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Tu quoque Cicciobello?
One evening show
Comunicato stampa
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"Tu quoque Cicciobello" ?
Non è difficile immaginare quale possa essere stato lo stupore che ha colto un grupoo di giovani piovuti un sabato sera in zona Navigli da quell'estrema landa periferica chiamata Bovisasca, nell'udire un anziano e distinto signore esclamare, con inequivocabile accento francese, la frase : "Tu quoque Cicciobello", alla vista di alcuni collage opera di Affisione Abusiva alias Carlo Cecaro.
Certo i coatti di borgata, come verrebbero definiti in ambiente romano, si sarebbero ancor più stupiti se avessero potuto conoscere l'identità del signore che aveva profferito le tre parole, delle quali solo l'ultima era a loro familiare.
La diffusione dell'anedotto, partita dai giovani stessi rimasti colpiti prorpio nel sentire quel termine in bocca a un peronaggio tanto lontano dal loro ambiente, è arrivata alle nostre orecchie e abbiamo avuto modo di accertare che si trattava, nientemeno, di Jacques Villeglé, uno degli ultimi seguaci, dagli anni '60, della corrente artistica del Nouveau Realisme, con i suoi collage.
Il nostro Cecaro ci ha assicurato che nel 2006, durante il vernissage della mostra personale di Villeglè alla galleria Tonelli di Milano, l'artista francese lo aveva omaggiato del catalogo con tanto di dedica scritta con lettere dell'"Alphabet socio-politiques", forma artistica da lui ideata nel quale ogni lettera contiene richiami, di volta in volta diversi, a simbologie diffuse nella realtà sociale e talvolta propriamente politica.
Non ci sentiamo tuttavia di giurare sulla veridicità della suddetta ipotesi riguardo all'origine dellafrase incriminata poiché, dopo qualche indagine, se ne è affiancata un'altra che narra di un docente russo che gironzolava per i cortili dei Navigli, e che, a differenza della grande maggioranza dei suoi connazionali fin lì giunti, non apparteneva né a categorie particolarment3e agiate né a quella dei russi residenti in Italia, trattandosi di un professore che insegna latino in un piccolo comune non lontano da Jasnaja Poljana.
Il docente, stando ai si dice, aveva trascorso la serata precedente in compagnia di alcuni giovani dell'interland milanese, e, durante la sua visitam all'Atelier Chagall, alla vista di alcune opere palesemente riconducibili all'iconografia ortodossa, sarebbe rimasto impietrito per parecchi secondi e, riavutosi, avrebbe profferito con forza le parole fatali, forse attingendo ossimoricamente ai suoi lontani studi e alle nuove conoscenze di fauna milanese, pronunciadole però in un modo che si potrebbe tentare di rendere scrivendo : "Tu kvokve, Ciciobielo".
Un'ipotesi avanzata da ultima, da ritenersi però scarsamente attendibile, almeno a nostro avviso, è che durante un'animata discussione tra l'artista e il curatore, svoltasi, tanto per cambiare, nei famigerati cortili e vertente sui confini tra plagio e fonte di ispirazione nonché su casi di sospette copiature, non si sa bene quale dei due personaggi se ne sarebbe a un certo punto uscito dicendo: "La questione si potrebbe riassumere con un -Tu quoque !-
E l'altro di rimando avrebbe affermato: "Certamente - Tu quoque Cicciobello !- .
(testo di Fabrizio Gilardi di Action Art)
Carlo Cecaro ( Milano 1962 ) cresce sui Navigli milanesi, dove tuttora vive manifestando un grande interesse per il fermento culturale in generale e per le arti visive più in particolare. Da circa un decennio si è lanciato nella ricerca artistica in prima persona interessandosi maggiormente all’arte pop e alla ricerca in essa di declinazioni più vicine alla contemporaneità. Nasce così nel 2006 il movimento dello Scatolage o “Pop art in scatola” e intorno al 2008, con il quadro-cartello “Vendesi voto di preferenza elettorale”, la prima realizzazione inerente alla trasformazione dei cartelli utilizzati nel mercato immobiliare che si è successivamente ampliata e allargata a molti messaggi divenendo “Cartellomania”, idea alla quale Carlo Cecaro ha lavorato insieme al grafico Bruno Acierno.
Altro pseudonimo utilizzato da Cecaro è quello di Affisione Abusiva.
Mostre con opere di Cecaro si sono svolte in diverse sedi espositive di Milano e altre città, ma la sua arte trova il miglior ambito espressivo nelle strade, dove il senso popolare delle sue opere assume maggior forza nel trovarsi in mezzo al fluire della vita e delle cose di ogni giorno
Non è difficile immaginare quale possa essere stato lo stupore che ha colto un grupoo di giovani piovuti un sabato sera in zona Navigli da quell'estrema landa periferica chiamata Bovisasca, nell'udire un anziano e distinto signore esclamare, con inequivocabile accento francese, la frase : "Tu quoque Cicciobello", alla vista di alcuni collage opera di Affisione Abusiva alias Carlo Cecaro.
