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Troubles Never come Alone
The Don Gallery porta per la prima volta in una galleria italiana Doze Green, fondatore dei Rock Steady Crew (pionieri della “hip hop culture”), e Che Jen, con la sua arte che mixa calligrafia orientale, tratti zen e riferimenti tribali. La mostra sarà un’occasione unica anche per due artisti italiani Bo130 e Microbo, che con i due americani daranno vita ad una installazione corale site specific.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Come preannunciato a Marzo, in occasione della prima mostra collettiva, WAKE UP!, The Don Gallery comincia la serie di mostre di approfondimento delle nuove correnti artistiche nate dalle subculture giovanili degli ultimi trent’ anni.
Dai Writing alla Street Art, dalla Lowbrow art al Surrealismo Pop , La the Don Gallery intende far conoscere al pubblico gli artisti internazionali più importanti e prolifici e i veri protagonisti di questo fenomeno forse troppo frainteso e strumentalizzato.
Un vero movimento globale e in continuo fermento che è entrato bruscamente nel mercato dell’ arte mondiale. È ormai risaputo che le case d’asta di Londra e NY battono le opere dei ‘nuovi’ artisti a cifre sorprendenti. Per citarne una, La Tate Modern gallery ha appena dedicato una grande mostra al fenomeno della Street art invitando 5 noti artisti a dipingerne le facciate.
Questo fenomeno che sembrerebbe “DATATO” , perché nasce 30 anni fa, è in continua evoluzione. Durante tutto questo tempo , il sostegno di ‘nuovi’ collezionisti, gallerie indipendenti , Media, canali alternativi, semplici appassionati, gli ha permesso di autoalimentarsi ed evolvere fino ad oggi.
Matteo Donini, fondatore della galleria, invita Bo130, Che Jen, Doze Green e Microbo direttamente da Milano e NY, a presentare i loro nuovi lavori presso gli spazi de Via Melzo, 5 .
Attraverso il misticismo astratto di Doze Green , le contaminazioni orientali di Che Jen , I diversi strati di colore e collages di bo130 e le forme e linee organiche di Microbo, 'Troubles Never come alone' presenterà al pubblico una mostra ‘site specific’. I 4 artisti lavoreranno insieme per creare un istallazione di nuovi lavori e intervenire direttamente sui muri della galleria.
“Troubles Never come Alone“
Biografie degli artisti in mostra
Doze Green (USA)
Doze green è nato e cresciuto nell'Upper west side di Manhattan, a New York ed è stato uno dei pionieri della “hip hop culture”.
Nel 74, iniziò a dipingere i primi graffiti sui muri e le metropolitane di NY, creando inconsapevolmente quello che è diventato negli anni un vero e proprio movimento globale seguito da varie generazioni di giovani in tutto il mondo.
La sua fama non è dovuta solo ai graffiti ma anche al fatto di essere stato uno dei membri fondatori della famosa Rock Steady Crew, che all'inizio degli anni '80, ha esportato nel mondo intero il fenomeno del B-boying noto ai più come Breakdance.
Dopo aver frequentato la High School of Art and Design insieme ad altri rinomati artisti come Lady pink, Daze, Seen, Mare139, per citarne qualcuno, nell’ 82 doze espone i suoi primi lavori partecipando ad una storica collettiva alla famosissima Fun gallery di NY.
Nello stesso periodo appare in alcuni film diventati culto come Flashdance, Style Wars e Wildstyle.
In più di trent’anni di carriera Doze Green è stato uno dei più proliferi artisti del movimento ed è uno dei pochi pionieri dei graffiti che ha saputo reinventarsi e viaggiare parallelamente al susseguirsi delle generazioni tanto da essere definito “l’anello di congiunzione” dei graffiti e della street art di tre generazioni.
Il suo lavoro si trova in molte collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, Europa, Giappone e Australia, ed è stato pubblicato in numerose riviste e libri internazionali.
Nelle sue opere coesistono le radici del suo passato, incluso il writing più ortodosso, concetti metafisici e simboli religiosi. I suoi dipinti richiamano un’arte tribale antica che lo ricollega alle sue origini di indiano d’America; attraverso numerosi strati di materia, di parole e di figure mitologiche.
Da ogni sua opera traspare un’immagine senza tempo che regala infinite possibilità di interpretazione.
