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Toni Boni – Uno scultore veneto nel Novecento italiano
Un omaggio a Toni Boni, artista padovano che con la sua opera ha abbracciato tutto l’arco del novecento
Comunicato stampa
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Arteforum, la nuova galleria di via Turazza 19 a Padova, dopo il successo di “Mirabili - Arte da abitare”, propone un’altra mostra di grande interesse per la città di Padova. Un omaggio a Toni Boni, artista padovano che con la sua opera ha abbracciato tutto l’arco del novecento, vivendone le esperienze artistiche più significative e rappresentando per Padova l’espressione di un’arte alla “continua ricerca”.
“Toni Boni. Uno scultore veneto nel Novecento italiano” è il titolo della mostra che viene inaugurata domenica 29 gennaio 2006, alle ore 11, ad Arteforum, con una presentazione del critico d’arte Giorgio Segato e che rimarrà aperta fino al 19 febbraio.
In esposizione, per la prima volta a Padova, sua città natale, una sessantina di pezzi dell’autore: sculture, disegni a colori e i suoi caratteristici graffiti su marmo nero. Opere che sono state raccolte e conservate nella collezione Rinaldi - Tonello di Padova, molte sconosciute al grande pubblico, alcune esposte, nel 2005, nelle agenzie del Veneto dell’Istituto Bancario SanPaolo di Torino
Un’occasione per il pubblico padovano di ricordare e riscoprire un artista fortemente significativo nel panorama del secolo scorso, di cui hanno ammirato l’opera Tono Zancanaro, Ugo Nebbia e Giò Ponti, ma che è stato studiato con qualche attenzione solo in tempi recenti.
Toni Boni nasce a Padova nel 1907 e si diploma all’istituto d’arte Pietro Selvatico. Sebbene legato alla tradizione veneta, presenta una formazione di più ampio respiro. Numerose le presenze a rassegne d’arte nazionali e internazionali: nel 1937 partecipa alle Intersindacali; nel 1942, alla XXIII Biennale internazionale d’arte di Venezia (l’ultima prima della sospensione per la guerra); nel 1953, espone alla mostra Dopolavorista di Verona e nel 1965 alla IX Quadriennale nazionale d’arte di Roma.
Tra le opere presenti in Mostra: “La Gaetana”, una scultura in cotto, in parte policroma, che raffigura una popolana degli anni Cinquanta, conosciuta a Padova, che stazionava tra Prato della Valle e Piazza delle Erbe, allietando i passanti con le sue confidenze; “Il pugile sconfitto”, un’elegante scultura in cotto policromo iscrivibile nella stereotipia fascista e nell’estetica dell’uomo nuovo: nella sconfitta, l’atleta è pur sempre impetuoso, virile, giovane.
Negli apprezzati e originali graffiti su marmo nero sono raffigurate scene di vita cittadina e contadina come “L’accampamento di zingari”, premio Cassa di Risparmio del 1957; “Il lavoro nei campi”, esposto alla XXIII Biennale di Venezia; “La volata”, presente alla IX Quadriennale di Roma del 1965 e “Alle Padovanelle”, esplicito omaggio di Boni alla sua città e all’evasione.
Lo stile di questi lavori è prevalentemente solenne, puntuale, conciso ma, come scrive Maria Irma Mariotti ““sia pure inevitabilmente suggestionato, nella contrapposizione dei volumi e nella dinamica delle linee, dal linguaggio imperante di Arturo Martini, con grazia e leggerezza del tutto estranee alla pesante retorica del periodo e di sicura matrice veneta, Toni Boni seppe ugualmente giungere a interpretazioni originali di quelle che furono le maggiori istanze del ‘Novecento Italiano’, il movimento fondato nel 1922 da Sironi, Oppi, Funi, Marussing, Dudreville, Malerba, e presentato nel 1923 alla Biennale di Venezia da Margherita Sarfatti”.
