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Tre. Tre artisti per una mostra
in mostra opere di Patrizia Barnato, Dennis Fazio e Fabiano Speziari, curata da Valentina Calzia e organizzata dall’associazione IMagine
Comunicato stampa
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Inaugura venerdì 6 agosto alle ore 21 nelle sale del Centro Culturale Polivalente - Pinacoteca Civica di Imperia la tripla collettiva "Tre. Tre artisti per una mostra", che esporrà opere di Patrizia Barnato, Dennis Fazio e Fabiano Speziari, curata da Valentina Calzia e organizzata dall'associazione IMagine con il patrocinio del Comune di Imperia.
La mostra sarà arricchita da un'installazione dal titolo "God save the black gold", riflessione metaforico-artistica suscitata dal recente disastro ambientale avvenuto in Louisiana.
Orario : da mercoledì a domenica dalle 21 alle 24
Ingresso libero.
Patrocinio : Comune di Imperia, Associazione Culturale IMagine
Ufficio Stampa : Settore Cultura – Comune di Imperia – tel 0183 701568 – cultura@comune.imperia.it – info@imperiaimmagine.it
Curatore : Valentina Calzia
Artisti : Patrizia Barnato, Dennis Fazio e Fabiano Speziari.
Testo critico : Tre.
Tre stili talmente diversi da riuscire ad abbracciare le principali correnti dell’arte contemporanea, senza escludesi a vicenda ma, anzi, offrendo una panoramica ampia e assortita su ciò che è l’arte oggi. Gestuale, pop e materico-concettuale sono le tre prospettive da cui questi artisti osservano il mondo e lo ricreano sulla tela.
Dennis Fazio è un artista gestuale che ha fatto dell’eleganza del gesto pittorico la sua cifra stilistica. Nei suoi dipinti emerge un raffinato equilibrio di forma e colore che crea sulla tela un effetto quasi trattenuto, intimista, sussurrato. Più che la potenza del gesto, in Fazio prevale infatti la misura, come se l’artista volesse metterci a parte di un mondo interiore caotico ma non confuso, inconscio ma non inconsapevole. Risultato che riesce ad ottenere anche quando affronta tematiche passionali e drammatiche come in “Esplosione collettiva”, quadro dominato da rossi intensi e da linee violentemente in fuga.
Interessanti anche i lavori in cui Fazio recupera forme e atmosfere tipiche dell’arte primitiva rupestre, senza stravolgerne lo spirito ma interpretandolo in chiave materica e utilizzando i materiali più disparati (legni, vinile, ceramica e in generale tutto ciò che può essere riciclato). Il risultato è sempre quello di una non comune grazia, punto d’arrivo di una continua ricerca che non è solo estetica ma emozionale e interiore.
Fabiano Speziari reinterpreta il pop. La stretta correlazione esistente tra i suoi quadri e i titoli che ad essi attribuisce suggerisce che il punto di partenza, per Speziari, è sempre e comunque l’idea che nasce da un’attenta, graffiante e talvolta cinica visione della realtà. Mi riferisco, ad esempio, al missile raffigurato in “Have a good day”, alla dea Kali in versione cibernetica di “Nuova divinità moderna”, e ancora alla salamandra che s’arrampica sul cibo da fast food in “Natura morta con regional country manager”. La resa finale è quella di un disegno pulito, essenziale, dal colore piatto, ma il cui risultato sembra voler fuoriuscire dalla tela bianca circostante, abbandonare la propria bidimensionalità per arrivare diretto e senza artifici agli occhi del fruitore.
Suggestiva, poi, la serie degli alberi-pensieri, con le loro fronde scarne, battute da un vento di incertezza, sdoppiate in ombre che ne prolungano i rami in una dimensione altra (quella, forse, dei retro-pensieri, quella dell’illusione). Anche se statici, gli alberi-pensieri hanno poca terra in cui affondare le loro radici, e questo – più ancora della forma stessa e della loro fissità sulla tela – li rende fragili, vulnerabili, umani.
Patrizia Barnato dimostra di possedere, con i suoi lavori al limite tra il materico e il concettuale, una grande capacità di analisi e di sintesi. La giovane artista, infatti, affronta tematiche quali l’identità, l’inconscio e la vita umana riuscendo, con pochi tratti (i buchi slabbrati in una tela, ad esempio, o i tagli imprecisi o la rappresentazione di forme dolosamente appuntite), a cogliere ed esprimere una visione tormentata e tragica dell’esistenza. Anche in dipinti come “Gioia”, l’esplosione bianca che squarcia il blu circostante ha una qualità destabilizzante che colpisce lo spettatore il quale, di quella gioia, vede non tanto la dimensione allegra e giocosa, quanto piuttosto l’elemento irrazionale, incontrollabile. Insomma, Patrizia Barnato indaga l’uomo negli aspetti più drammatici della sua umanità, quelli che spesso, nello svolgersi quotidiano delle nostre vite, tendiamo a relegare in un angolo, a non voler osservare perché, appunto, destabilizzanti e spaventosi. In ultima analisi l’artista – quale che sia l’idea che sta alla base di una sua opera – prova sempre (e ci riesce) a dar voce al non detto, alle pulsioni più recondite, a quell’inquietudine esistenziale che oggi, più che mai, l’uomo contemporaneo vive nel profondo della propria interiorità ma di cui spesso non conosce né i confini né la natura.
