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Tiziano Cappelletti (Fatmira) – Reliquie appese al cuore
In mostra una serie di opere dell’artista italiano, dove prima ha accumulato oggetti, poi ha realizzato opere tali da valorizzare reliquie non privilegiate, per far emergere la dimensione poetica da cose comuni, da rottami.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza.Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Tiziano Cappelletti (Fatmira), Mario De Maio, Eugenio Galli, Julianos Kattinis, Marco Santolisier, Antonio Rizzello.
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Scrive Carlo Franza nel testo: “La storia artistica di Tiziano Cappelletti (in arte Fatmira) è ancora giovane, ma già carica di vicende e racconti così intensi che rovesciati in forma di aggregazione nell'arte che hanno prodotto opere fascinose aperte al mondo, installazioni con rottami, e dunque una sorta di elogio degli scarti, una storia di riciclaggi, che ripristina la ben più lunga avventura in tal senso risalente a Picasso, Schwitters, e ai più vicini a noi, Corneille, Cèsar, Christo, Rotella, Rauschenberg e Johns. Cappelletti si è guardato attorno, prima ha accumulato oggetti, poi ha realizzato opere tali da valorizzare reliquie non privilegiate, per far emergere la dimensione poetica da cose comuni, da rottami. Cappelletti porta a ripensare radicalmente l'identità dell'artista creatore, che non è più un inventore dal nulla, ma un rigattiere che tira fuori dal magazzino-archivio squarci di vissuto, una parte di esistenza consumata. Per cui recuperare macerie del presente, inglobarle nelle proprie opere e installazioni, fa sviluppare un sottile intreccio fra morte e rinascita. Gli oggetti, pubblici e privati, naturali, primari e secondari, trovati, frequentati, venerati e mostrati, mostrano la commistione fra invisibile e visibile dell'objets trouvès, che nella loro bizzarria formale, nelle inesattezze degli assemblaggi, hanno acquistato eleganza, persino mostrato le ferite della bellezza, capaci di ritrovarsi anche nelle parole del poeta Apollinaire che vedeva nelle sperimentazioni del suo tempo figure liriche. Esse sono fili, corde, nodi, trame di filo, persino viti e chiodi, spoglie urbane, tracce, accumuli, tasselli di un mosaico ormai destrutturato, detriti conservati, specchi, vetri, cartoni, e mille altre cose che rinviano a una memoria tramontata ma ancora viva. Cappelletti esibisce pieni e vuoti, accumuli e trame, un'anti-bellezza o una bellezza diversa capace di porre sfide, ribaltamento, radicale defunzionalizzazione. La sua è un'arte architettura autobiografica, in cui deposita vicende private e schegge vere del quotidiano”.
Biografia dell’artista
Tiziano Cappelletti è nato a Cantù nel 1977, ma vive e lavora a Carimate (Como). Dopo le scuole dell'obbligo inizia a lavorare e parallelamente approda da autodidatta al disegno e alla pittura. Muove i primi passi dall'astrattismo, poi si avvia a un percorso tutto suo portandosi verso quella sorta di aggregazione di materiali, e talvolta vere installazioni, in cui fa intenzionalmente legare tratti interiori a focus di natura sociale, sperimentazioni vive, squarci di vissuto che trovano nel 2008 una sistemazione linguistica e morfologica di tale intensità e forza che attirano l'attenzione dello Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza il quale lo candida nel Premio delle Arti Premio della Cultura edizione 2010, risultandone così vincitore per l'Avanguardia Artistica. E' presente alla Rassegna “Mondi paralleli”, evento collaterale alla Biennale di Venezia 2009. Nel 2010 è invitato dal prof. Carlo Franza con una mostra personale dal titolo “Reliquie appese al cuore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ulteriori programmazioni di mostre ci sono per il 2011 a Roma e a Borgo Cardigliano nel Salento. Della sua arte ha scritto Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
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Scrive Carlo Franza nel testo: “La storia artistica di Tiziano Cappelletti (in arte Fatmira) è ancora giovane, ma già carica di vicende e racconti così intensi che rovesciati in forma di aggregazione nell'arte che hanno prodotto opere fascinose aperte al mondo, installazioni con rottami, e dunque una sorta di elogio degli scarti, una storia di riciclaggi, che ripristina la ben più lunga avventura in tal senso risalente a Picasso, Schwitters, e ai più vicini a noi, Corneille, Cèsar, Christo, Rotella, Rauschenberg e Johns. Cappelletti si è guardato attorno, prima ha accumulato oggetti, poi ha realizzato opere tali da valorizzare reliquie non privilegiate, per far emergere la dimensione poetica da cose comuni, da rottami. Cappelletti porta a ripensare radicalmente l'identità dell'artista creatore, che non è più un inventore dal nulla, ma un rigattiere che tira fuori dal magazzino-archivio squarci di vissuto, una parte di esistenza consumata. Per cui recuperare macerie del presente, inglobarle nelle proprie opere e installazioni, fa sviluppare un sottile intreccio fra morte e rinascita. Gli oggetti, pubblici e privati, naturali, primari e secondari, trovati, frequentati, venerati e mostrati, mostrano la commistione fra invisibile e visibile dell'objets trouvès, che nella loro bizzarria formale, nelle inesattezze degli assemblaggi, hanno acquistato eleganza, persino mostrato le ferite della bellezza, capaci di ritrovarsi anche nelle parole del poeta Apollinaire che vedeva nelle sperimentazioni del suo tempo figure liriche. Esse sono fili, corde, nodi, trame di filo, persino viti e chiodi, spoglie urbane, tracce, accumuli, tasselli di un mosaico ormai destrutturato, detriti conservati, specchi, vetri, cartoni, e mille altre cose che rinviano a una memoria tramontata ma ancora viva. Cappelletti esibisce pieni e vuoti, accumuli e trame, un'anti-bellezza o una bellezza diversa capace di porre sfide, ribaltamento, radicale defunzionalizzazione. La sua è un'arte architettura autobiografica, in cui deposita vicende private e schegge vere del quotidiano”.
Biografia dell’artista
Tiziano Cappelletti è nato a Cantù nel 1977, ma vive e lavora a Carimate (Como). Dopo le scuole dell'obbligo inizia a lavorare e parallelamente approda da autodidatta al disegno e alla pittura. Muove i primi passi dall'astrattismo, poi si avvia a un percorso tutto suo portandosi verso quella sorta di aggregazione di materiali, e talvolta vere installazioni, in cui fa intenzionalmente legare tratti interiori a focus di natura sociale, sperimentazioni vive, squarci di vissuto che trovano nel 2008 una sistemazione linguistica e morfologica di tale intensità e forza che attirano l'attenzione dello Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza il quale lo candida nel Premio delle Arti Premio della Cultura edizione 2010, risultandone così vincitore per l'Avanguardia Artistica. E' presente alla Rassegna “Mondi paralleli”, evento collaterale alla Biennale di Venezia 2009. Nel 2010 è invitato dal prof. Carlo Franza con una mostra personale dal titolo “Reliquie appese al cuore” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze, e ulteriori programmazioni di mostre ci sono per il 2011 a Roma e a Borgo Cardigliano nel Salento. Della sua arte ha scritto Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
13
novembre 2010
Tiziano Cappelletti (Fatmira) – Reliquie appese al cuore
Dal 13 novembre 2010 all'otto aprile 2011
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore