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Tonia Ciavarella – Prima di andarmene resto
I libri oggetto, di Tonia Ciavarella, si muovono oltre la dimensione quotidiana del linguaggio, superano le strettoie semantiche e sintattiche, che inevitabilmente caratterizzano la comunicazione denotativa quotidiana.
Comunicato stampa
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La Galleria Arianna Sartori di Mantova (via Ippolito Nievo, 10) presenta l’Artista Tonia Ciavarella con la personale “Prima di andarmene resto”. La mostra sarà inaugurata Sabato 23 settembre alle ore 17.00 alla presenza dell’Artista e con la presentazione di Gianfranco Ferlisi.
L’esposizione, curata da Arianna Sartori, sarà aperta al pubblico fino al 5 ottobre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Informazioni: Tel. 0376.324260 – info@ariannasartori.eu
Prima di andarmene resto - opere di Tonia Ciavarella
Qualche anno fa, proprio a Mantova, la Casa del Mantegna, con la mostra Guardare, raccontare, pensare, conservare, faceva il punto sul libro d’artista dagli anni Sessanta ai tempi nostri. Tonia lo sa bene: la sua produzione si confronta con un genere in cui si sono avventurati geni come Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Eugenio Miccini, Richard Long, Mirella Bentivoglio e persino Andy Warhol. Tuttavia, come spiega Anne Moeglin-Delcroix, occorre distinguere tra “libro d’artista” e “libro-oggetto”, che è un’opera unica realizzata con materiali insoliti, preziosi e ricercati. Il “libro oggetto”, diversamente dal libro d’artista, non si conserva infatti in biblioteca ma nei musei.
Questo necessario preambolo serve a calarci nella produzione di Tonia, in cui il supporto che rimanda al libro racconta le fantastiche risonanze della pittura, permettendo però che le parole indietreggino per lasciare, su ogni pagina, l’impronta della tessitura dell’anima. Le scritture “multicodice” di Tonia vogliono costruire infatti un dialogo ricco ma assolutamente intimo con chi ne accoglie lo spessore e la ricchezza: la parola vi si addensa in messaggi in cui si incrociano echi della poesia visiva e linguaggi oggettivamente diversi, come quello aniconico: i suoi libri oggetto si muovono oltre la dimensione quotidiana del linguaggio, superano le strettoie semantiche e sintattiche, che inevitabilmente caratterizzano la comunicazione denotativa quotidiana. Questo speciale livello comunicativo è il frutto di un raffinato lavoro di ricerca che si muove nel gran mare della contemporaneità: per questo i libri di Tonia “materializzano” la parola restituendo, allo stesso tempo, quello che, di per sé, è insito nella parola, il “messaggio”. Non ci illuda la forma e invano si trattenga l’atto istintivo dello sfogliare le pagine, bloccate nel custodire risorse interiori o nostalgie delle terre assolate di Puglia. È questo il linguaggio incantato di Rosso sedimento (2019), quasi un vero libro, il cui dorso di rosso velluto e la nera coperta accesa d’oro zecchino sono solcati da grafie da lontano Oriente. Allusioni al potere magico dei segni e alle loro virtù esoteriche? O piuttosto ideogrammi di un alfabeto informe che non può trasformarsi in testo? Perché, in effetti, è la forma complessiva dell’oggetto a comunicare sensi nascosti e tracce di storie perse nel gran magazzino delle memorie.
