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Toni Bellucci / Marilena Scavizzi
Un’occasione per mostrare lo “stato dell’arte” nella cittadina umbra attraverso gli esiti più recenti delle ricerche estetiche di due suoi protagonisti, impegnati da tempo nella definizione di un linguaggio del tutto autonomo, sostanziato da forme differenti in materie differenti. Ma ciò a cui la mostra mira anzitutto è la messa a fuoco di possibili convergenze tra le proposte linguistiche dei due operatori.
Comunicato stampa
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Dal 24 ottobre al 21 novembre 2010, i percorsi poetici di Marilena Scavizzi e di Toni Bellucci tornano ad incrociarsi presso la Galleria Della Porta in Corso Garibaldi a Gubbio (inaugurazione domenica 24 ottobre, ore 18,00). Un'occasione per mostrare lo “stato dell'arte” nella cittadina umbra attraverso gli esiti più recenti delle ricerche estetiche di due suoi protagonisti, impegnati da tempo nella definizione di un linguaggio del tutto autonomo, sostanziato da forme differenti in materie differenti. Ma ciò a cui la mostra mira anzitutto è la messa a fuoco di possibili convergenze tra le proposte linguistiche dei due operatori.
È all'arte del plasmare la terra e del tessere fibre che Marilena Scavizzi affida la possibilità di rinviare l'osservatore al proprio universo incantato, frutto di arditi e magici accostamenti tra elementi del mondo naturale: l'appello a tutto un sapere manuale pone capo ad arazzi finemente ritmati da cuciture e inserti in terra policroma – Limone-arazzo e Signum A – e a spazi per ludiche rappresentazioni – Vite e Sambuco – interpretabili come testi, lunghe e complesse articolazioni segniche capaci, come i miti e le leggende, i discorsi e i racconti, di dare un ordine al disordine dell'esperienza, un senso all'insensatezza di ciò che chiamiamo reale. La riflessione di Toni Bellucci sulla conservazione e archiviazione dei segni linguistici si concretizza invece nella definizione di una babelica “scrittura delle scritture”, alimentata da indecifrabili alfabeti incisi su supporti di terra e argilla, cera e carta, legno e tela, ferro e piombo, ma anche cemento e policarbonato, rivestiti di colle e vernici: dalla raccolta di scritture immaginarie aperta al contributo altrui da oltre un lustro – Archives in progress – al deposito di tavolette eblaite salvate dai fuochi degli usurpatori accadici – Un Incendio. La scrittura – sino alle ripetute trasformazioni alchemiche degli elementi della natura – Biblioteca Ermetica e Ogham.
Una fenomenologia di proposte linguistiche estesa e inconfondibile, ma che proprio nel suo eminente carattere semiotico trova un possibile terreno di mediazione. Ritmate da altre di formato ridotto, le opere citate definiscono un viaggio nel linguaggio, verso l'origine soltanto ipotizzabile, e perciò nascosta, di quel lavoro di produzione segnica chiamato scrittura e racconto. Viene così a precisarsi il senso del titolo della mostra: La parola, la mano - la mano, il segno. Il lavoro manuale indispensabile a incidere e tessere segni, siano essi parole d'una scrittura sconosciuta o immagini d'un mitico racconto: è questo lo spazio nel quale i percorsi poetici di Scavizzi e Bellucci appaiono convergere. Un luogo che essi hanno preso da tempo a frequentare nel tentativo i frammenti di culture d'ogni tempo e luogo, materiali indispensabili alla costruzione di quella forma d'utopia chiamata passato.
Cenni Biografici
Marilena Scavizzi è nata a Gubbio, dove risiede. Dopo una inutilizzata laurea in Giurisprudenza, si è diplomata presso l'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, dove attualmente insegna Tecniche dell'Incisione. Proprio l'esplorazione del segno inciso è al centro della sua più recente ricerca artistica, dove le tracce, i sintomi e gli indizi del processo produttivo e i materiali utilizzati si fanno trama e ordito del tessuto testuale. Le sue opere invitano ad un viaggio nel tesoro enciclopedico dei racconti, dei miti, delle fiabe e della superstizione: esperienza personale che è anche memoria collettiva. Dalla fine degli anni Ottanta è impegnata nel campo dell'incisione, del libro d'artista e della texile art.
Toni Bellucci è nato il 21 marzo 1953 a Gubbio, dove vive e lavora. Diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Gubbio nelle sezioni “Intaglio e Serigrafia”, frequenta per alcuni anni i corsi di pittura e scultura presso l'Accademia di belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, prima di entrare come assistente nello studio dello scultore Aurelio De Felice. Nel 1976 fonda con Mario Boldrini e Secondo Sannipoli il Gruppo A3 (Ambiente Azione Arte) e viene invitato da Enrico Crispolti ad esporre le sue opere alla Biennale d'Arte “Gubbio '76”, nell'ambito della quale incontra Mirella Bentivoglio, pronta ad incoraggiarlo in una ricerca personale che, attraverso la sperimentazione materica e l'assemblaggio di materiali grezzi, lo porterà a soffermarsi sul valore delle tracce naturali e, soprattutto, umane. Un interesse per la storia sfociato in un'approfondita indagine sul simbolo, dagli archetipi alla scrittura.
