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Transhumanism and Cyborg
L’esposizione raccoglie 14 significative interpretazioni sul rapporto dell’individuo di oggi tra “umanità” e tecnologia
Comunicato stampa
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L’esposizione raccoglie 14 significative interpretazioni sul rapporto dell’individuo di oggi tra “umanità” e tecnologia. Un gioco complesso nel quale si amplificano i valori circa l’individualità ultra indagata negli aspetti fisici e sensoriali da questi giovani artisti che con un intervento prima critico e intellettuale ma anche di rivisitazione hanno elaborato progetti nei quali la ricerca va oltre il senso delle parole, delle arti che hanno decostruito tutti i codici che sul corpo si sono finora iscritti.
Ripercorrere storicamente le varie teorie sul corpo significa prendere coscienza che la cultura occidentale ha da sempre diviso l'aspetto materiale da quello spirituale, il corpo dall'anima, catalogando o manipolando prima l’una e poi l’altra, per una continua ricerca di perfezione.
Ma cos’è la perfezione? Oggi, la tecno-cultura rimodella le coscienze, i corpi, la realtà stessa e promette di liberarci da tutto questo: ci offre rifugio nello spazio virtuale, per difenderci dal deterioramento corporeo; manipola il dna; produce comportamenti farmacologicamente indotti; impone la modella ginoide asessuata; esalta l'industria del culto fisico e della chirurgia plastica; fa pratica con l'eugenetica e la clonazione.
Le tecnologie destinate a migliorare il corpo ci possono rendere, in un futuro molto prossimo, tutti cyborg, organismi cibernetici padroni dell'evoluzione, pronti addirittura a superare la nostra condizione mortale.
L'Umanesimo è stata la filosofia secondo la quale al centro del mondo c'è l'Uomo; il transumanesimo è a favore della libertà di utilizzare mezzi tecnologici per superare le nostre capacità naturali con la trasformazione del proprio corpo, del proprio cervello. Le tecnologie che hanno un impatto su nascita, morte e significato della vita vanno protette dalle intrusioni di coloro che vorrebbero controllarle per imporre a tutti la propria visione di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Ma l'orizzonte post-umano è solo l'ennesimo tentativo di creare un dio, non padre ma figlio delle nostre menti e della nostra tecnologia (come lo dimostra nel progetto video e fotografia,qui riportata, tratta dallo “ studio per una macchina riproduttiva: appunti dal quaderno di Dio “ di Silvia De Gennaro). Il cyborg, è l’ essere mutante, ibrido, un connubio di elementi tecnologici e di elementi biologici, una fusione fra macchina e corpo organico, che apre ad un universo immenso di possibilità. Oggi non si parla più di corpi organici ma trans-organici, di post-human bodies e di bodies in the net.
La posta in gioco siamo noi stessi, la nostra umanità, il nostro corpo:l'umanesimo di Yehya, né tecnofilo né tecnofobo, invita a non chiudere gli occhi e a cercare di conoscere quelle tecnologie che possano dare una saggezza legata ad una concezione ciclica del tempo.
Dalla pittura all’installazione, dalla fotografia all’intervento digitale, dai mix media al video le opere di: Betty Alazraki, Giorgio Bagnarelli, Mikel Daliu, Silvia De Gennaro, Cinzia Fresia, Elena Frontero, Richard Journo, Mary Lamb, Dario Lanzetta, Dino Marsan, Sandra Miranda, Nurya Montoya, Emanuele Napolitano e il barese Giuseppe Incampo.
Ripercorrere storicamente le varie teorie sul corpo significa prendere coscienza che la cultura occidentale ha da sempre diviso l'aspetto materiale da quello spirituale, il corpo dall'anima, catalogando o manipolando prima l’una e poi l’altra, per una continua ricerca di perfezione.
Ma cos’è la perfezione? Oggi, la tecno-cultura rimodella le coscienze, i corpi, la realtà stessa e promette di liberarci da tutto questo: ci offre rifugio nello spazio virtuale, per difenderci dal deterioramento corporeo; manipola il dna; produce comportamenti farmacologicamente indotti; impone la modella ginoide asessuata; esalta l'industria del culto fisico e della chirurgia plastica; fa pratica con l'eugenetica e la clonazione.
Le tecnologie destinate a migliorare il corpo ci possono rendere, in un futuro molto prossimo, tutti cyborg, organismi cibernetici padroni dell'evoluzione, pronti addirittura a superare la nostra condizione mortale.
L'Umanesimo è stata la filosofia secondo la quale al centro del mondo c'è l'Uomo; il transumanesimo è a favore della libertà di utilizzare mezzi tecnologici per superare le nostre capacità naturali con la trasformazione del proprio corpo, del proprio cervello. Le tecnologie che hanno un impatto su nascita, morte e significato della vita vanno protette dalle intrusioni di coloro che vorrebbero controllarle per imporre a tutti la propria visione di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Ma l'orizzonte post-umano è solo l'ennesimo tentativo di creare un dio, non padre ma figlio delle nostre menti e della nostra tecnologia (come lo dimostra nel progetto video e fotografia,qui riportata, tratta dallo “ studio per una macchina riproduttiva: appunti dal quaderno di Dio “ di Silvia De Gennaro). Il cyborg, è l’ essere mutante, ibrido, un connubio di elementi tecnologici e di elementi biologici, una fusione fra macchina e corpo organico, che apre ad un universo immenso di possibilità. Oggi non si parla più di corpi organici ma trans-organici, di post-human bodies e di bodies in the net.
La posta in gioco siamo noi stessi, la nostra umanità, il nostro corpo:l'umanesimo di Yehya, né tecnofilo né tecnofobo, invita a non chiudere gli occhi e a cercare di conoscere quelle tecnologie che possano dare una saggezza legata ad una concezione ciclica del tempo.
Dalla pittura all’installazione, dalla fotografia all’intervento digitale, dai mix media al video le opere di: Betty Alazraki, Giorgio Bagnarelli, Mikel Daliu, Silvia De Gennaro, Cinzia Fresia, Elena Frontero, Richard Journo, Mary Lamb, Dario Lanzetta, Dino Marsan, Sandra Miranda, Nurya Montoya, Emanuele Napolitano e il barese Giuseppe Incampo.
13
novembre 2005
Transhumanism and Cyborg
Dal 13 al 26 novembre 2005
arte contemporanea
Location
PRIMO PIANO LIVINGALLERY
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17,00 alle 21,00, la mattina su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2005, ore 20
Autore
Curatore