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Tina Modotti – Retrospettiva
L’esposizione, realizzata dall’associazione culturale Cinemazero in collaborazione con il Comune di Verona – Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri e Silvana Editoriale, ripercorre l’intera vita di Tina, come fotografa, musa e attivista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A 90 anni dalla sua prima mostra, il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di
Verona rende omaggio a Tina Modotti (1896-1942), la cui eccezionale vicenda umana
artistica e politica l’ha resa una delle fotografe più celebri al mondo e una delle
personalità più eclettiche del secolo scorso.
L'esposizione è realizzata dall’associazione culturale Cinemazero in collaborazione con il
Comune di Verona – Scavi Scaligeri - e Silvana Editoriale.
“Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico,
io mi sento in disaccordo... Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si
differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io
cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.” (Tina
Modotti, Sulla fotografia).
La mostra ripercorre l'intera vita di Tina, come fotografa, musa e attivista. Ne ricostruisce
sia la sua straordinaria esperienza artistica – che la vide prima attrice di teatro e di
cinema in California e poi fotografa nel Messico post-rivoluzionario degli anni venti – sia
la sua non comune vicenda umana.
Un percorso teso a mappare l’evoluzione della sua vicenda, dagli affetti famigliari ai suoi
amori; dai primi scatti - influenzati dal compagno Edward Weston - alle ultime rare e poco
conosciute foto scattate a Berlino, quando ormai la fotografa ammetteva l’impossibilità di
continuare la sua carriera con strumenti tecnici troppo moderni, che non consentivano il
suo particolare approccio metodico e posato. Un percorso di ricerca estetica e formale,
che guida lo spettatore nelle evoluzioni degli stili e delle tecniche della Modotti, passando
dagli still life e dagli scatti figli dell’Estridentismo del primo periodo, per arrivare – senza
strappi ma progressivamente – ai ritratti delle donne di Tehuantepec, passando
attraverso le immagini più politiche e “rivoluzionarie”.
Una fotografia sempre calibrata e meditata, con bianchi e neri pastosi ma estremamente
vari nelle tonalità, frutto di lunghe riflessioni ed esperimenti. Nuclei definiti e coerenti che
tracciano la linea di ricerca della fotografa, declinata in fasi e temi diversi: Stadio
(Messico, 1925) e Serbatoio n. 1 (Messico, 1926) testimoniano l’attento lavoro per
catturare i volumi, enfatizzati da tagli prospettici rigorosamente geometrici, a cui fa da
contraltare l’ammorbidirsi delle linee delle nature morte come El Manito (Messico, 1924)
o la celeberrima Calle (Messico, 1924 ca.), dove il contrasto tra luce e ombra dona una
concretezza quasi carnale agli still life. Nei ritratti della stagione messicana l’immagine si
concentra sul soggetto umano, con tagli inusuali volti a marcare la dimensione emotiva,
parallela al suo impegno politico, umano e sociale a fianco dei protagonisti, ben
rappresentato da fotografie come Julio Antonio Mella sul letto di morte (Messico, 1929) e
Bambina che prende il latte (Messico, 1926) o dal famoso scatto della Marcia di
campesinos (Messico, 1928).
Fondamentale, per completare la panoramica su questa figura, è la serie di suoi ritratti
fatti dal compagno Edward Weston, dove la forza dirompente della presenza fisica della
Modotti ne dichiara anche la consapevolezza e l’aderenza totale a una precisa idea del
“fare fotografia”, come testimoniano Tina che recita (Messico, 1924) e The white iris
(1921), portando a una rara disinvoltura da una parte e dall’altra dell’obiettivo.
Un cammino che educa l’occhio dello spettatore contemporaneo, riportandolo alla misura
calibrata e meditata che caratterizza tutta l’opera della Modotti, cogliendo la forza
caratteristica della fotografia: il suo non voler essere a tutti i costi “arte”, ma il suo dover
essere qualitativamente valida per raccontare al mondo gli infiniti aspetti della vita.
Aperta al pubblico dal 29 novembre 2014 all'8 marzo 2015
da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (chiusura biglietteria 18.30). Lunedì chiuso.
Aperta il 26 dicembre 2014, 1 gennaio (dalle 14.30) e 6 gennaio 2015.
Inaugurazione: 28 novembre ore 18.00
Biglietti:
intero 7,00 euro (con audio guida)
ridotto 5,00 euro (con audio guida)
ridotto scuole e ragazzi 1,00 euro
Catalogo: Silvana Editoriale
Verona rende omaggio a Tina Modotti (1896-1942), la cui eccezionale vicenda umana
artistica e politica l’ha resa una delle fotografe più celebri al mondo e una delle
personalità più eclettiche del secolo scorso.
