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Transart 2005 – VAL
Video Art from London. Recent Outcomes
Comunicato stampa
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MUSIkkUNST MUSICaaRTE
TRANSART05
15.09 - 9.10.2005
il gusto del contemporaneo
bz/tn. italy
brunico/san lorenzo. castelbello. merano. appiano.
bolzano. magrè. trento. rovereto
Transart è cultura contemporanea per tutti quelli che vogliono capire l'essenza della nostra epoca. Alla sua quinta edizione il programma del festival prospetta un paesaggio molto diversificato, simile ad una mappa geografica creativa che fa della musica contemporanea il suo centro... per poi diffonderla verso i confini di territori diversi e lontani.
La musica contemporanea classica occupa il nucleo centrale del festival. Con il concerto inaugurale, che avrà luogo all'ormai celebre Officina FS di Bolzano, sale per la prima volta sul palcocenico di Transart l'Orchestra Haydn, orgoglio musicale del territorio. Sotto la guida del direttore Johannes Kalitzk e verranno eseguite le opere di due tra i migliori compositori della nuova generazione: Bernard Lang, allievo di Vinko Globokar e grande conoscitore del repertorio contemporaneo e il giovane talento cino-venzuelano Jorge Sánchez Chiong. Lang presenta “DW 8, opera per Orchestra sinfonica e giradischi”- dove DW sta per Differenz / differenza e Wiederholung / ripetizione - pezzo che traduce su pentagramma le tecniche di loop proprie di compositori di musica elettronica, dj o videomaker per sottoporle poi ad una orchestra sinfonica (PI). Segue, in prima mondiale, l'esecuzione di “trapos / Catwalk en Guantánamo” opera per orchestra, giradischi ed elettronica: il giovane talento, che da un paio d’anni non manca di stupire le platee internazionali, propone una piece dove la tradizione orchestrale sconfina nell’elettronica e nel teatrale. Ancora nella traiettoria del classico contemporaneo sarà il concerto del quartetto d'archi britannico Arditti. Fondato da Irvine Arditti nel 1974, il quartetto ha acquisito una reputazione mondiale nell'esecuzione dei repertorio contemporaneo, lavorando a diretto contatto con ogni compositore di cui ha eseguito la musica: questa pratica è la matrice fondamentale del processo interpretativo che li ha portati alla fama; in questa occasione eseguiranno “Fragmente – Stille an Diotima” di Luigi Nono, che trae ispirazione da poesie di Hölderlin, e il “Quartet N.4” del compositore inglese Jonathan Harvey, con la direzione tecnica dell’IRCAM.
Se con una mostra a Museion – Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano - si celebra “La percezione dell'orizzontale”, con un concerto transart05 ripropone in musica un omaggio parallelo: questo il motivo conduttore del programma della serata dove opere di Morton Feldman,Steve Reich,Felix Resch (PM) e Arnaldo de Felice (PM) vengono eseguite da Latvian Radio Choir, uno dei cori da camera più conosciuti dall'Est europeo, e dal quartetto Rigas Kamermuziki... il tutto sotto la direzione di Kaspars Putnins.
L'apoteosi di Frank Zappa® eseguita da Absolute Ensemble propone la tradizione rock reinterpretata in chiave contemporanea classica. Un DJ meeting con i più illustri esponenti del genere vede come ospite d’eccezione Darren Price degli Underworld.
E poi si giunge agli sconfinamenti: tra video arte e cinema si colloca l’eccezionale presentazione del ciclo Cremaster, opera dell'artista americano più acclamato degli ultimi dieci anni, il genio visionario Matthew Barney. “The Cremaster Cycle” è un’ibridazione grandiosa, sia narrativa sia simbolico-allegorica, di video arte e cinema sperimentale: i 5 episodi della saga filmica verranno presentati a Bolzano e al MART di Rovereto. In questo genere trova spazio anche l'ideazione di una rassegna di video arte che presenta la produzione inedita di giovani artisti del settore direttamente da Londra.
Sonorità elettroniche e suggestioni visuali saranno i codici interpretativi di due prime italiane presentate a Brunico in collaborazione con l'Elektra Festival di Montreal, Canada. E' il caso di Purform, duo composto dagli artisti canadesi Alain Thibault e Yan Breuleux, che presentano il progetto “Black Box”, una sorta di traduzione in immagini e musica del caos cibernetico antecedente all’avvento della comunicazione globale. E ancora Jan Pichè con una serie di “cortometraggi sonori”, presentati sotto forma di trittico. Sempre sulla scia dell’innovazione e della ricerca nel campo della videomusic si colloca la performance di SKOLTZ_KOLGEN, che presenta, ancora una volta a Brunico, l’ormai celebre “Flüux:/terminal”, lavoro volto ad indagare le strette connessioni tra espressione visiva e impulso musicale, vincitore del premio Ars electronica di Linz.
In collaborazione con La Biennale di Venezia, 37° Festival di Teatro, una ricerca che presenta due progetti esemplicativi di quel teatro nascosto che scende ad indagare fino alle fondamenta della filosofia della rappresentazione dei giorni nostri. “Weather Report”, teatro di presenze incorporee e sonore, è un pezzo dedicato all'ascolto di differenti sistemi climatici - dall'Africa equatoriale ai ghiacci polari - esplorati, sondati, indagati dall'inglese Chris Watson. Un progetto specificamente teatrale, concepito attraverso una rappresentazione drammatica delle presenze in forma di suono. “Physical Interrogation Techniques” del compositore e artista svedese Carl Michael Von Hausswolff è l'estensione di una voce protagonista -diretta e stentorea, apatica e dura - che recita brani tratti dal manuale di istruzione “Physical Interrogation Techniques “di Richard W. Krousher, ispirato alle regole di interrogatorio della CIA, per strappare informazioni attraverso metodi di tortura. Von Hausswolff porta lo spettacolo all'interno del pubblico, e, attraverso la miscela delle frequenze, rappresenta l'efficacia teatrale della politica che ha per oggetto la "verità".
Nella linea di questa ricerca si colloca anche il genio versatile di Jan Fabre con il suo “Angel of Death”: spettacolo dove si fondono in un dialogo incessante le principali arti: musica, performance dal vivo, immagini, video, danza e recitazione
È sempre la musica a chiudere il festival, con un dionisiaco omaggio a Platone! Sette ore di musica e degustazione vini eseguite in otto parti da Klangforum Wien, sulle musiche di Donatoni, Sciarrino, Haas, Xenakis, Ablinger e molti altri compositori contemporanei.
Novità del 2005 è, infine, il programma per bambini con una sinfonia degli oggetti abbandonati, eseguita da Max Vandervost, oltre ad una versione in chiave tirolese dell'opera “Pierino e il Lupo” eseguita da Swarovski Musik Wattens, ed un interessante progetto di Stump-Linshalm che eseguono il “Tierkreis” di Karl-heinz Stockhausen in versione per bambini.
Transart05 è inoltre partner quest’anno di: Klangspuren/ Innsbruck. Museion/Bz. Mart/ Trento e Rovereto. La Biennale Teatro/Venezia
___________________________________
Gli artisti di VAL, Video Art from London, sono tutti “giovani”, “emergenti”, ed operanti a Londra, e nella maggior parte dei casi espongono in Italia per la prima volta. La rassegna e’ stata concepita e messa insieme per Transart, e i video verranno proiettati prima e dopo i concerti in programma, in loop sempre diversi per ogni serata, producendo effetti imprescindibili dal concerto o performance con il quale i video si trovano a spartire, o meglio a comporre, lo spazio.
E' volutamente assente dalla rassegna qualsiasi tipo di tematica unitaria o unitarizzante, e questo spiega i toni neutri del suo titolo. Non saranno date giustificazioni curatoriali o chiavi di lettura unificanti, che non farebbero che ridurre le potenzialita' di queste opere e delle loro composizioni. Nel mettere insieme questo programma video sono stati seguiti criteri tecnici piuttosto che presupposti curatoriali, primo fra tutti la mobilita’ delle condizioni di proiezione, che richiedono anzitutto che ogni video possa "sostenersi" da solo, senza l'installazione di contesto per cui in certi casi era stato concepito.
