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Turner e l’Italia
Artefice di una autentica rivoluzione pittorica, Turner superò i limiti della raffigurazione prospettica per restituire gli aspetti più segreti del sublime spettacolo della natura. Egli creò uno spazio del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì la strada alle correnti moderne di fine Ottocento.
Comunicato stampa
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Sarà dedicata al grande pittore romantico Joseph Mallord William Turner e al suo rapporto con l’Italia la mostra che Ferrara Arte organizzerà a Palazzo dei Diamanti nell’autunno del 2008.
Artefice di una autentica rivoluzione pittorica, Turner superò i limiti della raffigurazione prospettica per restituire gli aspetti più segreti del sublime spettacolo della natura. Egli creò uno spazio del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì la strada alle correnti moderne di fine Ottocento.
Nella formazione della sua poetica l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il pittore inglese fu infatti profondamente affascinato dal nostro paese e dalla sua tradizione artistica tanto che, durante tutta la sua vita, non smise mai di studiare le opere dei maestri antichi e moderni e si recò in Italia molte volte trovandovi l’ispirazione per alcuni dei suoi più celebri capolavori.
Per comprendere a fondo l’importanza del rapporto che legò Turner al nostro paese, Ferrara Arte, in collaborazione con la National Gallery of Scotland di Edimburgo, organizza una mostra che, per la prima volta in maniera esaustiva, affronta questo nodo cruciale nella produzione del grande artista. Un’ampia selezione di olii, acquerelli, disegni, incisioni e taccuini, provenienti da importanti musei e collezioni di tutto il mondo, ripercorre l’intero arco della carriera di Turner, dai quadri giovanili fino agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo, ricostruendo i suoi viaggi e spostamenti nella nostra penisola.
Ad accogliere il visitatore sono olii e acquerelli che ritraggono “sublimi” scenari montuosi della Gran Bretagna e fresche vedute di paesaggi italiani dipinti dal giovane artista prima di recarsi in Italia. Queste opere mostrano come egli fosse attento a cogliere la lezione dei maestri del passato e, ad un tempo, guardasse la pittura di paesaggio inglese contemporanea di Robert Cozens e Richard Wilson.
Il percorso prosegue con una serie di quadri e opere su carta in cui Turner trascrive magistralmente le emozioni provate lungo il cammino che nel 1802, attraverso la Francia prima e le Alpi poi, lo porta per la prima volta in Italia.
Una volta tornato in patria, è lo studio delle opere dei grandi maestri conservate a Londra a permettere al giovane artista di mantenere vivo il ricordo delle vedute italiane. I paesaggi classici, in particolare quelli di Claude Lorrain, attraggono la sua attenzione e gli ispirano un gruppo di dipinti caratterizzati da una calda e morbida luminosità.
Nel 1819 Turner visita l’Italia per la seconda volta e soggiorna a Venezia, Roma e Napoli. Questo secondo e più approfondito incontro con il nostro paese segna l’immaginazione dell’artista e imprime una svolta decisiva al suo stile. Dall’esperienza di questo viaggio nascono gli splendidi acquerelli che raccontano la traversata delle Alpi ma anche alcune spettacolari e maestose vedute di Roma dalle quali traspare l’emozione provata dall’artista di fronte alle bellezze della città eterna.
Anche quando negli anni Venti si dedica al paesaggio inglese, Turner dà vita ad opere pervase dalle atmosfere respirate in Italia. L’artista, infatti, attinge spesso ai ricordi e agli schizzi eseguiti durante l’ultimo viaggio per comporre in atelier i suoi dipinti e per realizzare gli acquerelli destinati all’edizione del pregiato volume di Samuel Rogers, Italy.
Turner torna in Italia nel 1828-29 e soggiorna soprattutto a Roma. È un periodo fecondo per l’artista che realizza alcune delle più ambiziose creazioni della maturità: grandi e scenografiche vedute realizzate in punta di pennello, ma anche originali olii in cui l’artista dà vita a composizioni dai tratti pittorici quasi “astratti”, veri e propri studi sulla luce e sul colore che preannunciano i futuri sviluppi della sua maniera.
La mostra si chiude con due spettacolari sezioni dedicate agli ultimi anni del maestro quando il suo stile raggiunge esiti di una sorprendente modernità. Si tratta delle vedute veneziane e dei maestosi paesaggi immateriali che caratterizzano l’ultima, radicale fase della sua pittura.
L’impatto che l’arte, l’architettura e soprattutto la luce di Venezia hanno su di lui, plasma in maniera decisiva l’arte di Turner. Venezia ispira alcuni dei suoi più straordinari dipinti e acquerelli, vedute in cui i confini tra acqua, aria e terra si annullano e il paesaggio lagunare è dissolto in liriche sinfonie di luce e colore.
L’esperienza veneziana segna per l’artista un punto di non ritorno. L’aspetto narrativo affiora quasi esclusivamente dai titoli delle opere che spesso richiamano ancora i soggetti italiani. Nei paesaggi degli ultimi anni, più che al mondo sensibile Turner sembra ora rivolgere il proprio sguardo all’universo interiore, un territorio immateriale che non conosce limiti. A chiudere il percorso di mostra sono proprio queste opere meravigliose e commoventi in cui «l’immagine si isola o si diffonde in un cosmo di profondità sconfinata, non misurabile».