Sito web: www.dozegreen.com
Che Jen (USA)
Nata in korea Che Jen si trasferì NY all’età di 5 anni con la famiglia. Il padre ex docente di “art Therapy” in Korea e graphics designer a NY, sin dai primi anni di età spinse Che Jen a diventare un’artista… sogno per lui infranto.
Naturalmente come spesso accade in situazioni simili, lei cercò di ribellarsi pensando di non essere appassionata ne tantomeno portata per l’arte.
E mentre gli altri sei fratelli crescevano facendo i compiti normali Che Jen si ritrovava da sola nella sua stanza a dipingere pensando di essere diversa dai suoi coetanei.
Nel 1999 mollati gli studi all’accademia di Belle arti Che Jen è manager di un’azienda di Streetwear. Importante è l’incontro con David Ellis artista amercano fondatore dello storico gruppo Barnstormers. Due settimane dopo si ritrova in un van verso il North Carolina a dipingere “barns” (depositi di tabacco) con più di venti artisti da tutto il mondo, incluso Kenji Hirata, Rostarr, Espo, Muki, Kami e Sasu, David Ellis e Mike Ming che diventerà il padre di suo figlio.
Questo viaggio cambierà il corso della sua vita non solo sentimentale, ma finalmente riscoprirà di avere una vera passione per l’arte, diventando una pittrice a tempo pieno.
Che Jen oggi, fa sempre parte del collettivo dei Barnstormers e la sua arte è conosciuta in tutto il mondo.
Ha partecipato a una serie di mostre collettive tra cui: Something Else, a Londra; l’Urban Edge allo spazio P4 a Milano e la famosa “wooster on spring” a NY.
Allo stesso tempo, la sua passione per lo Street wear si è trasformata nella “38 regular” che gestisce insieme all’attuale compagno e di cui stavolta è lei la designer.
Quando chiedi alla gente di descrivere il suo lavoro, le parole “azione” e “energia” sono le più “popolari”. Quando chiedi a lei ti risponde “da quando sono mamma e sento che divento molto più calma e rilassata nella vita quitidiana, nel mio lavoro viceversa cerco di scaricare tutta l’energia che ho dentro.
La sua arte è una miscela di calligrafia orientale, tratti zen e riferimenti tribali
spesso i suoi lavori sono prevalentemente bianchi, neri e grigi per permettere a questa artista straordinaria di concentrarsi pienamente alle linee e all’azione.
Sito web: www.chejen.com
Microbo (IT)
Nata e cresciuta in Sicilia, Microbo è oggi una delle maggiori esponenti italiane e europee della nuova corrente di Street art.
Nei primi anni 90 si trasferisce a Londra dove studia e lavora nell'ambito grafico e dei multimedia; l'incontro con Bo130 in terra straniera cambierà il corso della sua vita.
Insieme portano in Italia quello che oggi tutti conoscono come street art, aprendo le danze della nuova scena italiana ma soprattutto creando il link con il resto del mondo.
Agli inizi del nuovo millennio, paripasso all’evoluzione dei loro stili e alla crescita del loro lavoro artistico che li vede subito come protagonisti nella scena internazionale, Microbo e Bo130 si dedicano inoltre ad organizzare una serie di progetti ed eventi a Milano diventati storici come “Arteimpropria” e l”Urban Edge” quest’ultima definita “una delle 5 mostre più interessanti del 2005” (Vapors – Usa) e citata in numerose pubblicazioni internazionali.
Sempre nel 2005 insieme a The Don, Microbo e Bo130 sono gli autori del libro “Izastikup” edito da Drago.
I suoi lavori sono stati documentati in libri come "Street logo" di Tristan Manco, "Art of rebellion" di Christian Hundertmark, “Pictoplasma” di Lars Denicke e Peter Thaler, nonché in varie riviste internazionali.
In più di 10 anni di produzioni artistiche microbo ha partecipato a numerose collettive in tutto il mondo tra le più recenti: “Streets of Europe” alla Jonathan Levine di NY; “Street art, sweet art” al PAC di Milano; “Street Up” alla Byblos Art Gallery di Verona; “Nomadas” alla Scion Gallery di Los Angeles; “No New Enemies” al Giardino Botanico di Bruxelles; “Etoiles Urbaines” all’ Espace Beaurepaire di Parigi; “Wooster on Spring” a New York.
Dipinti e illustrazioni di Microbo, rappresentano un microcosmo immaginario, fatto di fili, cavi e creature viventi informi che ricordano la complessità della vita.
Come ogni forma di musica nasce dall’incontro suggestivo di appena sette note, così l’arte di Microbo si sviluppa attraverso la combinazione di elementi base con i quali si diverte a giocare.
Creature oganiche dalle forme più svariate che sembrano fluttuare in una sorta di liquido amniotico in cui tutto deve ancora prendere la sua forma. Un liquido che nutre i suoi abitanti in assoluta assenza di gravità, suggerendo l’immagine di quella leggerezza che rappresenta la parte migliore dell’esistenza.
Sito web: www.microbo.com
BO130 (IT)
Nato nel 1971 a Bergamo e cresciuto a Milano
Dopo il Liceo Artistico, si trasferisce a Londra, dove studia e lavora per dieci anni con intervalli a NewYork per periodi più corti;
studia al Central Saint Martins di Londra e si laurea in Graphic and Media Design al London College of Comunication.
Dall’85’ coltiva e sviluppa più di 20 anni di attiva “assuefazione” ai graffiti e street art.
Nel 2000 torna a Milano che diventa di nuovo la sua base e dove vive e lavora attualmente.
Da quasi 10 anni si dedica completamente al suo percorso artistico consolidando esperienze importanti con gallerie e musei sopratutto internazionali, e collaborando ad eventi speciali, con marchi come Carhartt Europe, Nike, Levi's, Columbia Records, Universal Music, Philips, etc.
Negli ultimi anni prende parte a numerose mostre in importanti gallerie europee e americane e rappresenta uno dei maggiori esponenti e tra i pochi artisti italiani
di questo “movimento” riconosciuti a livello internazionale.
Per citare qualcuna di queste mostre: “The Streets of Europe” alla Jonathan Levine gallery di NY; “Street art, sweet art” al PAC di Milano; “Street Up” alla Byblos Art Gallery di Verona; “Nomadas” alla Scion Gallery di Los Angeles; “No New Enemies” al Giardino Botanico di Bruxelles; Wooster on Spring, organizzato dal team di Wooster Collective, tenutosi a NY nel 2005 e “All the people we like are dead” a Londra organizzata da Rick Blackshaw autore dei libri cult “Scrawl collective 1 e 2”.
I suoi lavori sono presenti in numerose pubblicazioni internazionali fra le quali:
Street Logos and Street Sketchbook di Tristan Manco ,
The Art of Rebellion vol.1 and vol. 2 di C. Hundertmark , Up Until Now di Upper Playground e Pictoplasma Character Encyclopedia di P. Thaler, L. Denicke
Parallelamente negli anni , Bo130 si occupa di alcuni progetti speciali:
Nel 2005 insieme a “Microbo” e "TheDon" realizzano il libro “Izastikup” edito da Drago Arts and communication. una raccolta unica di adesivi provenienti da tutto il mondo e completamente "autoprodotti". Il più completo e primo nel suo genere, da considerarsi oggi un verio e proprio cult.
Sempre insieme a microbo, organizza gli eventi “Arteimpropria” nel 2003 alla galleria Meravigli e “The Urban Edge Show” nel 2005 allo spazio P4
Progetti che anticipano quello che poi diventerà una tendenza diffusa ;
Invitano sul posto artisti da tutto il mondo a dipingere opere sight-specific
Progetti che son serviti a far conoscere ad un audience più vasta quello che per anni è sempre rimasto incompreso e denigrato o semplicemente ignorato.
Bo130 e Microbo in questo modo contribuiscono a divulgare e a sdoganare il fenomeno in Italia creando un solido link con le diverse realtà internazionali.
Oggi nel suo lavoro, oltre allo spray, contrappone su differenti livelli, varie tecniche pittoriche e grafiche, facendole convivere e interagire tra loro;
stampa e acrilici, collage e spraypaint, analogico e digitale…
…il tutto amalgamato e sovrapposto su molteplici strati di materia..
Le sue immagini prendono ispirazione da situazioni di vita urbana, musica nera, culture differenti, cibo, sesso, cartoni animati, fumetti...
