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Trame sottili. L’arte del ricamo nelle raccolte museali e nei corredi delle famiglie spezzine
L’esposizione, curata da Rossana Piccioli con la collaborazione di Valerio P. Cremolini, si snoderà attraverso un percorso cronologico che dai ricami più antichi delle collezioni del museo, con le tovaglie da testa settecentesche proveniente dalle Cinque Terre e i delicatissimi fazzoletti ricamati dalla Val di Magra, arriverà fino agli anni 50 del Novecento, documentati da capi provenienti dai corredi di famiglie spezzine, alcune delle quali negli ultimi anni hanno incrementato il patrimonio tessile del Museo con preziose donazioni.
Comunicato stampa
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L’esposizione, curata da Rossana Piccioli con la collaborazione di Valerio P. Cremolini, si snoderà attraverso un percorso cronologico che dai ricami più antichi delle collezioni del museo, con le tovaglie da testa settecentesche proveniente dalle Cinque Terre e i delicatissimi fazzoletti ricamati dalla Val di Magra, arriverà fino agli anni 50 del Novecento, documentati da capi provenienti dai corredi di famiglie spezzine, alcune delle quali negli ultimi anni hanno incrementato il patrimonio tessile del Museo con preziose donazioni. Questa mostra sarà quindi per l’Istituzione per i Servizi Culturali del Comune anche l’occasione per esprimere pubblicamente la propria riconoscenza alle famiglie e ai tanti Amici che con il loro gesto hanno riposto fiducia e attaccamento al Museo Etnografico cittadino, depositario delle momorie e delle storie umane di tutti.
La mostra è dedicata all’arte antica del ricamo (e del merletto) e attraverso di essa, idealmente, a quell’universo femminile che lungo lo scorrere dei secoli, silenziosamente, ha prodotto con la sapienza delle mani e la sensibilità del cuore, capolavori di filo che ancora si ammirano per la perizia, l’abilità e il gusto. Non è affatto semplice reperire documentazione sulla condizione femminile nei secoli scorsi, soprattutto per quanto riguarda le campagne della Lunigiana, eppure ogni donna di ogni vallata e di ogni borgo prendeva in mano il ricamo non appena libera dal lavoro dei campi; ogni bambina cominciava a prepararsi la dote già all’età di cinque anni, imparando dalla madre o dalle sorelle l’arte di rendere belle le pezze di lino che si producevano in paese, tessute nei telai famigliari, o le impalpabili mussole che avrebbero impreziosito l’abito della festa.
La sezione tessile del Museo Etnografico della Spezia, una delle più importanti della Liguria, documenta attraverso la ricchezza dei suoi numerosissimi materiali, databili dal Settecento a primi due decenni del Novecento, il costume tradizionale del territorio, sempre impreziosito da un piccolo ricamo o da un merletto anche nella versione “da lavoro”. Particolarmente importanti i veli da testi realizzati al tombolo e i ricami su tulle.
Accanto a questo spaccato, testimonianza di una lunghissima tradizione del mondo rurale, esisteva la dimensione più borghese, legata alla vita sociale delle famiglie urbanizzate che non raramente hanno conservato con affetto la memoria del proprio vissuto. A una di queste famiglie la mostra dedica ampio spazio con i corredi ricamati già appartenuti alla famiglia Morandi-Castellucci, del cui ricordo si fanno intepreti, con l’amicizia che personalmente li legava a Roberto Morandi, Rita e Valerio P.Cremolini. Un’altra presenza in mostra richiamerà, attraverso il filo del ricamo, una famiglia illustre della città, quella del pittore Ercole S. Aprigliano: una grande e preziosa tovaglia di lino interamente ricamata a mano con le storie di don Bosco dalla moglie del pittore, sarà esposta per tutta la durata della mostra, per poi tornare nella chiesa dei Salesiani di N.S.della Neve, a cui appartiene.
