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Tobia Ravà – Memoria del Futuro
Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica riferiti ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah, si può arrivare ad un percorso etico-filosofico moderno e antichissimo al contempo.
Comunicato stampa
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La mostra dell'artista veneziano Tobia Ravà, allestita presso il nuovo spazio della Galleria L’Occhio di Elisabetta Donaggio a Venezia, si riallaccia alla grande esposizione personale di settembre a Verona presso la Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo. Il titolo della mostra Memoria del futuro è un ossimoro che sta ad indicare la speranza di poter tramandare anche quello che deve ancora avvenire, esprimendo l’idea che il patrimonio culturale dell’umanità possa essere trasmesso al futuro in forma di opera sintetica.
Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica riferiti ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah, si può arrivare ad un percorso etico-filosofico moderno e antichissimo al contempo.
La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie di canali, ponti, portici, palazzi, prati, boschi.
Saranno esposte per l’occasione alcune opere inedite, soprattutto tridimensionali, in cui sono rappresentati soggetti decontestualizzati da una fitta texture cormatico-segnica. Con una ricostruzione del reale attraverso un percorso cifrato, l’artista analizza la realtà servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale. Saranno presenti in mostra alcune opere sul tema della pace, realizzate a quattro mani con l’artista algerino Abdallah Khaled.
Tobia Ravà (Padova, 1959), lavora a Venezia, ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in semiologia delle arti all’Università di Bologna. Espone dal 1977. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina, e in Estremo Oriente. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo AlcArte, attivo all'Università di Bologna (DAMS), con l'intento di coniugare il fare arte all'epistemologia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello di lettura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea.
Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica riferiti ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah, si può arrivare ad un percorso etico-filosofico moderno e antichissimo al contempo.
La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie di canali, ponti, portici, palazzi, prati, boschi.
Saranno esposte per l’occasione alcune opere inedite, soprattutto tridimensionali, in cui sono rappresentati soggetti decontestualizzati da una fitta texture cormatico-segnica. Con una ricostruzione del reale attraverso un percorso cifrato, l’artista analizza la realtà servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale. Saranno presenti in mostra alcune opere sul tema della pace, realizzate a quattro mani con l’artista algerino Abdallah Khaled.
Tobia Ravà (Padova, 1959), lavora a Venezia, ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in semiologia delle arti all’Università di Bologna. Espone dal 1977. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina, e in Estremo Oriente. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo AlcArte, attivo all'Università di Bologna (DAMS), con l'intento di coniugare il fare arte all'epistemologia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello di lettura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea.
06
dicembre 2003
Tobia Ravà – Memoria del Futuro
Dal 06 dicembre 2003 al 30 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE L’OCCHIO
Venezia, Dorsoduro, 181, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 181, (Venezia)