Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tindar – Aletheia
prima personale del giovane artista Italiano Tindar. Diciotto opere che svelano una vera e propria ricerca sulla scoperta dell’essere e l’origine delle civiltà; da cui il titolo della mostra Aletheia, dal greco verità, svelamento ma anche e soprattutto rivelazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ProjectB è felice di presentare la prima personale del giovane artista Italiano Tindar.
Diciotto opere che svelano una vera e propria ricerca sulla scoperta dell’essere e l’origine delle civiltà; da cui il titolo della mostra Aletheia, dal greco verità, svelamento ma anche e soprattutto rivelazione dello stato del non essere nascosto. Il punto di vista, non ordinario, da cui osservare le cose e l’intuizione che ne deriva, all’origine di tutti i lavori in mostra.
“Come osservo un albero e provo ad immaginarne le radici, così osservo una foglia e le sue misteriose ombre. Sostanza concreta, silenziosa e potente: questo è l’insegnamento che la natura mi dà e dinnanzi al quale m’inchino.”
- Tindar
Una rappresentazione dell’importanza della relazione tra natura e verità espressa attraverso tecniche eterogenee, dalla matita al carboncino su pagine di libri antichi per le Radici, alle opere impresse e ripetute mille volte, in un gesto quasi scultorio nelle Tracce fino ai Teatri delle Ombre.
“La natura conserva tutto ciò che ha fatto accuratamente nascosto, finché non lo si voglia guardare con riverenza.”
- John Ruskin
ALETHEIA (αλήθεια)
Le Radici, rappresentazione visiva di ciò che non si può vedere, partono da una riflessione dell’artista sulla cultura, sulla nostra identità di esseri viventi, di uomini, di occidentali. Tindar le utilizza come simbolo, disegnandole su pagine di testi antichi ricercati personalmente e che sono alla base della nostra civiltà e cultura: l’Orlando Furioso, la Divina Commedia o i testi sacri delle tre grandi religioni monoteiste.
Per realizzare le opere della serie Ombre, invece, l’artista si affida totalmente alla natura, cercando nelle foglie intatte e nella loro immutata bellezza un’epifania segreta e meravigliosa del non essere nascosto, l’ombra, appunto, che si rivela unicamente nel momento in cui smette di cercare; perché solo senza aspettarsi niente di specifico, ma mantenendo la mente aperta, è possibile trovare quello che si nasconde nelle cose.
“Solo grazie a questo lavoro sono riuscito a comprendere a pieno la frase di Picasso: Io non cerco, trovo.”
Le Tracce infine l’impressione dell’impronta digitale sono una vera e propria allegoria dell’io.
Una serie nata attorno all’unicità delle nostre impronte digitali, impresse a inchiostro su carta e ripetute in un gesto quasi scultorio, mille volte a quadro per ricreare la forma specifica di ognuno. Il micro della nostra semplice impronta che forma il macro di una forma effimera, allegoria del nostro Io, che ripetendosi all’infinito, mostra la sua inconsistenza.
THE TRACE PROJECT
A partire da queste prime opere l’artista ha dato vita ad un nuovo significato per la serie, The Traces Project, un progetto dove l’arte si mette al servizio dell’uomo per portare un aiuto diretto ai migranti di Calais, un caso di triste attualità.
Tindar si è recato personalmente più volte, da novembre in poi, nei campi profughi per raccogliere seimila impronte impresse dagli stessi rifugiati, senza differenze di razza, credo o religione.
Un gesto di consapevolezza dove per la prima volta ai migranti è chiesto di offrire un contributo, invece di chiedere la loro impronta digitale per identificazione.
Impresse questa volta singolarmente, le seimila impronte, andranno tutte insieme a formare una nuova grande opera da contrapporre a quelle singolarmente rappresentate dell’uomo occidentale, proponendo una presa di coscienza sulla smisurata grandezza del nostro Io.
www.thetraceproject.com
BIOGRAFIA
Tindar è nato a Milano nel 1986. Si è laureato nel 2008 in Business Management all’Università Bocconi e nel 2010 in Storia dell’Arte all’università La Sapienza di Roma.
In seguito ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Roma dove lo studio del disegno lo ha appassionato e lo continua a guidare nella sua ricerca artistica. Vive e lavora a Roma.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, tra le quali citiamo quelle a Tio Ilar, Atene; START at Saatchi Gallery, Londra; Galleria Salamon & C., Milano, 2014; Sorelle Riva, Milano; RvB Arts, Roma; Palazzo di Napoli e Costantino, Palermo, 2012.