Ogni progetto di Bo130 anche se mantiene un filo conduttore tende a variare l’uno dall’altro, quasi in una progressiva evoluzione e ricerca di tecnica e stile .
Sito web: www.bo130.org
Dai Writing alla Street Art, dalla Lowbrow art al Surrealismo Pop , La the Don Gallery intende far conoscere al pubblico gli artisti internazionali più importanti e prolifici e i veri protagonisti di questo fenomeno forse troppo frainteso e strumentalizzato.
Un vero movimento globale e in continuo fermento che è entrato bruscamente nel mercato dell’ arte mondiale. È ormai risaputo che le case d’asta di Londra e NY battono le opere dei ‘nuovi’ artisti a cifre sorprendenti. Per citarne una, La Tate Modern gallery ha appena dedicato una grande mostra al fenomeno della Street art invitando 5 noti artisti a dipingerne le facciate.
Questo fenomeno che sembrerebbe “DATATO” , perché nasce 30 anni fa, è in continua evoluzione. Durante tutto questo tempo , il sostegno di ‘nuovi’ collezionisti, gallerie indipendenti , Media, canali alternativi, semplici appassionati, gli ha permesso di autoalimentarsi ed evolvere fino ad oggi.
Matteo Donini, fondatore della galleria, invita Bo130, Che Jen, Doze Green e Microbo direttamente da Milano e NY, a presentare i loro nuovi lavori presso gli spazi de Via Melzo, 5 .
Attraverso il misticismo astratto di Doze Green , le contaminazioni orientali di Che Jen , I diversi strati di colore e collages di bo130 e le forme e linee organiche di Microbo, 'Troubles Never come alone' presenterà al pubblico una mostra ‘site specific’. I 4 artisti lavoreranno insieme per creare un istallazione di nuovi lavori e intervenire direttamente sui muri della galleria.
“Troubles Never come Alone“
Biografie degli artisti in mostra
Doze Green (USA)
Doze green è nato e cresciuto nell'Upper west side di Manhattan, a New York ed è stato uno dei pionieri della “hip hop culture”.
Nel 74, iniziò a dipingere i primi graffiti sui muri e le metropolitane di NY, creando inconsapevolmente quello che è diventato negli anni un vero e proprio movimento globale seguito da varie generazioni di giovani in tutto il mondo.
La sua fama non è dovuta solo ai graffiti ma anche al fatto di essere stato uno dei membri fondatori della famosa Rock Steady Crew, che all'inizio degli anni '80, ha esportato nel mondo intero il fenomeno del B-boying noto ai più come Breakdance.
Dopo aver frequentato la High School of Art and Design insieme ad altri rinomati artisti come Lady pink, Daze, Seen, Mare139, per citarne qualcuno, nell’ 82 doze espone i suoi primi lavori partecipando ad una storica collettiva alla famosissima Fun gallery di NY.
Nello stesso periodo appare in alcuni film diventati culto come Flashdance, Style Wars e Wildstyle.
In più di trent’anni di carriera Doze Green è stato uno dei più proliferi artisti del movimento ed è uno dei pochi pionieri dei graffiti che ha saputo reinventarsi e viaggiare parallelamente al susseguirsi delle generazioni tanto da essere definito “l’anello di congiunzione” dei graffiti e della street art di tre generazioni.
Il suo lavoro si trova in molte collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, Europa, Giappone e Australia, ed è stato pubblicato in numerose riviste e libri internazionali.
Nelle sue opere coesistono le radici del suo passato, incluso il writing più ortodosso, concetti metafisici e simboli religiosi. I suoi dipinti richiamano un’arte tribale antica che lo ricollega alle sue origini di indiano d’America; attraverso numerosi strati di materia, di parole e di figure mitologiche.
Da ogni sua opera traspare un’immagine senza tempo che regala infinite possibilità di interpretazione.
Sito web: www.dozegreen.com
Che Jen (USA)
Nata in korea Che Jen si trasferì NY all’età di 5 anni con la famiglia. Il padre ex docente di “art Therapy” in Korea e graphics designer a NY, sin dai primi anni di età spinse Che Jen a diventare un’artista… sogno per lui infranto.
Naturalmente come spesso accade in situazioni simili, lei cercò di ribellarsi pensando di non essere appassionata ne tantomeno portata per l’arte.
