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Tullio Mazzotti / Claudio Manfredi – Dal figurativo all’informale
Dialogo artistico tra pittura e fotografia
Comunicato stampa
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CONCEPT
di Silvia Campese
Il rapporto tra pittura e fotografia, caratterizzato da momenti di profondi “scontri” e “incontri”, costituisce un leit motiv della storia dell’arte del XX secolo protraendosi, con modalità differenti, sino ai giorni nostri.
Il percorso della sperimentazione linguistica in fotografia è lungo e complesso e, si può affermare, abbia le sue origini più remote nel pictorialism quando, verso il 1860, il dibattito tra pittori e fotografi si fa più acceso e la rivalità tra i due mezzi espressivi si accentua col fine, da parte dei fotografi, di ottenere un affrancamento e una rivendicazione di totale autonomia del nuovo mezzo.
Fotografi come Le Gray, Rejlander, Robinson cercarono di dimostrare le capacità estetiche della nuova arte, imitando tecniche ed effetti pittorici per superare la peculiare caratteristica della nuova arte di riprodurre il vero, anche se, in questo modo, si allontanarono spesso dallo studio delle potenzialità autonome e dirette del mezzo fotografico.
Superata la necessità della citazione o dell’imitazione dell’espressione pittorica, gli studi sul linguaggio fotografico si sono fatti sempre più intensi con il parallelo intento di dimostrare il potenziale espressivo autonomo del mezzo. Anche l’Italia, nonostante il generale clima di chiusura rispetto alle innovazioni europee e il protrarsi delle esperienze pittorealiste ancora nel ventennio fascista, risente delle nuove spinte provenienti dal resto del continente.
Dai fratelli Bragaglia con il “Fotodinamismo futurista” a Franchini-Stappo e Vannucci-Zauli, che tentano di costituire un’estetica fotografica in grado di superare il dato naturale in favore del pieno raggiungimento del concetto idealistico di forma, l’Italia intraprende un lungo percorso che giunge ad un momento di sintesi importante, che si collega alle sperimentazioni europee, con autori quali Luigi Veronesi, che approda alla sperimentazione fotografica da esperienze di pittura astratta approfondite all’interno del Bauhaus, Antonio Boggeri e Franco Grignani che si accostano all’arte fotografica rispettivamente dal mondo della grafica e da quello del design.
La sperimentazione fotografica, influenzata dalle ricerche pittoriche dell’epoca - dalle Avanguardie storiche prima e poi dall’Action painting e dall’Informale - diviene così ricerca segnica, gestuale e materiale sino a lasciare traccia del gesto direttamente sulla matrice dell’immagine.
Oggi molti artisti hanno fuso insieme i due linguaggi intervenendo, in alcuni casi, con gesti pittorici sulla fotografia o, viceversa, elaborando la fotografia con risultati simili alla pittura.
Il rapporto tra pittura e fotografia, quindi, è in continua evoluzione e merita una riflessione specifica che permetta di approfondire e comprendere le importanti valenze comunicative.
LETTURA CRITICA
di Marcel Mocker
È una cosa già fatta, è vero, ma non c’è nulla di male nel continuare una ricerca portando nuovi contributi, trovando nuove visuali.
D’altra parte bisogna demolire il limite (ormai diffuso) che solo le cose mai viste siano vera arte. È arte il saper fare, il saper fare bene. Il saper fare con onestà.
Questa mostra dove i due artisti hanno dialogato utilizzando fotografia e pittura, scaturisce dal rapporto di profonda amicizia e si sviluppa con due linguaggi diametralmente opposti.
Mazzotti nasce artisticamente informale per giungere a un figurativo concettuale, per lo meno nei suoi lavori pittorici.
Manfredi nasce come pittore figurativo per arrivare oggi a un informale gestuale.
Il diavolo e l’acqua santa, due concetti differenti nel dipingere, nel fare arte, che però non impediscono loro di dialogare.
È questo un aspetto affascinante dell’arte, simile al mondo animale.
La capacità di interagire, di comunicare, anche utilizzando linguaggi non omogenei.
