Identità alienante è il titolo della recente installazione multimediale di
Tiziana Contino.
L?opera, collocata all?interno della nota vetrina catanese di palazzo Fichera
? già vetrina
di un?importante galleria d?arte ? reinventa completamente lo spazio ed è
fruibile
esclusivamente dall?esterno.
Una struttura concava semiovale interamente a specchio diviene il supporto
delle
immagini deformate di un video (dvd, 1?23??). L?emittente è un monitor nascosto
all?interno
del microspazio.
Due bande laterali sintetizzano ed esaltano la visione.
La percezione dell?opera è giocata sulle dinamiche di fruizione tipiche dell?opera
aperta: all?esterno della vetrina, chi guarda avrà la possibilità di molteplici
punti di vista; la visione muterà in relazione agli spostamenti del fruitore,
il quale sarà partecipe in prima persona poiché la sua immagine, proiettata
a sua volta sulla superficie specchiante, entrerà direttamente in gioco con
la sequenza video.
In questo come in altri lavori, Contino affronta il tema dell?identità.
Qui specificamente quello della alienazione latente generalizzata: ?si è
sempre su una borderline ? scrive Tiziana? che può non essere superata; un?identità
alienante è diversa da una alienata: può trattarsi di una particolare visione
di se stessi, può questa visione puntare
sulla provocazione, stimolare negli altri una sorta di alienazione?.
Aprire ai temi della mutazione d?identità, spingerli fino alla problematica
transgender
esplorata da tempo da Tiziana Contino.
L?intervento, curato da Anna Guillot, rientra nel progetto arteverywhere,
incentrato
sulla strategia di una opportuna invasività dell?arte contemporanea nella
società.