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Tutti De Sica
la mostra che restituisce pienezza e complessità alla figura molteplice di Vittorio De Sica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tutti De Sica: le
ragioni di un titolo
Uno e centomila. Parafrasando così un emblema del Novecento
italiano (e del Novecento tout court), quel Pirandello narratore
senza pari delle molteplicità individuali, sembra svelare il segreto
di un altro simbolo dell’arte novecentesca italiana e, anche
questa volta, del mondo intero: Vittorio De Sica.
Stanno tutte qui, nell’ispirazione di un titolo, le sue centomila
vite, i suoi centomila personaggi: Tutti De Sica. Questo il nome
di una mostra che si realizza grazie ai suoi tre figli, Emi, Manuel
e Christian, e che apre, tra gli altri, il baule di un archivio
prezioso e fino ad oggi mai svelato, come quello personale di
Giuditta Rissone e Emi De Sica, un fiume di ricordi dal quale,
come una continua sorpresa, esce senza sosta quella moltitudine
di personaggi con il volto di Vittorio De Sica, in un gioco a cavallo
tra realtà e finzione.
Una visione complessiva di Vittorio De Sica, uno sguardo in grado
di abbracciarne l’intera figura, al di là dei luoghi comuni che –
curioso destino di chi raggiunge un immenso successo – finiscono
per semplificarne un profilo, esponendo in una teca ciò che con
maggior facilità si richiama all’immaginario collettivo.
La mostra: dove e
quando
E invece nella mostra Tutti De Sica ci sarà tutto De Sica.
Grazie, dicevamo, alla memoria storica dei figli e al lavoro
congiunto di tante forze: promossa da Dino Gasperini, Assessore
alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza
Capitolina di Roma Capitale con il sostegno del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema e
di Camera di Commercio di Roma, Tutti De Sica è prodotta dalla
Fondazione Cineteca di Bologna e ideata da Equa di Camilla
Morabito; in collaborazione con l’Associazione Amici di Vittorio
De Sica; l’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura, con lo
sponsor tecnico 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore; la mostra è
inserita nel sistema RomaEXHIBIT.
In programma dall’8 febbraio al 28 aprile, Tutti De Sica sarà al
Museo dell’Ara Pacis di Roma (Lungotevere in Augusta), aperta
da martedì a domenica, dalle ore 9 alle ore 19.
In mostra: fotografie,
manifesti, documenti
privati, costumi,
oggetti di culto
Una mostra multimediale, allora, che in un percorso tra
manifesti (più di venti originali) e fotografie (oltre
quattrocento pezzi unici, sul set e fuori dal set, o in famiglia) e
immagini in movimento, oggetti di culto (dalla carrellata di
costumi originali, strumento chiave per saltare da un personaggio
all’altro, alla bicicletta più famosa del cinema, agli Oscar che
hanno suggellato i suoi film), un itinerario costellato di
documenti personali, che come occhi di bue illuminano il
Vittorio De Sica regista e attore, certamente, ma anche
cantante e uomo di spettacolo a tutto tondo, così come il De
Sica privato, con le due mogli, Giuditta Rissone e Maria
Mercader, e i tre figli.
Quattro sale, dodici sezioni:
dal primo successo con Mario Mattoli e la sua impresa di
spettacoli Za Bum che porta al varietà la rivista Lucciole della
città (giocando sul Chaplin, in sala proprio all’inizio degli anni
Trenta, di Luci della città) alla popolarità raggiunta con le
incisioni discografiche (basti citare Parlami d’amore, Mariù); il
passaggio dagli anni Trenta, destreggiati tra teatro e cinema (Il
signor Max è del 1937) agli anni Quaranta che lo vedono
imporsi come regista e padre del Neorealismo: magnifica la
sequenza fotografica che vedremo in mostra, raccolta sul set di I
bambini ci guardano (1943), testimonianza di grandissima forza
visiva nel mostrare il suo talento unico nella direzione degli
attori non professionisti; la stagione del Neorealismo con i
quattro capolavori Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948),
Miracolo a Milano (1950), Umberto D. (1952) e il rapporto con la
politica (e con la figura di Andreotti) in un’Italia che cambia a
cavallo degli anni Cinquanta; il sodalizio con Cesare Zavattini e
quello con Sophia Loren; e così seguendo il filo delle sue vite e
dei suoi personaggi con la sezione Il piacere della maschera –
Vent’anni di interpretazioni, fino a un’ultima sala dove trova
spazio una riflessione sull’immensa eredità lasciata da Vittorio De
Sica.
Un grande e
corrosivo innovatore:
la scomunica e la
censura
Una mostra che vuole superare la lettura statica di una critica
storicizzata e che oggi appare riduttiva e limitata, legata all’età
dell’oro neorealista, preceduta da una fase di formazione per
chiudersi invece poi in un lungo momento di crisi.
