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Troubled Times
Giunto alla nona edizione il fortunato ciclo NATURA NATURANS opera una svolta. Dopo gli intrecci tra realtà e finzione, dopo la trasformazione in atto sul pianeta, la revisione del concetto allargato di Mitteleuropea, il connubio esaltante di arte e moda, Il GRUPPO 78 invita quest’anno un gruppo di artisti internazionali a considerare i tempi duri ed inquietanti in cui viviamo.
Comunicato stampa
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Il progetto tende ad evidenziare la consapevolezza dell’artista, il suo senso di responsabilità ed il fondamento etico che lo guida tra le pesanti realtà del nostro pianeta, le sue trasformazioni socio-politiche-economiche e quelle tecnologiche che determinano nuovi assetti esistenziali. Qual è la posizione dell’artista nel merito degli spostamenti migratori, della condizione femminile nel mondo, dello stato di guerra o guerriglia permanente in decine di paesi di cui si sa solo di alcune, mentre le altre sono del tutto sconosciute all’opinione pubblica, della vistosa discrepanza tra una minoranza di popolazioni che vivono nel benessere mentre la stragrande maggioranza vive nell’indigenza, priva dei beni primari quali l’acqua e la casa? Né di minore importanza sono i dissesti dell’eco-sistema, per lo più provocati dall’uomo.
Osservando il panorama internazionale dell’arte dobbiamo constatare la sempre più frequente presa di coscienza da parte degli artisti di fronte a tutto ciò, e soprattutto nei confronti delle ingiustizie, della sopraffazione del potere, del privilegio di oligarchie rispetto alla masse ignorate nelle decisioni politiche di importanza globale. E ciò è rilevabile nelle grandi manifestazioni internazionali, a partire dall’ultima Biennale che offriva una massiccia presenza di artisti impegnati sul fronte socio-politico con presenze quasi più documentaristiche che artistiche.
Attorno ad un nucleo di artisti largamente affermati e conosciuti quali Marina Abramovic, Shirin Neshat, Santiago Sierra, Irwin, Zwelethu Mthethwa, Jota Castro…l’attenzione si è rivolta in prevalenza ad artisti dell’Est Europeo, ma anche di altre parti del mondo, da Parigi all’Argentina, all’Irak…… per raccogliere un crogiuolo di forze creative che insistono - denunciandoli in vario modo con metafore o documenti diretti -sui mali disparati che affliggono l’umanità.
Gli artisti partecipanti a Troubled Times sono :
Marina Abramovic (Serbia), Sergej Bratkov (Russia), Brigata Es (Italia), Jota Castro (Perù), Ricardo Cinalli (Argentina), Gianmaria Conti (Italia), Biljana Djurdjevic (Serbia), Robert Gligorov (Macedonia/Italia), Milena Dopitova (Repubblica Ceca), Al Fadhil (Irak), Martin Dickinger (Austria), Irwin (Slovenia), Sanja Ivekovic (Croazia), Armin Linke (Italia), Liuba (Italia), Katia Kameli (Francia/Algeria), Dalibor Martinis (Croazia), Zwelethu Mthetwha (Sud Africa), Shirin Neshat (Iran), Massimo Poldelmengo (Italia), Santiago Sierra (Spagna), Erzen Shkololli (Kossovo), Janos Sugar (Ungheria), Marco Vaglieri (Italia), Heimo Wallner (Austria), Uli Vonbank Schedler (Austria).
La novità di quest’anno è la location speciale in cui si svolge la mostra : Il Museo Civico della guerra per la pace “Diego de Henriquez”. Cornice adeguata tra cimeli ingombranti della I e II Guerra mondiale, per far scattare un dialogo intrigante ed inconsueto tra espressioni d’arte e sinistre presenze belliche.
La mostra si avvale della collaborazione del Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura, e del sostegno del Regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, della Fondazione CRT, dell’A.I.A.T. e delle Assicurazioni Generali.
Hanno collaborato inoltre le gallerie : Massimo Minini (Brescia), Marco Noire (Torino), LipanjePuntin (Trieste), galleria Pack (Milano), Il Planetario (Trieste), Studio Tommaseo (Trieste), Claudio Poleschi (Lucca), O Artoteca (Milano), Gregor Podnar (Lubiana).
La Galleria LipanjePuntin partecipa alla mostra con una una personale dell’artista russo Sergej Bratkov, che aprirà il 24 settembre.
Sempre alla Galleria LipanjePuntin avrà luogo un altro evento, con opening il 9 settembre, e cioè la mostra “The burning cross” del duo sloveno Goran Bertok e Dean Verzel. Seppure autonoma la mostra “The burning cross” riflette certamente il clima di Troubled Times, documentando l’iter della croce storica sul litorale istriano, messa a fuoco simbolicamente due anni fa dai due artisti, come segno di un disagio diffuso, ma anche per revisionare con una provocazione, il senso di un segnale millenario – la croce – in cui convergono vita e morte.
Ideatrice e curatrice della mostra è Maria Campitelli.
