Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tony Favre – Il Mondo in Bilico
Inaugurazione del laboratorio artigiano con le opere di Tony Favre
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 1 Giugno 2013 a Genova Carignano dalle 17.30 in Via Fieschi 150 – 152 rosso (Angolo con Piazza Carignano; 0108356037 ; www.lisolaoronero.it ) inaugura il nuovo negozio (e galleria d’arte , dicono i bene informati ed i bene impressionati dall’opera dell’ artigiano ed artista Tony Favre) de L’ Isola Oro Nero che fino a poco tempo dimorava a Molassana nell’omonima via. Il laboratorio artigiano di Paola e Tony Favre opera a Genova ormai da molti anni e con le sue intuizioni artistico commerciali , fra i quali la lavorazione artistica dell’ardesia ha svolto e svolge ancora un ruolo di originale stimolo per la diffusione nella ligustica pietra nera .
Si sono aggiunti poi negli anni la bigiotteria , parigina o realizzata da Paola su proprio design , e la corniceria contribuendo , con originalità e passione artistica , a fare del proprio negozio un affollato centro di incontro di appassionati del bello, non ….comune.
Recentemente la svolta più artistica di Tony : la voglia creativa si è sostanziata nella creazione della saga de “Il Mondo in Bilico” (e si che gli artisti anticipano gli eventi !) che lo ha portato al successo con richieste boom . Del “Mondo in Bilico” ne scrive l’ esperto Andrea Becca più avanti.
L’inaugurazione del nuovo negozio coincide con la messa in Mostra di una ventina di opere , grafiche e non , che saranno esposte poi il 7/8/9 Giugno 2013 a Parigi all’edizione primaverile del Salon “Art Shopping” di Parigi (http://www.salon-artshopping.com/fiche-galerie/queen-art-studio-158.htm) , la prima fiera d'Arte aperta al Carrousel du Louvre : 300 gallerie e gli artisti che presentano le loro opere a più di 9000 visitatori acquirenti di arte contemporanea. pittura, scultura, disegno, foto, arte digitale (http://www.carrouseldulouvre.com/W/do/centre/accueil ).
La manifestazione si conferma uno dei più importanti eventi nel mercato dell’arte europeo con più di un terzo di opere vendute tra gli espositori presenti alla Fiera. Nata per rendere accessibile l’Arte Contemporanea al grande pubblico, l’iniziativa permette agli artisti di indiscusso talento, anche se non ancora affermati, di proporre le proprie opere ai visitatori e alla vasta platea dei collezionisti. Tony Favre sarà parte importante della Galleria Queen Art Studio di Padova diretta dall’esperta Gallerista Maria Grazia Todaro che ha già contribuito non poco all’affermazione di Tony Favre che attualmente sta ricevendo inviti ad esporre in Germania, Svizzera e anche in molte città italiane (http://www.queenartstudio.it/in-programmazione )
PROFILO DI TONY FAVRE
Di Andrea Becca
(Bologna)
Tony Favre nasce ad Aosta il 17 dicembre 1958.
Come tutti gli artisti, Tony non ha un curriculum scolastico lineare e accademico. La vita e l’arte sono materie che si “fanno” oltre lo studio tradizionale. O, meglio, “si vive per vivere, non per prepararsi a vivere” come diceva Boris Pasternak.
La sua preparazione avviene a cavallo tra l’Italia e la Francia; si perfeziona nel frequentare gli atelier degli artisti transalpini e si ottimizza durante le prime esposizioni giovanili.
Trasferendosi a Genova agli inizi degli anni ’80, Tony inaugura una nuova fase della sua vita insieme alla sua compagna e artista Paola Sambo. La luminosità della Liguria, influenza le sue opere che esplodono per la solarità dei colori e la comunicatività delle forme.
Una forza espressiva che Favre coltiva anche per il decennio successivo e che lo porta – nel 2010 – anche a sperimentazioni nel campo della grafica.
Tony coltiva, nel frattempo, una fantastica capacità artigiana del taglio dell’ardesia. Nelle sue mani, la pietra prende forma e si articola in emozioni. Favre è così in grado di far parlare la roccia o trasformarla in silouettes evocative.