I video cosi’ spogliati, e uniformati per dimensione e modalita’ di presentazione, vengono proiettati non come spettacolo principale, ma in uno spazio laterale, di passaggio per lo spettatore. Spazio di transito e transizione, la proiezione in quanto fascio di colori e suoni investe un pubblico che e’ pubblico di qualcosa che ha da venire, o che e’ gia' accaduto. Questo reinnesto delle proiezioni video in contesti imprevisti ma in formati standard, le condizioni di una fruizione “laterale” e quasi involontaria, e la varieta’ dei luoghi spesso inconsueti, come e’ tipico di Transart, implicano un’amplia imprevedibilità di effetti.
E’ interessante notare come spesso i video della rassegna operino sullo stesso terreno di attraversamento di generi e categorie promosso da Transart, festival che combina il visuale e il sonoro, la danza, la performance e l’immagine in movimento, dando spazio a contaminazioni tra quelle che sono considerate discipline separate. L’interesse per il corpo in movimento e’ cruciale in Allsopp&Weir, che in AWWWOA (And While We Where On Air) lavorano con la voce come passaggio di aria attraverso i corpi, come eccesso corporale che produce velocita’ diverse, in una successione “mozzafiato” di respiri e sospiri di presentatori della BBC. In Fly No Fly Zone una videocamera CCTV fissata su un aquilone, riprende vorticando su se stessa un gruppo di persone che paiono fuggire incalzate inesorabilmente, ma che attraverso lo stesso movimento si riappropriano, con l’aquilone, di porzioni di cielo interdette al volo dal controllo militare. La serie Choreography/Choreomania esplora un’idea di “danza” non danzata, ovvero non agita dal soggetto, un complesso di forze che muovono il corpo secondo coreografie spesso imprevedibili e non consequenziali. In Teach Yourself Terror, in mostra alla galleria Goethe2, una lista di organizzazioni dichiarate terroristiche dal governo statunitense, prodotta dalla CIA traslitterando parole arabe per renderle leggibili in inglese, viene letta incessantemente per un’ora da due persone di madrelingua diversa da quella inglese. Gli effetti sonori prodotti, inaspettati e quasi ipnotici, si combinano con quelli di un'audiocassetta che riproduce la stessa lista utilizzando suoni estrapolati da nastri per l’apprendimento di lingue straniere, trasformando cosi’ uno strumento antiterrorista in un dispositivo di “auto-insegnamento” che dischiude tutta una gamma di potenzialita’ sonore.
Le performance di William Hunt producono una figura di musicista tenace e caparbio, che sottopone il proprio corpo a dure prove fisiche, con l’intento di fare della propria musica un'arte per la quale il pubblico e le sue risposte diventano imprescindibili. In Rodeo/Radio l’artista e’ impegnato a suonare una canzone folk con chitarra e fisarmonica, usando come precario e instabile "palco" un enorme vinile in rapido movimento. In Don't give me money it's not what I want from you l’artista/musicista, sempre accompagnato da una chitarra, canta una canzone di protesta con il corpo capovolto e la testa in un secchio, mentre The impotence of radicalism in the face of all these extreme positions lo vede impegnato in una performance ancora a testa in giu’, e con il corpo pericolosamente sospeso a due metri dal suolo.
Richard T. Walker spesso compone da se’ la musica per i propri video, che riproducono con ironia il desiderio della tradizione romantica inglese di costruire una relazione con la natura, una natura sublimemente infinita e insieme drasticamente umanizzata dall’artista. Alberi innevati e ampie vallate sono in It’s hard to face that open space, Successive Unconceivable Events e Awaiting Imagery interlocutori muti e impassibili all’espressione dei contrastanti sentimenti dell’artista. La musica in questo caso diventa, assieme ai dialoghi-monologhi dell'autore, lo strumento del “drammatico” tentativo di relazionarsi con la Natura.
In Balaclava Ballroom di Helena Pomford, una serie di riprese di un gara di ballo della terza eta' in un centro cittadino nel sud di Londra si affianca a un’intervista agli stessi “ballerini”, muniti ora di passamontagna nero, condotta da un'intervistatrice (l’artista?) che cela anch'essa dietro una balaclava la propria (multipla) identita’. La discussione verte attorno ai passamontagna e alla loro funzione, dischiudendo inaspettate possibilita’ per uno “strumento” qui reinserito in un contesto radicalmente differente da quello di provenienza.
In Hookah Yara El-Sharbini canta canzoni pop nel salotto di casa sua, ballando alternativamente con un narghile' e con una pistola al posto del microfono, completamente coperta da un velo nero islamico. In A Demonstration, questa volta in abiti europei, Yara insegna agli spettatori come costruire carpet-bombs, bombe non esplosive fatte di tappeti, giocando anche qui tra stereotipi assegnati alla cultura mediorientale, spesso frettolosamente associata al terrorismo dall'opinione pubblica, e linguaggi occidentali, come quello di certi programmi televisivi, o della musica pop stile Britney Spears.
Palmgren and Hughes presentano Flamingo Road, una serie di video che sono il risultato di interviste realizzate in una shelter house in Flamingo Rd., nel quartiere londinese di Hackney. La shelter house e’ un’alternativa alla casa di riposo messa a disposizione dallo stato britannico, serie di miniappartamenti con una sala comune per la ricreazione, dove agli abitanti e’ garantita una certa indipendenza ed insieme un’assistenza di base. Le artiste interrogano gli anziani sui temi dell'abitare, e sui desideri ad esso connessi, creando una sorta di videoclip musicali che adottano come colonna sonora canzoni selzionate dagli stessi intervistati.
Le musiche di Bach fanno da sottofondo in Supraneed, di Beltran Obregon, dove una “carrellata” (in entrambi i sensi) all’interno di un supermercato londinese, trasforma gli scaffali in traiettorie ascendenti di volo, e i prodotti di consumo in seducenti colori a diverse gradazioni di velocita'. Ritroviamo le tematiche del volo e dell’ascensione anche in Terra Infirma, dove gli spazi aperti cessano inaspettatamente di essere “terra sotto i piedi” ed il corpo, non visto ma percepito, fluttua in una sospensione che genera un rapporto differenziato con la superficie del paesaggio.
Il lavoro di Tobias Sjöberg si focalizza sul rapporto instaurato, o il contatto prodotto, spesso eventuale e temporaneo ed insieme impalpabile e intenso, con persone “trovate”, quelle che lo circondano, come la madre in I think it’s very beautiful to see my mum singing Barbara Streisand, and that they even look a bit like each other, e quelle incontrate per caso, come i joggers nel parco sotto casa di The Runner Project a cui, adattando per qualche minuto il proprio passo, l'artista chiede dove stiano andando.
I video di Karin Ludmann potrebbero essere letti come un’apoteosi casalinga e dai toni ironici dell'arte come creazione di meraviglie e dell’artista come (folle?) manipolatore della natura. In Cultivated Plants le punte degli alberi di un viale sparano colpi di pistola in cielo, mentre una balla di fieno in Bales of Straw rotola da sola fuori campo. In Earshaking l’artista si fa artefice di mutazioni biologiche, anche qui “casalinghe”, ideando un apparato per far sventolare le orecchie.
Nel video Failed, Emergent, Young, dal menu interattivo che lascia al pubblico la scelta di cosa e come vedere, Flávia Müller Medeiros raccoglie numerose interviste con curatori piu’ o meno famosi, da Nicolas Bourriaud a Lisa Le Feuvre, chiedendo la spiegazione di tre aggettivi particolarmente in voga oggi tra la critica per definire e categorizzare gli artisti: mancato, emergente e giovane (gli stessi che abbiamo utilizzato noi tra virgolette per introdurre qui gli artisti di VAL). Piu’ ancora quasi che le definizioni fornite e’ interessante tutta quella serie di reazioni non discorsive che il tentativo di definire le tre categorie provoca: sorrisi e pause di silenzio, schiarite di voce e profusioni di parole.