E mentre gli altri sei fratelli crescevano facendo i compiti normali Che Jen si ritrovava da sola nella sua stanza a dipingere pensando di essere diversa dai suoi coetanei.
Nel 1999 mollati gli studi all’accademia di Belle arti Che Jen è manager di un’azienda di Streetwear. Importante è l’incontro con David Ellis artista amercano fondatore dello storico gruppo Barnstormers. Due settimane dopo si ritrova in un van verso il North Carolina a dipingere “barns” (depositi di tabacco) con più di venti artisti da tutto il mondo, incluso Kenji Hirata, Rostarr, Espo, Muki, Kami e Sasu, David Ellis e Mike Ming che diventerà il padre di suo figlio.
Questo viaggio cambierà il corso della sua vita non solo sentimentale, ma finalmente riscoprirà di avere una vera passione per l’arte, diventando una pittrice a tempo pieno.
Che Jen oggi, fa sempre parte del collettivo dei Barnstormers e la sua arte è conosciuta in tutto il mondo.
Ha partecipato a una serie di mostre collettive tra cui: Something Else, a Londra; l’Urban Edge allo spazio P4 a Milano e la famosa “wooster on spring” a NY.
Allo stesso tempo, la sua passione per lo Street wear si è trasformata nella “38 regular” che gestisce insieme all’attuale compagno e di cui stavolta è lei la designer.
Quando chiedi alla gente di descrivere il suo lavoro, le parole “azione” e “energia” sono le più “popolari”. Quando chiedi a lei ti risponde “da quando sono mamma e sento che divento molto più calma e rilassata nella vita quitidiana, nel mio lavoro viceversa cerco di scaricare tutta l’energia che ho dentro.
La sua arte è una miscela di calligrafia orientale, tratti zen e riferimenti tribali
spesso i suoi lavori sono prevalentemente bianchi, neri e grigi per permettere a questa artista straordinaria di concentrarsi pienamente alle linee e all’azione.
Sito web: www.chejen.com
Microbo (IT)
Nata e cresciuta in Sicilia, Microbo è oggi una delle maggiori esponenti italiane e europee della nuova corrente di Street art.
Nei primi anni 90 si trasferisce a Londra dove studia e lavora nell'ambito grafico e dei multimedia; l'incontro con Bo130 in terra straniera cambierà il corso della sua vita.
Insieme portano in Italia quello che oggi tutti conoscono come street art, aprendo le danze della nuova scena italiana ma soprattutto creando il link con il resto del mondo.
Agli inizi del nuovo millennio, paripasso all’evoluzione dei loro stili e alla crescita del loro lavoro artistico che li vede subito come protagonisti nella scena internazionale, Microbo e Bo130 si dedicano inoltre ad organizzare una serie di progetti ed eventi a Milano diventati storici come “Arteimpropria” e l”Urban Edge” quest’ultima definita “una delle 5 mostre più interessanti del 2005” (Vapors – Usa) e citata in numerose pubblicazioni internazionali.
Sempre nel 2005 insieme a The Don, Microbo e Bo130 sono gli autori del libro “Izastikup” edito da Drago.
I suoi lavori sono stati documentati in libri come "Street logo" di Tristan Manco, "Art of rebellion" di Christian Hundertmark, “Pictoplasma” di Lars Denicke e Peter Thaler, nonché in varie riviste internazionali.
In più di 10 anni di produzioni artistiche microbo ha partecipato a numerose collettive in tutto il mondo tra le più recenti: “Streets of Europe” alla Jonathan Levine di NY; “Street art, sweet art” al PAC di Milano; “Street Up” alla Byblos Art Gallery di Verona; “Nomadas” alla Scion Gallery di Los Angeles; “No New Enemies” al Giardino Botanico di Bruxelles; “Etoiles Urbaines” all’ Espace Beaurepaire di Parigi; “Wooster on Spring” a New York.
Dipinti e illustrazioni di Microbo, rappresentano un microcosmo immaginario, fatto di fili, cavi e creature viventi informi che ricordano la complessità della vita.
Come ogni forma di musica nasce dall’incontro suggestivo di appena sette note, così l’arte di Microbo si sviluppa attraverso la combinazione di elementi base con i quali si diverte a giocare.