Anche grazie a questa sua capacità, nel 2011 nasce il progetto “Il mondo in bilico”, che si sviluppa in bassorilievi, quadri e opere grafiche. Inizialmente questa opera nasce proprio sfruttando la forza scura dell’ardesia. Tuttavia, Tony ne fa detonare le potenzialità dandogli colore ed esaltandone le forme grazie a uno sfondo dalle colorazioni oniriche. La semplicità del soggetto si trasforma nelle mani di Favre in un’opera affascinante e grande comunicatività. Un impatto cui l’osservatore non rimane indifferente e si sta gradatamente trasformando in un grande successo di pubblico. Un incoraggiamento che sorprende lo stesso Tony e che lo spinge ad approfondire la sua ricerca in una serie di brillanti variazioni sul tema.
Abbiamo chiesto a Tony in quale direzione lo stia portando il suo lavoro ma, naturalmente, l’artista non ha saputo risponderci. La sua ricerca è nella rappresentazione del presente e il futuro, all’interno della sua dimensione, non esiste.
Diciamoci la verità, oggi Favre vive solo ufficialmente nella sua Genova, per ulteriori contatti e informazioni è necessario rivolgersi alla capitaneria del porto di Genova per parsi indicare la rotta verso il suo “mondo in bilico”. E’ qui che Tony sta vivendo il suo sogno e, forse, la nostra realtà.
PRESENTAZIONE
IL MONDO IN BILICO DI TONY FAVRE
“Tutta la notte ho dormito con te,
vicino al mare, nell’isola,
tra il fuoco e l’acqua.”
La notte nell’Isola – Pablo Neruda
Dalla capacità immaginativa e fattuale di Tony Favre oggi è possibile vivere in un nuovo, straordinario, mondo. Un mondo evocativo, fatto di un piccolo e colorato nucleo di casette: un villaggio arroccato su un’isola nel mare.
Si tratta di un’opera semplice e di grande successo. Per quale ragione? Cosa suscita in noi questa immagine?
L'isola non va intesa come un luogo ben definito. Da sempre le isole possono essere considerate come uno scenario fuori dal tempo, volto a rappresentare anche un'interpretazione metafisica della vita. Così, è piacevole sorprendersi a stupirsi nell’avvicinarci a una realtà piccola e sconosciuta. Il quadro ci trasporta in un luogo onirico, dove potremmo trovarci tutti noi, in una sorta di ultimo rifugio.
L’isola è già di per sé una metafora. Di volta in volta è stata proposta come immagine della lontananza, della purezza, della costrizione e dell’imprigionamento, dello stato di natura o di un ambiente claustrofobico… Spesso sono state usate immagini contrastanti, capaci di evocare forti sentimenti perché la definizione di questa realtà avviene sempre in base a elementi di forte evocatività. Da un punto vista squisitamente letterario e artistico, un’isola è un’entità che non può passare inosservata. L’isola si definisce in rapporto con il mondo circostante: si caratterizza come una realtà assoluta e autonoma da ciò che la circonda, stabilendone un nesso che la denota.
Partendo dall’isola ridente e ottimista di Favre, può sorgere il piacere di scoprire da dove venga l’ispirazione per la realizzazione di quest’opera. Basta sfogliare qualche pagina di letteratura per trovare le molte isole suggestive che popolano il nostro immaginario collettivo.
Si tratta di un viaggio che, personalmente, comincerei dall’isola di Cipro, l’isola da cui è nata Venere, la dea della bellezza. Un punto di imbarco da cui possiamo partire per le rotte della mitologia greca che toccano sicuramente l’isola di Creta – con la leggenda del Minotauro – e l’isola di Lesbo, la patria di Saffo e Alcione. Tutte isole la cui luminosità ricordano molto le ambientazioni di Favre.
Da qui è possibile perdersi per le isole della pura favola, come l’Isola che non c’è di Peter Pan, un personaggio letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie nel 1902. Come tutti sanno, si tratta di un bambino che vola e si rifiuta di crescere, trascorrendo un'avventurosa infanzia senza fine sull'Isola che non c'è, come capo di una banda di Bimbi Sperduti, in compagnia di sirene, indiani, fate e pirati.
