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Transit
Mostra finale dei borsisti spagnoli della Reale Accademia di Spagna a Roma
Comunicato stampa
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Venerdì 25 giugno 2010 alle ore 19 alla Real Academia de España a Roma si inaugura TRANSIT, la mostra di fine residenza dei borsisti spagnoli, anno 2009/2010, curata da Teresa Macrì.
L’esposizione multimediale si snoda in un percorso che va dalle sale espositive al cortile, attraversando le terrazze dell’Accademia, fino a raggiungere il colonnato dell’attiguo Tempietto del Bramante con site-specific realizzati ad hoc.
Il titolo TRANSIT racchiude il concept della mostra orientata sulla trans-disciplinarietà che accorpa le differenti ricerche dei borsisti e rimanda sia alla condizione di transito e di transcodificazione dei linguaggi sia alla condizione transitoria residenziale degli artisti. Film, video, installazioni, fotografia, pittura, poesia, progettazione architettonica si inseriscono nell’estasiante paesaggio degli spazi della Real Academia de España in un incrocio multimediale. L’idea curatoriale, infatti, è quella di evidenziare la potenzialità del transactor e innestare un crossing disciplinare e di interventi relazionali tra gli artisti stessi, tra artisti e contesto territoriale, tra essere e desiderio, tra identità molteplici, tra memoria e utopia.
Santiago Morilla realizza un site-specific dipingendo sul pavimento del terrazzo un personaggio fantasmatico e dai tratti cartooneschi, tra il divino e l’umano, che allude alla figura di San Francesco, passato dal convento adiacente, e agli “Uccellacci e Uccellini” di Pier Paolo Pasolini.
Il regista Jose Cabrera Betancort, presenta un loop di corti in 35 millimetri e video digitali e una video-installazione sul colonnato del Tempietto del Bramante dedicata a Beatrice Cenci, “fantasma” del luogo secondo la leggenda.
Avelino Sala Calvo che indaga sui significati comunicativi della simbologia del potere, realizza un site-specific sulla facciata dell’Accademia con slogan che rimandano all’era fascista in analogia al potere franchista.
Francisco Villar e Jaime Conde-Salazar concepiscono un lavoro congiunto che, pur fissando i temi e le forme delle singole ricerche, si pone oltre il concetto dell’autorialità dell’opera e in linea con un’estetica della relazione.
María Vallina intende dimostrare quanto possa mutare la prospettiva di un oggetto cambiando la sua medialità, modulandosi dalla pittura al disegno.
La foto-installazione di Juan Fabuel racconta quanto la materialità possa trasformare il significato dell’immagine fotografica.
Amaya Bombín Rodríguez interagisce con lo spettatore che diviene elemento significante delle sue immagini che traslano dal testo scritto al corpo dello spettatore-attore che lo “interpreta”.
Il ciclo fotografico di Yolanda del Amo mostra come l’immagine possa “artefare” la realtà delle cose.
In mostra anche gli interventi dei teorici Nieves Soriano Nieto e Noemi de Haro García, del poeta Miguel Ángel Curiel Núñez e degli architetti Lola Montalvo, Mireia Barnadas i Ribas e José Antonio Flores Soto. Artista, quest’ultimo, che realizza un site-specific nel chiostro trasformandolo in una sorta di hortus conclusus.
TRANSIT
“La cosmografia della nostra navigazione tecnica ai confini dello spazio dovrebbe cominciare col ritracciare la propria provenienza: una lunga storia, tutta la storia dell’Occidente, e forse piú, se almeno sapessimo dove comincia l’Occidente, cioè la storia di un rapporto con lo spazio e la sublimità, limitante lo spazio, del cielo stellato di Kant”1
La condizione della soggettività contemporanea è psico-fisicamente transitoria ed è il nodo da dove iniziare qualsiasi questione socio-filosofica sull’essere postmoderno. Siamo tutti esseri erranti e l’erranza è una qualità conoscitiva su cui sviluppare e modellare la propria identità.
TRANS è solitamente un prefisso che indica attraversamento, mutamento, passaggio da un luogo a un altro o da una condizione a un'altra; si trova specialmente in lemmi dotti o scientifici. In questo contesto espositivo, trans, vuole spingere alla sua ambiguità semantica e alla sua polisemia per assorbire quella identità molteplice che connota l’essenza degli artisti, teorici, architetti e poeti che, insieme e differentemente, provano a riplasmare durante la residenza privilegiata alla Real Academia de Espana di Roma.
Trans ci indirizza indubitabilmente verso un soggetto in transito.
Trans inoltre ci riconduce alla qualità del transformer ossia all’accezione che l’artista pratica nella trasformazione di idee e nella mutazione della forma.
Trans ci riconnette ancora alla funzione del transactor, essendo l’artista il modulatore e il plasmatore dei concetti.
Trans ci induce inevitabilmente all’idea orizzontale della pluri-disciplinarietà con cui le idee di trasformazione si intessono tra esse in un crossing che transcende ogni separatezza e ogni steccato categorico.
Infine e non da ultimo il mirabile morfema trans asserisce l’idea di un pensiero non finito o infinito e avvalora la condizione entropica e anarchica dell’essere nel suo farsi poiché come Jean Luc Nancy ci ricorda, la trans-soggettività individuale è quella consistenza dell’ essere singolare plurale, cosicché la singolarità di ciascuno è indissociabile dal suo essere-con-in-tanti.