Certo i coatti di borgata, come verrebbero definiti in ambiente romano, si sarebbero ancor più stupiti se avessero potuto conoscere l'identità del signore che aveva profferito le tre parole, delle quali solo l'ultima era a loro familiare.
La diffusione dell'anedotto, partita dai giovani stessi rimasti colpiti prorpio nel sentire quel termine in bocca a un peronaggio tanto lontano dal loro ambiente, è arrivata alle nostre orecchie e abbiamo avuto modo di accertare che si trattava, nientemeno, di Jacques Villeglé, uno degli ultimi seguaci, dagli anni '60, della corrente artistica del Nouveau Realisme, con i suoi collage.
Il nostro Cecaro ci ha assicurato che nel 2006, durante il vernissage della mostra personale di Villeglè alla galleria Tonelli di Milano, l'artista francese lo aveva omaggiato del catalogo con tanto di dedica scritta con lettere dell'"Alphabet socio-politiques", forma artistica da lui ideata nel quale ogni lettera contiene richiami, di volta in volta diversi, a simbologie diffuse nella realtà sociale e talvolta propriamente politica.
Non ci sentiamo tuttavia di giurare sulla veridicità della suddetta ipotesi riguardo all'origine dellafrase incriminata poiché, dopo qualche indagine, se ne è affiancata un'altra che narra di un docente russo che gironzolava per i cortili dei Navigli, e che, a differenza della grande maggioranza dei suoi connazionali fin lì giunti, non apparteneva né a categorie particolarment3e agiate né a quella dei russi residenti in Italia, trattandosi di un professore che insegna latino in un piccolo comune non lontano da Jasnaja Poljana.
Il docente, stando ai si dice, aveva trascorso la serata precedente in compagnia di alcuni giovani dell'interland milanese, e, durante la sua visitam all'Atelier Chagall, alla vista di alcune opere palesemente riconducibili all'iconografia ortodossa, sarebbe rimasto impietrito per parecchi secondi e, riavutosi, avrebbe profferito con forza le parole fatali, forse attingendo ossimoricamente ai suoi lontani studi e alle nuove conoscenze di fauna milanese, pronunciadole però in un modo che si potrebbe tentare di rendere scrivendo : "Tu kvokve, Ciciobielo".
Un'ipotesi avanzata da ultima, da ritenersi però scarsamente attendibile, almeno a nostro avviso, è che durante un'animata discussione tra l'artista e il curatore, svoltasi, tanto per cambiare, nei famigerati cortili e vertente sui confini tra plagio e fonte di ispirazione nonché su casi di sospette copiature, non si sa bene quale dei due personaggi se ne sarebbe a un certo punto uscito dicendo: "La questione si potrebbe riassumere con un -Tu quoque !-
E l'altro di rimando avrebbe affermato: "Certamente - Tu quoque Cicciobello !- .
(testo di Fabrizio Gilardi di Action Art)
Carlo Cecaro ( Milano 1962 ) cresce sui Navigli milanesi, dove tuttora vive manifestando un grande interesse per il fermento culturale in generale e per le arti visive più in particolare. Da circa un decennio si è lanciato nella ricerca artistica in prima persona interessandosi maggiormente all’arte pop e alla ricerca in essa di declinazioni più vicine alla contemporaneità. Nasce così nel 2006 il movimento dello Scatolage o “Pop art in scatola” e intorno al 2008, con il quadro-cartello “Vendesi voto di preferenza elettorale”, la prima realizzazione inerente alla trasformazione dei cartelli utilizzati nel mercato immobiliare che si è successivamente ampliata e allargata a molti messaggi divenendo “Cartellomania”, idea alla quale Carlo Cecaro ha lavorato insieme al grafico Bruno Acierno.
Altro pseudonimo utilizzato da Cecaro è quello di Affisione Abusiva.
Mostre con opere di Cecaro si sono svolte in diverse sedi espositive di Milano e altre città, ma la sua arte trova il miglior ambito espressivo nelle strade, dove il senso popolare delle sue opere assume maggior forza nel trovarsi in mezzo al fluire della vita e delle cose di ogni giorno
18
settembre 2013
Tu quoque Cicciobello?
18 settembre 2013
arte contemporanea
Location
LA STRADA – VINO LETTERARIO
Milano, Via Carlo Patellani, 4, (Milano)
Milano, Via Carlo Patellani, 4, (Milano)
Vernissage
18 Settembre 2013, dalle ore 19 alle 23
Autore
Curatore