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Tre cortometraggi di Pietro Geranzani
Area35 nell’ambito della mostra “L’Europa durante la pioggia” di Pietro Geranzani ospita la proiezione di tre cortometraggi realizzati dall’artista tra il 2016 e il 2018 durante dei viaggi in Namibia, India e Cina. La proiezione è intermezzata da brani musicali dal vivo di Margherito e Smoke Circus
Comunicato stampa
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Nell’ambito della mostra “L’Europa durante la pioggia. Pietro Geranzani” esposta presso la galleria Area35 di Milano, giovedì 5 aprile dalle ore 19 verranno proiettati tre cortometraggi di Pietro Geranzani, realizzati fra il 2016 e il 2018 durante dei viaggi in Namibia, India e Cina. Le musiche di Margherito e degli Smoke Circus, tra pop e ambient, si alterneranno alle riproduzioni video.
Ambientato in Namibia fra le tribù Himba e San (Boscimani) Nell’eclisse di sole il verde è condannato a cenere, realizzato nel 2017, è un omaggio alla letteratura. Il film esplora condizioni universali dell’esistenza attraverso l’uso di sottotitoli tratti da poesie di Thomas Eliot, Cees Nooteboom, Nelly Sachs e Novalis, che danno voce al racconto degli uomini e delle donne di sperduti villaggi del cuore dell’Africa e fanno affiorare bisogni, timori, stati d’animo che non sembrano cambiare a seconda della latitudine e della cultura d’appartenenza.
Don’t Touch the God, del 2016, è stato girato a Varanasi in India ed è diviso in due parti. La prima racconta il risveglio sul fiume, dove la massa dei fedeli compie le abluzioni mattutine e la preghiera, accompagnato dalla composizione “Amen”, per solo coro, di Henryk Gorecki; nella seconda sono mostrate le cremazioni al Manikarnika Ghat, il luogo più sacro dell’India per le cerimonie funebri. Geranzani ha avuto il privilegio di effettuare delle riprese all’interno dell’area e queste, in contrapposizione con quelle della vita al suo risveglio, chiudono metaforicamente il cerchio dell’esistenza. Questa sequenza è arricchita da vecchie registrazioni per la BBC, nelle quali gli intervistati parlano del loro rapporto con Dio, mettendo in risalto come ogni forma di credo e di preghiera sia accompagnata da rituali simili.
Infine Dove si infrange la luce grigia/Un fotografo giapponese/La pratica lenta e silenziosa della pittura, del 2016/2018, traccia il resoconto di una visita nella città di Hangzhou, in Cina. L’artista ha effettuato le riprese in una giornata di pioggia nella periferia urbana, dove la vita scorre lenta a dispetto del progresso edilizio che rapidamente trasforma le abitudini della popolazione. È il racconto suggestivo di gesti reiterati e quotidiani, accompagnati da una colonna sonora composta ed eseguita da Geranzani stesso.
La proiezione dei video sarà intermezzata da brani musicali dal vivo, pensati per l’occasione dal cantautore Margherito (Vincenzo Calandrino), accompagnato alla batteria da Gaetano Polignano e dagli Smoke Circus con Dalai, voce suadente e graffiante, e Tom Hazy alla chitarra.
Contemporaneamente è possibile ammirare i lavori storici e inediti di Pietro Geranzani, caratterizzati da un forte impatto visivo ed emotivo, esposti fino al 28 aprile.
Le opere, di matrice figurativa e cariche di simboli, pongono l’accento sulla coscienza storica del presente e del passato, con una particolare attenzione rivolta alla contemporaneità, segnata da inquietudini e incertezze.
Le tele, realizzate per l’esposizione milanese, prendono ispirazione dal titolo dell’opera di Max Ernst “L’Europa dopo la pioggia II” (1942), che esprime una situazione di annientamento e di paura immaginata nell’ipotetico perdurare del secondo conflitto mondiale. Nel ciclo L’Europa durante la pioggia Geranzani non fa riferimento allo scenario di Ernst ma ne evoca il luogo, l’Europa, e l’elemento pioggia, il suo abbattersi inesorabile sull’umanità così come gli accadimenti legati ai conflitti internazionali cui si è attualmente sottoposti.