Artefice di una autentica rivoluzione pittorica, Turner superò i limiti della raffigurazione prospettica per restituire gli aspetti più segreti del sublime spettacolo della natura. Egli creò uno spazio del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì la strada alle correnti moderne di fine Ottocento.
Nella formazione della sua poetica l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il pittore inglese fu infatti profondamente affascinato dal nostro paese e dalla sua tradizione artistica tanto che, durante tutta la sua vita, non smise mai di studiare le opere dei maestri antichi e moderni e si recò in Italia molte volte trovandovi l’ispirazione per alcuni dei suoi più celebri capolavori.
Per comprendere a fondo l’importanza del rapporto che legò Turner al nostro paese, Ferrara Arte, in collaborazione con la National Gallery of Scotland di Edimburgo, organizza una mostra che, per la prima volta in maniera esaustiva, affronta questo nodo cruciale nella produzione del grande artista. Un’ampia selezione di olii, acquerelli, disegni, incisioni e taccuini, provenienti da importanti musei e collezioni di tutto il mondo, ripercorre l’intero arco della carriera di Turner, dai quadri giovanili fino agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo, ricostruendo i suoi viaggi e spostamenti nella nostra penisola.
Ad accogliere il visitatore sono olii e acquerelli che ritraggono “sublimi” scenari montuosi della Gran Bretagna e fresche vedute di paesaggi italiani dipinti dal giovane artista prima di recarsi in Italia. Queste opere mostrano come egli fosse attento a cogliere la lezione dei maestri del passato e, ad un tempo, guardasse la pittura di paesaggio inglese contemporanea di Robert Cozens e Richard Wilson.
Il percorso prosegue con una serie di quadri e opere su carta in cui Turner trascrive magistralmente le emozioni provate lungo il cammino che nel 1802, attraverso la Francia prima e le Alpi poi, lo porta per la prima volta in Italia.
Una volta tornato in patria, è lo studio delle opere dei grandi maestri conservate a Londra a permettere al giovane artista di mantenere vivo il ricordo delle vedute italiane. I paesaggi classici, in particolare quelli di Claude Lorrain, attraggono la sua attenzione e gli ispirano un gruppo di dipinti caratterizzati da una calda e morbida luminosità.
Nel 1819 Turner visita l’Italia per la seconda volta e soggiorna a Venezia, Roma e Napoli. Questo secondo e più approfondito incontro con il nostro paese segna l’immaginazione dell’artista e imprime una svolta decisiva al suo stile. Dall’esperienza di questo viaggio nascono gli splendidi acquerelli che raccontano la traversata delle Alpi ma anche alcune spettacolari e maestose vedute di Roma dalle quali traspare l’emozione provata dall’artista di fronte alle bellezze della città eterna.
Anche quando negli anni Venti si dedica al paesaggio inglese, Turner dà vita ad opere pervase dalle atmosfere respirate in Italia. L’artista, infatti, attinge spesso ai ricordi e agli schizzi eseguiti durante l’ultimo viaggio per comporre in atelier i suoi dipinti e per realizzare gli acquerelli destinati all’edizione del pregiato volume di Samuel Rogers, Italy.
Turner torna in Italia nel 1828-29 e soggiorna soprattutto a Roma. È un periodo fecondo per l’artista che realizza alcune delle più ambiziose creazioni della maturità: grandi e scenografiche vedute realizzate in punta di pennello, ma anche originali olii in cui l’artista dà vita a composizioni dai tratti pittorici quasi “astratti”, veri e propri studi sulla luce e sul colore che preannunciano i futuri sviluppi della sua maniera.
La mostra si chiude con due spettacolari sezioni dedicate agli ultimi anni del maestro quando il suo stile raggiunge esiti di una sorprendente modernità. Si tratta delle vedute veneziane e dei maestosi paesaggi immateriali che caratterizzano l’ultima, radicale fase della sua pittura.
L’impatto che l’arte, l’architettura e soprattutto la luce di Venezia hanno su di lui, plasma in maniera decisiva l’arte di Turner. Venezia ispira alcuni dei suoi più straordinari dipinti e acquerelli, vedute in cui i confini tra acqua, aria e terra si annullano e il paesaggio lagunare è dissolto in liriche sinfonie di luce e colore.
L’esperienza veneziana segna per l’artista un punto di non ritorno. L’aspetto narrativo affiora quasi esclusivamente dai titoli delle opere che spesso richiamano ancora i soggetti italiani. Nei paesaggi degli ultimi anni, più che al mondo sensibile Turner sembra ora rivolgere il proprio sguardo all’universo interiore, un territorio immateriale che non conosce limiti. A chiudere il percorso di mostra sono proprio queste opere meravigliose e commoventi in cui «l’immagine si isola o si diffonde in un cosmo di profondità sconfinata, non misurabile».
15
novembre 2008
Turner e l’Italia
Dal 15 novembre 2008 al 22 febbraio 2009
arte moderna
Location
PALAZZO DEI DIAMANTI
Ferrara, Corso Ercole I D'este, 21, (Ferrara)
Ferrara, Corso Ercole I D'este, 21, (Ferrara)
Biglietti
intero € 10.00, ridotto € 8.00, scuole € 4.00
Orario di apertura
aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00;
Aperto anche: il 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore