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Tonino Guerra – Un po’ di brodo e due pere
la mostra comprende incisioni, puntesecche e acqueforti del celebre sceneggiatore, poeta e artista romagnolo, e plaquettes realizzate per il Maestro da Federico Santini, stampatore d’arte formatosi alla Scuola di Urbino.
Comunicato stampa
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UN PO’ DI BRODO E DUE PERE di Tonino Guerra
e SPIRITI DI OLIMPIA di Paritani da domani a Gorizia
Verrà inaugurata domani 15 luglio alle 12 – subito dopo la conferenza stampa di presentazione della 29° edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica “Sergio Amidei” – la mostra Un po’ di brodo e due pere dedicata alle opere d’arte realizzate dallo sceneggiatore e poeta Tonino Guerra ospitata nell’atrio del Comune di Gorizia (Piazza del Municipio, 1).
Sempre domani, ma nel pomeriggio, si terrà l’opening di un’altra interessante mostra inserita negli eventi collaterali del Premio Amidei: Spiriti di Olimpia di Paritani ospitata ai Musei Provinciali (Borgo Castello) di Gorizia.
Si arricchisce dunque il già poderoso programma del Festival con una serie di eventi collaterali ed eventi speciali che intendono indagare in maniera sempre più completa e capillare la figura dello sceneggiatore, nel lavoro così come nella vita privata.
UN PO’ DI BRODO E DUE PERE di Tonino Guerra
Curata da Federico Santini e Annalia Delneri, la mostra è organizzata dal Comune di Gorizia in collaborazione con il Premio Amidei e si sviluppa negli spazi espositivi dell’atrio del Palazzo del Comune di Gorizia. Comprende incisioni, puntesecche e acqueforti del celebre sceneggiatore, poeta e artista romagnolo, e plaquettes realizzate per il Maestro da Federico Santini, stampatore d’arte formatosi alla Scuola di Urbino.
Riferendosi alle sue opere figurative, lo sceneggiatore afferma: “Quando ero giovane ho cominciato a fare dei piccoli acquarelli, si trattava di cose molto semplici. In me comunque sono nate prima le parole, anche se ho cominciato a disegnare abbastanza presto. Poi c’è stata la prigionia e la parola ha preso il sopravvento. Credo che quello di essere un poeta sia il mio desiderio maggiore. E nelle cose che faccio, mi pare ci sia un po’ di quell’impronta. Sono sempre stato legato all’immagine. Per un certo periodo della mia vita mi sono fatto tenere compagnia dal desiderio di far vedere delle figure, delle cose, e sono ricorso ai pastelli. In seguito mi sono sempre più affezionato a questo interesse, e pur sapendo di non essere Picasso, sono sempre stato consapevole che la mia strada è stata costantemente accompagnata da immagini. Le mie opere vogliono solo tenere compagnia, sono come degli appunti, dei racconti, delle poesie, delle storie che possono rendere più dolci le pareti e suggerire favole”.
Guerra ha scritto alcuni dei più grandi capolavori di Michelangelo Antonioni; è stato sceneggiatore per De Sica, Fellini, Monicelli e molti altri e, come ricorda l’amica Rita Giannini, “alla pittura ha sempre guardato con distrazione, come fosse un gioco con cui trastullare il desiderio degli amici di ricevere da lui un dono […]. I suoi disegni nascono sempre come regalo, siano essi posti sulla seconda di copertina di un suo libro o su un foglio dotato di propria autonomia. Disegna ma non si considera un pittore, ama farlo ma lo ritiene un passatempo personale”. Solo nel 2001 Tonino Guerra accetta di esporre parte dei suoi acquarelli, pastelli e incisioni. La prima mostra, dal titolo Con la poesia alle spalle, tenutasi in una nota galleria di Rimini, ha rafforzato la sua convinzione di essere prima di tutto un poeta e solo marginalmente un artista dell’immagine.
Come afferma il noto critico d’arte Armando Ginesi: “credo che Tonino Guerra non attribuisca molta importanza ai suoi pastelli. Egli li colloca forse in coda alla graduatoria dei tanti prodotti del suo genio creativo […] ritenendoli respiri di vita segreta […]. Ebbene se è così (e sono convinto che lo sia) Guerra sbaglia di molto, perché questi lavori costituiscono in realtà, la testimonianza chiara e qualitativamente valida della sua ricca sensibilità poetica.”.
TONINO GUERRA_profilo
Tonino Guerra nasce a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1920. Studia e diventa maestro elementare. Nei primi anni Cinquanta si trasferisce a Roma e dà avvio alla sua carriera di sceneggiatore che conta, ad oggi, un centinaio di copioni. Nel 1989 si trasferisce a Pennabili, nel Montefeltro, dove vive tuttora. Inizia a comporre versi in lingua romagnola durante la prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germani. Parte di quelle poesie confluiranno nel suo primo libro I Scarabocc del 1946. Una delle sue prime sceneggiature è Uomini e lupi di De Santis nel 1957, poi dà inizio a una serie di illustri collaborazioni con Vittorio De Sica (Matrimonio all’italiana, 1964; Amanti, 1968; I girasoli, 1969), Elio Petri (L’assassino, 1961; I giorni contati, 1962; La decima vittima, 1965; Un tranquillo posto di campagna, 1968), Mario Monicelli (Casanova 70, 1965; Le fate, 1966; Caro Michele, 1976; Il male oscuro, 1990), Franco Giraldi (La supertestimone, 1971; Gli ordini sono ordini, 1972). Scrive i copioni per tutti i film di Francesco Rosi, da C’era una volta (1967) a La tregua (1997) e di Theo Angelopulos a partire da Viaggio a Cytera (1984). Anche Paolo e Vittorio Taviani, Marco Bellocchio, Alberto Lattuada, Damiano Damiani, Mauro Bolognini, Franco Indovina hanno potuto beneficiare della sua poesia verbale e visiva. Fondamentale, infine, è l’intreccio creativo con altri due importanti registi suoi corregionali. Con Federico Fellini firma Amarcord (1973), E la nave va (1983) e Ginger e Fred (1985). Con Michelangelo Antonioni crea un sodalizio artistico a partire dal 1959 con L’avventura. Da allora tutti i film di Antonioni portano la sua firma, ad eccezione di Professione: Reporter (1975). Un altro incontro umano e professionale importante è quello nel 1979 con Andrej Tarkovskij. Nel luglio di quell’anno, con il regista russo inizia a girare Tempo di viaggio (un documentario per la RAI) e a ideare Nostalghia (1983). Nell’aprile 1980 Tarkovskij torna in Italia per ritirare il David di Donatello per Lo Specchio (1974) e per terminare il lavoro iniziato l’anno prima, e non farà mai più ritorno in patria. Nel dramma dell’esilio, Tonino Guerra sarà un amico sincero che lo appoggerà e aiuterà in ogni momento. Ora che, come è solito ripetere: “il cinema si sta allontanando da lui” e non viceversa, continua in realtà ad essere estremamente attivo in tutte le forme espressive in cui ha canalizzato la sua dirompente creatività. Si dedica alla pittura e all’ideazione artistica realizzando allestimenti, installazioni, mostre, parchi e fontane. Nel 2003 ha sceneggiato il film d’animazione francese Il cane e il suo generale, per la regia di Francis Nielsen e basato sui disegni del russo Sergej Barkhin. Nel 2004 ha ricevuto il riconoscimento come Migliore sceneggiatore europeo, assegnatogli a Strasburgo dall’Unione degli Sceneggiatori Europei.
e SPIRITI DI OLIMPIA di Paritani da domani a Gorizia
Verrà inaugurata domani 15 luglio alle 12 – subito dopo la conferenza stampa di presentazione della 29° edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica “Sergio Amidei” – la mostra Un po’ di brodo e due pere dedicata alle opere d’arte realizzate dallo sceneggiatore e poeta Tonino Guerra ospitata nell’atrio del Comune di Gorizia (Piazza del Municipio, 1).
Sempre domani, ma nel pomeriggio, si terrà l’opening di un’altra interessante mostra inserita negli eventi collaterali del Premio Amidei: Spiriti di Olimpia di Paritani ospitata ai Musei Provinciali (Borgo Castello) di Gorizia.
Si arricchisce dunque il già poderoso programma del Festival con una serie di eventi collaterali ed eventi speciali che intendono indagare in maniera sempre più completa e capillare la figura dello sceneggiatore, nel lavoro così come nella vita privata.
UN PO’ DI BRODO E DUE PERE di Tonino Guerra
Curata da Federico Santini e Annalia Delneri, la mostra è organizzata dal Comune di Gorizia in collaborazione con il Premio Amidei e si sviluppa negli spazi espositivi dell’atrio del Palazzo del Comune di Gorizia. Comprende incisioni, puntesecche e acqueforti del celebre sceneggiatore, poeta e artista romagnolo, e plaquettes realizzate per il Maestro da Federico Santini, stampatore d’arte formatosi alla Scuola di Urbino.
Riferendosi alle sue opere figurative, lo sceneggiatore afferma: “Quando ero giovane ho cominciato a fare dei piccoli acquarelli, si trattava di cose molto semplici. In me comunque sono nate prima le parole, anche se ho cominciato a disegnare abbastanza presto. Poi c’è stata la prigionia e la parola ha preso il sopravvento. Credo che quello di essere un poeta sia il mio desiderio maggiore. E nelle cose che faccio, mi pare ci sia un po’ di quell’impronta. Sono sempre stato legato all’immagine. Per un certo periodo della mia vita mi sono fatto tenere compagnia dal desiderio di far vedere delle figure, delle cose, e sono ricorso ai pastelli. In seguito mi sono sempre più affezionato a questo interesse, e pur sapendo di non essere Picasso, sono sempre stato consapevole che la mia strada è stata costantemente accompagnata da immagini. Le mie opere vogliono solo tenere compagnia, sono come degli appunti, dei racconti, delle poesie, delle storie che possono rendere più dolci le pareti e suggerire favole”.
Guerra ha scritto alcuni dei più grandi capolavori di Michelangelo Antonioni; è stato sceneggiatore per De Sica, Fellini, Monicelli e molti altri e, come ricorda l’amica Rita Giannini, “alla pittura ha sempre guardato con distrazione, come fosse un gioco con cui trastullare il desiderio degli amici di ricevere da lui un dono […]. I suoi disegni nascono sempre come regalo, siano essi posti sulla seconda di copertina di un suo libro o su un foglio dotato di propria autonomia. Disegna ma non si considera un pittore, ama farlo ma lo ritiene un passatempo personale”. Solo nel 2001 Tonino Guerra accetta di esporre parte dei suoi acquarelli, pastelli e incisioni. La prima mostra, dal titolo Con la poesia alle spalle, tenutasi in una nota galleria di Rimini, ha rafforzato la sua convinzione di essere prima di tutto un poeta e solo marginalmente un artista dell’immagine.
Come afferma il noto critico d’arte Armando Ginesi: “credo che Tonino Guerra non attribuisca molta importanza ai suoi pastelli. Egli li colloca forse in coda alla graduatoria dei tanti prodotti del suo genio creativo […] ritenendoli respiri di vita segreta […]. Ebbene se è così (e sono convinto che lo sia) Guerra sbaglia di molto, perché questi lavori costituiscono in realtà, la testimonianza chiara e qualitativamente valida della sua ricca sensibilità poetica.”.
TONINO GUERRA_profilo
Tonino Guerra nasce a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1920. Studia e diventa maestro elementare. Nei primi anni Cinquanta si trasferisce a Roma e dà avvio alla sua carriera di sceneggiatore che conta, ad oggi, un centinaio di copioni. Nel 1989 si trasferisce a Pennabili, nel Montefeltro, dove vive tuttora. Inizia a comporre versi in lingua romagnola durante la prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germani. Parte di quelle poesie confluiranno nel suo primo libro I Scarabocc del 1946. Una delle sue prime sceneggiature è Uomini e lupi di De Santis nel 1957, poi dà inizio a una serie di illustri collaborazioni con Vittorio De Sica (Matrimonio all’italiana, 1964; Amanti, 1968; I girasoli, 1969), Elio Petri (L’assassino, 1961; I giorni contati, 1962; La decima vittima, 1965; Un tranquillo posto di campagna, 1968), Mario Monicelli (Casanova 70, 1965; Le fate, 1966; Caro Michele, 1976; Il male oscuro, 1990), Franco Giraldi (La supertestimone, 1971; Gli ordini sono ordini, 1972). Scrive i copioni per tutti i film di Francesco Rosi, da C’era una volta (1967) a La tregua (1997) e di Theo Angelopulos a partire da Viaggio a Cytera (1984). Anche Paolo e Vittorio Taviani, Marco Bellocchio, Alberto Lattuada, Damiano Damiani, Mauro Bolognini, Franco Indovina hanno potuto beneficiare della sua poesia verbale e visiva. Fondamentale, infine, è l’intreccio creativo con altri due importanti registi suoi corregionali. Con Federico Fellini firma Amarcord (1973), E la nave va (1983) e Ginger e Fred (1985). Con Michelangelo Antonioni crea un sodalizio artistico a partire dal 1959 con L’avventura. Da allora tutti i film di Antonioni portano la sua firma, ad eccezione di Professione: Reporter (1975). Un altro incontro umano e professionale importante è quello nel 1979 con Andrej Tarkovskij. Nel luglio di quell’anno, con il regista russo inizia a girare Tempo di viaggio (un documentario per la RAI) e a ideare Nostalghia (1983). Nell’aprile 1980 Tarkovskij torna in Italia per ritirare il David di Donatello per Lo Specchio (1974) e per terminare il lavoro iniziato l’anno prima, e non farà mai più ritorno in patria. Nel dramma dell’esilio, Tonino Guerra sarà un amico sincero che lo appoggerà e aiuterà in ogni momento. Ora che, come è solito ripetere: “il cinema si sta allontanando da lui” e non viceversa, continua in realtà ad essere estremamente attivo in tutte le forme espressive in cui ha canalizzato la sua dirompente creatività. Si dedica alla pittura e all’ideazione artistica realizzando allestimenti, installazioni, mostre, parchi e fontane. Nel 2003 ha sceneggiato il film d’animazione francese Il cane e il suo generale, per la regia di Francis Nielsen e basato sui disegni del russo Sergej Barkhin. Nel 2004 ha ricevuto il riconoscimento come Migliore sceneggiatore europeo, assegnatogli a Strasburgo dall’Unione degli Sceneggiatori Europei.
15
luglio 2010
Tonino Guerra – Un po’ di brodo e due pere
Dal 15 luglio al primo agosto 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO COMUNALE
Gorizia, Piazza Municipio, 1, (Gorizia)
Gorizia, Piazza Municipio, 1, (Gorizia)
Vernissage
15 Luglio 2010, ore 12
Ufficio stampa
SAMANTHA PUNIS
Autore
Curatore