Meno nota, ma altrettanto fantastica è L’isola del tempo perso immaginata dalla scrittrice per ragazzi, Silvana Gandolfi. Un'isola che raccoglie tutto ciò che si perde sulla terra: non solo gli oggetti e le persone ma anche la memoria, la speranza, la pazienza, l'ispirazione, il coraggio e il filo del discorso. Le protagoniste di questa storia sono due ragazze, Giulia e Arianna. Durante una gita in una miniera, Arianna s'infila in un cunicolo per accudire a un cucciolo di pipistrello, Giulia la segue e le due si perdono e sono inghiottite all'interno di un crepaccio. Si ritrovano misteriosamente in un'isola con un vulcano; dalla sabbia nera sulla spiaggia affiorano tantissimi oggetti abbandonati; il tempo scorre lentissimo: i tramonti e le notti di luna durano giorni. Dopo un po’ le due amiche scoprono di essere arrivate nell’"Isola del Tempo Perso" dove finiscono tutte le cose e le persone che sulla terra si sono smarrite. Anche il tempo è perso per divertimento e il piacevole ozio si trasforma in zampilli di lava energizzante o in terribili fumi neri - il tempo sprecato - che stordiscono gli abitanti dell'isola fino a ridurli a stupidi cannibali.
Oppure possiamo pensare all’isola intesa come microcosmo da cui ripartire. Come l’isola Mass a Tiera, oggi rinominata Isola di Robinson Crusoe. Tutti conoscono la trama del romanzo di Daniel Dafoe e le vicende del suo eroe Crusoe con il suo amico/servo Venerdì. Si tratta di una vicenda che ha preso ispirazione da un fatto vero accaduto al marinaio scozzese Alexander Selkirk che aveva trascorso quattro anni e quattro mesi in solitudine su una delle Isole Juan Fernández.
Tra le isole da scoprire, è da citare l’isola Lincoln dove è ambientato il romanzo L’isola misteriosa - Jules Verne. Un’isola vulcanica su cui cinque fuggitivi trovano rifugio dove, con l'aiuto del geniale ingegnere Smith, in grado di mantenersi sull'isola, producendo di tutto: fuoco, ceramiche, mattoni, nitroglicerina, ferro e semplici allarmi elettrici.
Poi esistono le isole come metafora dell’oscurità e del mistero. Ad esempio, L'isola del dottor Moreau di Herbert George Wells, dove uno scienziato impazzito e crudele effettua esperimenti su animali e uomini vivisezionandoli.
Passando per l’isola di Oahu (Hawaii) dove è stato girato l’inquietante serial televisivo, Lost. In questo costoso e importante serial televisivo, il 22 settembre 2004 l'aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines, in volo da Sydney a Los Angeles, si schianta presso un'Isola apparentemente disabitata. I quarantotto sopravvissuti si accampano sulla spiaggia e si organizzano per resistere fino all'arrivo dei soccorsi, che però tardano ad arrivare. Ben presto, però, scoprono che il loro aereo è uscito dalla rotta prevista di circa mille miglia e che l'isola è teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili. Nel tentativo di trovare un modo per fuggire, si renderanno conto che altre persone, prima di loro, sono naufragate su quell'isola e probabilmente sono ancora lì.
Proprio come ne Il signore delle mosche, di Golding, dove un gruppo di ragazzi inglesi, di non più di dodici anni sono gli unici sopravvissuti a un incidente aereo occorso mentre erano in volo di evacuazione durante un imminente conflitto planetario. Naufraghi su un'isola del Pacifico, i ragazzi si mettono subito all'opera per organizzarsi, ma, tentando di imitare le regole del mondo degli adulti, finiranno per trasformare quello che poteva essere definito come un paradiso terrestre in un vero inferno, dove emergono paure irrazionali e comportamenti selvaggi.
Più vicina a noi è l’Isola di Montecristo resa celebre dal romanzo di Dumas, Il conte di Montecristo, che permetterà il riscatto e la vendetta di Edmond contro i suoi importanti aguzzini francesi. Oltre al romanzo classico francese, quest’isola ha una storia affascinante in sé. Infatti, Nel 1852 un inglese, George Watson-Taylor, acquistò l'isola e trasformò Cala Maestra in un vero giardino. I pochi fabbricati moderni di Montecristo risalgono a questo periodo. L'isola fu poi acquistata dal Governo italiano il 3 giugno 1869 per la somma di 100.000 lire dal proprietario Watson-Taylor. Infatti l'isola venne saccheggiata nel 1860 da alcuni esuli italiani residenti a Londra, i quali erano accorsi in Italia per arruolarsi con i garibaldini, ma erano naufragati nei pressi dell'isola. Di fronte all'ingente somma di denaro richiesta dal proprietario in riparazione dei danni, il Governo ritenne più opportuno acquistare l'isola, per altro disabitata. Dopo vari tentativi falliti di colonizzazione, nel 1878, il Governo italiano vi insediò una colonia penale, succursale di quella di Pianosa.
