-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Toni Buso
Superata la boa del secolo (e del millennio), mentre ancora ci si interroga sul carattere del XX secolo e si guarda preoccupati alla difficoltà di dare un indirizzo teoretico al XXI, il dato più rilevante della cronaca dell’arte è la perenne attualità del “fanciullismo” come fondamento di molte ricerche estetiche, della persistente – voluta – incertezza tra “regola e caso” come strumento per fare arte astratta.
Toni Buso testimonia concretamente ed efficacemente questo spirito di ricerca della forma pura attraverso un linguaggio derivato dall’infanzia, elaborato in termini di “ingenuità” e costruito alla fine come ricerca di pura astrazione. I riferimenti di base sono infatti il mondo linguistico dell’infanzia, dai giochi ai disegni automatici, dalle incasellature dei quaderni alla rottura dei limiti del foglio; ma il procedimento compositivo si dirige poi verso una sensuale ricerca dei valori cromatici, dei toni continuamente diversificati, delle velature preziose, al limite di una sensuale ricerca della forma.
La griglia squadrata a cui l’opera viene asservita preventivamente, richiama infatti immediatamente i fogli che i bambini usano per i loro disegni: e, in qualche caso, il punto di partenza è proprio una composizione infantile realmente osservata. Ma, specialmente in alcune composizioni, sono i giochi canonici dell’infanzia (da quello dell’Oca al Monopoli, al “Campanone”, tanto per fare degli esempi) a tornare alla mente di fronte alla spaziatura quasi rigorosa dell’opera (prevalentemente su carta, non a caso) ed alla disposizione libera degli oggetti e delle forme, in quella condizione di indifferenziata simultaneità con cui nella mente di un bimbo si accavallano e si intrecciano i dati della breve memoria.
Toni Buso
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)