“La porta di Baghdad” (Bab el Baghdad) è un’imponente installazione in ferro, lamiera e acciaio. E’ dedicata ai diritti dell’uomo e contro la pena di morte.

Lo spettatore entra in questa cella alle pareti disseminate da fori di proiettile, al cui interno si trova un gancio in acciaio troncato a metà. E’ un’opera insolita a partire dal nome. Quello che dovrebbe essere un uscio, un passaggio che permette la comunicazione fra diverse realtà, si rivela invece un rivoltarsi labirintico di materiali che non lasciano spazio all’accesso.

Bab el Baghdad concorre al progetto artistico di Toni Zanussi, da sempre teso verso la denuncia dei mali dell’uomo sull’uomo. Angoscia, paura, tristezza e smarrimento sono i sentimenti che l’opera evoca e che inducono il visitatore a riflettere sulla condizione di sofferenza nella città devastata dalle bombe e dalla guerra. Al cappio spezzato all’interno della cella sono state impiccate tutte le certezze civili, il concetto di diritto e la sua applicazione democratica concreta. Scrive Toni Capuozzo all’interno del catalogo che accompagna l’esposizione:”Zanussi ha infilato l’anima di Baghdad nella cruna di queste lamiere, che ti attirano e ti soffocano, ma hanno curve e spiragli che lasciano filtrare una spietata promessa di paradiso”.

La porta di Baghdad apre l’esposizione di questo artista nel borgo di Clauiano, definito per il suo assetto urbano “uno dei borghi storici più belli d’Italia”. Negli interni dell’antica casa Piani Paladini prosegue l’esposizione dell’artista, con opere come “Canneto” e “Fames”, che confermano un fare espressivo inteso quale luogo privilegiato di relazione e comunicazione con problemi universali.