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Tristano Alberti e la scultura del ‘900
Attorno all’opera e alla figura del triestino Tristano Alberti (1915 – 1976) l’Associazione Culturale Linea d’Arte ha raccolto nel suo spazio espositivo una selezione di sculture realizzate da artisti che hanno operato (e che in parte ancora operano) nel XX secolo, sintetizzando un mosaico rappresentativo di un linguaggio artistico che da sempre – più della pittura – si è interrogato sulle grandi questioni del fare arte
Comunicato stampa
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La scultura del Novecento è stata definita “un’arte senza tempo”, per sintetizzare un percorso ampio e contraddittorio, anche oggi difficile da sistemare.
Attorno all’opera e alla figura del triestino Tristano Alberti (1915 – 1976) l’Associazione Culturale Linea d’Arte ha raccolto nel suo spazio espositivo (Trieste – Via Lazzaretto Vecchio, 19) una selezione di sculture realizzate da artisti che hanno operato (e che in parte ancora operano) nel XX secolo, sintetizzando un mosaico rappresentativo di un linguaggio artistico che da sempre – più della pittura – si è interrogato sulle grandi questioni del fare arte: la struttura e il carattere della forma; la possibilità di proporre una rappresentazione concettuale della realtà senza ubbidire alla forza descrittiva delle immagini.
Ne esce un’esposizione sicuramente non esaustiva – afferma Franco Rosso nella presentazione - ma sufficientemente rappresentativa della scultura con riferimento soprattutto alla seconda metà del ‘900, quando alla fine della seconda guerra mondiale l’intera scultura europea avviò una mutazione radicale dell’assetto dei codici formali. Al centro dell’esposizione sette opere di Tristano Alberti che esplicitano quel suo optimum delle forme che nasce dalla definizione ultima della superficie e da quel ritmo che nell’alternarsi dei pieni e dei vuoti coniuga grazia ed equilibrio. Attorno, le sculture di importanti artisti che hanno operato e operano a livello nazionale e internazionale.
La rassegna presenta un mosaico di forme e di materiali diversi che partendo dal rapporto luce-spazio-movimento arrivano alle più contemporanee tendenze che vedono le ultime generazioni di artisti preferire i processi di comunicazione a quelli di espressione.
Tutti i lavori sembrano aver considerato l’indirizzo innovativo che Costantin Brancusi impresse all’inizio del secolo, rivoluzionando la concezione della forma plastica come “linguaggio”, ma anche le lezioni di Arturo Martini, di Marino Marini e Giacomo Manzù, questi due ultimi protagonisti nella seconda metà del ‘900.
Una rassegna, quindi, che propone una panoramica complessiva, includendo – da un lato – la concezione della scultura come sintesi assoluta tra ragioni costruttive intese in modo rigidamente architettonico e quindi fondata sulla complementarietà di forme e spazio, e – dall’altro lato – la concezione della scultura come artefatto per far emergere i meccanismi dell’inconscio, come pure quelli del meraviglioso, ambedue padri dell’irrimediabile inquietudine umana. Una scultura come linguaggio dello spirito mentale e non fisico, come pure una scultura capace di utilizzare il movimento come centro dell’opera d’arte.
Fin qui la scultura del XX secolo: quella del ventunesimo sembra ancora meno prevedibile e sicuramente destinata a riservare diverse e nuove sorprese.
Attorno all’opera e alla figura del triestino Tristano Alberti (1915 – 1976) l’Associazione Culturale Linea d’Arte ha raccolto nel suo spazio espositivo (Trieste – Via Lazzaretto Vecchio, 19) una selezione di sculture realizzate da artisti che hanno operato (e che in parte ancora operano) nel XX secolo, sintetizzando un mosaico rappresentativo di un linguaggio artistico che da sempre – più della pittura – si è interrogato sulle grandi questioni del fare arte: la struttura e il carattere della forma; la possibilità di proporre una rappresentazione concettuale della realtà senza ubbidire alla forza descrittiva delle immagini.
Ne esce un’esposizione sicuramente non esaustiva – afferma Franco Rosso nella presentazione - ma sufficientemente rappresentativa della scultura con riferimento soprattutto alla seconda metà del ‘900, quando alla fine della seconda guerra mondiale l’intera scultura europea avviò una mutazione radicale dell’assetto dei codici formali. Al centro dell’esposizione sette opere di Tristano Alberti che esplicitano quel suo optimum delle forme che nasce dalla definizione ultima della superficie e da quel ritmo che nell’alternarsi dei pieni e dei vuoti coniuga grazia ed equilibrio. Attorno, le sculture di importanti artisti che hanno operato e operano a livello nazionale e internazionale.
La rassegna presenta un mosaico di forme e di materiali diversi che partendo dal rapporto luce-spazio-movimento arrivano alle più contemporanee tendenze che vedono le ultime generazioni di artisti preferire i processi di comunicazione a quelli di espressione.
Tutti i lavori sembrano aver considerato l’indirizzo innovativo che Costantin Brancusi impresse all’inizio del secolo, rivoluzionando la concezione della forma plastica come “linguaggio”, ma anche le lezioni di Arturo Martini, di Marino Marini e Giacomo Manzù, questi due ultimi protagonisti nella seconda metà del ‘900.
Una rassegna, quindi, che propone una panoramica complessiva, includendo – da un lato – la concezione della scultura come sintesi assoluta tra ragioni costruttive intese in modo rigidamente architettonico e quindi fondata sulla complementarietà di forme e spazio, e – dall’altro lato – la concezione della scultura come artefatto per far emergere i meccanismi dell’inconscio, come pure quelli del meraviglioso, ambedue padri dell’irrimediabile inquietudine umana. Una scultura come linguaggio dello spirito mentale e non fisico, come pure una scultura capace di utilizzare il movimento come centro dell’opera d’arte.
Fin qui la scultura del XX secolo: quella del ventunesimo sembra ancora meno prevedibile e sicuramente destinata a riservare diverse e nuove sorprese.
28
giugno 2010
Tristano Alberti e la scultura del ‘900
Dal 28 giugno al 17 luglio 2010
arte contemporanea
arte etnica
arte etnica
Location
LINEA D’ARTE
Trieste, Via Del Lazzaretto Vecchio, 19, (Trieste)
Trieste, Via Del Lazzaretto Vecchio, 19, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì: 17.00 – 20.00 / sabato: 10.00 – 13.00
Vernissage
28 Giugno 2010, ore 18
Autore