Valentina Calzia
La mostra sarà arricchita da un'installazione dal titolo "God save the black gold", riflessione metaforico-artistica suscitata dal recente disastro ambientale avvenuto in Louisiana.
Orario : da mercoledì a domenica dalle 21 alle 24
Ingresso libero.
Patrocinio : Comune di Imperia, Associazione Culturale IMagine
Ufficio Stampa : Settore Cultura – Comune di Imperia – tel 0183 701568 – cultura@comune.imperia.it – info@imperiaimmagine.it
Curatore : Valentina Calzia
Artisti : Patrizia Barnato, Dennis Fazio e Fabiano Speziari.
Testo critico : Tre.
Tre stili talmente diversi da riuscire ad abbracciare le principali correnti dell’arte contemporanea, senza escludesi a vicenda ma, anzi, offrendo una panoramica ampia e assortita su ciò che è l’arte oggi. Gestuale, pop e materico-concettuale sono le tre prospettive da cui questi artisti osservano il mondo e lo ricreano sulla tela.
Dennis Fazio è un artista gestuale che ha fatto dell’eleganza del gesto pittorico la sua cifra stilistica. Nei suoi dipinti emerge un raffinato equilibrio di forma e colore che crea sulla tela un effetto quasi trattenuto, intimista, sussurrato. Più che la potenza del gesto, in Fazio prevale infatti la misura, come se l’artista volesse metterci a parte di un mondo interiore caotico ma non confuso, inconscio ma non inconsapevole. Risultato che riesce ad ottenere anche quando affronta tematiche passionali e drammatiche come in “Esplosione collettiva”, quadro dominato da rossi intensi e da linee violentemente in fuga.
Interessanti anche i lavori in cui Fazio recupera forme e atmosfere tipiche dell’arte primitiva rupestre, senza stravolgerne lo spirito ma interpretandolo in chiave materica e utilizzando i materiali più disparati (legni, vinile, ceramica e in generale tutto ciò che può essere riciclato). Il risultato è sempre quello di una non comune grazia, punto d’arrivo di una continua ricerca che non è solo estetica ma emozionale e interiore.
Fabiano Speziari reinterpreta il pop. La stretta correlazione esistente tra i suoi quadri e i titoli che ad essi attribuisce suggerisce che il punto di partenza, per Speziari, è sempre e comunque l’idea che nasce da un’attenta, graffiante e talvolta cinica visione della realtà. Mi riferisco, ad esempio, al missile raffigurato in “Have a good day”, alla dea Kali in versione cibernetica di “Nuova divinità moderna”, e ancora alla salamandra che s’arrampica sul cibo da fast food in “Natura morta con regional country manager”. La resa finale è quella di un disegno pulito, essenziale, dal colore piatto, ma il cui risultato sembra voler fuoriuscire dalla tela bianca circostante, abbandonare la propria bidimensionalità per arrivare diretto e senza artifici agli occhi del fruitore.
Suggestiva, poi, la serie degli alberi-pensieri, con le loro fronde scarne, battute da un vento di incertezza, sdoppiate in ombre che ne prolungano i rami in una dimensione altra (quella, forse, dei retro-pensieri, quella dell’illusione). Anche se statici, gli alberi-pensieri hanno poca terra in cui affondare le loro radici, e questo – più ancora della forma stessa e della loro fissità sulla tela – li rende fragili, vulnerabili, umani.
Patrizia Barnato dimostra di possedere, con i suoi lavori al limite tra il materico e il concettuale, una grande capacità di analisi e di sintesi. La giovane artista, infatti, affronta tematiche quali l’identità, l’inconscio e la vita umana riuscendo, con pochi tratti (i buchi slabbrati in una tela, ad esempio, o i tagli imprecisi o la rappresentazione di forme dolosamente appuntite), a cogliere ed esprimere una visione tormentata e tragica dell’esistenza. Anche in dipinti come “Gioia”, l’esplosione bianca che squarcia il blu circostante ha una qualità destabilizzante che colpisce lo spettatore il quale, di quella gioia, vede non tanto la dimensione allegra e giocosa, quanto piuttosto l’elemento irrazionale, incontrollabile. Insomma, Patrizia Barnato indaga l’uomo negli aspetti più drammatici della sua umanità, quelli che spesso, nello svolgersi quotidiano delle nostre vite, tendiamo a relegare in un angolo, a non voler osservare perché, appunto, destabilizzanti e spaventosi. In ultima analisi l’artista – quale che sia l’idea che sta alla base di una sua opera – prova sempre (e ci riesce) a dar voce al non detto, alle pulsioni più recondite, a quell’inquietudine esistenziale che oggi, più che mai, l’uomo contemporaneo vive nel profondo della propria interiorità ma di cui spesso non conosce né i confini né la natura.
Valentina Calzia
06
agosto 2010
Tre. Tre artisti per una mostra
Dal 06 al 22 agosto 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL PRESEPE – PALAZZO DEL COLLEGIO – PINACOTECA CIVICA
Imperia, Piazza Del Duomo, 11 a, (Imperia)
Imperia, Piazza Del Duomo, 11 a, (Imperia)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica dalle 21 alle 24
Vernissage
6 Agosto 2010, ore 21
Autore
Curatore