Ma questo non è Vittorio De Sica, questa non è la sua carriera
artistica: da Tutti De Sica emerge, su tutto, la figura di un
grande e costante innovatore, nel cinema, così come nella vita,
un uomo che non a caso è nell’occhio del ciclone tanto sul piano
personale – non dimentichiamo la scomunica della Chiesa –
quanto su quello professionale, con le continue vessazioni
subite da una censura che non mandava giù le sue idee e le sue
rappresentazioni di alcuni questioni chiave della cultura
italiana.
In altre parole un Vittorio De Sica che sempre – anche dopo la
grande stagione neorealista – rimane una delle voci più corrosive
in un’Italia invece sempre perbenista.
Il regista d’attori Una successione che passerà quindi in sequenza tutte le fasi della
vita di Vittorio De Sica, dalle radici della famiglia d’origine e i
primi passi nel mondo dello spettacolo.
E poi il regista che ha contribuito a cambiare il corso del
cinema italiano con alcune delle massime espressioni del
Neorealismo, o che ha dato alla nostra commedia ritmo ed
eleganza, grazie anche all’equilibrio perfetto con altri grandi
attori. Ma come dimenticare il grande lavoro fatto con gli attori
non professionisti, dalla loro scelta alla vera e propria
trasformazione compiuta sui di essi?
Molte le foto in mostra che sapranno restituire quest’arte unica,
scatti che ritraggono De Sica mentre sul set mima quanto
dovranno fare poi gli attori, quasi a svelare la genesi delle sue più
belle sequenze.
De Sica e Zavattini: il
cuore della mostra
Tutti De Sica ruoterà anche attorno al sodalizio artistico tra i più
felici della storia del cinema: quello con Cesare Zavattini,
conosciuto nel 1939, dalla cui penna sono nati Sciuscià, Ladri di
biciclette, Miracolo a Milano, fino a quell’Umberto D. che nel
1952 segnerà un anno di svolta per Vittorio De Sica, con la
reazione all’insuccesso (e alle aspre polemiche scaturite dal film)
e la fuga, in un certo senso, del De Sica attore dai film da lui
diretti per trovare altrove e con altri autori la sua migliore
espressione (e da esempio per tutti valgano i ruoli in I gioielli di
Madame De… di Max Ophüls e in Il generale della Rovere di
Roberto Rossellini).
Cuore metaforico e reale di Tutti De Sica, il rapporto con
Zavattini avrà poi un cuore tutto suo: l’ideale filiazione da uno
dei grandi padri del cinema mondiale, Charles Chaplin, che
proprio al termine di una proiezione privata di Umberto D. uscì
asciugandosi le lacrime.
ragioni di un titolo
Uno e centomila. Parafrasando così un emblema del Novecento
italiano (e del Novecento tout court), quel Pirandello narratore
senza pari delle molteplicità individuali, sembra svelare il segreto
di un altro simbolo dell’arte novecentesca italiana e, anche
questa volta, del mondo intero: Vittorio De Sica.
Stanno tutte qui, nell’ispirazione di un titolo, le sue centomila
vite, i suoi centomila personaggi: Tutti De Sica. Questo il nome
di una mostra che si realizza grazie ai suoi tre figli, Emi, Manuel
e Christian, e che apre, tra gli altri, il baule di un archivio
prezioso e fino ad oggi mai svelato, come quello personale di
Giuditta Rissone e Emi De Sica, un fiume di ricordi dal quale,
come una continua sorpresa, esce senza sosta quella moltitudine
di personaggi con il volto di Vittorio De Sica, in un gioco a cavallo
tra realtà e finzione.
Una visione complessiva di Vittorio De Sica, uno sguardo in grado
di abbracciarne l’intera figura, al di là dei luoghi comuni che –
curioso destino di chi raggiunge un immenso successo – finiscono
per semplificarne un profilo, esponendo in una teca ciò che con
maggior facilità si richiama all’immaginario collettivo.
La mostra: dove e
quando
E invece nella mostra Tutti De Sica ci sarà tutto De Sica.
Grazie, dicevamo, alla memoria storica dei figli e al lavoro
congiunto di tante forze: promossa da Dino Gasperini, Assessore
alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza
Capitolina di Roma Capitale con il sostegno del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema e
di Camera di Commercio di Roma, Tutti De Sica è prodotta dalla
Fondazione Cineteca di Bologna e ideata da Equa di Camilla
Morabito; in collaborazione con l’Associazione Amici di Vittorio
De Sica; l’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura, con lo
sponsor tecnico 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore; la mostra è
inserita nel sistema RomaEXHIBIT.
In programma dall’8 febbraio al 28 aprile, Tutti De Sica sarà al
Museo dell’Ara Pacis di Roma (Lungotevere in Augusta), aperta
da martedì a domenica, dalle ore 9 alle ore 19.
In mostra: fotografie,
manifesti, documenti
privati, costumi,
oggetti di culto
Una mostra multimediale, allora, che in un percorso tra
manifesti (più di venti originali) e fotografie (oltre
quattrocento pezzi unici, sul set e fuori dal set, o in famiglia) e
immagini in movimento, oggetti di culto (dalla carrellata di
costumi originali, strumento chiave per saltare da un personaggio
all’altro, alla bicicletta più famosa del cinema, agli Oscar che
hanno suggellato i suoi film), un itinerario costellato di
documenti personali, che come occhi di bue illuminano il
Vittorio De Sica regista e attore, certamente, ma anche
cantante e uomo di spettacolo a tutto tondo, così come il De
Sica privato, con le due mogli, Giuditta Rissone e Maria
Mercader, e i tre figli.