Paolo Plotegher
TRANSART05
15.09 - 9.10.2005
il gusto del contemporaneo
bz/tn. italy
brunico/san lorenzo. castelbello. merano. appiano.
bolzano. magrè. trento. rovereto
Transart è cultura contemporanea per tutti quelli che vogliono capire l'essenza della nostra epoca. Alla sua quinta edizione il programma del festival prospetta un paesaggio molto diversificato, simile ad una mappa geografica creativa che fa della musica contemporanea il suo centro... per poi diffonderla verso i confini di territori diversi e lontani.
La musica contemporanea classica occupa il nucleo centrale del festival. Con il concerto inaugurale, che avrà luogo all'ormai celebre Officina FS di Bolzano, sale per la prima volta sul palcocenico di Transart l'Orchestra Haydn, orgoglio musicale del territorio. Sotto la guida del direttore Johannes Kalitzk e verranno eseguite le opere di due tra i migliori compositori della nuova generazione: Bernard Lang, allievo di Vinko Globokar e grande conoscitore del repertorio contemporaneo e il giovane talento cino-venzuelano Jorge Sánchez Chiong. Lang presenta “DW 8, opera per Orchestra sinfonica e giradischi”- dove DW sta per Differenz / differenza e Wiederholung / ripetizione - pezzo che traduce su pentagramma le tecniche di loop proprie di compositori di musica elettronica, dj o videomaker per sottoporle poi ad una orchestra sinfonica (PI). Segue, in prima mondiale, l'esecuzione di “trapos / Catwalk en Guantánamo” opera per orchestra, giradischi ed elettronica: il giovane talento, che da un paio d’anni non manca di stupire le platee internazionali, propone una piece dove la tradizione orchestrale sconfina nell’elettronica e nel teatrale. Ancora nella traiettoria del classico contemporaneo sarà il concerto del quartetto d'archi britannico Arditti. Fondato da Irvine Arditti nel 1974, il quartetto ha acquisito una reputazione mondiale nell'esecuzione dei repertorio contemporaneo, lavorando a diretto contatto con ogni compositore di cui ha eseguito la musica: questa pratica è la matrice fondamentale del processo interpretativo che li ha portati alla fama; in questa occasione eseguiranno “Fragmente – Stille an Diotima” di Luigi Nono, che trae ispirazione da poesie di Hölderlin, e il “Quartet N.4” del compositore inglese Jonathan Harvey, con la direzione tecnica dell’IRCAM.
Se con una mostra a Museion – Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano - si celebra “La percezione dell'orizzontale”, con un concerto transart05 ripropone in musica un omaggio parallelo: questo il motivo conduttore del programma della serata dove opere di Morton Feldman,Steve Reich,Felix Resch (PM) e Arnaldo de Felice (PM) vengono eseguite da Latvian Radio Choir, uno dei cori da camera più conosciuti dall'Est europeo, e dal quartetto Rigas Kamermuziki... il tutto sotto la direzione di Kaspars Putnins.
L'apoteosi di Frank Zappa® eseguita da Absolute Ensemble propone la tradizione rock reinterpretata in chiave contemporanea classica. Un DJ meeting con i più illustri esponenti del genere vede come ospite d’eccezione Darren Price degli Underworld.
E poi si giunge agli sconfinamenti: tra video arte e cinema si colloca l’eccezionale presentazione del ciclo Cremaster, opera dell'artista americano più acclamato degli ultimi dieci anni, il genio visionario Matthew Barney. “The Cremaster Cycle” è un’ibridazione grandiosa, sia narrativa sia simbolico-allegorica, di video arte e cinema sperimentale: i 5 episodi della saga filmica verranno presentati a Bolzano e al MART di Rovereto. In questo genere trova spazio anche l'ideazione di una rassegna di video arte che presenta la produzione inedita di giovani artisti del settore direttamente da Londra.
