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Tra il figurativo e l’informale
Una mostra borderline tra il figurativo e l’informale a cui partecipano artisti che hanno sviluppato un proprio linguaggio caratterizzato da contaminazioni derivanti da entrambi gli ambiti.
Comunicato stampa
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In questa collettiva sono riuniti sei artisti che, partendo da radici e orientamenti culturali differenti, hanno saputo caratterizzarsi per una ricerca pittorica all’insegna del superamento dei tradizionali steccati esistenti fra le tante correnti artistiche.
Il denominatore comune fra questi pittori lo si può definire come un’insofferenza alle regole che diviene, per una sorta di interiore cortocircuito, come regola essa stessa. E’ così che la forza e l’istintualità dell’informale diviene uno stimolo all’innovazione per “figurativi” come Patriarca, Lombardo, Leroy e Avanzi, mentre per gli “informali” Chiesa e Ritzow l’elemento “figurativo” diviene un elemento di rottura se non di spaesamento.
A ben vedere poi la stessa dicitura di pittore “figurativo” o “informale” sta stretta a ciascuno di loro, o quantomeno risulta riduttiva, così come la classificazione all’interno di una specifica matrice.
Questi sei artisti, come collettivo, si sono dati la denominazione di “Gruppo Arte Moderna”, vuoi per ritrovarsi sotto una definizione ampia abbastanza da abbracciare le molteplicità degli stimoli e degli influssi riscontrabili nella produzione di ognuno, vuoi per sentirsi “moderni” con un pizzico di ironia (quando ormai la modernità appare superata oggi dal voler essere “contemporanei” a tutti i costi). E poi, guarda caso “Artemoderna”, è il nome della casa d’aste cui partecipano i sei artisti, insieme ad altri “storici” non più in vita.
Una breve presentazione di ognuno (in ordine alfabetico):
Paolo Avanzi. Frammentazione e deformazione sono gli elementi che contraddistinguono il suo stile, unitamente ad un effetto “a specchio” per cui le sue figure (uomini e donne) risultano come filtrate attraverso dei vetri. C’è una ricerca gestuale di tipo espressionistico che subentra a quella di tecnologico-digitale da cui scaturiscono le singole immagini .
Renato Natale Chiesa. Le sfere, che campeggiano su sfondi magmatici con straordinari effetti d’ombra, costituiscono un’icona della sua arte. In sottile equilibrio fra informale e figurativo, l’arte di Chiesa è caratterizzata da una continua dialettica fra l’elemento noto anzi notissimo (l’oggetto di consumo, la star hollywoodiana…) e l’elemento ignoto raffigurato come forze oscure in continuo divenire.
Alain Leroy. Nelle sue figure femminili e ancor più nei suoi paesaggi urbani emerge una forte connotazione erotica accentuata dall’elemento astratto che prende le forme di un dissolvimento o di una scomposizione dell’elemento figurativo. E’ un gioco di “vedere” e “non vedere” che stuzzica l’immaginazione suggerendo inusuali prospettive.
Milo Lombardo. La sua produzione si colloca entro un figurativo fatto di continue digressioni e trasgressioni nell’informale, dove quest’ultimo è il particolare (cioè la pennellata istintiva e sapiente) in cui si scompone il quadro di insieme carico di tonalità lussureggianti e di esotiche emozioni.
Amato Patriarca. Tutta l’energia della civiltà multimediale penetra sulle sue tele con una forza dirompente. E’ la televisione, con le sue deformazioni magnetiche, che essa stessa diviene pittura rappresentativa del mondo contemporaneo. E proprio tali deformazioni costituiscono il marchio inconfondibile di questo grande artista.
Charlotte Ritzow. E’ un figurativo completamente immerso nell’informale ciò che caratterizza questa artista di Berlino. L’apertura e la chiusura (rappresentate da chiavi e da cerniere) sono gli elementi che, in un gioco di contrasti, dominano la tela prendendo forza da una pittura istintiva quanto ricercata negli effetti cromatici.
