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Transfusioni#3: Verita Monselles / Jacopo Benci / Karmen Corak
Transfusioni#3 ha come protagonista Verita Monselles (1929-2005), artista argentina che nei primi anni Settanta, iniziò a usare la fotografia come mezzo di critica sociale, con particolare attenzione a tematiche femministe
Comunicato stampa
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La mostra Transfusioni#3 (8-27 ottobre 2018) continua il percorso del progetto Transfusioni, che promuove il dialogo tra artisti degli anni Settanta e di oggi a partire da opere dell’Archivio Menna/Binga. Il progetto, nato come omaggio a Filiberto Menna, è curato da Anna D’Elia con il contributo di Tomaso Binga, Silvia Stucky e Paola Romoli Venturi.
Transfusioni#3 ha come protagonista Verita Monselles (1929-2005), artista argentina nata a Buenos Aires e vissuta a Firenze dove, nei primi anni Settanta, cominciò ad usare la fotografia come mezzo di critica sociale, con particolare attenzione a tematiche femministe, quali la rivendicazione di un simbolico capace di fornire della donna una rappresentazione non artefatta dal potere maschilista. Portare alla pubblica visibilità un’immagine del corpo corrispondente allo sguardo femminile è la condizione per far emergere l’identità soppressa della donna e, dopo il corpo, la parola, il pensiero, le emozioni.
In una delle prime mostre femministe organizzate da Romana Loda (1975), fruttuoso fu l’incontro di Verita Monselles con Tomaso Binga che da tempo cercava una fotografa per realizzare il suo progetto di Scrittura Vivente (Alfabetiere Murale). L’incontro si trasformò in un vero sodalizio artistico tanto che la Monselles invitò Binga a posare per la terza e più stringata versione del suo dissacrante “Ecce Homo” (1976), formata da 5 foto-pannelli in sequenza dove l’immagine di un sottile segno a forma di croce del primo pannello si materializzava a poco a poco nelle successive foto, in un corpo di donna. Nella prima e nella seconda versione, invece, candelabri, fiori e mani-giunte in preghiera arricchivano la scena con la messa in posa di Marion D’Amburgo.
A dialogare con l’opera della Monselles sono stati invitati Karmen Corak e Jacopo Benci.
Daphne di Karmen Corak si compone di quattro fotografie del corpo di un albero, ‘altro’ ma non dissimile da quello dell’artista, con cui essa perviene a un’intensa identificazione. È un corpo in metamorfosi, in cui le differenze tra specie diventano analogie aprendo a una visione unitaria della vita. Corak affianca alla sua opera il lavoro fotografico Untitled (Laurus nobilis L.) dell’artista Ecke Bonk, col quale intrattiene una liaison per immagini.
Il video di Jacopo Benci dal titolo sim yes sì intreccia il confronto con l’artista argentina Monselles al dialogo con la scrittrice brasiliana Clarice Lispector, in continuità con il suo precedente lavoro sul volto e la voce e sul pensiero della differenza, temi presenti anche in questo nuovo lavoro che attinge a L’ora della stella, ultimo romanzo di Lispector.
Giovedì 25 ottobre alle ore 17.30 Francesca Gallo, Raffaella Perna, Jacopo Benci dialogheranno con Anna D’Elia sul suo libro Fotografia come terapia. Attraverso le immagini di Luigi Ghirri (Meltemi, 2018), e l’incontro sarà anche l’occasione per parlare degli artisti in mostra.
Il libro propone una lezione sul guardare: la ricerca del silenzio contro il rumore, della lentezza contro la velocità, della rarefazione contro l’accumulo, dello stupore contro l’indifferenza. La fotografia diviene la bussola per orientarsi nel mondo esterno e riconnettersi con il proprio mondo interiore.
A seguire, alle ore 19.00, Roberto Laneri, compositore e interprete di musica contemporanea giunto grazie alla scoperta del canto armonico a una sintesi personale di tecniche vocali e compositive antiche e moderne, suonerà al sax soprano la sua composizione Rhapsody in Pink, ispirata al dialogo tra Shiva e la sua controparte femminile nel Vijñanabhairava Tantra.
