Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tom Johnson – New works
Nelle sue sculture convivono materiali diversi, poveri e sofisticati, in un gioco dialettico ricco di tensione. Spesso la leggerezza si fa peso, o, al contrario, la densità della materia si fa rarefatta, in una costante domanda sulla statica, sulla gravità e sulla portata di strutture e superfici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 29 maggio 2007, dalle ore 18.30, presso Guido Costa Projects in via Mazzini 24 a Torino, si inaugura la prima personale italiana dell’artista statunitense Tom Johnson.
Nato a New York nel 1966 e già conosciuto dal pubblico torinese per via della sua performance (Standing date, 2005), in occasione della prima Triennale, Tom Johnson lavora ai limiti delle pratiche tradizionali, sperimentando in ogni sua mostra una particolare strategia di crossover che contamina stili e materiali in una direzione espressiva assai personale e contemporanea.
Di solida formazione accademica (ha studiato a Bard ed ha lavorato per anni come assistente di Matthew Barney), il lavoro di Tom Johnson, pur fondandosi su un preciso impianto concettuale, sa però far tesoro della materia, agita e distillata con grande libertà e padronanza.
Nelle sue sculture convivono materiali diversi, poveri e sofisticati, in un gioco dialettico ricco di tensione. Spesso la leggerezza si fa peso, o, al contrario, la densità della materia si fa rarefatta, in una costante domanda sulla statica, sulla gravità e sulla portata di strutture e superfici.
Tutto ciò, in un divertito esperimento stilistico e formale in cui convivono riferimenti antichi (in una sorta di paradossale neo-country), e visioni modernissime, in stretto contatto con i documenti più interessanti della nuova scultura statunitense, da Banks Violette a Terence Koh.
La mostra torinese si gioca per intero su questa complessa articolazione dello spazio e delle forme, avvalendosi dei materiali più diversi, dalla ceramica, ai metalli, dalla carta, al legno, sovrapposti in una sorta di stratificazione geologica, e declinati secondo cromatismi volutamente primordiali, con un occhio di riguardo al disegno e alla fotografia, spinte al limite della tridimensionalità.
Il risultato è spiazzante, influenzato com’è dal dinamismo che guida ogni lavoro, proposto innanzitutto come “forma agita” e come opera in fieri, più che come solidificazione e compimento di un’idea.
Una scultura, quella di Tom Johnson, cha ha la sua segreta origine nell’atto performativo, più o meno dichiarato, e che si spiega perfettamente alla luce di altri importanti suoi lavori, tutti nati nell’ambito di azioni o interazioni tra opera, contesto e pubblico.
La mostra di Tom Johnson si situa all’interno di un progetto di galleria più ampio, dedicato alla documentazione delle zone limite della scultura contemporanea, iniziato nel 2004 con Martin Kersels, proseguito negli anni seguenti con le due grandi mostre di Paul Etienne Lincoln, e che avrà nella stagione 2007-2008 due appuntamenti esemplari con le personali di Paul Fryer e Robert Kusmirowski .
Tom Johnson (New York City, 1966, vive e lavora tra New York e Torino), si è formato al Bard College di Annadale ed espone regolarmente negli Sati Uniti dal 2000. Nel 2005 ha partecipato alla mostra Greater New York, presso il PS1 di New York e a The pantagruel sindrome al Castello di Rivoli di Torino. La sua ultima personale, What a good boy wants, al MIT di Boston, è del 2005. Questa di Torino, presso Guido Costa Projects, è la sua prima personale in Europa. Tom Johnson è rappresentato da CANADA Gallery, New York, e Guido Costa Projects, Torino.
Nato a New York nel 1966 e già conosciuto dal pubblico torinese per via della sua performance (Standing date, 2005), in occasione della prima Triennale, Tom Johnson lavora ai limiti delle pratiche tradizionali, sperimentando in ogni sua mostra una particolare strategia di crossover che contamina stili e materiali in una direzione espressiva assai personale e contemporanea.
Di solida formazione accademica (ha studiato a Bard ed ha lavorato per anni come assistente di Matthew Barney), il lavoro di Tom Johnson, pur fondandosi su un preciso impianto concettuale, sa però far tesoro della materia, agita e distillata con grande libertà e padronanza.
Nelle sue sculture convivono materiali diversi, poveri e sofisticati, in un gioco dialettico ricco di tensione. Spesso la leggerezza si fa peso, o, al contrario, la densità della materia si fa rarefatta, in una costante domanda sulla statica, sulla gravità e sulla portata di strutture e superfici.
Tutto ciò, in un divertito esperimento stilistico e formale in cui convivono riferimenti antichi (in una sorta di paradossale neo-country), e visioni modernissime, in stretto contatto con i documenti più interessanti della nuova scultura statunitense, da Banks Violette a Terence Koh.
La mostra torinese si gioca per intero su questa complessa articolazione dello spazio e delle forme, avvalendosi dei materiali più diversi, dalla ceramica, ai metalli, dalla carta, al legno, sovrapposti in una sorta di stratificazione geologica, e declinati secondo cromatismi volutamente primordiali, con un occhio di riguardo al disegno e alla fotografia, spinte al limite della tridimensionalità.
Il risultato è spiazzante, influenzato com’è dal dinamismo che guida ogni lavoro, proposto innanzitutto come “forma agita” e come opera in fieri, più che come solidificazione e compimento di un’idea.
Una scultura, quella di Tom Johnson, cha ha la sua segreta origine nell’atto performativo, più o meno dichiarato, e che si spiega perfettamente alla luce di altri importanti suoi lavori, tutti nati nell’ambito di azioni o interazioni tra opera, contesto e pubblico.
La mostra di Tom Johnson si situa all’interno di un progetto di galleria più ampio, dedicato alla documentazione delle zone limite della scultura contemporanea, iniziato nel 2004 con Martin Kersels, proseguito negli anni seguenti con le due grandi mostre di Paul Etienne Lincoln, e che avrà nella stagione 2007-2008 due appuntamenti esemplari con le personali di Paul Fryer e Robert Kusmirowski .
Tom Johnson (New York City, 1966, vive e lavora tra New York e Torino), si è formato al Bard College di Annadale ed espone regolarmente negli Sati Uniti dal 2000. Nel 2005 ha partecipato alla mostra Greater New York, presso il PS1 di New York e a The pantagruel sindrome al Castello di Rivoli di Torino. La sua ultima personale, What a good boy wants, al MIT di Boston, è del 2005. Questa di Torino, presso Guido Costa Projects, è la sua prima personale in Europa. Tom Johnson è rappresentato da CANADA Gallery, New York, e Guido Costa Projects, Torino.
29
maggio 2007
Tom Johnson – New works
Dal 29 maggio al 28 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GUIDO COSTA PROJECTS
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 24, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 24, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedi al sabato 11-13 e 15-19
Vernissage
29 Maggio 2007, ore 18.30
Autore