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Tomaso De Luca – In case you get caught in the forest
Le VILLÆ sono liete di presentare In case you get caught in the forest (2020, video color, sound, 4’30”) installazione site specific dell’artista Tomaso De Luca (Verona, 1988) presso Villa Adriana a Tivoli.
Comunicato stampa
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L’intervento si inserisce in un ciclo di iniziative, inaugurato nel 2019, atto ad indagare il rapporto tra la pratica artistica, le radici culturali dell’ideale di bellezza e i valori paradigmatici di un immaginario classico connotato da sublimazione ed erotismo. In tal senso il sito archeologico di Villa Adriana rappresenta non solo un luogo emblematico, ma una costante fucina di stimoli ideali. Nell’ambito di Level 0 – Art Verona, importante occasione di collaborazione tra musei e artisti contemporanei, il direttore delle VILLÆ, Andrea Bruciati, ha individuato alcune personalità invitate a confrontarsi con le suggestioni della dimora imperiale. Tra queste, Tomaso De Luca, rappresentato da Monitor Art Gallery (Roma, Pereto, Lisbona)
L’intervento dell’artista si colloca all’interno del Teatro Marittimo, nella porzione contenente il plastico del Teatro stesso, creando così un gioco di specchi e di rimandi architettonici. Proprio l’aspetto architettonico è al centro dell’opera, la quale indaga il rapporto tra spazio e desiderio, una delle caratteristiche che più ha affascinato Tomaso De Luca nel suo studio di Villa Adriana.
L’artista parte dalle diapositive private di una San Francisco colpita dall’AIDS durante gli anni ‘80 e ‘90. Ciò che si trovava negli appartamenti delle persone falcidiate dall’epidemia veniva in genere venduto, regalato o abbandonato, mentre le raccolte di scatti privati – ritratti e foto erotiche da scambiare con amici e amanti – erano cedute ai sexy shop di zona. Dall’interno della teca del plastico, rispettando il formato originale degli scatti, parte dell’archivio fotografico di uno di questi negozi viene proiettato sul vetro stesso. L’immaginario erotico esce così da una dinamica privata, portando con sé, oltre all’affermazione vitalista del desiderio, il fantasma di quella epidemia e delle case rimaste vuote. Interi quartieri si svuotarono infatti nelle grandi città americane, lasciando appartamenti deserti e senza eredi. Ciò ha condotto alla radicale trasformazione di aree urbane, all’epoca connotate per la loro resistenza politica e il desiderio di incontro con l’alterità, in nuovi luoghi funzionali e “puliti”, pronti per essere consumati.
L’intervento di De Luca guarda quindi allo spazio architettonico della Villa, mostrando come ogni luogo e ogni sua raffigurazione celino una memoria privata insieme ad una pubblica, entrambe meritevoli di essere esposte e salvate dall’erosione della storia. Per citare l’artista stesso: “È un modo per liberare il desiderio e contemporaneamente incorniciare la ferita”.
“Inedite realizzazioni – commenta Andrea Bruciati - giungono nel creativo e rinnovato contesto delle VILLÆ, Istituto in cui si incontrano nuove interpretazioni e nuove letture dell’antico, che si fondano su un ideale di grazia e bellezza e recuperano l'arte del passato dandone testimonianza nel presente. Edifici appartenenti all’antichità classica attraverso personali prospettive degli artisti, come Tomaso De Luca, esprimono la sempiterna attualità del passato, legato al presente senza soluzione di continuità”.
L’intervento dell’artista si colloca all’interno del Teatro Marittimo, nella porzione contenente il plastico del Teatro stesso, creando così un gioco di specchi e di rimandi architettonici. Proprio l’aspetto architettonico è al centro dell’opera, la quale indaga il rapporto tra spazio e desiderio, una delle caratteristiche che più ha affascinato Tomaso De Luca nel suo studio di Villa Adriana.
L’artista parte dalle diapositive private di una San Francisco colpita dall’AIDS durante gli anni ‘80 e ‘90. Ciò che si trovava negli appartamenti delle persone falcidiate dall’epidemia veniva in genere venduto, regalato o abbandonato, mentre le raccolte di scatti privati – ritratti e foto erotiche da scambiare con amici e amanti – erano cedute ai sexy shop di zona. Dall’interno della teca del plastico, rispettando il formato originale degli scatti, parte dell’archivio fotografico di uno di questi negozi viene proiettato sul vetro stesso. L’immaginario erotico esce così da una dinamica privata, portando con sé, oltre all’affermazione vitalista del desiderio, il fantasma di quella epidemia e delle case rimaste vuote. Interi quartieri si svuotarono infatti nelle grandi città americane, lasciando appartamenti deserti e senza eredi. Ciò ha condotto alla radicale trasformazione di aree urbane, all’epoca connotate per la loro resistenza politica e il desiderio di incontro con l’alterità, in nuovi luoghi funzionali e “puliti”, pronti per essere consumati.
L’intervento di De Luca guarda quindi allo spazio architettonico della Villa, mostrando come ogni luogo e ogni sua raffigurazione celino una memoria privata insieme ad una pubblica, entrambe meritevoli di essere esposte e salvate dall’erosione della storia. Per citare l’artista stesso: “È un modo per liberare il desiderio e contemporaneamente incorniciare la ferita”.
“Inedite realizzazioni – commenta Andrea Bruciati - giungono nel creativo e rinnovato contesto delle VILLÆ, Istituto in cui si incontrano nuove interpretazioni e nuove letture dell’antico, che si fondano su un ideale di grazia e bellezza e recuperano l'arte del passato dandone testimonianza nel presente. Edifici appartenenti all’antichità classica attraverso personali prospettive degli artisti, come Tomaso De Luca, esprimono la sempiterna attualità del passato, legato al presente senza soluzione di continuità”.
10
ottobre 2020
Tomaso De Luca – In case you get caught in the forest
Dal 10 ottobre al 15 novembre 2020
arte contemporanea
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO DI VILLA ADRIANA
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Biglietti
Ingresso secondo tariffazione ordinaria (eccetto gratuità e agevolazioni previste per legge o promozioni VILLÆ)
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