L'esposizione è realizzata dall’associazione culturale Cinemazero in collaborazione con il
Comune di Verona – Scavi Scaligeri - e Silvana Editoriale.
“Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico,
io mi sento in disaccordo... Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si
differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io
cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.” (Tina
Modotti, Sulla fotografia).
La mostra ripercorre l'intera vita di Tina, come fotografa, musa e attivista. Ne ricostruisce
sia la sua straordinaria esperienza artistica – che la vide prima attrice di teatro e di
cinema in California e poi fotografa nel Messico post-rivoluzionario degli anni venti – sia
la sua non comune vicenda umana.
Un percorso teso a mappare l’evoluzione della sua vicenda, dagli affetti famigliari ai suoi
amori; dai primi scatti - influenzati dal compagno Edward Weston - alle ultime rare e poco
conosciute foto scattate a Berlino, quando ormai la fotografa ammetteva l’impossibilità di
continuare la sua carriera con strumenti tecnici troppo moderni, che non consentivano il
suo particolare approccio metodico e posato. Un percorso di ricerca estetica e formale,
che guida lo spettatore nelle evoluzioni degli stili e delle tecniche della Modotti, passando
dagli still life e dagli scatti figli dell’Estridentismo del primo periodo, per arrivare – senza
strappi ma progressivamente – ai ritratti delle donne di Tehuantepec, passando
attraverso le immagini più politiche e “rivoluzionarie”.
Una fotografia sempre calibrata e meditata, con bianchi e neri pastosi ma estremamente
vari nelle tonalità, frutto di lunghe riflessioni ed esperimenti. Nuclei definiti e coerenti che
tracciano la linea di ricerca della fotografa, declinata in fasi e temi diversi: Stadio
(Messico, 1925) e Serbatoio n. 1 (Messico, 1926) testimoniano l’attento lavoro per
catturare i volumi, enfatizzati da tagli prospettici rigorosamente geometrici, a cui fa da
contraltare l’ammorbidirsi delle linee delle nature morte come El Manito (Messico, 1924)
o la celeberrima Calle (Messico, 1924 ca.), dove il contrasto tra luce e ombra dona una
concretezza quasi carnale agli still life. Nei ritratti della stagione messicana l’immagine si
concentra sul soggetto umano, con tagli inusuali volti a marcare la dimensione emotiva,
parallela al suo impegno politico, umano e sociale a fianco dei protagonisti, ben
rappresentato da fotografie come Julio Antonio Mella sul letto di morte (Messico, 1929) e
Bambina che prende il latte (Messico, 1926) o dal famoso scatto della Marcia di
campesinos (Messico, 1928).
Fondamentale, per completare la panoramica su questa figura, è la serie di suoi ritratti
fatti dal compagno Edward Weston, dove la forza dirompente della presenza fisica della
Modotti ne dichiara anche la consapevolezza e l’aderenza totale a una precisa idea del
“fare fotografia”, come testimoniano Tina che recita (Messico, 1924) e The white iris
(1921), portando a una rara disinvoltura da una parte e dall’altra dell’obiettivo.
Un cammino che educa l’occhio dello spettatore contemporaneo, riportandolo alla misura
calibrata e meditata che caratterizza tutta l’opera della Modotti, cogliendo la forza
caratteristica della fotografia: il suo non voler essere a tutti i costi “arte”, ma il suo dover
essere qualitativamente valida per raccontare al mondo gli infiniti aspetti della vita.
Aperta al pubblico dal 29 novembre 2014 all'8 marzo 2015
da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (chiusura biglietteria 18.30). Lunedì chiuso.
Aperta il 26 dicembre 2014, 1 gennaio (dalle 14.30) e 6 gennaio 2015.
Inaugurazione: 28 novembre ore 18.00
Biglietti:
intero 7,00 euro (con audio guida)
ridotto 5,00 euro (con audio guida)
ridotto scuole e ragazzi 1,00 euro
Catalogo: Silvana Editoriale
28
novembre 2014
Tina Modotti – Retrospettiva
Dal 28 novembre 2014 all'otto marzo 2015
fotografia
Location
CENTRO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA SCAVI SCALIGERI
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Biglietti
intero 7,00 euro (con audio guida) ridotto 5,00 euro (con audio guida) ridotto scuole e ragazzi 1,00 euro
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (chiusura biglietteria 18.30). Lunedì chiuso.
Aperta il 26 dicembre 2014, 1 gennaio (dalle 14.30) e 6 gennaio 2015
Vernissage
28 Novembre 2014, h 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore