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Tony Cragg a Boboli
Continua la serie di mostre di scultura contemporanea al Giardino di Boboli, stavolta con uno dei massimi nomi in campo internazionale, Tony Cragg. Il cuore del suo lavoro si ispira ai fenomeni generativi della materia, con risultati di un virtuosismo quasi tardo barocco, dalla forte componente tattile
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tony Cragg a Boboli
Firenze, Giardino di Boboli, 5 maggio-27 ottobre 2019
a cura di Eike D. Schmidt, Chiara Toti e Jon Wood
Geysers di acciaio brillante si stagliano contro il cielo di Firenze, dalla
ghiaia e tra le siepi spuntano stalagmiti di bronzo di apparenza
preistorica e giganteschi fiori di resina, steli colossali e candidissimi,
eruzioni collinari e forme ellittiche, intrecci colossali di immaginarie
foreste fossili, colate di metallo che sussultano, si torcono e si
ripiegano, colte nell’ultima fase molle prima di rapprendersi: le sculture
monumentali di Tony Cragg propongono un dialogo inaspettato,
tra associazioni e dissonanze, con l’ordinata natura del Giardino
di Boboli e con il panorama della città, tra il loro tessuto storico
stratificatissimo, fragile e organizzato e la forza primordiale
della materia scultorea.
La mostra Tony Cragg a Boboli presenta sedici opere del maestro
inglese, uno dei più noti e acclamati esponenti della scultura
contemporanea, disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino,
per raccontare gli ultimi venti anni del lavoro dell’artista, dal
1997 ad oggi. Con la loro imponente ma poetica presenza esse
accompagnano il visitatore in un percorso tra stupore e conoscenza,
che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture
stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le inaspettate
presenze plastiche che ora spuntano d’un tratto negli spiazzi e sui
prati del Giardino di Boboli – nei pressi della Grotta del
Buontalenti, nell’Anfinteatro, di fronte alla Palazzina della
Meridiana e via dicendo – rivelassero d’un tratto l’energia e
l’insopprimibile forza sotterranea di queste colline, di questi
scorci familiari e confortanti, ordinati da architetti e giardinieri nel corso dei secoli. Ma ecco, con le sculture di Cragg, che la Materia
si affianca alla Storia, spiazzandoci. Il ruolo che Tony Cragg
attribuisce alla scultura è proprio questo: partendo da un’incessante e
inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente
che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi.
“È la prima volta che un grande museo italiano dedica una mostra
monografica a Tony Cragg” commenta Eike Schmidt, direttore
delle Gallerie degli Uffizi “e il Giardino di Boboli, con le sue
meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente
razionale, è il teatro perfetto per questa mostra. Infatti il tema della
scultura nel parco, centrale nella poetica dell’artista, include
necessariamente forme ispirate alla natura e alla sua forza misteriosa,
che Cragg crea per suscitare una reazione forte nell’osservatore, che
sia di pura emozione o di interpretazione intellettuale”.
Nato a Liverpool nel 1949, Tony Cragg vive e lavora dal 1977 in
Germania, a Wuppertal. Qui si trova il suo studio e non lontano lo
Skulpturenpark Waldfrieden, vivace centro espositivo dedicato alla
scultura contemporanea, al quale ha dato vita nel 2008. Attivo sulla
scena artistica dalla fine degli anni Settanta, Cragg ha oggi all’attivo
decine di mostre in gallerie, musei, parchi di tutto il mondo nonché la
partecipazione alle principali rassegne d’arte contemporanea come
Documenta o la Biennale di Venezia. Per molto tempo ha affiancato
l’attività artistica all’insegnamento presso la Kunstakademie Düsseldorf
e la Universität der Künste (UdK) di Berlino. Ha ricevuto numerosi
premi e onorificenze tra cui i prestigiosissimi Turner Prize (1988),
Shakespeare Prize (2001), e il Praemium Imperiale for Sculpture
(2007).