Transfusioni#3 ha come protagonista Verita Monselles (1929-2005), artista argentina nata a Buenos Aires e vissuta a Firenze dove, nei primi anni Settanta, cominciò ad usare la fotografia come mezzo di critica sociale, con particolare attenzione a tematiche femministe, quali la rivendicazione di un simbolico capace di fornire della donna una rappresentazione non artefatta dal potere maschilista. Portare alla pubblica visibilità un’immagine del corpo corrispondente allo sguardo femminile è la condizione per far emergere l’identità soppressa della donna e, dopo il corpo, la parola, il pensiero, le emozioni.
In una delle prime mostre femministe organizzate da Romana Loda (1975), fruttuoso fu l’incontro di Verita Monselles con Tomaso Binga che da tempo cercava una fotografa per realizzare il suo progetto di Scrittura Vivente (Alfabetiere Murale). L’incontro si trasformò in un vero sodalizio artistico tanto che la Monselles invitò Binga a posare per la terza e più stringata versione del suo dissacrante “Ecce Homo” (1976), formata da 5 foto-pannelli in sequenza dove l’immagine di un sottile segno a forma di croce del primo pannello si materializzava a poco a poco nelle successive foto, in un corpo di donna. Nella prima e nella seconda versione, invece, candelabri, fiori e mani-giunte in preghiera arricchivano la scena con la messa in posa di Marion D’Amburgo.
A dialogare con l’opera della Monselles sono stati invitati Karmen Corak e Jacopo Benci.
Daphne di Karmen Corak si compone di quattro fotografie del corpo di un albero, ‘altro’ ma non dissimile da quello dell’artista, con cui essa perviene a un’intensa identificazione. È un corpo in metamorfosi, in cui le differenze tra specie diventano analogie aprendo a una visione unitaria della vita. Corak affianca alla sua opera il lavoro fotografico Untitled (Laurus nobilis L.) dell’artista Ecke Bonk, col quale intrattiene una liaison per immagini.
Il video di Jacopo Benci dal titolo sim yes sì intreccia il confronto con l’artista argentina Monselles al dialogo con la scrittrice brasiliana Clarice Lispector, in continuità con il suo precedente lavoro sul volto e la voce e sul pensiero della differenza, temi presenti anche in questo nuovo lavoro che attinge a L’ora della stella, ultimo romanzo di Lispector.
Giovedì 25 ottobre alle ore 17.30 Francesca Gallo, Raffaella Perna, Jacopo Benci dialogheranno con Anna D’Elia sul suo libro Fotografia come terapia. Attraverso le immagini di Luigi Ghirri (Meltemi, 2018), e l’incontro sarà anche l’occasione per parlare degli artisti in mostra.
Il libro propone una lezione sul guardare: la ricerca del silenzio contro il rumore, della lentezza contro la velocità, della rarefazione contro l’accumulo, dello stupore contro l’indifferenza. La fotografia diviene la bussola per orientarsi nel mondo esterno e riconnettersi con il proprio mondo interiore.
A seguire, alle ore 19.00, Roberto Laneri, compositore e interprete di musica contemporanea giunto grazie alla scoperta del canto armonico a una sintesi personale di tecniche vocali e compositive antiche e moderne, suonerà al sax soprano la sua composizione Rhapsody in Pink, ispirata al dialogo tra Shiva e la sua controparte femminile nel Vijñanabhairava Tantra.
08
ottobre 2018
Transfusioni#3: Verita Monselles / Jacopo Benci / Karmen Corak
Dall'otto al 27 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
ARCHIVIO MENNA-BINGA – COMPLESSO MALAFRONTE
Roma, Via Dei Monti Di Pietralata, 16, (Roma)
Roma, Via Dei Monti Di Pietralata, 16, (Roma)
Orario di apertura
sabato 13 ottobre 2018 dalle ore 17.00 alle ore 21.00
22, 23, 24 ottobre dalle ore 19.00 alle ore 21.00
25 ottobre dalle ore 17.30 alle ore 21.00
sabato 27 ottobre 2018 dalle ore 18.30 alle ore 21.30
dal 9 al 27 ottobre la mostra sarà visibile su appuntamento
Info: transfusioni2016@gmail.com | Jacopo 320 2511513 | Karmen 329 4289953
Vernissage
8 Ottobre 2018, dalle ore 18.30 alle ore 21.30
Autore
Curatore