Sonorità elettroniche e suggestioni visuali saranno i codici interpretativi di due prime italiane presentate a Brunico in collaborazione con l'Elektra Festival di Montreal, Canada. E' il caso di Purform, duo composto dagli artisti canadesi Alain Thibault e Yan Breuleux, che presentano il progetto “Black Box”, una sorta di traduzione in immagini e musica del caos cibernetico antecedente all’avvento della comunicazione globale. E ancora Jan Pichè con una serie di “cortometraggi sonori”, presentati sotto forma di trittico. Sempre sulla scia dell’innovazione e della ricerca nel campo della videomusic si colloca la performance di SKOLTZ_KOLGEN, che presenta, ancora una volta a Brunico, l’ormai celebre “Flüux:/terminal”, lavoro volto ad indagare le strette connessioni tra espressione visiva e impulso musicale, vincitore del premio Ars electronica di Linz.
In collaborazione con La Biennale di Venezia, 37° Festival di Teatro, una ricerca che presenta due progetti esemplicativi di quel teatro nascosto che scende ad indagare fino alle fondamenta della filosofia della rappresentazione dei giorni nostri. “Weather Report”, teatro di presenze incorporee e sonore, è un pezzo dedicato all'ascolto di differenti sistemi climatici - dall'Africa equatoriale ai ghiacci polari - esplorati, sondati, indagati dall'inglese Chris Watson. Un progetto specificamente teatrale, concepito attraverso una rappresentazione drammatica delle presenze in forma di suono. “Physical Interrogation Techniques” del compositore e artista svedese Carl Michael Von Hausswolff è l'estensione di una voce protagonista -diretta e stentorea, apatica e dura - che recita brani tratti dal manuale di istruzione “Physical Interrogation Techniques “di Richard W. Krousher, ispirato alle regole di interrogatorio della CIA, per strappare informazioni attraverso metodi di tortura. Von Hausswolff porta lo spettacolo all'interno del pubblico, e, attraverso la miscela delle frequenze, rappresenta l'efficacia teatrale della politica che ha per oggetto la "verità".
Nella linea di questa ricerca si colloca anche il genio versatile di Jan Fabre con il suo “Angel of Death”: spettacolo dove si fondono in un dialogo incessante le principali arti: musica, performance dal vivo, immagini, video, danza e recitazione
È sempre la musica a chiudere il festival, con un dionisiaco omaggio a Platone! Sette ore di musica e degustazione vini eseguite in otto parti da Klangforum Wien, sulle musiche di Donatoni, Sciarrino, Haas, Xenakis, Ablinger e molti altri compositori contemporanei.
Novità del 2005 è, infine, il programma per bambini con una sinfonia degli oggetti abbandonati, eseguita da Max Vandervost, oltre ad una versione in chiave tirolese dell'opera “Pierino e il Lupo” eseguita da Swarovski Musik Wattens, ed un interessante progetto di Stump-Linshalm che eseguono il “Tierkreis” di Karl-heinz Stockhausen in versione per bambini.
Transart05 è inoltre partner quest’anno di: Klangspuren/ Innsbruck. Museion/Bz. Mart/ Trento e Rovereto. La Biennale Teatro/Venezia
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Gli artisti di VAL, Video Art from London, sono tutti “giovani”, “emergenti”, ed operanti a Londra, e nella maggior parte dei casi espongono in Italia per la prima volta. La rassegna e’ stata concepita e messa insieme per Transart, e i video verranno proiettati prima e dopo i concerti in programma, in loop sempre diversi per ogni serata, producendo effetti imprescindibili dal concerto o performance con il quale i video si trovano a spartire, o meglio a comporre, lo spazio.
E' volutamente assente dalla rassegna qualsiasi tipo di tematica unitaria o unitarizzante, e questo spiega i toni neutri del suo titolo. Non saranno date giustificazioni curatoriali o chiavi di lettura unificanti, che non farebbero che ridurre le potenzialita' di queste opere e delle loro composizioni. Nel mettere insieme questo programma video sono stati seguiti criteri tecnici piuttosto che presupposti curatoriali, primo fra tutti la mobilita’ delle condizioni di proiezione, che richiedono anzitutto che ogni video possa "sostenersi" da solo, senza l'installazione di contesto per cui in certi casi era stato concepito.