Firenze, Giardino di Boboli, 5 maggio-27 ottobre 2019
a cura di Eike D. Schmidt, Chiara Toti e Jon Wood
Geysers di acciaio brillante si stagliano contro il cielo di Firenze, dalla
ghiaia e tra le siepi spuntano stalagmiti di bronzo di apparenza
preistorica e giganteschi fiori di resina, steli colossali e candidissimi,
eruzioni collinari e forme ellittiche, intrecci colossali di immaginarie
foreste fossili, colate di metallo che sussultano, si torcono e si
ripiegano, colte nell’ultima fase molle prima di rapprendersi: le sculture
monumentali di Tony Cragg propongono un dialogo inaspettato,
tra associazioni e dissonanze, con l’ordinata natura del Giardino
di Boboli e con il panorama della città, tra il loro tessuto storico
stratificatissimo, fragile e organizzato e la forza primordiale
della materia scultorea.
La mostra Tony Cragg a Boboli presenta sedici opere del maestro
inglese, uno dei più noti e acclamati esponenti della scultura
contemporanea, disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino,
per raccontare gli ultimi venti anni del lavoro dell’artista, dal
1997 ad oggi. Con la loro imponente ma poetica presenza esse
accompagnano il visitatore in un percorso tra stupore e conoscenza,
che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture
stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le inaspettate
presenze plastiche che ora spuntano d’un tratto negli spiazzi e sui
prati del Giardino di Boboli – nei pressi della Grotta del
Buontalenti, nell’Anfinteatro, di fronte alla Palazzina della
Meridiana e via dicendo – rivelassero d’un tratto l’energia e
l’insopprimibile forza sotterranea di queste colline, di questi
scorci familiari e confortanti, ordinati da architetti e giardinieri nel corso dei secoli. Ma ecco, con le sculture di Cragg, che la Materia
si affianca alla Storia, spiazzandoci. Il ruolo che Tony Cragg
attribuisce alla scultura è proprio questo: partendo da un’incessante e
inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente
che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi.
“È la prima volta che un grande museo italiano dedica una mostra
monografica a Tony Cragg” commenta Eike Schmidt, direttore
delle Gallerie degli Uffizi “e il Giardino di Boboli, con le sue
meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente
razionale, è il teatro perfetto per questa mostra. Infatti il tema della
scultura nel parco, centrale nella poetica dell’artista, include
necessariamente forme ispirate alla natura e alla sua forza misteriosa,
che Cragg crea per suscitare una reazione forte nell’osservatore, che
sia di pura emozione o di interpretazione intellettuale”.
Nato a Liverpool nel 1949, Tony Cragg vive e lavora dal 1977 in
Germania, a Wuppertal. Qui si trova il suo studio e non lontano lo
Skulpturenpark Waldfrieden, vivace centro espositivo dedicato alla
scultura contemporanea, al quale ha dato vita nel 2008. Attivo sulla
scena artistica dalla fine degli anni Settanta, Cragg ha oggi all’attivo
decine di mostre in gallerie, musei, parchi di tutto il mondo nonché la
partecipazione alle principali rassegne d’arte contemporanea come
Documenta o la Biennale di Venezia. Per molto tempo ha affiancato
l’attività artistica all’insegnamento presso la Kunstakademie Düsseldorf
e la Universität der Künste (UdK) di Berlino. Ha ricevuto numerosi
premi e onorificenze tra cui i prestigiosissimi Turner Prize (1988),
Shakespeare Prize (2001), e il Praemium Imperiale for Sculpture
(2007).
04
maggio 2019
Tony Cragg a Boboli
Dal 04 maggio al 27 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
GIARDINO DI BOBOLI
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
intero € 10.00; ridotto € 2.00 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 e i 25 anni
Orario di apertura
lunedì - domenica 8.15 – 18.30 (maggio, settembre, ottobre); ore 8.15 - 19.30
(giugno, luglio, agosto);
chiuso primo e ultimo lunedì del mese
Vernissage
4 Maggio 2019, su invito
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Autore
Curatore