La mostra, visitabile il mercoledì e giovedì dalle 10 alle 12.30 e il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, chiuderà domenica 21 marzo. Con l’apertura dei musei cittadini, sarà visitabile gratuitamente in occasione della “Notte Bianca di San Giuseppe”, sabato 20 marzo.
Sono inoltre previste, su prenotazione, visite guidate alle scuole e, nel mese di marzo, una conferenza dedicata, tenuta dal Conservatore del Museo, prof. Rossana Piccioli, che si inserirà nel ciclo di incontri mensili che il Museo Etnografico intende consolidare come appuntamento fisso con il pubblico.
La mostra è dedicata all’arte antica del ricamo (e del merletto) e attraverso di essa, idealmente, a quell’universo femminile che lungo lo scorrere dei secoli, silenziosamente, ha prodotto con la sapienza delle mani e la sensibilità del cuore, capolavori di filo che ancora si ammirano per la perizia, l’abilità e il gusto. Non è affatto semplice reperire documentazione sulla condizione femminile nei secoli scorsi, soprattutto per quanto riguarda le campagne della Lunigiana, eppure ogni donna di ogni vallata e di ogni borgo prendeva in mano il ricamo non appena libera dal lavoro dei campi; ogni bambina cominciava a prepararsi la dote già all’età di cinque anni, imparando dalla madre o dalle sorelle l’arte di rendere belle le pezze di lino che si producevano in paese, tessute nei telai famigliari, o le impalpabili mussole che avrebbero impreziosito l’abito della festa.
La sezione tessile del Museo Etnografico della Spezia, una delle più importanti della Liguria, documenta attraverso la ricchezza dei suoi numerosissimi materiali, databili dal Settecento a primi due decenni del Novecento, il costume tradizionale del territorio, sempre impreziosito da un piccolo ricamo o da un merletto anche nella versione “da lavoro”. Particolarmente importanti i veli da testi realizzati al tombolo e i ricami su tulle.
Accanto a questo spaccato, testimonianza di una lunghissima tradizione del mondo rurale, esisteva la dimensione più borghese, legata alla vita sociale delle famiglie urbanizzate che non raramente hanno conservato con affetto la memoria del proprio vissuto. A una di queste famiglie la mostra dedica ampio spazio con i corredi ricamati già appartenuti alla famiglia Morandi-Castellucci, del cui ricordo si fanno intepreti, con l’amicizia che personalmente li legava a Roberto Morandi, Rita e Valerio P.Cremolini. Un’altra presenza in mostra richiamerà, attraverso il filo del ricamo, una famiglia illustre della città, quella del pittore Ercole S. Aprigliano: una grande e preziosa tovaglia di lino interamente ricamata a mano con le storie di don Bosco dalla moglie del pittore, sarà esposta per tutta la durata della mostra, per poi tornare nella chiesa dei Salesiani di N.S.della Neve, a cui appartiene.
La mostra, visitabile il mercoledì e giovedì dalle 10 alle 12.30 e il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, chiuderà domenica 21 marzo. Con l’apertura dei musei cittadini, sarà visitabile gratuitamente in occasione della “Notte Bianca di San Giuseppe”, sabato 20 marzo.
Sono inoltre previste, su prenotazione, visite guidate alle scuole e, nel mese di marzo, una conferenza dedicata, tenuta dal Conservatore del Museo, prof. Rossana Piccioli, che si inserirà nel ciclo di incontri mensili che il Museo Etnografico intende consolidare come appuntamento fisso con il pubblico.
05
febbraio 2010
Trame sottili. L’arte del ricamo nelle raccolte museali e nei corredi delle famiglie spezzine
Dal 05 febbraio al 21 marzo 2010
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MUSEO CIVICO ETNOGRAFICO GIOVANNI PODENZANA
La Spezia, Via Del Prione, 156, (La Spezia)
La Spezia, Via Del Prione, 156, (La Spezia)
Orario di apertura
il mercoledì e giovedì dalle 10 alle 12.30 e il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19
Vernissage
5 Febbraio 2010, ore 17.30
Curatore