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Tobia Ravà – Algoritmi e ghematriot
Il titolo Algoritmi e ghematriot è riferito al termine matematico ed informatico algoritmo con il quale s’intende, in genere, un metodo matematico per ottenere un certo risultato, risolvere un certo tipo di problema, mentre ghematriot equivale esattamente alla parola plurale di ghematria. Si sottolinea così la presenza di una ricerca attraverso una forma che unisce logica e conoscenza, lettere, parole, calcoli, formule ed equazioni, in una sorprendente corrispondenza tra mistica, filosofia e scienza.
Comunicato stampa
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Nell’ambito della manifestazione “Caldogno Villa di scienza e di pensiero. Dalla tecnica alla tecnologia”, il Comune e la Pro Loco di Caldogno organizzano la mostra personale di Tobia Ravà dal titolo Algoritmi e ghematriot con opere di pittura e scultura esposte nelle magnifiche sale della Villa progettata nel 1542 da Andrea Palladio e nel giardino antistante, a guardia del quale è collocato il Leviatano infinito, una scultura di uno squalo tigre a grandezza naturale.
Il titolo Algoritmi e ghematriot è riferito al termine matematico ed informatico algoritmo con il quale s’intende, in genere, un metodo matematico per ottenere un certo risultato, risolvere un certo tipo di problema, mentre ghematriot equivale esattamente alla parola plurale di ghematria. Si sottolinea così la presenza di una ricerca attraverso una forma che unisce logica e conoscenza, lettere, parole, calcoli, formule ed equazioni, in una sorprendente corrispondenza tra mistica, filosofia e scienza.
L’artista quindi non si ferma a all’uso più frequente della ghematria che consiste nel porre in relazione parole che possiedono un identico valore numerico, bensì crea affascinanti percorsi in cui mette in relazione questi concetti con formule e teoremi.
Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, Tobia Ravà dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla qabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le sue opere, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di immagini architettoniche e naturalistiche con vedute di canali e boschi, congegni meccanici e orologi.
I fascinosi soggetti per lo più legati alla biografia dell’artista sono delineati attraverso forme precise e sorretti da una tecnica solida, scanditi da ritmi, pause ed improvvise accelerazioni. La qabbalah si fonde con la razionalità delle immagini architettoniche ed il naturalismo dei filari di pioppi piantati dall’uomo in maniera regolare, orologi e pesci, mentre il motivo del nautilus, della conchiglia, del girasole, dell’orecchio, ed altre variazioni sul tema della spirale e del vortice sono composte con la sequenza di Fibonacci, effettuando con il suo particolare linguaggio alfanumerico movimenti ipercinetici, piroette, avvicinamenti e allontanamenti dei numeri e delle lettere roteanti nello spazio.
Due sono i linguaggi, logica letterale e matematica, che si fondono nelle sue opere a creare un terzo linguaggio, quello figurativo, che vuole indagare, ricostruire e manifestare il mistero dell’universo.
Il titolo Algoritmi e ghematriot è riferito al termine matematico ed informatico algoritmo con il quale s’intende, in genere, un metodo matematico per ottenere un certo risultato, risolvere un certo tipo di problema, mentre ghematriot equivale esattamente alla parola plurale di ghematria. Si sottolinea così la presenza di una ricerca attraverso una forma che unisce logica e conoscenza, lettere, parole, calcoli, formule ed equazioni, in una sorprendente corrispondenza tra mistica, filosofia e scienza.
L’artista quindi non si ferma a all’uso più frequente della ghematria che consiste nel porre in relazione parole che possiedono un identico valore numerico, bensì crea affascinanti percorsi in cui mette in relazione questi concetti con formule e teoremi.
Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, Tobia Ravà dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla qabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le sue opere, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di immagini architettoniche e naturalistiche con vedute di canali e boschi, congegni meccanici e orologi.
I fascinosi soggetti per lo più legati alla biografia dell’artista sono delineati attraverso forme precise e sorretti da una tecnica solida, scanditi da ritmi, pause ed improvvise accelerazioni. La qabbalah si fonde con la razionalità delle immagini architettoniche ed il naturalismo dei filari di pioppi piantati dall’uomo in maniera regolare, orologi e pesci, mentre il motivo del nautilus, della conchiglia, del girasole, dell’orecchio, ed altre variazioni sul tema della spirale e del vortice sono composte con la sequenza di Fibonacci, effettuando con il suo particolare linguaggio alfanumerico movimenti ipercinetici, piroette, avvicinamenti e allontanamenti dei numeri e delle lettere roteanti nello spazio.
Due sono i linguaggi, logica letterale e matematica, che si fondono nelle sue opere a creare un terzo linguaggio, quello figurativo, che vuole indagare, ricostruire e manifestare il mistero dell’universo.
26
aprile 2011
Tobia Ravà – Algoritmi e ghematriot
Dal 26 aprile al 28 maggio 2011
arte contemporanea
Location
VILLA CALDOGNO
Caldogno, Via Giacomo Zanella, 3, (Vicenza)
Caldogno, Via Giacomo Zanella, 3, (Vicenza)
Vernissage
26 Aprile 2011, ore 12
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