.
Paolo Avanzi
Il denominatore comune fra questi pittori lo si può definire come un’insofferenza alle regole che diviene, per una sorta di interiore cortocircuito, come regola essa stessa. E’ così che la forza e l’istintualità dell’informale diviene uno stimolo all’innovazione per “figurativi” come Patriarca, Lombardo, Leroy e Avanzi, mentre per gli “informali” Chiesa e Ritzow l’elemento “figurativo” diviene un elemento di rottura se non di spaesamento.
A ben vedere poi la stessa dicitura di pittore “figurativo” o “informale” sta stretta a ciascuno di loro, o quantomeno risulta riduttiva, così come la classificazione all’interno di una specifica matrice.
Questi sei artisti, come collettivo, si sono dati la denominazione di “Gruppo Arte Moderna”, vuoi per ritrovarsi sotto una definizione ampia abbastanza da abbracciare le molteplicità degli stimoli e degli influssi riscontrabili nella produzione di ognuno, vuoi per sentirsi “moderni” con un pizzico di ironia (quando ormai la modernità appare superata oggi dal voler essere “contemporanei” a tutti i costi). E poi, guarda caso “Artemoderna”, è il nome della casa d’aste cui partecipano i sei artisti, insieme ad altri “storici” non più in vita.
Una breve presentazione di ognuno (in ordine alfabetico):
Paolo Avanzi. Frammentazione e deformazione sono gli elementi che contraddistinguono il suo stile, unitamente ad un effetto “a specchio” per cui le sue figure (uomini e donne) risultano come filtrate attraverso dei vetri. C’è una ricerca gestuale di tipo espressionistico che subentra a quella di tecnologico-digitale da cui scaturiscono le singole immagini .
Renato Natale Chiesa. Le sfere, che campeggiano su sfondi magmatici con straordinari effetti d’ombra, costituiscono un’icona della sua arte. In sottile equilibrio fra informale e figurativo, l’arte di Chiesa è caratterizzata da una continua dialettica fra l’elemento noto anzi notissimo (l’oggetto di consumo, la star hollywoodiana…) e l’elemento ignoto raffigurato come forze oscure in continuo divenire.
Alain Leroy. Nelle sue figure femminili e ancor più nei suoi paesaggi urbani emerge una forte connotazione erotica accentuata dall’elemento astratto che prende le forme di un dissolvimento o di una scomposizione dell’elemento figurativo. E’ un gioco di “vedere” e “non vedere” che stuzzica l’immaginazione suggerendo inusuali prospettive.
Milo Lombardo. La sua produzione si colloca entro un figurativo fatto di continue digressioni e trasgressioni nell’informale, dove quest’ultimo è il particolare (cioè la pennellata istintiva e sapiente) in cui si scompone il quadro di insieme carico di tonalità lussureggianti e di esotiche emozioni.
Amato Patriarca. Tutta l’energia della civiltà multimediale penetra sulle sue tele con una forza dirompente. E’ la televisione, con le sue deformazioni magnetiche, che essa stessa diviene pittura rappresentativa del mondo contemporaneo. E proprio tali deformazioni costituiscono il marchio inconfondibile di questo grande artista.
Charlotte Ritzow. E’ un figurativo completamente immerso nell’informale ciò che caratterizza questa artista di Berlino. L’apertura e la chiusura (rappresentate da chiavi e da cerniere) sono gli elementi che, in un gioco di contrasti, dominano la tela prendendo forza da una pittura istintiva quanto ricercata negli effetti cromatici.
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Paolo Avanzi
13
settembre 2008
Tra il figurativo e l’informale
Dal 13 al 25 settembre 2008
Location
ART ACTION
Bresso, Via Dante Alighieri, 15a, (Milano)
Bresso, Via Dante Alighieri, 15a, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato ore 18.00 - 20.00
Vernissage
13 Settembre 2008, ore 18.30
Sito web
www.gerourso.com
Autore
Curatore