Quattro sale, dodici sezioni:
dal primo successo con Mario Mattoli e la sua impresa di
spettacoli Za Bum che porta al varietà la rivista Lucciole della
città (giocando sul Chaplin, in sala proprio all’inizio degli anni
Trenta, di Luci della città) alla popolarità raggiunta con le
incisioni discografiche (basti citare Parlami d’amore, Mariù); il
passaggio dagli anni Trenta, destreggiati tra teatro e cinema (Il
signor Max è del 1937) agli anni Quaranta che lo vedono
imporsi come regista e padre del Neorealismo: magnifica la
sequenza fotografica che vedremo in mostra, raccolta sul set di I
bambini ci guardano (1943), testimonianza di grandissima forza
visiva nel mostrare il suo talento unico nella direzione degli
attori non professionisti; la stagione del Neorealismo con i
quattro capolavori Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948),
Miracolo a Milano (1950), Umberto D. (1952) e il rapporto con la
politica (e con la figura di Andreotti) in un’Italia che cambia a
cavallo degli anni Cinquanta; il sodalizio con Cesare Zavattini e
quello con Sophia Loren; e così seguendo il filo delle sue vite e
dei suoi personaggi con la sezione Il piacere della maschera –
Vent’anni di interpretazioni, fino a un’ultima sala dove trova
spazio una riflessione sull’immensa eredità lasciata da Vittorio De
Sica.
Un grande e
corrosivo innovatore:
la scomunica e la
censura
Una mostra che vuole superare la lettura statica di una critica
storicizzata e che oggi appare riduttiva e limitata, legata all’età
dell’oro neorealista, preceduta da una fase di formazione per
chiudersi invece poi in un lungo momento di crisi.
Ma questo non è Vittorio De Sica, questa non è la sua carriera
artistica: da Tutti De Sica emerge, su tutto, la figura di un
grande e costante innovatore, nel cinema, così come nella vita,
un uomo che non a caso è nell’occhio del ciclone tanto sul piano
personale – non dimentichiamo la scomunica della Chiesa –
quanto su quello professionale, con le continue vessazioni
subite da una censura che non mandava giù le sue idee e le sue
rappresentazioni di alcuni questioni chiave della cultura
italiana.
In altre parole un Vittorio De Sica che sempre – anche dopo la
grande stagione neorealista – rimane una delle voci più corrosive
in un’Italia invece sempre perbenista.
Il regista d’attori Una successione che passerà quindi in sequenza tutte le fasi della
vita di Vittorio De Sica, dalle radici della famiglia d’origine e i
primi passi nel mondo dello spettacolo.
E poi il regista che ha contribuito a cambiare il corso del
cinema italiano con alcune delle massime espressioni del
Neorealismo, o che ha dato alla nostra commedia ritmo ed
eleganza, grazie anche all’equilibrio perfetto con altri grandi
attori. Ma come dimenticare il grande lavoro fatto con gli attori
non professionisti, dalla loro scelta alla vera e propria
trasformazione compiuta sui di essi?
Molte le foto in mostra che sapranno restituire quest’arte unica,
scatti che ritraggono De Sica mentre sul set mima quanto
dovranno fare poi gli attori, quasi a svelare la genesi delle sue più
belle sequenze.
De Sica e Zavattini: il
cuore della mostra
Tutti De Sica ruoterà anche attorno al sodalizio artistico tra i più
felici della storia del cinema: quello con Cesare Zavattini,
conosciuto nel 1939, dalla cui penna sono nati Sciuscià, Ladri di
biciclette, Miracolo a Milano, fino a quell’Umberto D. che nel
1952 segnerà un anno di svolta per Vittorio De Sica, con la
reazione all’insuccesso (e alle aspre polemiche scaturite dal film)
e la fuga, in un certo senso, del De Sica attore dai film da lui
diretti per trovare altrove e con altri autori la sua migliore
espressione (e da esempio per tutti valgano i ruoli in I gioielli di
Madame De… di Max Ophüls e in Il generale della Rovere di
Roberto Rossellini).
Cuore metaforico e reale di Tutti De Sica, il rapporto con
Zavattini avrà poi un cuore tutto suo: l’ideale filiazione da uno
dei grandi padri del cinema mondiale, Charles Chaplin, che
proprio al termine di una proiezione privata di Umberto D. uscì
asciugandosi le lacrime.
08
febbraio 2013
Tutti De Sica
Dall'otto febbraio al 28 aprile 2013
Location
MUSEO DELL’ARA PACIS
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Biglietti
€ 11 intero, € 9 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla
tariffazione vigente
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 9.00 – 19.00; l’ingresso è consentito fino alle
18.00; chiuso il lunedì
Ufficio stampa
ZETEMA
Ufficio stampa
EQUA
Curatore