L’artista si esprime in maniera diretta, con immagini crude, emblematiche di una paura diffusa, attraverso i simboli del terrorismo, caratterizzati da una feroce e irrazionale violenza, come si osserva nei personaggi dipinti sulle tele in cui uomini sono colti nell’intento di farsi esplodere o mostrano gli ordigni che indossano sotto gli abiti. La minaccia, il pericolo e l’incubo vissuti, in ambito europeo e a livello mondiale, sono rivelati senza esorcizzare il male profondo che dilaga fra le persone.
La pittura di Geranzani, densa di luci che contrastano i toni scuri e cupi, non nasconde richiami ai grandi maestri del passato, quali Bosch, Rembrandt, Géricault, Goya, Munch, Bacon e riferimenti al romanticismo, al simbolismo, all’espressionismo tedesco, al surrealismo cui l’artista rende consapevolmente omaggio.
Accanto alle opere di grande formato, sono esposti un nucleo di olii di medie e piccole dimensioni oltre a carte realizzate a tecnica mista e disegni preparatori a matita.
In mostra è consultabile il libro monografico di Pietro Geranzani edito da Area35.
Cenni Biografici. Pietro Geranzani nasce a Londra il 3 dicembre 1964, da madre tedesca e padre italiano. Dopo aver trascorso gli anni dell’infanzia in Germania e in Svizzera si trasferisce con la famiglia a Genova, dove conclude la sua formazione all’Accademia Ligustica di Belle Arti sotto la direzione di Gianfranco Bruno. Partecipa a diverse personali e collettive in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, affiancando l’attività artistica a quella di filmmaker.
Nel 1996 espone all’Hotel de Ville di Strasburgo, nel 1998 a Berlino nella Sankt Matthäuskirche e a Brescia presso la Galleria AAB; nel 2000 vince il Premio Duchessa di Galliera e in seguito è accolto nella collettiva al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova. È tra gli artisti della mostra Il Male - Esercizi di Pittura Crudele ospitata nel 2005 alla Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino e nel 2008, presso il Municipio di Zurigo, prende parte a Menschenbilder im Stadthaus Zürich. Del 2009 è la personale Ombre Ammonitrici presso il Palazzo Ducale di Genova, in occasione della Giornata della Memoria, mentre il 2010 vede la sua partecipazione alla collettiva Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino. Nel 2011 è invitato alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia presso l’Arsenale a al Palazzo della Meridiana a Genova; sempre a Venezia tiene la personale The Elephant Men alla galleria Workshop Arte Contemporanea. Nel 2015 espone presso Area35 la personale In flore furoris e nel 2017 presso la Chiesa consacrata di San Raffaele a Milano. Numerose le mostre personali, collettive e itineranti in Francia, Stati Uniti, Finlandia e Cina. Attualmente vive a lavora a Milano. www.pietrogeranzani.it
Area35 Art Gallery di Giacomo Marco Valerio apre nel 2009 e si propone come polo culturale dell’arte italiana contemporanea a livello internazionale. La sua attività e la sua missione sono incentrate sulla creazione di ponti e scambi culturali tra artisti italiani e internazionali a livello multidisciplinare.
Dal 2018 la galleria, oltre al grande spazio espositivo, offre la Project Room, una sala dedicata alla promozione di giovani artisti emergenti volta ad un maggiore coinvolgimento del pubblico.
Fra le maggiori esposizioni si ricordano: nel 2010 Andy Warhol, dal 2011 la quinquennale ad Hangzhou in Cina con l’artista e professore emerito Luo Qi; nel 2014 espone Jacques Toussaint in collaborazione con l’Institut Français di Milano. Nel 2017 Area35 sostiene e partecipa al progetto “Inclusioni” con la Diocesi di Massa, il Comune e la Regione Toscana realizzando l’esposizione di Paolo Topy e Federico Garibaldi in varie sedi istituzionali, fra cui il Duomo di Massa.
Area35 ha dedicato numerose mostre personali ad artisti emergenti e consolidati quali Nino Alfieri, Giovanni Cerri, Barbara Colombo, Nicola Evangelisti, Gian Piero Gasparini, Pietro Geranzani, Marco Mendeni, Ernesto Morales.