Completano l’esposizione i disegni a colori, pastelli e inchiostri, le marine di Sottomarina, la spiaggia dove l’artista amava trascorrere le vacanze estive.
“Toni Boni. Uno scultore veneto nel Novecento italiano” è il titolo della mostra che viene inaugurata domenica 29 gennaio 2006, alle ore 11, ad Arteforum, con una presentazione del critico d’arte Giorgio Segato e che rimarrà aperta fino al 19 febbraio.
In esposizione, per la prima volta a Padova, sua città natale, una sessantina di pezzi dell’autore: sculture, disegni a colori e i suoi caratteristici graffiti su marmo nero. Opere che sono state raccolte e conservate nella collezione Rinaldi - Tonello di Padova, molte sconosciute al grande pubblico, alcune esposte, nel 2005, nelle agenzie del Veneto dell’Istituto Bancario SanPaolo di Torino
Un’occasione per il pubblico padovano di ricordare e riscoprire un artista fortemente significativo nel panorama del secolo scorso, di cui hanno ammirato l’opera Tono Zancanaro, Ugo Nebbia e Giò Ponti, ma che è stato studiato con qualche attenzione solo in tempi recenti.
Toni Boni nasce a Padova nel 1907 e si diploma all’istituto d’arte Pietro Selvatico. Sebbene legato alla tradizione veneta, presenta una formazione di più ampio respiro. Numerose le presenze a rassegne d’arte nazionali e internazionali: nel 1937 partecipa alle Intersindacali; nel 1942, alla XXIII Biennale internazionale d’arte di Venezia (l’ultima prima della sospensione per la guerra); nel 1953, espone alla mostra Dopolavorista di Verona e nel 1965 alla IX Quadriennale nazionale d’arte di Roma.
Tra le opere presenti in Mostra: “La Gaetana”, una scultura in cotto, in parte policroma, che raffigura una popolana degli anni Cinquanta, conosciuta a Padova, che stazionava tra Prato della Valle e Piazza delle Erbe, allietando i passanti con le sue confidenze; “Il pugile sconfitto”, un’elegante scultura in cotto policromo iscrivibile nella stereotipia fascista e nell’estetica dell’uomo nuovo: nella sconfitta, l’atleta è pur sempre impetuoso, virile, giovane.
Negli apprezzati e originali graffiti su marmo nero sono raffigurate scene di vita cittadina e contadina come “L’accampamento di zingari”, premio Cassa di Risparmio del 1957; “Il lavoro nei campi”, esposto alla XXIII Biennale di Venezia; “La volata”, presente alla IX Quadriennale di Roma del 1965 e “Alle Padovanelle”, esplicito omaggio di Boni alla sua città e all’evasione.
Lo stile di questi lavori è prevalentemente solenne, puntuale, conciso ma, come scrive Maria Irma Mariotti ““sia pure inevitabilmente suggestionato, nella contrapposizione dei volumi e nella dinamica delle linee, dal linguaggio imperante di Arturo Martini, con grazia e leggerezza del tutto estranee alla pesante retorica del periodo e di sicura matrice veneta, Toni Boni seppe ugualmente giungere a interpretazioni originali di quelle che furono le maggiori istanze del ‘Novecento Italiano’, il movimento fondato nel 1922 da Sironi, Oppi, Funi, Marussing, Dudreville, Malerba, e presentato nel 1923 alla Biennale di Venezia da Margherita Sarfatti”.
Completano l’esposizione i disegni a colori, pastelli e inchiostri, le marine di Sottomarina, la spiaggia dove l’artista amava trascorrere le vacanze estive.
29
gennaio 2006
Toni Boni – Uno scultore veneto nel Novecento italiano
Dal 29 gennaio al 19 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTEFORUM
Padova, Via Domenico Turazza, 19, (Padova)
Padova, Via Domenico Turazza, 19, (Padova)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 15.30-20 o su appuntamento
Vernissage
29 Gennaio 2006, ore 11
Ufficio stampa
STUDIO DAL CERO
Autore