I video cosi’ spogliati, e uniformati per dimensione e modalita’ di presentazione, vengono proiettati non come spettacolo principale, ma in uno spazio laterale, di passaggio per lo spettatore. Spazio di transito e transizione, la proiezione in quanto fascio di colori e suoni investe un pubblico che e’ pubblico di qualcosa che ha da venire, o che e’ gia' accaduto. Questo reinnesto delle proiezioni video in contesti imprevisti ma in formati standard, le condizioni di una fruizione “laterale” e quasi involontaria, e la varieta’ dei luoghi spesso inconsueti, come e’ tipico di Transart, implicano un’amplia imprevedibilità di effetti.
E’ interessante notare come spesso i video della rassegna operino sullo stesso terreno di attraversamento di generi e categorie promosso da Transart, festival che combina il visuale e il sonoro, la danza, la performance e l’immagine in movimento, dando spazio a contaminazioni tra quelle che sono considerate discipline separate. L’interesse per il corpo in movimento e’ cruciale in Allsopp&Weir, che in AWWWOA (And While We Where On Air) lavorano con la voce come passaggio di aria attraverso i corpi, come eccesso corporale che produce velocita’ diverse, in una successione “mozzafiato” di respiri e sospiri di presentatori della BBC. In Fly No Fly Zone una videocamera CCTV fissata su un aquilone, riprende vorticando su se stessa un gruppo di persone che paiono fuggire incalzate inesorabilmente, ma che attraverso lo stesso movimento si riappropriano, con l’aquilone, di porzioni di cielo interdette al volo dal controllo militare. La serie Choreography/Choreomania esplora un’idea di “danza” non danzata, ovvero non agita dal soggetto, un complesso di forze che muovono il corpo secondo coreografie spesso imprevedibili e non consequenziali. In Teach Yourself Terror, in mostra alla galleria Goethe2, una lista di organizzazioni dichiarate terroristiche dal governo statunitense, prodotta dalla CIA traslitterando parole arabe per renderle leggibili in inglese, viene letta incessantemente per un’ora da due persone di madrelingua diversa da quella inglese. Gli effetti sonori prodotti, inaspettati e quasi ipnotici, si combinano con quelli di un'audiocassetta che riproduce la stessa lista utilizzando suoni estrapolati da nastri per l’apprendimento di lingue straniere, trasformando cosi’ uno strumento antiterrorista in un dispositivo di “auto-insegnamento” che dischiude tutta una gamma di potenzialita’ sonore.
Le performance di William Hunt producono una figura di musicista tenace e caparbio, che sottopone il proprio corpo a dure prove fisiche, con l’intento di fare della propria musica un'arte per la quale il pubblico e le sue risposte diventano imprescindibili. In Rodeo/Radio l’artista e’ impegnato a suonare una canzone folk con chitarra e fisarmonica, usando come precario e instabile "palco" un enorme vinile in rapido movimento. In Don't give me money it's not what I want from you l’artista/musicista, sempre accompagnato da una chitarra, canta una canzone di protesta con il corpo capovolto e la testa in un secchio, mentre The impotence of radicalism in the face of all these extreme positions lo vede impegnato in una performance ancora a testa in giu’, e con il corpo pericolosamente sospeso a due metri dal suolo.
Richard T. Walker spesso compone da se’ la musica per i propri video, che riproducono con ironia il desiderio della tradizione romantica inglese di costruire una relazione con la natura, una natura sublimemente infinita e insieme drasticamente umanizzata dall’artista. Alberi innevati e ampie vallate sono in It’s hard to face that open space, Successive Unconceivable Events e Awaiting Imagery interlocutori muti e impassibili all’espressione dei contrastanti sentimenti dell’artista. La musica in questo caso diventa, assieme ai dialoghi-monologhi dell'autore, lo strumento del “drammatico” tentativo di relazionarsi con la Natura.
In Balaclava Ballroom di Helena Pomford, una serie di riprese di un gara di ballo della terza eta' in un centro cittadino nel sud di Londra si affianca a un’intervista agli stessi “ballerini”, muniti ora di passamontagna nero, condotta da un'intervistatrice (l’artista?) che cela anch'essa dietro una balaclava la propria (multipla) identita’. La discussione verte attorno ai passamontagna e alla loro funzione, dischiudendo inaspettate possibilita’ per uno “strumento” qui reinserito in un contesto radicalmente differente da quello di provenienza.