Cosciente della mutevole e frizzante situazione dell’arte internazionale Area35 realizza e promuove esposizioni in Italia e all’estero attraverso partecipazioni e collaborazioni con alcune gallerie internazionali, musei, ambasciate e consolati di Argentina, Danimarca, Francia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Ungheria.
Ambientato in Namibia fra le tribù Himba e San (Boscimani) Nell’eclisse di sole il verde è condannato a cenere, realizzato nel 2017, è un omaggio alla letteratura. Il film esplora condizioni universali dell’esistenza attraverso l’uso di sottotitoli tratti da poesie di Thomas Eliot, Cees Nooteboom, Nelly Sachs e Novalis, che danno voce al racconto degli uomini e delle donne di sperduti villaggi del cuore dell’Africa e fanno affiorare bisogni, timori, stati d’animo che non sembrano cambiare a seconda della latitudine e della cultura d’appartenenza.
Don’t Touch the God, del 2016, è stato girato a Varanasi in India ed è diviso in due parti. La prima racconta il risveglio sul fiume, dove la massa dei fedeli compie le abluzioni mattutine e la preghiera, accompagnato dalla composizione “Amen”, per solo coro, di Henryk Gorecki; nella seconda sono mostrate le cremazioni al Manikarnika Ghat, il luogo più sacro dell’India per le cerimonie funebri. Geranzani ha avuto il privilegio di effettuare delle riprese all’interno dell’area e queste, in contrapposizione con quelle della vita al suo risveglio, chiudono metaforicamente il cerchio dell’esistenza. Questa sequenza è arricchita da vecchie registrazioni per la BBC, nelle quali gli intervistati parlano del loro rapporto con Dio, mettendo in risalto come ogni forma di credo e di preghiera sia accompagnata da rituali simili.
Infine Dove si infrange la luce grigia/Un fotografo giapponese/La pratica lenta e silenziosa della pittura, del 2016/2018, traccia il resoconto di una visita nella città di Hangzhou, in Cina. L’artista ha effettuato le riprese in una giornata di pioggia nella periferia urbana, dove la vita scorre lenta a dispetto del progresso edilizio che rapidamente trasforma le abitudini della popolazione. È il racconto suggestivo di gesti reiterati e quotidiani, accompagnati da una colonna sonora composta ed eseguita da Geranzani stesso.
La proiezione dei video sarà intermezzata da brani musicali dal vivo, pensati per l’occasione dal cantautore Margherito (Vincenzo Calandrino), accompagnato alla batteria da Gaetano Polignano e dagli Smoke Circus con Dalai, voce suadente e graffiante, e Tom Hazy alla chitarra.
Contemporaneamente è possibile ammirare i lavori storici e inediti di Pietro Geranzani, caratterizzati da un forte impatto visivo ed emotivo, esposti fino al 28 aprile.
Le opere, di matrice figurativa e cariche di simboli, pongono l’accento sulla coscienza storica del presente e del passato, con una particolare attenzione rivolta alla contemporaneità, segnata da inquietudini e incertezze.
Le tele, realizzate per l’esposizione milanese, prendono ispirazione dal titolo dell’opera di Max Ernst “L’Europa dopo la pioggia II” (1942), che esprime una situazione di annientamento e di paura immaginata nell’ipotetico perdurare del secondo conflitto mondiale. Nel ciclo L’Europa durante la pioggia Geranzani non fa riferimento allo scenario di Ernst ma ne evoca il luogo, l’Europa, e l’elemento pioggia, il suo abbattersi inesorabile sull’umanità così come gli accadimenti legati ai conflitti internazionali cui si è attualmente sottoposti.
L’artista si esprime in maniera diretta, con immagini crude, emblematiche di una paura diffusa, attraverso i simboli del terrorismo, caratterizzati da una feroce e irrazionale violenza, come si osserva nei personaggi dipinti sulle tele in cui uomini sono colti nell’intento di farsi esplodere o mostrano gli ordigni che indossano sotto gli abiti. La minaccia, il pericolo e l’incubo vissuti, in ambito europeo e a livello mondiale, sono rivelati senza esorcizzare il male profondo che dilaga fra le persone.
