da Edward Weston, e si conclude con l'immagine di Arsenal, il murale che Diego Rivera realizzò nel 1928 e nel quale Tina è rappresentata fra numerosi personaggi della storia.
L'esposizione è stata costruita nel corso di diversi anni utilizzando in massima parte i negativi dell'autrice, oppure le stampe d'origine. In via eccezionale vengono presentate due preziose stampe (vintage print) uscite dalla mano della Modotti (Canne di bambù e Convento di Tepotzotlan).
Perché Tina Modotti a Bari
L'Associazione “Sviluppo Sostenibile” ha fortemente voluto questa Mostra ed ha coinvolto nell'organizzazione altre nove Associazioni e una Casa Editrice, per muoversi insieme lungo un percorso comune.
Festival
“ Linguaggi di donna ”
Un evento importante come la mostra di Tina Modotti, deve ricostruire il fascino di una donna particolare, in una somma di abbinamenti sentimentali che miscelano emigrazione ed avventura, arte e rivoluzione, amore e politica.
Si è pensato di proporre oltre la mostra anche il festival "Linguaggi di Donna", che comprende molti eventi letterari, sociali, poetici e musicali che diventano diario corale di linguaggi ed espressioni diverse.
Le Associazioni organizzatrici della Mostra e del Festival sono:
Associazione Sviluppo Sostenibile
Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi (ABAP)
Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio (ADIRT)
ARCI, Comitato territoriale di Bari
Associazione Comunicazione Plurale
Hinterland
Teseo
Arterrae
Federico II Eventi
Forum Ambientalista
Casa Editrice Progedit
Perché il Festival “Linguaggi di Donna”
Una rassegna davvero intensa che prende il nome di Festival, per la molteplicità di nomi e di opere che raccontano i caratteri di questo tempo. La gamma di possibilità offerta alle Associazioni partecipanti appare davvero importante. E non è da liquidare come un fatto di pure coincidenze.
E’ una tendenza o il segno di un cambiamento in atto? Rispecchia sicuramente una nuova intercambiabilità di ruoli nell’ambito del sistema dell’arte, è un sintomo di una mutazione della sua identità. Nuovi curatori, che pur riflettendo appieno gli interessi, i temi e le poetiche di una mostra importante, non la usano per suffragare una propria scelta, ma per dimostrare altresì l’esistenza di un dialogo, una ricerca di contatto con altre realtà circostanti e soprattutto uno scambio di opinioni con rappresentanti di generazioni più giovani.
Si ricerca l’incontro, la complicità, la collaborazione, e la mostra di Tina Modotti diviene un’aperta dichiarazione di affinità elettive. Scelta che si articola attraverso punti di vista diversi. Modo di scegliere, di allestire e di mostrare al pubblico, che per nulla chiuso e autoreferenziale, sa comunicare vitalità e voglia di confrontarsi con il proprio tempo.
Sito dedicato a Tina Modotti
Sito ufficiale del Comitato Tina Modotti di Udine:
http://www.comitatotinamodotti.it/
In occasione della mostra, l’Associazione Sviluppo Sostenibile, ha creato un sito dedicato a Tina Modotti:
http://www.modottiabari.altervista.org/
il cui aggiornamento creerà un diario continuativo fatto dalle osservazioni suscitate nei visitatori dalla serie di opere esposte.
L'originalità del sito sarà dato dalla raccolta di brevi interviste scritte a mano dai visitatori e riportate in sequenza visiva come scene di un film che racconta: visi, espressioni, emozioni.
Azioni finalizzate alla semplificazione dell'accesso alla Mostra per portatori di handicap e bambini, persone del borgo e lontane dall'arte, con guide adatte a tradurre con linguaggio semplice la seduzione descrittiva delle opere, troveranno un momento di grande attenzione nell'organizzazione, che si propone di rendere veramente fruibile la mostra a chiunque
Inaugurazione venerdì 7 marzo ore 18,00 - Sala Murat Piazza del Ferrarese
L’esposizione resterà aperta dal 7 marzo al 2 aprile 2008
dalle ore 10,00 alle 12,00 - dalle ore 17,30 alle 21,30 - chiuso il lunedì
Ufficio stampa e pubbliche relazioni: Silvia Viterbo - s.viterbo@alice.it – info 3472619034
Responsabile artistico - organizzativo: Rosa Capozzi – r.capozzi@hotmail.it – info 3803980599
(1896-1942)
Capelli corvini, occhi di carbone, Assunta, Tinissima, Tina, Maria, attrice, fotografa, rivoluzionaria, comunista perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura leggendaria, donna bellissima, dai molti nomi e dalle molte vite, Tina Modotti ebbe una grande vera passione, la fotografia ( prima messa a servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta politica), rivelatasi quando aveva vent’anni, trasmessale, insieme alle tecniche, dal maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa, Edward Weston, che lei riamò ma al quale preferì, poi, il comunismo.
Il suo vero nome era Assunta Adelaide Luigia Modotti (chiamata Tinissima dalla sua mamma) ed era nata in una famiglia povera a Pracchiuso, in provincia di Udine, nel 1896.
Impossibilitata a seguire con regolarità la scuola, nel 1913, quando aveva solo 17 anni, emigrò in America ed iniziò a lavorare a San Francisco come operaia tessile. Sposò un pittore e poeta canadese squattrinato e con lui visse a Los Angeles, frequentando artisti ed intellettuali, tra cui appunto il famoso fotografo americano Edward Weston.
Nel 1920 cominciò a recitare ad Hollywood, affermandosi in ruoli esotici che esaltavano la sua bellezza, ma ben presto si stancò di quel mondo vuoto e fatuo che l’annoiava e non l’appagava.
