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Transizioni. Da un paesaggio all’altro
transizioni, da un paesaggio all’altro: di architettura e di cose, di uomini e di pecore, di case, di parole e di immagini, di idee, di memoria e di prospettiva, di desideri e di possibilità … di stagione in stagione
Comunicato stampa
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usomagazzino per altre architetture segna il passaggio di stagione, dalla primavera all’estate, con uno sguardo leggero al paesaggio, facendo dialogare lavori di autori apparentemente e forse davvero lontani negli intenti e nel tempo, che vengono accostati l’uno all’altro o felicemente giustapposti; il desiderio di Lúcio Rosato, curatore di questa esposizione, è di provare a ricercare il filo che tiene insieme esperienze e sensibilità diverse per raccontare, forse semplicemente, il suo modo di guardare un territorio racchiuso tra la montagna e il mare. Con queste poche parole sottolinea le ragioni di questo allestimento: “transizioni, da un paesaggio all’altro: di architettura e di cose, di uomini e di pecore, di case, di parole e di immagini, di idee, di memoria e di prospettiva, di desideri e di possibilità ... di stagione in stagione”.
Transizione quindi concreta e percettiva che segna il passaggio da una condizione fisica al sentire della mente, ma anche dell’anima; dalla materia provvisoria alla parola scritta, lasciando tra le righe quel vuoto necessario per ascoltare altro da se e percepire il desiderio e la possibilità di restare come di andare, di tornare.
Agli orizzonti lineari del mare fermati dallo scatto sensibile di Iacopo Pasqui, così come a quelli rasserenanti della parola di Tonia Giansante (che accetta la transizione da cosa ad altra cosa come da vita ad altra vita), si contrappongono i vortici della memoria di un paesaggio di Elio Di Blasio e quelli della mente che Federico Spoltore esterna in un suo personale momento di transizione dal figurativo ad altra figurazione con due matite grasse del 1962: soavità e giunge l'autunno, quasi a ricordare che con il solstizio d'estate inizia anche la decadenza estiva. Due rari e importanti lavori serigrafici di Franco Summa del 1970 squarciano il muro bianco con il colore che invade di luce il guerriero di capestrano e l’antico borgo di Loreto Aprutino, confermando l'attenzione dell'autore al progetto come strumento di necessaria modificazione pur dentro i recinti di una identità. Se può durare solo un attimo il riposo della pastora, che Francesco Paolo Michetti ferma sulla tela insieme alle sue pecore, come in un fermo immagine, con la sua pennellata ormai essenziale e matura, altre pecore sono già pronte a lasciare le montagne d'Abruzzo in transumanza verso il Sud; e ancora altre transizioni: di motocicletta che scalpita in altre direzioni (fotografie di Iacopo Pasqui); di pietra che Pasquale Liberatore fa gemma: di germogli o di artigli?; di vortici che si fanno onda se Andrea Branciforti materializza il gesto di un antico decoro della tradizione ceramica di Caltagirone; di parallelepipedi che si susseguono per costruire una prospettiva di paesaggio matematico e sospeso nella ricerca attenta dei provvisori equilibri di Achille Perilli. Così, di verde in verde, come di passo in passo, i lavori di Lúcio Rosato misurano lo spazio esaltando le relazioni che sono nelle distanze tra natura ed altra natura, tra presenza e assenza, tra casa e cose , tra progetto e altro progetto.
Transizione quindi concreta e percettiva che segna il passaggio da una condizione fisica al sentire della mente, ma anche dell’anima; dalla materia provvisoria alla parola scritta, lasciando tra le righe quel vuoto necessario per ascoltare altro da se e percepire il desiderio e la possibilità di restare come di andare, di tornare.
Agli orizzonti lineari del mare fermati dallo scatto sensibile di Iacopo Pasqui, così come a quelli rasserenanti della parola di Tonia Giansante (che accetta la transizione da cosa ad altra cosa come da vita ad altra vita), si contrappongono i vortici della memoria di un paesaggio di Elio Di Blasio e quelli della mente che Federico Spoltore esterna in un suo personale momento di transizione dal figurativo ad altra figurazione con due matite grasse del 1962: soavità e giunge l'autunno, quasi a ricordare che con il solstizio d'estate inizia anche la decadenza estiva. Due rari e importanti lavori serigrafici di Franco Summa del 1970 squarciano il muro bianco con il colore che invade di luce il guerriero di capestrano e l’antico borgo di Loreto Aprutino, confermando l'attenzione dell'autore al progetto come strumento di necessaria modificazione pur dentro i recinti di una identità. Se può durare solo un attimo il riposo della pastora, che Francesco Paolo Michetti ferma sulla tela insieme alle sue pecore, come in un fermo immagine, con la sua pennellata ormai essenziale e matura, altre pecore sono già pronte a lasciare le montagne d'Abruzzo in transumanza verso il Sud; e ancora altre transizioni: di motocicletta che scalpita in altre direzioni (fotografie di Iacopo Pasqui); di pietra che Pasquale Liberatore fa gemma: di germogli o di artigli?; di vortici che si fanno onda se Andrea Branciforti materializza il gesto di un antico decoro della tradizione ceramica di Caltagirone; di parallelepipedi che si susseguono per costruire una prospettiva di paesaggio matematico e sospeso nella ricerca attenta dei provvisori equilibri di Achille Perilli. Così, di verde in verde, come di passo in passo, i lavori di Lúcio Rosato misurano lo spazio esaltando le relazioni che sono nelle distanze tra natura ed altra natura, tra presenza e assenza, tra casa e cose , tra progetto e altro progetto.
21
giugno 2013
Transizioni. Da un paesaggio all’altro
Dal 21 giugno al 06 luglio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
USOMAGAZZINO PER ALTRE ARCHITETTURE
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 18.00 - 20.00
Vernissage
21 Giugno 2013, h 19.00
Autore
Curatore