Mi piace terminare questo viaggio ispiratomi dall’opera di Favre, sull’isola di Procida vista con gli occhi di Elsa Morante, in un romanzo che non ebbe una vita facile al suo esordio, L’isola di Arturo. Qui, il protagonista, Arturo Gerace vive tutta l’infanzia e l’adolescenza in una sorta di selvaggio e dolce isolamento. L'isola racchiude tutto il suo mondo, e tutti gli altri luoghi esistono per lui solo nella dimensione della leggenda. Passa il suo tempo a leggere storie sugli “eccellenti condottieri”, a studiare l’atlante per progettare i suoi viaggi futuri e a fare fantasie sulla figura del padre che crede il più grande eroe della storia. Tuttavia, proprio il padre gli imporrà la presenza di una giovanissima matrigna e di un fratellino che faranno crescere Arturo verso il mondo degli adulti.
Di isola in isola, il viaggio di Favre ci trasporta piacevolmente nel mondo attuale. Un mondo che ha guarda con preoccupazione all’orizzonte e non riesce a immaginarsi una storia per il proprio futuro. Una situazione di cui si percepisce l’incertezza e la precarietà, ma in cui – nello stesso tempo – si potrebbe ricominciare ad apprezzare valori che il capitalismo sfrenato sembrava averci fatto perdere: ad esempio il sapersi aiutare a vicenda, l’ingenuità, la vicinanza, la semplicità e la riduzione degli sprechi.
La metafora di Favre ha dunque più letture che si possono svolgere su più livelli. I suoi villaggi, in bilico in un mare luminoso, possono anche diventare uno spazio di riflessione personale simpatico e intenso.
Tutto sommato, Favre ci svela una visione positiva di un mondo sempre in bilico, sempre rinnovantesi e che ci coinvolge tutti. Così, penso sia importante concludere questa mia presentazione con una celebre poesia di Donne:
“Nessun uomo è un’isola,
intero in sé stesso.
Ogni uomo è un pezzo di continente,
una parte della terra.
Se una zolla viene portata via dall’onda del mare,
la terra ne è diminuita,
come se un promontorio fosse stato al suo posto,
o la dimora di un amico o la tua stessa casa.
Ogni morte di un uomo mi diminuisce,
perché io partecipo dell’umanità.
Così non chiedere mai per chi suona la campana:
sta suonando per te.”
John Donne
Si sono aggiunti poi negli anni la bigiotteria , parigina o realizzata da Paola su proprio design , e la corniceria contribuendo , con originalità e passione artistica , a fare del proprio negozio un affollato centro di incontro di appassionati del bello, non ….comune.
Recentemente la svolta più artistica di Tony : la voglia creativa si è sostanziata nella creazione della saga de “Il Mondo in Bilico” (e si che gli artisti anticipano gli eventi !) che lo ha portato al successo con richieste boom . Del “Mondo in Bilico” ne scrive l’ esperto Andrea Becca più avanti.
L’inaugurazione del nuovo negozio coincide con la messa in Mostra di una ventina di opere , grafiche e non , che saranno esposte poi il 7/8/9 Giugno 2013 a Parigi all’edizione primaverile del Salon “Art Shopping” di Parigi (http://www.salon-artshopping.com/fiche-galerie/queen-art-studio-158.htm) , la prima fiera d'Arte aperta al Carrousel du Louvre : 300 gallerie e gli artisti che presentano le loro opere a più di 9000 visitatori acquirenti di arte contemporanea. pittura, scultura, disegno, foto, arte digitale (http://www.carrouseldulouvre.com/W/do/centre/accueil ).
La manifestazione si conferma uno dei più importanti eventi nel mercato dell’arte europeo con più di un terzo di opere vendute tra gli espositori presenti alla Fiera. Nata per rendere accessibile l’Arte Contemporanea al grande pubblico, l’iniziativa permette agli artisti di indiscusso talento, anche se non ancora affermati, di proporre le proprie opere ai visitatori e alla vasta platea dei collezionisti. Tony Favre sarà parte importante della Galleria Queen Art Studio di Padova diretta dall’esperta Gallerista Maria Grazia Todaro che ha già contribuito non poco all’affermazione di Tony Favre che attualmente sta ricevendo inviti ad esporre in Germania, Svizzera e anche in molte città italiane (http://www.queenartstudio.it/in-programmazione )
PROFILO DI TONY FAVRE
Di Andrea Becca
(Bologna)
Tony Favre nasce ad Aosta il 17 dicembre 1958.
