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Trans-Figurazione. Quattro artisti a confronto
quattro artisti emergenti che rivisitano in chiave contemporanea e post-moderna un’idea di “figurazione” centrata soprattutto sulla rappresentazione della figura umana: una figurazione attraversata, trafitta, in crisi di identità o, forse,in piena presa di coscienza della propria identità multipla..
Comunicato stampa
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Sul Naviglio Grande a Milano l’epilogo del Progetto “Trans-Figurazione” con quattro artisti a confronto
Si inaugura sabato 26 novembre alle ore 18 allo Spazio E, Alzaia Naviglio Grande, 4, l’ultima mostra sotto l’egida del Progetto “Trans-Figurazione”, a cura di Virgilio Patarini. Organizzazione Zamenhof Art. In mostra quadri di Daniela Doni, Laura Longhitano Ruffilli, Cristina Pagani e dello stesso Patarini.
In esposizione una ventina di opere di questi quattro artisti italiani emergenti che rivisitano in chiave contemporanea e post-moderna un’idea di “figurazione” centrata soprattutto sulla rappresentazione della figura umana: una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica…
La mostra proseguirà fino al 6 dicembre, visitabile tutti i giorni dalle 15 alle 19, ad ingresso libero. Chiuso il lunedì. Domenica aperto dalle 11 alle 19.
Il Progetto conclude il suo iter a Milano allo Spazio E, galleria da dove era partito nella tarda primavera scorsa, dopo essere stato presentato con successo di critica e di pubblico nel mese di luglio a Ferrara, alle Grotte del Boldini, nell’ambito della terza edizione del Ferrara Art Festival, poi a Venezia, alla galleria ItinerArte nel mese di agosto e infine a Roma, alla Galleria Muef lo scorso ottobre.
Per l’occasione saranno inoltre esposti i gioielli-murrine di Annalisa Gallo.
Qui di seguito uno stralcio di nota critica di introduzione.
TRANS-FIGURAZIONE
Una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica.
Una figurazione oltre il principio di non contraddizione, uguale a se stessa eppure sempre diversa, coerentemente incoerente, nostalgica di un passato mai davvero vissuto e forse nemmeno compiutamente immaginato, che risorge dalle sue ceneri e di cenere è fatta, e di fumo che il vento disperde e di fiamme sull’acqua. Una figurazione sincopata, ondivaga… bussola impazzita che si rifiuta di decidere una volta per tutte da che parte sta il nord, amante fedele solo nell’ora del tradimento, presenza assente, assenza sempre presente, segno di contraddizione, disegno senza contorni, sconfinato confine, modo smodato, snodo riannodato, grumo di sangue e sospiri, carezza che ferisce, problema sempre aperto, insoluto…
Una figurazione in cui il come e il che cosa si scambiano di ruoli, in un gioco di specchi in frantumi in cui è difficile dire se sia l’immagine che è a pezzi o il mezzo che la riflette. O l’anima che in quell’immagine si riflette e riflette su quell’immagine. Forma che si traveste da materia e viceversa, nudo travestimento.
V.P.
Si inaugura sabato 26 novembre alle ore 18 allo Spazio E, Alzaia Naviglio Grande, 4, l’ultima mostra sotto l’egida del Progetto “Trans-Figurazione”, a cura di Virgilio Patarini. Organizzazione Zamenhof Art. In mostra quadri di Daniela Doni, Laura Longhitano Ruffilli, Cristina Pagani e dello stesso Patarini.
In esposizione una ventina di opere di questi quattro artisti italiani emergenti che rivisitano in chiave contemporanea e post-moderna un’idea di “figurazione” centrata soprattutto sulla rappresentazione della figura umana: una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica…
La mostra proseguirà fino al 6 dicembre, visitabile tutti i giorni dalle 15 alle 19, ad ingresso libero. Chiuso il lunedì. Domenica aperto dalle 11 alle 19.
Il Progetto conclude il suo iter a Milano allo Spazio E, galleria da dove era partito nella tarda primavera scorsa, dopo essere stato presentato con successo di critica e di pubblico nel mese di luglio a Ferrara, alle Grotte del Boldini, nell’ambito della terza edizione del Ferrara Art Festival, poi a Venezia, alla galleria ItinerArte nel mese di agosto e infine a Roma, alla Galleria Muef lo scorso ottobre.
Per l’occasione saranno inoltre esposti i gioielli-murrine di Annalisa Gallo.
Qui di seguito uno stralcio di nota critica di introduzione.
TRANS-FIGURAZIONE
Una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica.
Una figurazione oltre il principio di non contraddizione, uguale a se stessa eppure sempre diversa, coerentemente incoerente, nostalgica di un passato mai davvero vissuto e forse nemmeno compiutamente immaginato, che risorge dalle sue ceneri e di cenere è fatta, e di fumo che il vento disperde e di fiamme sull’acqua. Una figurazione sincopata, ondivaga… bussola impazzita che si rifiuta di decidere una volta per tutte da che parte sta il nord, amante fedele solo nell’ora del tradimento, presenza assente, assenza sempre presente, segno di contraddizione, disegno senza contorni, sconfinato confine, modo smodato, snodo riannodato, grumo di sangue e sospiri, carezza che ferisce, problema sempre aperto, insoluto…
Una figurazione in cui il come e il che cosa si scambiano di ruoli, in un gioco di specchi in frantumi in cui è difficile dire se sia l’immagine che è a pezzi o il mezzo che la riflette. O l’anima che in quell’immagine si riflette e riflette su quell’immagine. Forma che si traveste da materia e viceversa, nudo travestimento.
V.P.
26
novembre 2016
Trans-Figurazione. Quattro artisti a confronto
Dal 26 novembre al 06 dicembre 2016
arte contemporanea
Location
VI.P. GALLERY MILANO
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 15 alle 19, ad ingresso libero. Chiuso il lunedì. Domenica aperto dalle 11 alle 19.
Vernissage
26 Novembre 2016, 18.00
Autore
Curatore