Creature oganiche dalle forme più svariate che sembrano fluttuare in una sorta di liquido amniotico in cui tutto deve ancora prendere la sua forma. Un liquido che nutre i suoi abitanti in assoluta assenza di gravità, suggerendo l’immagine di quella leggerezza che rappresenta la parte migliore dell’esistenza.
Sito web: www.microbo.com
BO130 (IT)
Nato nel 1971 a Bergamo e cresciuto a Milano
Dopo il Liceo Artistico, si trasferisce a Londra, dove studia e lavora per dieci anni con intervalli a NewYork per periodi più corti;
studia al Central Saint Martins di Londra e si laurea in Graphic and Media Design al London College of Comunication.
Dall’85’ coltiva e sviluppa più di 20 anni di attiva “assuefazione” ai graffiti e street art.
Nel 2000 torna a Milano che diventa di nuovo la sua base e dove vive e lavora attualmente.
Da quasi 10 anni si dedica completamente al suo percorso artistico consolidando esperienze importanti con gallerie e musei sopratutto internazionali, e collaborando ad eventi speciali, con marchi come Carhartt Europe, Nike, Levi's, Columbia Records, Universal Music, Philips, etc.
Negli ultimi anni prende parte a numerose mostre in importanti gallerie europee e americane e rappresenta uno dei maggiori esponenti e tra i pochi artisti italiani
di questo “movimento” riconosciuti a livello internazionale.
Per citare qualcuna di queste mostre: “The Streets of Europe” alla Jonathan Levine gallery di NY; “Street art, sweet art” al PAC di Milano; “Street Up” alla Byblos Art Gallery di Verona; “Nomadas” alla Scion Gallery di Los Angeles; “No New Enemies” al Giardino Botanico di Bruxelles; Wooster on Spring, organizzato dal team di Wooster Collective, tenutosi a NY nel 2005 e “All the people we like are dead” a Londra organizzata da Rick Blackshaw autore dei libri cult “Scrawl collective 1 e 2”.
I suoi lavori sono presenti in numerose pubblicazioni internazionali fra le quali:
Street Logos and Street Sketchbook di Tristan Manco ,
The Art of Rebellion vol.1 and vol. 2 di C. Hundertmark , Up Until Now di Upper Playground e Pictoplasma Character Encyclopedia di P. Thaler, L. Denicke
Parallelamente negli anni , Bo130 si occupa di alcuni progetti speciali:
Nel 2005 insieme a “Microbo” e "TheDon" realizzano il libro “Izastikup” edito da Drago Arts and communication. una raccolta unica di adesivi provenienti da tutto il mondo e completamente "autoprodotti". Il più completo e primo nel suo genere, da considerarsi oggi un verio e proprio cult.
Sempre insieme a microbo, organizza gli eventi “Arteimpropria” nel 2003 alla galleria Meravigli e “The Urban Edge Show” nel 2005 allo spazio P4
Progetti che anticipano quello che poi diventerà una tendenza diffusa ;
Invitano sul posto artisti da tutto il mondo a dipingere opere sight-specific
Progetti che son serviti a far conoscere ad un audience più vasta quello che per anni è sempre rimasto incompreso e denigrato o semplicemente ignorato.
Bo130 e Microbo in questo modo contribuiscono a divulgare e a sdoganare il fenomeno in Italia creando un solido link con le diverse realtà internazionali.
Oggi nel suo lavoro, oltre allo spray, contrappone su differenti livelli, varie tecniche pittoriche e grafiche, facendole convivere e interagire tra loro;
stampa e acrilici, collage e spraypaint, analogico e digitale…
…il tutto amalgamato e sovrapposto su molteplici strati di materia..
Le sue immagini prendono ispirazione da situazioni di vita urbana, musica nera, culture differenti, cibo, sesso, cartoni animati, fumetti...
Ogni progetto di Bo130 anche se mantiene un filo conduttore tende a variare l’uno dall’altro, quasi in una progressiva evoluzione e ricerca di tecnica e stile .
Sito web: www.bo130.org
08
luglio 2008
Troubles Never come Alone
Dall'otto luglio al 30 agosto 2008
arte contemporanea
Location
THE DON GALLERY – VIA MELZO
Milano, Via Melzo, 5, (Milano)
Milano, Via Melzo, 5, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento, tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00
Vernissage
8 Luglio 2008, ore 18
Ufficio stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Autore