È all'arte del plasmare la terra e del tessere fibre che Marilena Scavizzi affida la possibilità di rinviare l'osservatore al proprio universo incantato, frutto di arditi e magici accostamenti tra elementi del mondo naturale: l'appello a tutto un sapere manuale pone capo ad arazzi finemente ritmati da cuciture e inserti in terra policroma – Limone-arazzo e Signum A – e a spazi per ludiche rappresentazioni – Vite e Sambuco – interpretabili come testi, lunghe e complesse articolazioni segniche capaci, come i miti e le leggende, i discorsi e i racconti, di dare un ordine al disordine dell'esperienza, un senso all'insensatezza di ciò che chiamiamo reale. La riflessione di Toni Bellucci sulla conservazione e archiviazione dei segni linguistici si concretizza invece nella definizione di una babelica “scrittura delle scritture”, alimentata da indecifrabili alfabeti incisi su supporti di terra e argilla, cera e carta, legno e tela, ferro e piombo, ma anche cemento e policarbonato, rivestiti di colle e vernici: dalla raccolta di scritture immaginarie aperta al contributo altrui da oltre un lustro – Archives in progress – al deposito di tavolette eblaite salvate dai fuochi degli usurpatori accadici – Un Incendio. La scrittura – sino alle ripetute trasformazioni alchemiche degli elementi della natura – Biblioteca Ermetica e Ogham.
Una fenomenologia di proposte linguistiche estesa e inconfondibile, ma che proprio nel suo eminente carattere semiotico trova un possibile terreno di mediazione. Ritmate da altre di formato ridotto, le opere citate definiscono un viaggio nel linguaggio, verso l'origine soltanto ipotizzabile, e perciò nascosta, di quel lavoro di produzione segnica chiamato scrittura e racconto. Viene così a precisarsi il senso del titolo della mostra: La parola, la mano - la mano, il segno. Il lavoro manuale indispensabile a incidere e tessere segni, siano essi parole d'una scrittura sconosciuta o immagini d'un mitico racconto: è questo lo spazio nel quale i percorsi poetici di Scavizzi e Bellucci appaiono convergere. Un luogo che essi hanno preso da tempo a frequentare nel tentativo i frammenti di culture d'ogni tempo e luogo, materiali indispensabili alla costruzione di quella forma d'utopia chiamata passato.
Cenni Biografici
Marilena Scavizzi è nata a Gubbio, dove risiede. Dopo una inutilizzata laurea in Giurisprudenza, si è diplomata presso l'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, dove attualmente insegna Tecniche dell'Incisione. Proprio l'esplorazione del segno inciso è al centro della sua più recente ricerca artistica, dove le tracce, i sintomi e gli indizi del processo produttivo e i materiali utilizzati si fanno trama e ordito del tessuto testuale. Le sue opere invitano ad un viaggio nel tesoro enciclopedico dei racconti, dei miti, delle fiabe e della superstizione: esperienza personale che è anche memoria collettiva. Dalla fine degli anni Ottanta è impegnata nel campo dell'incisione, del libro d'artista e della texile art.
Toni Bellucci è nato il 21 marzo 1953 a Gubbio, dove vive e lavora. Diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Gubbio nelle sezioni “Intaglio e Serigrafia”, frequenta per alcuni anni i corsi di pittura e scultura presso l'Accademia di belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, prima di entrare come assistente nello studio dello scultore Aurelio De Felice. Nel 1976 fonda con Mario Boldrini e Secondo Sannipoli il Gruppo A3 (Ambiente Azione Arte) e viene invitato da Enrico Crispolti ad esporre le sue opere alla Biennale d'Arte “Gubbio '76”, nell'ambito della quale incontra Mirella Bentivoglio, pronta ad incoraggiarlo in una ricerca personale che, attraverso la sperimentazione materica e l'assemblaggio di materiali grezzi, lo porterà a soffermarsi sul valore delle tracce naturali e, soprattutto, umane. Un interesse per la storia sfociato in un'approfondita indagine sul simbolo, dagli archetipi alla scrittura.
24
ottobre 2010
Toni Bellucci / Marilena Scavizzi
Dal 24 ottobre al 21 novembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLA PORTA
Gubbio, Corso Garibaldi, (Perugia)
Gubbio, Corso Garibaldi, (Perugia)
Vernissage
24 Ottobre 2010, ore 18
Autore
Curatore