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Turner and Venice
Più di centoventi opere tra dipinti, acquerelli , disegni , oltre all’album di schizzi veneziani, documentano l’intensa relazione del grande artista inglese con la città lagunare: visitata in età matura, per breve tempo e solo tre volte (tra il 1819 e il 1840), Venezia lascia nell’opera di Turner una traccia indelebile su temi di capitale interesse, in particolare per quanto riguarda il rapporto con la luce.
Comunicato stampa
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Realizzata dai Musei Civici Veneziani e dalla Tate Britain, curata da Ian Warrell, responsabile delle collezioni Tate e prodotta in collaborazione con Venezia Musei, sarà aperta al pubblico dal 4 settembre 2004 al 23 gennaio 2005.
Catalogo Electa, allestimento di Daniela Ferretti.
Più di centoventi opere tra dipinti, acquerelli , disegni , oltre all’album di schizzi veneziani, documentano l’intensa relazione del grande artista inglese con la città lagunare: visitata in età matura, per breve tempo e solo tre volte (tra il 1819 e il 1840), Venezia lascia nell’opera di Turner una traccia indelebile su temi di capitale interesse, in particolare per quanto riguarda il rapporto con la luce.
La straordinaria sequenza delle opere in mostra, alcune delle quali esposte per la prima volta, consentirà di approfondire e comprendere questo percorso poetico ed espressivo.
L’esposizione prevede inoltre il contrappunto e il confronto tra la produzione di Turner e quella di alcuni importantissimi punti di riferimento , da Canaletto a Marlow, da Caffi a Doyle.
È la prima grande mostra dedicata ai viaggi di Turner a Venezia, dal primo, effettuato nel 1819 dal quarantaquattrenne artista, all’ultimo, del 1840.
Certo, molti e importanti sono gli artisti per i quali Venezia fu meta irrinunciabile; ma tra essi Turner si colloca tra i pochi che vi trovarono un’autentica affinità elettiva. Singolare l’assonanza tra la sensibilità di Turner e le uniche, straordinarie peculiarità della città lagunare, tanto da renderne immediatamente riconoscibili, già ai contemporanei, i legami nelle sue opere migliori, così fortemente caratterizzate dall’incanto e dalla luce. E la visione di Turner resta attuale ancor oggi, capace com’è di evocare aspetti talvolta irrazionali e melanconici dell’esperienza veneziana.
Il percorso espositivo è ampio e articolato: vi si trova l’indagine sulle molteplici influenze riconoscibili nell’idea di Venezia dell’artista, da Canaletto ai vedutisti contemporanei a Turner (Marlow, Caffi, Bonington). I dipinti di questi autori, presenti in mostra, offrono inoltre un saggio dello splendore della città, così come si presentava allora agli occhi dei visitatori.
Un’altra sezione documenta - attraverso alcune ambiziose opere poco note ma particolarmente significative di soggetto storico - l’ammirazione di Turner per i grandi pittori veneziani, Tiziano, Veronese, Tintoretto: tra esse la Visione di Medea (dipinta a Roma nel 1828). Altrove è sottolineata invece la vasta gamma di riferimenti letterari del Nostro : tra essi spicca Shakespeare oltre a Byron, che tanta parte ebbe nella fondazione del mito di Venezia negli anni venti dell’Ottocento.
Il cuore della mostra, comunque, è costituito dalla straordinaria serie di dipinti e dai radiosi acquerelli, capaci di condurre il visitatore in una sorta di percorso veneziano con gli occhi di Turner da Piazza San Marco, lungo il Canal Grande e attraverso il Bacino. C’è anche un piccolo gruppo di squisiti studi della città presi dall’albergo di Turner, dal quale egli riuscì a cogliere gli incantevoli notturni e il riverbero dei tramonti sui tetti.La sequenza culmina con una serie di vedute della laguna in cui Venezia assume solo una parte nella profonda meditazione di Turner sulla luce, il colore e le superfici riflettenti delle pietre e dell’acqua.
Una precedente edizione della mostra è stata allestita alla Tate Britain nell’autunno del 2003. La maggior parte delle opere proviene appunto dai fondi turneriani della Tate, riuniti nella Clore Gallery (ala Millbank della Tate) dal 1987, mentre gli acquerelli sono rimasti in deposito al British Museum tra il 1929 e il 1986. Il fondo annovera tutte le opere rinvenute nello studio di Turner alla sua morte: circa 300 dipinti, più tutti gli acquerelli e gli schizzi, per un totale di circa 20.000 fogli.
Studiati accuratamente solo negli ultimi trent’anni, alcuni vengono esposti in questa mostra per la prima volta. In questi anni la Tate ha allestito una lunga serie di mostre capaci di esplorare i diversi aspetti dell’opera dell’artista, documentandone gli interessi e la fascinazione per la poesia, la prospettiva, la produzione a stampa, così come i suoi infiniti viaggi in Gran Bretagna e in Europa.