La finalità dell’artista è ovviamente creativa, votata a uno “strabismo” culturale che osserva sia i propri orizzonti specifici (la vita quotidiana, la scuola, i viaggi) sia l’universo artistico, perseguendo il massimo risultato immaginabile: così avviene nell’opera intitolata Viaggio 83 (2020), un taccuino, appunto, di viaggio, aperto ma non sfogliabile. Questo speciale carnet de voyage risulta leggibile nei pochi sbiaditi segni di grafite e nell’oro che luccica tra due pagine aperte: è un’allusione alla bellezza delle ore, a ciò che testimonia il piacere della scoperta. Ogni viaggio, del resto, dovrebbe presupporre un taccuino, un quadernetto in cui annotare le emozioni, quelle che regalano, qui, il senso dell’incanto di ogni tour, l’oro, appunto. L’oro è l’attimo catturato in una realtà che appartiene ai panorami emozionali, fluida e inafferrabile. L’oro è il tesoro scovato dove l’arcobaleno tocca la terra, e la terra diventa, in questo caso, la materialità dell’opera. Pagine 81 (2023) ripropone il modello del libro-scultura nel suo unicum eccentrico, non più portatore di informazioni, ma produttore di sensazioni. L’acrilico, la carta, la matita e la foglia d’oro rilanciano le declinazioni di sintagmi espressi in grafie enigmatiche. In questo caso il libro apre a raggiera le sue pagine, che si distribuiscono come le piume della ruota di un pavone troneggiante, belle come nelle soluzioni ricercate dei tappeti delle Mille e una notte. È la magica ruota di pagine di uno speciale piccolo quaderno d’artista, su cui screziature e tracce di colore nero richiamano una scrittura segnica. Il numero 81, nel titolo, rimanda a un ipotetico numero di pagine ancora da scrivere, pagine in cui l’identità del fare dialoga con l’identità dello spirito. Emerge in quest’opera il diario segreto di certe idee che la mente deve affrettarsi a fissare: poco importa che queste idee non siano in forma di scrittura e nemmeno di figura perché sono le grafie a creare lo spazio del possibile, anche con pochi segni essenziali. In Canto VII emerge invece un tentativo di dialogo tra luce e oscurità, dove la pittura ha la delicatezza di versi perennemente in bilico tra dire, sentire e trasmettere. L’acrilico, la grafite, la foglia di rame sono gli strumenti con cui Tonia scrive, a ridosso di un precipizio in cui l’anima sembra costantemente affacciarsi. La commistione tra l’elemento visivo e i rimandi ai versi e alla scrittura scardinano la rigidità della tradizione delle arti visive: è questo ciò che Tonia, sperimentando ritmi, pause e accenti, identifica nel libro oggetto e nel suo racconto della metamorfosi di senso della figurazione.
Così le sue Cartoline a oriente (2022), raccolte come souvenir di un viaggiatore e riunite in una sorta di album (altra versione del libro), ibridano i suoi oggetti con la memoria della mail art, un’esperienza che faceva leva sulla libertà rispetto a mercato, stilemi e mode. L’atto creativo dell’artista prosegue dunque nel recupero di esperienze storicizzate. Tante le opere e tante le scoperte ma poche le battute a disposizione… In tutte emerge costante un’autentica ispirazione dell’anima insieme a testimonianze nate in un ambito territoriale di pieno settentrione, che potrebbe apparire come un nonluogo tanto è lontano dal paese di provenienza dell’autrice. Ma è in questo nonluogo che l’artista ha sviluppato la propria autonomia: l’artista resta, a prescindere “da dove”: il suo luogo è quello in cui, con caparbietà e decisione, continua a sviluppare la propria ricerca verbo-visuale, nelle cui pieghe emergono inevitabilmente tracce di sé, del suo vissuto e di un futuro in cui la materia cromatica, il progetto, le suggestioni plastiche continueranno ad essere emanazione di un pensiero e concretizzazione di un gesto.
Gianfranco Ferlisi
Tonia Ciavarella
Nata a San Severo di Foggia nel 1964. Vive e lavora in provincia di Varese dal 1992. Ha frequentato vari corsi ed atelier tra cui il più significativo e riconosciuto quello presso il pittore colombiano Juan Leal-Ruiz; corso di disegno del nudo femminile presso l’Accademia di Brera di Milano; corso di scultura e manipolazione della creta presso l’atelier della scultrice Gisella Burderi a Busto Arsizio (VA).
Mostre collettive presso Associazione Sassetti a Milano (2000); V° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca (PG); collettiva di artisti selezionati al V° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca presso “Centro d’Arte e Cultura” Torre Strozzi a Modena (2000); collettiva di artisti presso l’associazione “Dedalos” a S.Severo (FG) e “Pensiero in movimento” a cura di F.Galli e S.Papa presso galleria “Postart” a Milano (2004); VII° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca (PG) (2005); VI° Premio Biennale libro d’artista Città di Cassino (2009); collettiva “Gli alberi della Casa Museo” a cura di Carmela Claps presso Casa Museo Sant’Alberto (RA) (2012); 11^, 12^, 13^ Rassegna Biennale Artisti Varesini presso Centro Culturale Concordia (Arsago Seprio, VA) (2013, 2015, 2017); Premio Arte Carlo Farioli -seconda edizione- a cura di Roberto Borghi, Francesco Marelli, Valentina Zaro, Elisabetta Farioli, Manuela Ciriacono a Busto Arsizio (VA) (2018); Premio Arte Carlo Farioli -terza edizione- a cura di Roberto Borghi, Francesco Marelli, Valentina Zaro, Cristina Toffolo De Piante, Elisabetta Farioli, Manuela Ciriacono a Busto Arsizio (VA) (2019); Chieti Poesia Festival di Poesia e di altri Linguaggi, a cura di Luigi Colagreco in collaborazione con GArt Gallery di Pescara (2021); ‘Sguardi d'autore’ in villa Borromeo / Arcore e pubblicazione catalogo ‘Orizzonte Italia- Collezione Arte Contemporanea- Artisti d'Italia’ (2022) con l'intervento all'inaugurazione di Felice Bonalumi.
Mostre personali a Gallarate “La nostra segretissima eclissi” a cura di Alessandro Castiglioni (2008); a Milano “Come fogli sulle parole” a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini presso Spazio Tadini (2013); a Gallarate “Trame di un viaggio” a cura di Lara Scandroglio e Fabrizio Galli (2014); a Busto Arsizio “Volevo essere una pagina bianca” a cura di Manuela Ciriacono (2018).
L’esposizione, curata da Arianna Sartori, sarà aperta al pubblico fino al 5 ottobre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Informazioni: Tel. 0376.324260 – info@ariannasartori.eu
Prima di andarmene resto - opere di Tonia Ciavarella
Qualche anno fa, proprio a Mantova, la Casa del Mantegna, con la mostra Guardare, raccontare, pensare, conservare, faceva il punto sul libro d’artista dagli anni Sessanta ai tempi nostri. Tonia lo sa bene: la sua produzione si confronta con un genere in cui si sono avventurati geni come Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Eugenio Miccini, Richard Long, Mirella Bentivoglio e persino Andy Warhol. Tuttavia, come spiega Anne Moeglin-Delcroix, occorre distinguere tra “libro d’artista” e “libro-oggetto”, che è un’opera unica realizzata con materiali insoliti, preziosi e ricercati. Il “libro oggetto”, diversamente dal libro d’artista, non si conserva infatti in biblioteca ma nei musei.
Questo necessario preambolo serve a calarci nella produzione di Tonia, in cui il supporto che rimanda al libro racconta le fantastiche risonanze della pittura, permettendo però che le parole indietreggino per lasciare, su ogni pagina, l’impronta della tessitura dell’anima. Le scritture “multicodice” di Tonia vogliono costruire infatti un dialogo ricco ma assolutamente intimo con chi ne accoglie lo spessore e la ricchezza: la parola vi si addensa in messaggi in cui si incrociano echi della poesia visiva e linguaggi oggettivamente diversi, come quello aniconico: i suoi libri oggetto si muovono oltre la dimensione quotidiana del linguaggio, superano le strettoie semantiche e sintattiche, che inevitabilmente caratterizzano la comunicazione denotativa quotidiana. Questo speciale livello comunicativo è il frutto di un raffinato lavoro di ricerca che si muove nel gran mare della contemporaneità: per questo i libri di Tonia “materializzano” la parola restituendo, allo stesso tempo, quello che, di per sé, è insito nella parola, il “messaggio”. Non ci illuda la forma e invano si trattenga l’atto istintivo dello sfogliare le pagine, bloccate nel custodire risorse interiori o nostalgie delle terre assolate di Puglia. È questo il linguaggio incantato di Rosso sedimento (2019), quasi un vero libro, il cui dorso di rosso velluto e la nera coperta accesa d’oro zecchino sono solcati da grafie da lontano Oriente. Allusioni al potere magico dei segni e alle loro virtù esoteriche? O piuttosto ideogrammi di un alfabeto informe che non può trasformarsi in testo? Perché, in effetti, è la forma complessiva dell’oggetto a comunicare sensi nascosti e tracce di storie perse nel gran magazzino delle memorie.
La finalità dell’artista è ovviamente creativa, votata a uno “strabismo” culturale che osserva sia i propri orizzonti specifici (la vita quotidiana, la scuola, i viaggi) sia l’universo artistico, perseguendo il massimo risultato immaginabile: così avviene nell’opera intitolata Viaggio 83 (2020), un taccuino, appunto, di viaggio, aperto ma non sfogliabile. Questo speciale carnet de voyage risulta leggibile nei pochi sbiaditi segni di grafite e nell’oro che luccica tra due pagine aperte: è un’allusione alla bellezza delle ore, a ciò che testimonia il piacere della scoperta. Ogni viaggio, del resto, dovrebbe presupporre un taccuino, un quadernetto in cui annotare le emozioni, quelle che regalano, qui, il senso dell’incanto di ogni tour, l’oro, appunto. L’oro è l’attimo catturato in una realtà che appartiene ai panorami emozionali, fluida e inafferrabile. L’oro è il tesoro scovato dove l’arcobaleno tocca la terra, e la terra diventa, in questo caso, la materialità dell’opera. Pagine 81 (2023) ripropone il modello del libro-scultura nel suo unicum eccentrico, non più portatore di informazioni, ma produttore di sensazioni. L’acrilico, la carta, la matita e la foglia d’oro rilanciano le declinazioni di sintagmi espressi in grafie enigmatiche. In questo caso il libro apre a raggiera le sue pagine, che si distribuiscono come le piume della ruota di un pavone troneggiante, belle come nelle soluzioni ricercate dei tappeti delle Mille e una notte. È la magica ruota di pagine di uno speciale piccolo quaderno d’artista, su cui screziature e tracce di colore nero richiamano una scrittura segnica. Il numero 81, nel titolo, rimanda a un ipotetico numero di pagine ancora da scrivere, pagine in cui l’identità del fare dialoga con l’identità dello spirito. Emerge in quest’opera il diario segreto di certe idee che la mente deve affrettarsi a fissare: poco importa che queste idee non siano in forma di scrittura e nemmeno di figura perché sono le grafie a creare lo spazio del possibile, anche con pochi segni essenziali. In Canto VII emerge invece un tentativo di dialogo tra luce e oscurità, dove la pittura ha la delicatezza di versi perennemente in bilico tra dire, sentire e trasmettere. L’acrilico, la grafite, la foglia di rame sono gli strumenti con cui Tonia scrive, a ridosso di un precipizio in cui l’anima sembra costantemente affacciarsi. La commistione tra l’elemento visivo e i rimandi ai versi e alla scrittura scardinano la rigidità della tradizione delle arti visive: è questo ciò che Tonia, sperimentando ritmi, pause e accenti, identifica nel libro oggetto e nel suo racconto della metamorfosi di senso della figurazione.