Teresa Macrì
L’esposizione multimediale si snoda in un percorso che va dalle sale espositive al cortile, attraversando le terrazze dell’Accademia, fino a raggiungere il colonnato dell’attiguo Tempietto del Bramante con site-specific realizzati ad hoc.
Il titolo TRANSIT racchiude il concept della mostra orientata sulla trans-disciplinarietà che accorpa le differenti ricerche dei borsisti e rimanda sia alla condizione di transito e di transcodificazione dei linguaggi sia alla condizione transitoria residenziale degli artisti. Film, video, installazioni, fotografia, pittura, poesia, progettazione architettonica si inseriscono nell’estasiante paesaggio degli spazi della Real Academia de España in un incrocio multimediale. L’idea curatoriale, infatti, è quella di evidenziare la potenzialità del transactor e innestare un crossing disciplinare e di interventi relazionali tra gli artisti stessi, tra artisti e contesto territoriale, tra essere e desiderio, tra identità molteplici, tra memoria e utopia.
Santiago Morilla realizza un site-specific dipingendo sul pavimento del terrazzo un personaggio fantasmatico e dai tratti cartooneschi, tra il divino e l’umano, che allude alla figura di San Francesco, passato dal convento adiacente, e agli “Uccellacci e Uccellini” di Pier Paolo Pasolini.
Il regista Jose Cabrera Betancort, presenta un loop di corti in 35 millimetri e video digitali e una video-installazione sul colonnato del Tempietto del Bramante dedicata a Beatrice Cenci, “fantasma” del luogo secondo la leggenda.
Avelino Sala Calvo che indaga sui significati comunicativi della simbologia del potere, realizza un site-specific sulla facciata dell’Accademia con slogan che rimandano all’era fascista in analogia al potere franchista.
Francisco Villar e Jaime Conde-Salazar concepiscono un lavoro congiunto che, pur fissando i temi e le forme delle singole ricerche, si pone oltre il concetto dell’autorialità dell’opera e in linea con un’estetica della relazione.
María Vallina intende dimostrare quanto possa mutare la prospettiva di un oggetto cambiando la sua medialità, modulandosi dalla pittura al disegno.
La foto-installazione di Juan Fabuel racconta quanto la materialità possa trasformare il significato dell’immagine fotografica.
Amaya Bombín Rodríguez interagisce con lo spettatore che diviene elemento significante delle sue immagini che traslano dal testo scritto al corpo dello spettatore-attore che lo “interpreta”.
Il ciclo fotografico di Yolanda del Amo mostra come l’immagine possa “artefare” la realtà delle cose.
In mostra anche gli interventi dei teorici Nieves Soriano Nieto e Noemi de Haro García, del poeta Miguel Ángel Curiel Núñez e degli architetti Lola Montalvo, Mireia Barnadas i Ribas e José Antonio Flores Soto. Artista, quest’ultimo, che realizza un site-specific nel chiostro trasformandolo in una sorta di hortus conclusus.
TRANSIT
“La cosmografia della nostra navigazione tecnica ai confini dello spazio dovrebbe cominciare col ritracciare la propria provenienza: una lunga storia, tutta la storia dell’Occidente, e forse piú, se almeno sapessimo dove comincia l’Occidente, cioè la storia di un rapporto con lo spazio e la sublimità, limitante lo spazio, del cielo stellato di Kant”1
La condizione della soggettività contemporanea è psico-fisicamente transitoria ed è il nodo da dove iniziare qualsiasi questione socio-filosofica sull’essere postmoderno. Siamo tutti esseri erranti e l’erranza è una qualità conoscitiva su cui sviluppare e modellare la propria identità.
TRANS è solitamente un prefisso che indica attraversamento, mutamento, passaggio da un luogo a un altro o da una condizione a un'altra; si trova specialmente in lemmi dotti o scientifici. In questo contesto espositivo, trans, vuole spingere alla sua ambiguità semantica e alla sua polisemia per assorbire quella identità molteplice che connota l’essenza degli artisti, teorici, architetti e poeti che, insieme e differentemente, provano a riplasmare durante la residenza privilegiata alla Real Academia de Espana di Roma.
Trans ci indirizza indubitabilmente verso un soggetto in transito.
Trans inoltre ci riconduce alla qualità del transformer ossia all’accezione che l’artista pratica nella trasformazione di idee e nella mutazione della forma.
Trans ci riconnette ancora alla funzione del transactor, essendo l’artista il modulatore e il plasmatore dei concetti.
Trans ci induce inevitabilmente all’idea orizzontale della pluri-disciplinarietà con cui le idee di trasformazione si intessono tra esse in un crossing che transcende ogni separatezza e ogni steccato categorico.
Infine e non da ultimo il mirabile morfema trans asserisce l’idea di un pensiero non finito o infinito e avvalora la condizione entropica e anarchica dell’essere nel suo farsi poiché come Jean Luc Nancy ci ricorda, la trans-soggettività individuale è quella consistenza dell’ essere singolare plurale, cosicché la singolarità di ciascuno è indissociabile dal suo essere-con-in-tanti.
Teresa Macrì
25
giugno 2010
Transit
Dal 25 giugno al 22 luglio 2010
arte contemporanea
Location
REAL ACADEMIA DE ESPANA – ACCADEMIA REALE DI SPAGNA
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Orario di apertura
Martedì-Domenica ore 10-19. Lunedì chiuso
Vernissage
25 Giugno 2010, ore 19
Autore
Curatore