Quando suo marito morì, Tina, innamorata di Weston, lo seguì in Messico, paese a lei congeniale, dove visse aňos da luz, anni luminosi dal 1923 al 1930, entusiasta del clima rivoluzionario e dei fermenti anche artistici del tempo, il famoso “Rinascimento messicano”, divenendo amica di personaggi famosi come Diego Rivera e Frida Kahlo, e fu appunto in Messico che scoprì la fotografia e divenne eccellente fotografa, riuscendo a ben coniugare l'impegno sociale con la passione artistica; padrona della tecnica, giocando magistralmente con le luci e le ombre, riuscì a prodursi in maniera originale e con uno stile personale.
Dopo la partenza di Weston per gli Stati Uniti, allontanata dal Messico, cominciò a vagare per l’Europa, aiutando profughi ed esiliati, impegnandosi instancabilmente in Polonia, in Francia, nella Russia staliniana, in Spagna, dove si arruolò nel Soccorso internazionale, infine nelle retrovie spagnole col nome di “Maria”, abbandonando definitivamente la fotografia: non fotografo più, ho troppo lavoro da fare, così scrisse a Weston al quale continuava ad essere emotivamente legata. Nel 1942, non avendo ottenuto dagli Stati Uniti il permesso di stabilirvisi, fece ritorno in Messico con il triestino Vittorio Vidali, uomo dai mille pseudonimi, e qui, in un taxi, fu stroncata da una misteriosa crisi cardiaca: era il 5 gennaio del 1942.
Da quel momento Tina Modotti, donna dall’esistenza disordinata, tumultuosa e movimentata, entrò per sempre nella leggenda ed innegabile è il fascino dei suoi sofisticati scatti, composizioni astratte, nature morte, fiori, volti di operai, donne lavoratrici, che ancora oggi sorprendono per il talento tecnico e per la sorprendente modernità. Da note biografiche di Francesca Cantucci
"Non posso accettare la vita così com'è, troppo caotica, troppo inconscia; da qui la mia resistenza, la mia guerra con lei. Sono sempre in lotta per piegare la vita al mio temperamento e ai miei bisogni, in altre parole metto troppa arte nella mia vita..."
Queste le vibranti parole di Tina Modotti in una lettera del luglio 1925 all'amico e maestro Edward Weston.
Nel 1926, con altrettanto acume e un'inquietudine sempre appassionata, scrive ancora: "accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile".
La vita
Tina Modotti (1896-1942), nasce ad Udine ma vive in Austria, Germania, Russia, Spagna ed a lungo anche in Messico dove entra in contatto con i protagonisti della nuova arte messicana. Conosce i pittori muralisti Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Clemente Orotzco, stringe un intenso sodalizio artistico con la pittrice Frida Kahlo e frequenta, tra gli altri, Robert Capa, Ernest Hemingway, Antonio Machado, Pablo Neruda e André Malraux.
In Messico comincia ad usare il mezzo fotografico come denuncia sociale e lotta politica esaltando la forma e la materia. "Tina Modotti esprime una profonda sensibilità su un piano che, pur tendendo all'astrazione, senza dubbio più etereo, e in un certo senso più intellettuale, trae linfa dalle radici del suo temperamento italiano. La sua opera artistica è fiorita però in Messico, raggiungendo una rara armonia con le nostre passioni…". Così l'amico Diego Rivera descrive il senso dell'opera di Tina Modotti che in pochi anni trasforma il suo modo di fotografare: dopo le prime attenzioni per la natura (Calle, Messico 1924; Rose, Messico 1925; Canne di bambù, Messico 1925 c.a.), sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche utilizzando il mezzo fotografico come strumento di indagine ed esaltazione di immagini.
Tina Modotti ha un proprio rigore artistico, utilizza la macchina fotografica "come il pittore usa il suo pennello" e suoi ritratti sono di bruciante immediatezza, al di fuori del tempo. "Nella sua opera c'è un profondo impegno sociale e uno spontaneo senso dell'immagine" (Mildred Costantine, 1979). La stessa Modotti scrive di sé "mi considero una fotografa, niente più; e se le mie fotografie si differenziano da quello che generalmente viene prodotto in questo campo è proprio perché io cerco di produrre non arte, ma fotografie oneste, senza trucco né manipolazioni, mentre la maggioranza
dei fotografi cercano ancora effetti artistici o l'imitazione di altri mezzi di espressione e ne risulta un prodotto ibrido che non riesce a dare all'opera prodotta il carattere più importante che dovrebbero avere: la QUALITÀ FOTOGRAFICA." (Tina Modotti, Sulla Fotografia in Mexican Folkways, 1929).
Tra le prime donne a dedicarsi alla fotografia professionale, la vicenda artistica della Modotti ha incrociato tutti i principali movimenti artistici e i grandi eventi storici del primo '900.
Muore in Messico, nel 1942, a causa di un attacco cardiaco che lascia ancora oggi molti sospetti. Il giorno dopo Pablo Neruda dedica una toccante poesia a questa donna dalla vita avventurosa, segnata da forti passioni politiche e sentimentali: femme fatale, modella sensuale, fotografa sincera ed appassionata. I primi versi sono scolpiti sulla sua tomba che si trova nel Pantheon de Dolores di Città del Messico. Da note biografiche di Novella Mirri
07
marzo 2008
Tina Modotti – Arte, Vita e Libertà
Dal 07 marzo al 02 aprile 2008
fotografia
Location
SPAZIO MURAT
Bari, Piazza Del Ferrarese, (Bari)
Bari, Piazza Del Ferrarese, (Bari)
Orario di apertura
dalle ore 10,00 alle 12,00 - dalle ore 17,30 alle 21,30 - chiuso il lunedì
Vernissage
7 Marzo 2008, ore 18
Autore