Diciotto opere che svelano una vera e propria ricerca sulla scoperta dell’essere e l’origine delle civiltà; da cui il titolo della mostra Aletheia, dal greco verità, svelamento ma anche e soprattutto rivelazione dello stato del non essere nascosto. Il punto di vista, non ordinario, da cui osservare le cose e l’intuizione che ne deriva, all’origine di tutti i lavori in mostra.
“Come osservo un albero e provo ad immaginarne le radici, così osservo una foglia e le sue misteriose ombre. Sostanza concreta, silenziosa e potente: questo è l’insegnamento che la natura mi dà e dinnanzi al quale m’inchino.”
- Tindar
Una rappresentazione dell’importanza della relazione tra natura e verità espressa attraverso tecniche eterogenee, dalla matita al carboncino su pagine di libri antichi per le Radici, alle opere impresse e ripetute mille volte, in un gesto quasi scultorio nelle Tracce fino ai Teatri delle Ombre.
“La natura conserva tutto ciò che ha fatto accuratamente nascosto, finché non lo si voglia guardare con riverenza.”
- John Ruskin
ALETHEIA (αλήθεια)
Le Radici, rappresentazione visiva di ciò che non si può vedere, partono da una riflessione dell’artista sulla cultura, sulla nostra identità di esseri viventi, di uomini, di occidentali. Tindar le utilizza come simbolo, disegnandole su pagine di testi antichi ricercati personalmente e che sono alla base della nostra civiltà e cultura: l’Orlando Furioso, la Divina Commedia o i testi sacri delle tre grandi religioni monoteiste.
Per realizzare le opere della serie Ombre, invece, l’artista si affida totalmente alla natura, cercando nelle foglie intatte e nella loro immutata bellezza un’epifania segreta e meravigliosa del non essere nascosto, l’ombra, appunto, che si rivela unicamente nel momento in cui smette di cercare; perché solo senza aspettarsi niente di specifico, ma mantenendo la mente aperta, è possibile trovare quello che si nasconde nelle cose.
“Solo grazie a questo lavoro sono riuscito a comprendere a pieno la frase di Picasso: Io non cerco, trovo.”
Le Tracce infine l’impressione dell’impronta digitale sono una vera e propria allegoria dell’io.
Una serie nata attorno all’unicità delle nostre impronte digitali, impresse a inchiostro su carta e ripetute in un gesto quasi scultorio, mille volte a quadro per ricreare la forma specifica di ognuno. Il micro della nostra semplice impronta che forma il macro di una forma effimera, allegoria del nostro Io, che ripetendosi all’infinito, mostra la sua inconsistenza.
THE TRACE PROJECT
A partire da queste prime opere l’artista ha dato vita ad un nuovo significato per la serie, The Traces Project, un progetto dove l’arte si mette al servizio dell’uomo per portare un aiuto diretto ai migranti di Calais, un caso di triste attualità.
Tindar si è recato personalmente più volte, da novembre in poi, nei campi profughi per raccogliere seimila impronte impresse dagli stessi rifugiati, senza differenze di razza, credo o religione.
Un gesto di consapevolezza dove per la prima volta ai migranti è chiesto di offrire un contributo, invece di chiedere la loro impronta digitale per identificazione.
Impresse questa volta singolarmente, le seimila impronte, andranno tutte insieme a formare una nuova grande opera da contrapporre a quelle singolarmente rappresentate dell’uomo occidentale, proponendo una presa di coscienza sulla smisurata grandezza del nostro Io.
www.thetraceproject.com
BIOGRAFIA
Tindar è nato a Milano nel 1986. Si è laureato nel 2008 in Business Management all’Università Bocconi e nel 2010 in Storia dell’Arte all’università La Sapienza di Roma.
In seguito ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Roma dove lo studio del disegno lo ha appassionato e lo continua a guidare nella sua ricerca artistica. Vive e lavora a Roma.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, tra le quali citiamo quelle a Tio Ilar, Atene; START at Saatchi Gallery, Londra; Galleria Salamon & C., Milano, 2014; Sorelle Riva, Milano; RvB Arts, Roma; Palazzo di Napoli e Costantino, Palermo, 2012.
20
aprile 2016
Tindar – Aletheia
Dal 20 aprile al 20 maggio 2016
giovane arte
Location
PROJECTB
Milano, Via Pietro Maroncelli, 7, (Milano)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 7, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - venerdì 10-13 e 14-19
Vernissage
20 Aprile 2016, dalle 19
Autore