Come tutti gli artisti, Tony non ha un curriculum scolastico lineare e accademico. La vita e l’arte sono materie che si “fanno” oltre lo studio tradizionale. O, meglio, “si vive per vivere, non per prepararsi a vivere” come diceva Boris Pasternak.
La sua preparazione avviene a cavallo tra l’Italia e la Francia; si perfeziona nel frequentare gli atelier degli artisti transalpini e si ottimizza durante le prime esposizioni giovanili.
Trasferendosi a Genova agli inizi degli anni ’80, Tony inaugura una nuova fase della sua vita insieme alla sua compagna e artista Paola Sambo. La luminosità della Liguria, influenza le sue opere che esplodono per la solarità dei colori e la comunicatività delle forme.
Una forza espressiva che Favre coltiva anche per il decennio successivo e che lo porta – nel 2010 – anche a sperimentazioni nel campo della grafica.
Tony coltiva, nel frattempo, una fantastica capacità artigiana del taglio dell’ardesia. Nelle sue mani, la pietra prende forma e si articola in emozioni. Favre è così in grado di far parlare la roccia o trasformarla in silouettes evocative.
Anche grazie a questa sua capacità, nel 2011 nasce il progetto “Il mondo in bilico”, che si sviluppa in bassorilievi, quadri e opere grafiche. Inizialmente questa opera nasce proprio sfruttando la forza scura dell’ardesia. Tuttavia, Tony ne fa detonare le potenzialità dandogli colore ed esaltandone le forme grazie a uno sfondo dalle colorazioni oniriche. La semplicità del soggetto si trasforma nelle mani di Favre in un’opera affascinante e grande comunicatività. Un impatto cui l’osservatore non rimane indifferente e si sta gradatamente trasformando in un grande successo di pubblico. Un incoraggiamento che sorprende lo stesso Tony e che lo spinge ad approfondire la sua ricerca in una serie di brillanti variazioni sul tema.
Abbiamo chiesto a Tony in quale direzione lo stia portando il suo lavoro ma, naturalmente, l’artista non ha saputo risponderci. La sua ricerca è nella rappresentazione del presente e il futuro, all’interno della sua dimensione, non esiste.
Diciamoci la verità, oggi Favre vive solo ufficialmente nella sua Genova, per ulteriori contatti e informazioni è necessario rivolgersi alla capitaneria del porto di Genova per parsi indicare la rotta verso il suo “mondo in bilico”. E’ qui che Tony sta vivendo il suo sogno e, forse, la nostra realtà.
PRESENTAZIONE
IL MONDO IN BILICO DI TONY FAVRE
“Tutta la notte ho dormito con te,
vicino al mare, nell’isola,
tra il fuoco e l’acqua.”
La notte nell’Isola – Pablo Neruda
Dalla capacità immaginativa e fattuale di Tony Favre oggi è possibile vivere in un nuovo, straordinario, mondo. Un mondo evocativo, fatto di un piccolo e colorato nucleo di casette: un villaggio arroccato su un’isola nel mare.
Si tratta di un’opera semplice e di grande successo. Per quale ragione? Cosa suscita in noi questa immagine?
L'isola non va intesa come un luogo ben definito. Da sempre le isole possono essere considerate come uno scenario fuori dal tempo, volto a rappresentare anche un'interpretazione metafisica della vita. Così, è piacevole sorprendersi a stupirsi nell’avvicinarci a una realtà piccola e sconosciuta. Il quadro ci trasporta in un luogo onirico, dove potremmo trovarci tutti noi, in una sorta di ultimo rifugio.
L’isola è già di per sé una metafora. Di volta in volta è stata proposta come immagine della lontananza, della purezza, della costrizione e dell’imprigionamento, dello stato di natura o di un ambiente claustrofobico… Spesso sono state usate immagini contrastanti, capaci di evocare forti sentimenti perché la definizione di questa realtà avviene sempre in base a elementi di forte evocatività. Da un punto vista squisitamente letterario e artistico, un’isola è un’entità che non può passare inosservata. L’isola si definisce in rapporto con il mondo circostante: si caratterizza come una realtà assoluta e autonoma da ciò che la circonda, stabilendone un nesso che la denota.