Catalogo Electa, allestimento di Daniela Ferretti.
Più di centoventi opere tra dipinti, acquerelli , disegni , oltre all’album di schizzi veneziani, documentano l’intensa relazione del grande artista inglese con la città lagunare: visitata in età matura, per breve tempo e solo tre volte (tra il 1819 e il 1840), Venezia lascia nell’opera di Turner una traccia indelebile su temi di capitale interesse, in particolare per quanto riguarda il rapporto con la luce.
La straordinaria sequenza delle opere in mostra, alcune delle quali esposte per la prima volta, consentirà di approfondire e comprendere questo percorso poetico ed espressivo.
L’esposizione prevede inoltre il contrappunto e il confronto tra la produzione di Turner e quella di alcuni importantissimi punti di riferimento , da Canaletto a Marlow, da Caffi a Doyle.
È la prima grande mostra dedicata ai viaggi di Turner a Venezia, dal primo, effettuato nel 1819 dal quarantaquattrenne artista, all’ultimo, del 1840.
Certo, molti e importanti sono gli artisti per i quali Venezia fu meta irrinunciabile; ma tra essi Turner si colloca tra i pochi che vi trovarono un’autentica affinità elettiva. Singolare l’assonanza tra la sensibilità di Turner e le uniche, straordinarie peculiarità della città lagunare, tanto da renderne immediatamente riconoscibili, già ai contemporanei, i legami nelle sue opere migliori, così fortemente caratterizzate dall’incanto e dalla luce. E la visione di Turner resta attuale ancor oggi, capace com’è di evocare aspetti talvolta irrazionali e melanconici dell’esperienza veneziana.
Il percorso espositivo è ampio e articolato: vi si trova l’indagine sulle molteplici influenze riconoscibili nell’idea di Venezia dell’artista, da Canaletto ai vedutisti contemporanei a Turner (Marlow, Caffi, Bonington). I dipinti di questi autori, presenti in mostra, offrono inoltre un saggio dello splendore della città, così come si presentava allora agli occhi dei visitatori.
Un’altra sezione documenta - attraverso alcune ambiziose opere poco note ma particolarmente significative di soggetto storico - l’ammirazione di Turner per i grandi pittori veneziani, Tiziano, Veronese, Tintoretto: tra esse la Visione di Medea (dipinta a Roma nel 1828). Altrove è sottolineata invece la vasta gamma di riferimenti letterari del Nostro : tra essi spicca Shakespeare oltre a Byron, che tanta parte ebbe nella fondazione del mito di Venezia negli anni venti dell’Ottocento.
Il cuore della mostra, comunque, è costituito dalla straordinaria serie di dipinti e dai radiosi acquerelli, capaci di condurre il visitatore in una sorta di percorso veneziano con gli occhi di Turner da Piazza San Marco, lungo il Canal Grande e attraverso il Bacino. C’è anche un piccolo gruppo di squisiti studi della città presi dall’albergo di Turner, dal quale egli riuscì a cogliere gli incantevoli notturni e il riverbero dei tramonti sui tetti.La sequenza culmina con una serie di vedute della laguna in cui Venezia assume solo una parte nella profonda meditazione di Turner sulla luce, il colore e le superfici riflettenti delle pietre e dell’acqua.
Una precedente edizione della mostra è stata allestita alla Tate Britain nell’autunno del 2003. La maggior parte delle opere proviene appunto dai fondi turneriani della Tate, riuniti nella Clore Gallery (ala Millbank della Tate) dal 1987, mentre gli acquerelli sono rimasti in deposito al British Museum tra il 1929 e il 1986. Il fondo annovera tutte le opere rinvenute nello studio di Turner alla sua morte: circa 300 dipinti, più tutti gli acquerelli e gli schizzi, per un totale di circa 20.000 fogli.
Studiati accuratamente solo negli ultimi trent’anni, alcuni vengono esposti in questa mostra per la prima volta. In questi anni la Tate ha allestito una lunga serie di mostre capaci di esplorare i diversi aspetti dell’opera dell’artista, documentandone gli interessi e la fascinazione per la poesia, la prospettiva, la produzione a stampa, così come i suoi infiniti viaggi in Gran Bretagna e in Europa.
03
settembre 2004
Turner and Venice
Dal 03 settembre 2004 al 23 gennaio 2005
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO CORRER
Venezia, San Marco, 52, (Venezia)
Venezia, San Marco, 52, (Venezia)
Biglietti
Intero euro 9,00
Ridotto euro 6,50
Ridotto speciale euro 4,00
Orario di apertura
10/19 (biglietteria 10/18)
Vernissage
3 Settembre 2004, ore 18
Autore
Curatore