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Tracce svelate 2011: Paola Marinelli – Fotografare
Parto con leggerezza – aiutata dalla facilità di poter scattare molte foto senza impegno – con la voglia di vedere altro, di cogliere scorci inediti delle cose. Mi attirano i dettagli, anche di elementi insignificanti, le cui forme dicono di più.
Comunicato stampa
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Fotografare
Parto con leggerezza – aiutata dalla facilità di poter scattare molte foto senza impegno – con la voglia di vedere altro, di cogliere scorci inediti delle cose. Mi attirano i dettagli, anche di elementi insignificanti, le cui forme dicono di più: a seconda di come sono inquadrate, dei rapporti in cui vengono messe (lo sfondo, la luce, le ripetizioni di andamenti, …), del quadro in cui sono intagliate, emerge una qualità profonda, estetica, vitale.
E’ un’estetica intrinseca, una bellezza che è, e che deve solo essere vista.
L’atto di fotografare mi permette di vivere l’apparire di una bellezza sottostante al mondo, come una trama vitale di sottofondo che percorre tutto, esseri viventi – e quindi forme organiche – e esseri inanimati. Perfino le forme, i colori artificiali possono essere contaminati dalla vita…
Una sorta di epifania: le piccole forme, i dettagli del mondo parlano di una magnificenza sottile e potente di cui partecipano, e che nella grande dimensione, nell’abbondanza del molto non è facile cogliere.
Fotografare mi acquieta, mi soddisfa, mi fa sentire testimone di qualcosa di importante.
Non è tanto il fissare le immagini, in una sorta di anti-tempo, che mi prende, anche se c’è il percepire una nuova vita di ciò che fotografo nelle immagini che emergono, è piuttosto un consentire a ciò che è nascosto di mostrarsi.
Esso non ne ha intenzione, esiste comunque e non fa richieste.
Per questo l’operazione è gratuita, è un dono reciproco: alle creature, un riconoscimento di valore, a me perché mi è consentito di accedere a quel livello più segreto, e di goderne.
Scopro che c’è un termine che attiene a questa esperienza: trasfigurazione. Attraverso un ingrandimento e un taglio che rendono l’immagine qualcos’altro, ciò che è stato fotografato si mostra diverso.
Da un essere qualunque, diventa qualcosa di speciale, perdendo la sua configurazione originaria, quotidiana, e acquisendone una nuova, che possiede un valore in più, dato dal modo in cui è vista e rappresentata.
Parto con leggerezza – aiutata dalla facilità di poter scattare molte foto senza impegno – con la voglia di vedere altro, di cogliere scorci inediti delle cose. Mi attirano i dettagli, anche di elementi insignificanti, le cui forme dicono di più: a seconda di come sono inquadrate, dei rapporti in cui vengono messe (lo sfondo, la luce, le ripetizioni di andamenti, …), del quadro in cui sono intagliate, emerge una qualità profonda, estetica, vitale.
E’ un’estetica intrinseca, una bellezza che è, e che deve solo essere vista.
L’atto di fotografare mi permette di vivere l’apparire di una bellezza sottostante al mondo, come una trama vitale di sottofondo che percorre tutto, esseri viventi – e quindi forme organiche – e esseri inanimati. Perfino le forme, i colori artificiali possono essere contaminati dalla vita…
Una sorta di epifania: le piccole forme, i dettagli del mondo parlano di una magnificenza sottile e potente di cui partecipano, e che nella grande dimensione, nell’abbondanza del molto non è facile cogliere.
Fotografare mi acquieta, mi soddisfa, mi fa sentire testimone di qualcosa di importante.
Non è tanto il fissare le immagini, in una sorta di anti-tempo, che mi prende, anche se c’è il percepire una nuova vita di ciò che fotografo nelle immagini che emergono, è piuttosto un consentire a ciò che è nascosto di mostrarsi.
Esso non ne ha intenzione, esiste comunque e non fa richieste.
Per questo l’operazione è gratuita, è un dono reciproco: alle creature, un riconoscimento di valore, a me perché mi è consentito di accedere a quel livello più segreto, e di goderne.
Scopro che c’è un termine che attiene a questa esperienza: trasfigurazione. Attraverso un ingrandimento e un taglio che rendono l’immagine qualcos’altro, ciò che è stato fotografato si mostra diverso.
Da un essere qualunque, diventa qualcosa di speciale, perdendo la sua configurazione originaria, quotidiana, e acquisendone una nuova, che possiede un valore in più, dato dal modo in cui è vista e rappresentata.
16
giugno 2011
Tracce svelate 2011: Paola Marinelli – Fotografare
Dal 16 al 30 giugno 2011
fotografia
Location
CENTRO CULTURALE ARTIPELAGO
Castelnuovo Di Porto, Via Roma, 32/34, (Roma)
Castelnuovo Di Porto, Via Roma, 32/34, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-13 e 15-19
lunedi e domenica su appuntamento
Vernissage
16 Giugno 2011, h 20,00
Autore
Curatore