In questa occasione Tullio Mazzotti riprende in mano la macchina fotografica, ma non più la vecchia Leika ereditata dal nonno e utilizzata negli anni Settanta quando si dedicava alla fotografia in bianco e nero. Queste foto scattate nell’estate 2011 in terra Croata nel corso di una vacanza, sono state lo spunto a cui Claudio Manfredi ha attinto per i suoi dipinti su cellulosa: una superficie ricca, materica.
Si tratta di immagini diverse fra loro, anche come impostazione fotografica; alcune scattate sovraesposte per arrivare volutamente a un effetto pittorico, altre giocando sui colori o sull’immagine pura. Manfredi ha scelto fra i vari scatti liberamente, pulendo la fotografia del contenuto e privandola di ogni significato reale; si potrebbe dire fregandosene del concetto a cui Mazzotti si era ispirato nella scelta del soggetto.
Ne è scaturita questa piccola ma gustosa mostra, una sana mostra nel cuore di quell’Albisola che è la patria della ceramica, ma in questa esposizione la ceramica non c’entra nulla … almeno per una volta.
Fotografie di Tullio Mazzotti
Tullio Mazzotti nasce a Savona l' 11 maggio 1957, albisolese di origine, è alla quarta generazione dei Mazzotti ceramisti.
Per Tullio Mazzotti l’arte è qualcosa di quotidiano.
La sua prima esperienza creativa, l’arte Boom, è ricerca della bellezza estetica e materica.
Poi la frequentazione successiva del liceo artistico fa crescere in lui la passione per il disegno; “un tratto sottile e irreale capace di creare fantasie o esternare i propri sogni”.
Tutto ciò che lo circonda e lo emoziona diventa soggetto nei suoi lavori, una sorta di nuova ritrattistica dove la realtà è mediata da ciò che gli occhi vedono e dalle sensazioni/emozioni di quel momento. Poca importanza ha la materia su cui egli opera, sia essa una tela, piuttosto che un foglio di carta; poca importanza hanno i colori o i pennelli, usa solo colori primari, usa pochissimo i pennelli, molto le dita delle mani e il cuore.
Predilige la pittura, il segno, senza però tralasciare la scultura e altre forme espressive visive sino alla scrittura. È impegnato nel tentativo di avvicinare il più possibile l’arte al fruitore finale attraverso uno stretto legame emotivo che dovrebbe esistere fra chi realizza l’opera d’arte (l’artista) e lo spettatore.
Dipinti di Claudio Manfredi
Claudio Manfredi, pittore e ceramista, nasce a Savona il 24 marzo 1957.
Inizia la sua attività artistica nei primi anni ottanta e si avvicina alla ceramica nel 1990 ospite della Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti 1903 di Albisola.
E’ del 1987 la sua prima personale, dalla quale seguiranno numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Nel 1991 realizza "L'Esercito del Cuore" per la Croce Bianca di Savona, nel 1995 è invitato a "Maestri della Ceramica" Museo Manlio Trucco di Albisola Capo, nel 1996 è presente a "Albisola-Savona, Maestri di ieri e di oggi nella ceramica d'arte" al Rifugio Gualdo di Sesto Fiorentino. L’anno dopo organizza insieme agli amici Oscar Albrito, Aurelio Caminati, Sergio Dangelo, Giorgio Laveri, Tullio Mazzotti, Giampaolo Parini, Giovanni Tinti la mostra "CeramicAmica" e partecipa ad "Ancora Folli e Maledetti"a cura di Bruna Magi presso il Museo d'Arte Contemporanea di Albisola Mare.
Nel 1998 realizza, assieme a Giampaolo Parini e Giovanni Tinti, nell'ambito di "SpiaggiArte", le sculture per i i Bagni La Palma di Albisola Capo e nel 1999 il fondale di scena del concerto "In compagnia di Wolfgang e Gioachino" dell'Opera Accademy Renata Scotto.
Dal 2002 è membro del C.d.A. della Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 e dal 2007 è Presidente del Comitato di Rigore Artistico di Albisola/Savona.
di Silvia Campese
Il rapporto tra pittura e fotografia, caratterizzato da momenti di profondi “scontri” e “incontri”, costituisce un leit motiv della storia dell’arte del XX secolo protraendosi, con modalità differenti, sino ai giorni nostri.