L’organizzazione è curata dal Gruppo 78 I.C.A., con la segreteria di Elisa Vladilo. L’allestimento è degli architetti Carlini & Valle, l’immagine e l’assetto grafico di Sabina Bonfanti.
Nel corso della mostra uscirà un catalogo bilingue, italiano inglese, che documenterà la particolare collocazione delle opere in un contesto così insolito. Comprenderà il testo critico di Maria Campitelli e tra i vari contributi, anche quello di Predrag Matvejevic.
Osservando il panorama internazionale dell’arte dobbiamo constatare la sempre più frequente presa di coscienza da parte degli artisti di fronte a tutto ciò, e soprattutto nei confronti delle ingiustizie, della sopraffazione del potere, del privilegio di oligarchie rispetto alla masse ignorate nelle decisioni politiche di importanza globale. E ciò è rilevabile nelle grandi manifestazioni internazionali, a partire dall’ultima Biennale che offriva una massiccia presenza di artisti impegnati sul fronte socio-politico con presenze quasi più documentaristiche che artistiche.
Attorno ad un nucleo di artisti largamente affermati e conosciuti quali Marina Abramovic, Shirin Neshat, Santiago Sierra, Irwin, Zwelethu Mthethwa, Jota Castro…l’attenzione si è rivolta in prevalenza ad artisti dell’Est Europeo, ma anche di altre parti del mondo, da Parigi all’Argentina, all’Irak…… per raccogliere un crogiuolo di forze creative che insistono - denunciandoli in vario modo con metafore o documenti diretti -sui mali disparati che affliggono l’umanità.
Gli artisti partecipanti a Troubled Times sono :
Marina Abramovic (Serbia), Sergej Bratkov (Russia), Brigata Es (Italia), Jota Castro (Perù), Ricardo Cinalli (Argentina), Gianmaria Conti (Italia), Biljana Djurdjevic (Serbia), Robert Gligorov (Macedonia/Italia), Milena Dopitova (Repubblica Ceca), Al Fadhil (Irak), Martin Dickinger (Austria), Irwin (Slovenia), Sanja Ivekovic (Croazia), Armin Linke (Italia), Liuba (Italia), Katia Kameli (Francia/Algeria), Dalibor Martinis (Croazia), Zwelethu Mthetwha (Sud Africa), Shirin Neshat (Iran), Massimo Poldelmengo (Italia), Santiago Sierra (Spagna), Erzen Shkololli (Kossovo), Janos Sugar (Ungheria), Marco Vaglieri (Italia), Heimo Wallner (Austria), Uli Vonbank Schedler (Austria).
La novità di quest’anno è la location speciale in cui si svolge la mostra : Il Museo Civico della guerra per la pace “Diego de Henriquez”. Cornice adeguata tra cimeli ingombranti della I e II Guerra mondiale, per far scattare un dialogo intrigante ed inconsueto tra espressioni d’arte e sinistre presenze belliche.
La mostra si avvale della collaborazione del Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura, e del sostegno del Regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, della Fondazione CRT, dell’A.I.A.T. e delle Assicurazioni Generali.
Hanno collaborato inoltre le gallerie : Massimo Minini (Brescia), Marco Noire (Torino), LipanjePuntin (Trieste), galleria Pack (Milano), Il Planetario (Trieste), Studio Tommaseo (Trieste), Claudio Poleschi (Lucca), O Artoteca (Milano), Gregor Podnar (Lubiana).
La Galleria LipanjePuntin partecipa alla mostra con una una personale dell’artista russo Sergej Bratkov, che aprirà il 24 settembre.
Sempre alla Galleria LipanjePuntin avrà luogo un altro evento, con opening il 9 settembre, e cioè la mostra “The burning cross” del duo sloveno Goran Bertok e Dean Verzel. Seppure autonoma la mostra “The burning cross” riflette certamente il clima di Troubled Times, documentando l’iter della croce storica sul litorale istriano, messa a fuoco simbolicamente due anni fa dai due artisti, come segno di un disagio diffuso, ma anche per revisionare con una provocazione, il senso di un segnale millenario – la croce – in cui convergono vita e morte.
Ideatrice e curatrice della mostra è Maria Campitelli.
L’organizzazione è curata dal Gruppo 78 I.C.A., con la segreteria di Elisa Vladilo. L’allestimento è degli architetti Carlini & Valle, l’immagine e l’assetto grafico di Sabina Bonfanti.
Nel corso della mostra uscirà un catalogo bilingue, italiano inglese, che documenterà la particolare collocazione delle opere in un contesto così insolito. Comprenderà il testo critico di Maria Campitelli e tra i vari contributi, anche quello di Predrag Matvejevic.
03
settembre 2004
Troubled Times
Dal 03 settembre al 16 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
MUSEO DELLA GUERRA PER LA PACE DIEGO DE HENRIQUEZ
Trieste, Via Costantino Cumano, 22/24, (Trieste)
Trieste, Via Costantino Cumano, 22/24, (Trieste)
Orario di apertura
giovedì, venerdì, sabato 16/19; festivi 10/13
Vernissage
3 Settembre 2004, ore 19.00
Sito web
www.gruppo78.it
Curatore