In Hookah Yara El-Sharbini canta canzoni pop nel salotto di casa sua, ballando alternativamente con un narghile' e con una pistola al posto del microfono, completamente coperta da un velo nero islamico. In A Demonstration, questa volta in abiti europei, Yara insegna agli spettatori come costruire carpet-bombs, bombe non esplosive fatte di tappeti, giocando anche qui tra stereotipi assegnati alla cultura mediorientale, spesso frettolosamente associata al terrorismo dall'opinione pubblica, e linguaggi occidentali, come quello di certi programmi televisivi, o della musica pop stile Britney Spears.
Palmgren and Hughes presentano Flamingo Road, una serie di video che sono il risultato di interviste realizzate in una shelter house in Flamingo Rd., nel quartiere londinese di Hackney. La shelter house e’ un’alternativa alla casa di riposo messa a disposizione dallo stato britannico, serie di miniappartamenti con una sala comune per la ricreazione, dove agli abitanti e’ garantita una certa indipendenza ed insieme un’assistenza di base. Le artiste interrogano gli anziani sui temi dell'abitare, e sui desideri ad esso connessi, creando una sorta di videoclip musicali che adottano come colonna sonora canzoni selzionate dagli stessi intervistati.
Le musiche di Bach fanno da sottofondo in Supraneed, di Beltran Obregon, dove una “carrellata” (in entrambi i sensi) all’interno di un supermercato londinese, trasforma gli scaffali in traiettorie ascendenti di volo, e i prodotti di consumo in seducenti colori a diverse gradazioni di velocita'. Ritroviamo le tematiche del volo e dell’ascensione anche in Terra Infirma, dove gli spazi aperti cessano inaspettatamente di essere “terra sotto i piedi” ed il corpo, non visto ma percepito, fluttua in una sospensione che genera un rapporto differenziato con la superficie del paesaggio.
Il lavoro di Tobias Sjöberg si focalizza sul rapporto instaurato, o il contatto prodotto, spesso eventuale e temporaneo ed insieme impalpabile e intenso, con persone “trovate”, quelle che lo circondano, come la madre in I think it’s very beautiful to see my mum singing Barbara Streisand, and that they even look a bit like each other, e quelle incontrate per caso, come i joggers nel parco sotto casa di The Runner Project a cui, adattando per qualche minuto il proprio passo, l'artista chiede dove stiano andando.
I video di Karin Ludmann potrebbero essere letti come un’apoteosi casalinga e dai toni ironici dell'arte come creazione di meraviglie e dell’artista come (folle?) manipolatore della natura. In Cultivated Plants le punte degli alberi di un viale sparano colpi di pistola in cielo, mentre una balla di fieno in Bales of Straw rotola da sola fuori campo. In Earshaking l’artista si fa artefice di mutazioni biologiche, anche qui “casalinghe”, ideando un apparato per far sventolare le orecchie.
Nel video Failed, Emergent, Young, dal menu interattivo che lascia al pubblico la scelta di cosa e come vedere, Flávia Müller Medeiros raccoglie numerose interviste con curatori piu’ o meno famosi, da Nicolas Bourriaud a Lisa Le Feuvre, chiedendo la spiegazione di tre aggettivi particolarmente in voga oggi tra la critica per definire e categorizzare gli artisti: mancato, emergente e giovane (gli stessi che abbiamo utilizzato noi tra virgolette per introdurre qui gli artisti di VAL). Piu’ ancora quasi che le definizioni fornite e’ interessante tutta quella serie di reazioni non discorsive che il tentativo di definire le tre categorie provoca: sorrisi e pause di silenzio, schiarite di voce e profusioni di parole.
Paolo Plotegher
15
settembre 2005
Transart 2005 – VAL
Dal 15 settembre al 09 ottobre 2005
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
GALLERIA GOETHE2
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 26A, (Bolzano)
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 26A, (Bolzano)
Orario di apertura
mar_ven 15–19, sab 10-13. Mattino su appuntamento
Vernissage
15 Settembre 2005, ore 15
Sito web
www.transart.it
Ufficio stampa
ARTLINK
Autore
Curatore