Il percorso della sperimentazione linguistica in fotografia è lungo e complesso e, si può affermare, abbia le sue origini più remote nel pictorialism quando, verso il 1860, il dibattito tra pittori e fotografi si fa più acceso e la rivalità tra i due mezzi espressivi si accentua col fine, da parte dei fotografi, di ottenere un affrancamento e una rivendicazione di totale autonomia del nuovo mezzo.
Fotografi come Le Gray, Rejlander, Robinson cercarono di dimostrare le capacità estetiche della nuova arte, imitando tecniche ed effetti pittorici per superare la peculiare caratteristica della nuova arte di riprodurre il vero, anche se, in questo modo, si allontanarono spesso dallo studio delle potenzialità autonome e dirette del mezzo fotografico.
Superata la necessità della citazione o dell’imitazione dell’espressione pittorica, gli studi sul linguaggio fotografico si sono fatti sempre più intensi con il parallelo intento di dimostrare il potenziale espressivo autonomo del mezzo. Anche l’Italia, nonostante il generale clima di chiusura rispetto alle innovazioni europee e il protrarsi delle esperienze pittorealiste ancora nel ventennio fascista, risente delle nuove spinte provenienti dal resto del continente.
Dai fratelli Bragaglia con il “Fotodinamismo futurista” a Franchini-Stappo e Vannucci-Zauli, che tentano di costituire un’estetica fotografica in grado di superare il dato naturale in favore del pieno raggiungimento del concetto idealistico di forma, l’Italia intraprende un lungo percorso che giunge ad un momento di sintesi importante, che si collega alle sperimentazioni europee, con autori quali Luigi Veronesi, che approda alla sperimentazione fotografica da esperienze di pittura astratta approfondite all’interno del Bauhaus, Antonio Boggeri e Franco Grignani che si accostano all’arte fotografica rispettivamente dal mondo della grafica e da quello del design.
La sperimentazione fotografica, influenzata dalle ricerche pittoriche dell’epoca - dalle Avanguardie storiche prima e poi dall’Action painting e dall’Informale - diviene così ricerca segnica, gestuale e materiale sino a lasciare traccia del gesto direttamente sulla matrice dell’immagine.
Oggi molti artisti hanno fuso insieme i due linguaggi intervenendo, in alcuni casi, con gesti pittorici sulla fotografia o, viceversa, elaborando la fotografia con risultati simili alla pittura.
Il rapporto tra pittura e fotografia, quindi, è in continua evoluzione e merita una riflessione specifica che permetta di approfondire e comprendere le importanti valenze comunicative.
LETTURA CRITICA
di Marcel Mocker
È una cosa già fatta, è vero, ma non c’è nulla di male nel continuare una ricerca portando nuovi contributi, trovando nuove visuali.
D’altra parte bisogna demolire il limite (ormai diffuso) che solo le cose mai viste siano vera arte. È arte il saper fare, il saper fare bene. Il saper fare con onestà.
Questa mostra dove i due artisti hanno dialogato utilizzando fotografia e pittura, scaturisce dal rapporto di profonda amicizia e si sviluppa con due linguaggi diametralmente opposti.
Mazzotti nasce artisticamente informale per giungere a un figurativo concettuale, per lo meno nei suoi lavori pittorici.
Manfredi nasce come pittore figurativo per arrivare oggi a un informale gestuale.
Il diavolo e l’acqua santa, due concetti differenti nel dipingere, nel fare arte, che però non impediscono loro di dialogare.
È questo un aspetto affascinante dell’arte, simile al mondo animale.
La capacità di interagire, di comunicare, anche utilizzando linguaggi non omogenei.
In questa occasione Tullio Mazzotti riprende in mano la macchina fotografica, ma non più la vecchia Leika ereditata dal nonno e utilizzata negli anni Settanta quando si dedicava alla fotografia in bianco e nero. Queste foto scattate nell’estate 2011 in terra Croata nel corso di una vacanza, sono state lo spunto a cui Claudio Manfredi ha attinto per i suoi dipinti su cellulosa: una superficie ricca, materica.