Partendo dall’isola ridente e ottimista di Favre, può sorgere il piacere di scoprire da dove venga l’ispirazione per la realizzazione di quest’opera. Basta sfogliare qualche pagina di letteratura per trovare le molte isole suggestive che popolano il nostro immaginario collettivo.
Si tratta di un viaggio che, personalmente, comincerei dall’isola di Cipro, l’isola da cui è nata Venere, la dea della bellezza. Un punto di imbarco da cui possiamo partire per le rotte della mitologia greca che toccano sicuramente l’isola di Creta – con la leggenda del Minotauro – e l’isola di Lesbo, la patria di Saffo e Alcione. Tutte isole la cui luminosità ricordano molto le ambientazioni di Favre.
Da qui è possibile perdersi per le isole della pura favola, come l’Isola che non c’è di Peter Pan, un personaggio letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie nel 1902. Come tutti sanno, si tratta di un bambino che vola e si rifiuta di crescere, trascorrendo un'avventurosa infanzia senza fine sull'Isola che non c'è, come capo di una banda di Bimbi Sperduti, in compagnia di sirene, indiani, fate e pirati.
Meno nota, ma altrettanto fantastica è L’isola del tempo perso immaginata dalla scrittrice per ragazzi, Silvana Gandolfi. Un'isola che raccoglie tutto ciò che si perde sulla terra: non solo gli oggetti e le persone ma anche la memoria, la speranza, la pazienza, l'ispirazione, il coraggio e il filo del discorso. Le protagoniste di questa storia sono due ragazze, Giulia e Arianna. Durante una gita in una miniera, Arianna s'infila in un cunicolo per accudire a un cucciolo di pipistrello, Giulia la segue e le due si perdono e sono inghiottite all'interno di un crepaccio. Si ritrovano misteriosamente in un'isola con un vulcano; dalla sabbia nera sulla spiaggia affiorano tantissimi oggetti abbandonati; il tempo scorre lentissimo: i tramonti e le notti di luna durano giorni. Dopo un po’ le due amiche scoprono di essere arrivate nell’"Isola del Tempo Perso" dove finiscono tutte le cose e le persone che sulla terra si sono smarrite. Anche il tempo è perso per divertimento e il piacevole ozio si trasforma in zampilli di lava energizzante o in terribili fumi neri - il tempo sprecato - che stordiscono gli abitanti dell'isola fino a ridurli a stupidi cannibali.
Oppure possiamo pensare all’isola intesa come microcosmo da cui ripartire. Come l’isola Mass a Tiera, oggi rinominata Isola di Robinson Crusoe. Tutti conoscono la trama del romanzo di Daniel Dafoe e le vicende del suo eroe Crusoe con il suo amico/servo Venerdì. Si tratta di una vicenda che ha preso ispirazione da un fatto vero accaduto al marinaio scozzese Alexander Selkirk che aveva trascorso quattro anni e quattro mesi in solitudine su una delle Isole Juan Fernández.
Tra le isole da scoprire, è da citare l’isola Lincoln dove è ambientato il romanzo L’isola misteriosa - Jules Verne. Un’isola vulcanica su cui cinque fuggitivi trovano rifugio dove, con l'aiuto del geniale ingegnere Smith, in grado di mantenersi sull'isola, producendo di tutto: fuoco, ceramiche, mattoni, nitroglicerina, ferro e semplici allarmi elettrici.
Poi esistono le isole come metafora dell’oscurità e del mistero. Ad esempio, L'isola del dottor Moreau di Herbert George Wells, dove uno scienziato impazzito e crudele effettua esperimenti su animali e uomini vivisezionandoli.
Passando per l’isola di Oahu (Hawaii) dove è stato girato l’inquietante serial televisivo, Lost. In questo costoso e importante serial televisivo, il 22 settembre 2004 l'aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines, in volo da Sydney a Los Angeles, si schianta presso un'Isola apparentemente disabitata. I quarantotto sopravvissuti si accampano sulla spiaggia e si organizzano per resistere fino all'arrivo dei soccorsi, che però tardano ad arrivare. Ben presto, però, scoprono che il loro aereo è uscito dalla rotta prevista di circa mille miglia e che l'isola è teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili. Nel tentativo di trovare un modo per fuggire, si renderanno conto che altre persone, prima di loro, sono naufragate su quell'isola e probabilmente sono ancora lì.