Così le sue Cartoline a oriente (2022), raccolte come souvenir di un viaggiatore e riunite in una sorta di album (altra versione del libro), ibridano i suoi oggetti con la memoria della mail art, un’esperienza che faceva leva sulla libertà rispetto a mercato, stilemi e mode. L’atto creativo dell’artista prosegue dunque nel recupero di esperienze storicizzate. Tante le opere e tante le scoperte ma poche le battute a disposizione… In tutte emerge costante un’autentica ispirazione dell’anima insieme a testimonianze nate in un ambito territoriale di pieno settentrione, che potrebbe apparire come un nonluogo tanto è lontano dal paese di provenienza dell’autrice. Ma è in questo nonluogo che l’artista ha sviluppato la propria autonomia: l’artista resta, a prescindere “da dove”: il suo luogo è quello in cui, con caparbietà e decisione, continua a sviluppare la propria ricerca verbo-visuale, nelle cui pieghe emergono inevitabilmente tracce di sé, del suo vissuto e di un futuro in cui la materia cromatica, il progetto, le suggestioni plastiche continueranno ad essere emanazione di un pensiero e concretizzazione di un gesto.
Gianfranco Ferlisi
Tonia Ciavarella
Nata a San Severo di Foggia nel 1964. Vive e lavora in provincia di Varese dal 1992. Ha frequentato vari corsi ed atelier tra cui il più significativo e riconosciuto quello presso il pittore colombiano Juan Leal-Ruiz; corso di disegno del nudo femminile presso l’Accademia di Brera di Milano; corso di scultura e manipolazione della creta presso l’atelier della scultrice Gisella Burderi a Busto Arsizio (VA).
Mostre collettive presso Associazione Sassetti a Milano (2000); V° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca (PG); collettiva di artisti selezionati al V° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca presso “Centro d’Arte e Cultura” Torre Strozzi a Modena (2000); collettiva di artisti presso l’associazione “Dedalos” a S.Severo (FG) e “Pensiero in movimento” a cura di F.Galli e S.Papa presso galleria “Postart” a Milano (2004); VII° Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi a Parlesca (PG) (2005); VI° Premio Biennale libro d’artista Città di Cassino (2009); collettiva “Gli alberi della Casa Museo” a cura di Carmela Claps presso Casa Museo Sant’Alberto (RA) (2012); 11^, 12^, 13^ Rassegna Biennale Artisti Varesini presso Centro Culturale Concordia (Arsago Seprio, VA) (2013, 2015, 2017); Premio Arte Carlo Farioli -seconda edizione- a cura di Roberto Borghi, Francesco Marelli, Valentina Zaro, Elisabetta Farioli, Manuela Ciriacono a Busto Arsizio (VA) (2018); Premio Arte Carlo Farioli -terza edizione- a cura di Roberto Borghi, Francesco Marelli, Valentina Zaro, Cristina Toffolo De Piante, Elisabetta Farioli, Manuela Ciriacono a Busto Arsizio (VA) (2019); Chieti Poesia Festival di Poesia e di altri Linguaggi, a cura di Luigi Colagreco in collaborazione con GArt Gallery di Pescara (2021); ‘Sguardi d'autore’ in villa Borromeo / Arcore e pubblicazione catalogo ‘Orizzonte Italia- Collezione Arte Contemporanea- Artisti d'Italia’ (2022) con l'intervento all'inaugurazione di Felice Bonalumi.
Mostre personali a Gallarate “La nostra segretissima eclissi” a cura di Alessandro Castiglioni (2008); a Milano “Come fogli sulle parole” a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini presso Spazio Tadini (2013); a Gallarate “Trame di un viaggio” a cura di Lara Scandroglio e Fabrizio Galli (2014); a Busto Arsizio “Volevo essere una pagina bianca” a cura di Manuela Ciriacono (2018).
23
settembre 2023
Tonia Ciavarella – Prima di andarmene resto
Dal 23 settembre al 05 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Vernissage
23 Settembre 2023, ore 17.00
Autore
Curatore
Autore testo critico