La pittura di Geranzani, densa di luci che contrastano i toni scuri e cupi, non nasconde richiami ai grandi maestri del passato, quali Bosch, Rembrandt, Géricault, Goya, Munch, Bacon e riferimenti al romanticismo, al simbolismo, all’espressionismo tedesco, al surrealismo cui l’artista rende consapevolmente omaggio.
Accanto alle opere di grande formato, sono esposti un nucleo di olii di medie e piccole dimensioni oltre a carte realizzate a tecnica mista e disegni preparatori a matita.
In mostra è consultabile il libro monografico di Pietro Geranzani edito da Area35.
Cenni Biografici. Pietro Geranzani nasce a Londra il 3 dicembre 1964, da madre tedesca e padre italiano. Dopo aver trascorso gli anni dell’infanzia in Germania e in Svizzera si trasferisce con la famiglia a Genova, dove conclude la sua formazione all’Accademia Ligustica di Belle Arti sotto la direzione di Gianfranco Bruno. Partecipa a diverse personali e collettive in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, affiancando l’attività artistica a quella di filmmaker.
Nel 1996 espone all’Hotel de Ville di Strasburgo, nel 1998 a Berlino nella Sankt Matthäuskirche e a Brescia presso la Galleria AAB; nel 2000 vince il Premio Duchessa di Galliera e in seguito è accolto nella collettiva al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova. È tra gli artisti della mostra Il Male - Esercizi di Pittura Crudele ospitata nel 2005 alla Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino e nel 2008, presso il Municipio di Zurigo, prende parte a Menschenbilder im Stadthaus Zürich. Del 2009 è la personale Ombre Ammonitrici presso il Palazzo Ducale di Genova, in occasione della Giornata della Memoria, mentre il 2010 vede la sua partecipazione alla collettiva Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino. Nel 2011 è invitato alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia presso l’Arsenale a al Palazzo della Meridiana a Genova; sempre a Venezia tiene la personale The Elephant Men alla galleria Workshop Arte Contemporanea. Nel 2015 espone presso Area35 la personale In flore furoris e nel 2017 presso la Chiesa consacrata di San Raffaele a Milano. Numerose le mostre personali, collettive e itineranti in Francia, Stati Uniti, Finlandia e Cina. Attualmente vive a lavora a Milano. www.pietrogeranzani.it
Area35 Art Gallery di Giacomo Marco Valerio apre nel 2009 e si propone come polo culturale dell’arte italiana contemporanea a livello internazionale. La sua attività e la sua missione sono incentrate sulla creazione di ponti e scambi culturali tra artisti italiani e internazionali a livello multidisciplinare.
Dal 2018 la galleria, oltre al grande spazio espositivo, offre la Project Room, una sala dedicata alla promozione di giovani artisti emergenti volta ad un maggiore coinvolgimento del pubblico.
Fra le maggiori esposizioni si ricordano: nel 2010 Andy Warhol, dal 2011 la quinquennale ad Hangzhou in Cina con l’artista e professore emerito Luo Qi; nel 2014 espone Jacques Toussaint in collaborazione con l’Institut Français di Milano. Nel 2017 Area35 sostiene e partecipa al progetto “Inclusioni” con la Diocesi di Massa, il Comune e la Regione Toscana realizzando l’esposizione di Paolo Topy e Federico Garibaldi in varie sedi istituzionali, fra cui il Duomo di Massa.
Area35 ha dedicato numerose mostre personali ad artisti emergenti e consolidati quali Nino Alfieri, Giovanni Cerri, Barbara Colombo, Nicola Evangelisti, Gian Piero Gasparini, Pietro Geranzani, Marco Mendeni, Ernesto Morales.
Cosciente della mutevole e frizzante situazione dell’arte internazionale Area35 realizza e promuove esposizioni in Italia e all’estero attraverso partecipazioni e collaborazioni con alcune gallerie internazionali, musei, ambasciate e consolati di Argentina, Danimarca, Francia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Ungheria.
05
aprile 2018
Tre cortometraggi di Pietro Geranzani
05 aprile 2018
serata - evento
Location
AREA35 ARTGALLERY
Milano, Via Vigevano, 35, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 35, (Milano)
Vernissage
5 Aprile 2018, ore 19
Autore