Proprio come ne Il signore delle mosche, di Golding, dove un gruppo di ragazzi inglesi, di non più di dodici anni sono gli unici sopravvissuti a un incidente aereo occorso mentre erano in volo di evacuazione durante un imminente conflitto planetario. Naufraghi su un'isola del Pacifico, i ragazzi si mettono subito all'opera per organizzarsi, ma, tentando di imitare le regole del mondo degli adulti, finiranno per trasformare quello che poteva essere definito come un paradiso terrestre in un vero inferno, dove emergono paure irrazionali e comportamenti selvaggi.
Più vicina a noi è l’Isola di Montecristo resa celebre dal romanzo di Dumas, Il conte di Montecristo, che permetterà il riscatto e la vendetta di Edmond contro i suoi importanti aguzzini francesi. Oltre al romanzo classico francese, quest’isola ha una storia affascinante in sé. Infatti, Nel 1852 un inglese, George Watson-Taylor, acquistò l'isola e trasformò Cala Maestra in un vero giardino. I pochi fabbricati moderni di Montecristo risalgono a questo periodo. L'isola fu poi acquistata dal Governo italiano il 3 giugno 1869 per la somma di 100.000 lire dal proprietario Watson-Taylor. Infatti l'isola venne saccheggiata nel 1860 da alcuni esuli italiani residenti a Londra, i quali erano accorsi in Italia per arruolarsi con i garibaldini, ma erano naufragati nei pressi dell'isola. Di fronte all'ingente somma di denaro richiesta dal proprietario in riparazione dei danni, il Governo ritenne più opportuno acquistare l'isola, per altro disabitata. Dopo vari tentativi falliti di colonizzazione, nel 1878, il Governo italiano vi insediò una colonia penale, succursale di quella di Pianosa.
Mi piace terminare questo viaggio ispiratomi dall’opera di Favre, sull’isola di Procida vista con gli occhi di Elsa Morante, in un romanzo che non ebbe una vita facile al suo esordio, L’isola di Arturo. Qui, il protagonista, Arturo Gerace vive tutta l’infanzia e l’adolescenza in una sorta di selvaggio e dolce isolamento. L'isola racchiude tutto il suo mondo, e tutti gli altri luoghi esistono per lui solo nella dimensione della leggenda. Passa il suo tempo a leggere storie sugli “eccellenti condottieri”, a studiare l’atlante per progettare i suoi viaggi futuri e a fare fantasie sulla figura del padre che crede il più grande eroe della storia. Tuttavia, proprio il padre gli imporrà la presenza di una giovanissima matrigna e di un fratellino che faranno crescere Arturo verso il mondo degli adulti.
Di isola in isola, il viaggio di Favre ci trasporta piacevolmente nel mondo attuale. Un mondo che ha guarda con preoccupazione all’orizzonte e non riesce a immaginarsi una storia per il proprio futuro. Una situazione di cui si percepisce l’incertezza e la precarietà, ma in cui – nello stesso tempo – si potrebbe ricominciare ad apprezzare valori che il capitalismo sfrenato sembrava averci fatto perdere: ad esempio il sapersi aiutare a vicenda, l’ingenuità, la vicinanza, la semplicità e la riduzione degli sprechi.
La metafora di Favre ha dunque più letture che si possono svolgere su più livelli. I suoi villaggi, in bilico in un mare luminoso, possono anche diventare uno spazio di riflessione personale simpatico e intenso.
Tutto sommato, Favre ci svela una visione positiva di un mondo sempre in bilico, sempre rinnovantesi e che ci coinvolge tutti. Così, penso sia importante concludere questa mia presentazione con una celebre poesia di Donne:
“Nessun uomo è un’isola,
intero in sé stesso.
Ogni uomo è un pezzo di continente,
una parte della terra.
Se una zolla viene portata via dall’onda del mare,
la terra ne è diminuita,
come se un promontorio fosse stato al suo posto,
o la dimora di un amico o la tua stessa casa.
Ogni morte di un uomo mi diminuisce,
perché io partecipo dell’umanità.
Così non chiedere mai per chi suona la campana:
sta suonando per te.”
John Donne
01
giugno 2013
Tony Favre – Il Mondo in Bilico
01 giugno 2013
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
L’ISOLA ORO NERO
Genova, Via Fieschi, 150-152, (Genova)
Genova, Via Fieschi, 150-152, (Genova)
Vernissage
1 Giugno 2013, ore 17.30
Autore