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Today ‘ s Portraits
La mostra “Today ‘ s Portraits “, allestita dalla Fondazione Ado Furlan nella sede pordenonese di Via Mazzini, induce a riflettere sulla differenza tra il volto fisico-organico del ritratto tradizionale e il volto-espressione del corpo vivente nella società contemporanea, inteso come recupero di unità psico-fisica e indice definitivo della personale individualità.
Comunicato stampa
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Le intrusioni che l' attuale tecnologia porta nella esperienza di un volto, di un corpo, sollecitano l' artista a preservare una idea del "sé" anche nelle trasformazioni e conseguenti dialettiche tra soggetto e oggetto.
A lui, oggi, spetta il compito di indagare il volto come luogo impermanente ma significante, di riproporre un senso dell' "io" in situazioni dove si dipana incerto il concetto di individuo in rapporto allo sviluppo di nuove tipologie socio-professionali.
I ritratti di ROBERTO CODA ZABETTA fuoriescono con un' ortogonalità di segni vibrati e netti, con gestualità diretta da un assoluto imperativo mentale. Le immagini fisionomiche, di natura monologica, aggallano da uno spazio interiore doloroso, dove il ritratto si offre come pretesto e ombra indicizzati a quello che sembra il destinatario assoluto, cioè il non-essere. Sono sguardi sull' esistenza fuoriusciti da una dimensione "terza", sospesa tra non vita e non morte.
Dentro alle misteriose coordinate di presenza e memoria, dell' esistenza e del nulla, va inserita l' installazione di EUGENIO PERCOSSI , che colloca una bambola vecchia e distrutta davanti a una foto d' epoca di anonima bambina, accanto a una bambola intatta anteposta a un ritratto vivo e colorato. Sgomenta la solitudine e l' "in sé" delle immagini fotografiche, soggetti divenuti oggetti autenticati nell' esistenza, imbalsamati nella morte.
Figure mascherate, busti, volti in primo piano sono quelli che MANUELE CERUTTI , con frequentazione assidua, coglie in ambienti di disabili, d' immigrati. Frutto di indagine profonda, l' umanità disadorna dei personaggi emerge attraverso una resa pittorica essenziale, rabdomantica, personalissima nel cromatismo.
L' esigenza di autorappresentarsi, del sentirsi dal di dentro come uomo e come artista, dà forma alle immagini digitali della serie "count-down" di ROCCO DUBBINI . La frequentazione di ragazzi down ha permesso a Dubbini, con l' acquisire consapevolezza sul mistero della diversità, di rappresentare gli effetti che il meccanismo alienatore ha sugli umani. Il percorso del ri-conoscersi ha reso mutevole l' autoritratto, visualizzato nel processo virtuale della metamorfosi "alieno-down". La scultura con testa di resina nel contenitore di vetro, quasi disco volante e urna di santo, completa l' invasione aliena delle facce verdi che con minime varianti fisionomiche sembrano dissolversi una sull' altra.
L' autoritratto di NICOLA VERLATO , figura proposta in "antiposa" inquietante, percorsa da sottili veleni instillati dalla contemporaneità ( tematiche sociali , emarginazione, hooligans, sesso, ecc. sono state dall' artista dispiegate in più opere con fulgida violenza) suscita nella perfetta stesura pittorica, di neutro raffinato colorismo, ambigui dèmoni rinascimentali.
Altre problematiche dell' oggi, incentrate sull' identità e sugli stereotipi della rappresentazione, emergono tra i lampi ironici lanciati da FRANCESCO IMPELLIZZERI con il suo UNPOPOP, il personaggio cantante della performance "Strilli". L' artista, offrendo il proprio corpo al protagonista, un po' Prince e un po' Presley, dà forma a una immagine di forte impatto visivo ed instilla una velata critica alle borghesi inaugurazioni delle mostre d' arte o d' altri spettacoli "trendy". (Italo Furlan).
A lui, oggi, spetta il compito di indagare il volto come luogo impermanente ma significante, di riproporre un senso dell' "io" in situazioni dove si dipana incerto il concetto di individuo in rapporto allo sviluppo di nuove tipologie socio-professionali.
I ritratti di ROBERTO CODA ZABETTA fuoriescono con un' ortogonalità di segni vibrati e netti, con gestualità diretta da un assoluto imperativo mentale. Le immagini fisionomiche, di natura monologica, aggallano da uno spazio interiore doloroso, dove il ritratto si offre come pretesto e ombra indicizzati a quello che sembra il destinatario assoluto, cioè il non-essere. Sono sguardi sull' esistenza fuoriusciti da una dimensione "terza", sospesa tra non vita e non morte.
Dentro alle misteriose coordinate di presenza e memoria, dell' esistenza e del nulla, va inserita l' installazione di EUGENIO PERCOSSI , che colloca una bambola vecchia e distrutta davanti a una foto d' epoca di anonima bambina, accanto a una bambola intatta anteposta a un ritratto vivo e colorato. Sgomenta la solitudine e l' "in sé" delle immagini fotografiche, soggetti divenuti oggetti autenticati nell' esistenza, imbalsamati nella morte.
Figure mascherate, busti, volti in primo piano sono quelli che MANUELE CERUTTI , con frequentazione assidua, coglie in ambienti di disabili, d' immigrati. Frutto di indagine profonda, l' umanità disadorna dei personaggi emerge attraverso una resa pittorica essenziale, rabdomantica, personalissima nel cromatismo.
L' esigenza di autorappresentarsi, del sentirsi dal di dentro come uomo e come artista, dà forma alle immagini digitali della serie "count-down" di ROCCO DUBBINI . La frequentazione di ragazzi down ha permesso a Dubbini, con l' acquisire consapevolezza sul mistero della diversità, di rappresentare gli effetti che il meccanismo alienatore ha sugli umani. Il percorso del ri-conoscersi ha reso mutevole l' autoritratto, visualizzato nel processo virtuale della metamorfosi "alieno-down". La scultura con testa di resina nel contenitore di vetro, quasi disco volante e urna di santo, completa l' invasione aliena delle facce verdi che con minime varianti fisionomiche sembrano dissolversi una sull' altra.
L' autoritratto di NICOLA VERLATO , figura proposta in "antiposa" inquietante, percorsa da sottili veleni instillati dalla contemporaneità ( tematiche sociali , emarginazione, hooligans, sesso, ecc. sono state dall' artista dispiegate in più opere con fulgida violenza) suscita nella perfetta stesura pittorica, di neutro raffinato colorismo, ambigui dèmoni rinascimentali.
Altre problematiche dell' oggi, incentrate sull' identità e sugli stereotipi della rappresentazione, emergono tra i lampi ironici lanciati da FRANCESCO IMPELLIZZERI con il suo UNPOPOP, il personaggio cantante della performance "Strilli". L' artista, offrendo il proprio corpo al protagonista, un po' Prince e un po' Presley, dà forma a una immagine di forte impatto visivo ed instilla una velata critica alle borghesi inaugurazioni delle mostre d' arte o d' altri spettacoli "trendy". (Italo Furlan).
21
maggio 2004
Today ‘ s Portraits
Dal 21 maggio al 30 giugno 2004
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ADO FURLAN
Pordenone, Via Giuseppe Mazzini, 49, (Pordenone)
Pordenone, Via Giuseppe Mazzini, 49, (Pordenone)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 17 – 19.30 e su appuntamento
Vernissage
21 Maggio 2004, ore 18.30