Si tratta di immagini diverse fra loro, anche come impostazione fotografica; alcune scattate sovraesposte per arrivare volutamente a un effetto pittorico, altre giocando sui colori o sull’immagine pura. Manfredi ha scelto fra i vari scatti liberamente, pulendo la fotografia del contenuto e privandola di ogni significato reale; si potrebbe dire fregandosene del concetto a cui Mazzotti si era ispirato nella scelta del soggetto.
Ne è scaturita questa piccola ma gustosa mostra, una sana mostra nel cuore di quell’Albisola che è la patria della ceramica, ma in questa esposizione la ceramica non c’entra nulla … almeno per una volta.
Fotografie di Tullio Mazzotti
Tullio Mazzotti nasce a Savona l' 11 maggio 1957, albisolese di origine, è alla quarta generazione dei Mazzotti ceramisti.
Per Tullio Mazzotti l’arte è qualcosa di quotidiano.
La sua prima esperienza creativa, l’arte Boom, è ricerca della bellezza estetica e materica.
Poi la frequentazione successiva del liceo artistico fa crescere in lui la passione per il disegno; “un tratto sottile e irreale capace di creare fantasie o esternare i propri sogni”.
Tutto ciò che lo circonda e lo emoziona diventa soggetto nei suoi lavori, una sorta di nuova ritrattistica dove la realtà è mediata da ciò che gli occhi vedono e dalle sensazioni/emozioni di quel momento. Poca importanza ha la materia su cui egli opera, sia essa una tela, piuttosto che un foglio di carta; poca importanza hanno i colori o i pennelli, usa solo colori primari, usa pochissimo i pennelli, molto le dita delle mani e il cuore.
Predilige la pittura, il segno, senza però tralasciare la scultura e altre forme espressive visive sino alla scrittura. È impegnato nel tentativo di avvicinare il più possibile l’arte al fruitore finale attraverso uno stretto legame emotivo che dovrebbe esistere fra chi realizza l’opera d’arte (l’artista) e lo spettatore.
Dipinti di Claudio Manfredi
Claudio Manfredi, pittore e ceramista, nasce a Savona il 24 marzo 1957.
Inizia la sua attività artistica nei primi anni ottanta e si avvicina alla ceramica nel 1990 ospite della Fabbrica Casa Museo Giuseppe Mazzotti 1903 di Albisola.
E’ del 1987 la sua prima personale, dalla quale seguiranno numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Nel 1991 realizza "L'Esercito del Cuore" per la Croce Bianca di Savona, nel 1995 è invitato a "Maestri della Ceramica" Museo Manlio Trucco di Albisola Capo, nel 1996 è presente a "Albisola-Savona, Maestri di ieri e di oggi nella ceramica d'arte" al Rifugio Gualdo di Sesto Fiorentino. L’anno dopo organizza insieme agli amici Oscar Albrito, Aurelio Caminati, Sergio Dangelo, Giorgio Laveri, Tullio Mazzotti, Giampaolo Parini, Giovanni Tinti la mostra "CeramicAmica" e partecipa ad "Ancora Folli e Maledetti"a cura di Bruna Magi presso il Museo d'Arte Contemporanea di Albisola Mare.
Nel 1998 realizza, assieme a Giampaolo Parini e Giovanni Tinti, nell'ambito di "SpiaggiArte", le sculture per i i Bagni La Palma di Albisola Capo e nel 1999 il fondale di scena del concerto "In compagnia di Wolfgang e Gioachino" dell'Opera Accademy Renata Scotto.
Dal 2002 è membro del C.d.A. della Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 e dal 2007 è Presidente del Comitato di Rigore Artistico di Albisola/Savona.
12
novembre 2011
Tullio Mazzotti / Claudio Manfredi – Dal figurativo all’informale
Dal 12 al 25 novembre 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
POZZO GARITTA 11
Albissola Marina, Piazza Pozzo Garitta, 11, (Savona)
Albissola Marina, Piazza Pozzo Garitta, 11, (Savona)
Vernissage
12 Novembre 2011, ore 17.30
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