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Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009
Un racconto visivo nel teatro polacco. Grafica, installazioni e video
Comunicato stampa
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Il 6 maggio 2010 inaugura a Roma il nuovo allestimento di “Tutto il Teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009”, la mostra dedicata agli artisti polacchi che hanno rappresentato il teatro e non solo curata da Sergio Maifredi e Danièle Sulewic con la consulenza scientifica di Pietro Marchesani.
A un anno di distanza dall’apertura della mostra a Palazzo Ducale di Genova, con una straordinaria presenza di pubblico e di visitatori eccellenti - come i premi Nobel Lech Walesa e Dario Fo, gli incontri con i rappresentanti della cultura, uno per tutti Adam Michnik, direttore del quotidiano Gazeta Wyborcza - la mostra viene presentata con un nuovo allestimento alla Casa dei Teatri all’interno di Villa Doria Pamphilj, spazio da anni impegnato nel valorizzare i tanti aspetti della cultura teatrale.
Attraverso 90 manifesti d’artista, installazioni di Danièle Sulewic, filmati, scenografie, manichini creati per il Nowy Teatr di Poznan, in Polonia, dove Maifredi è regista residente, ed un allestimento scenografico degno di un teatro, questa straordinaria rassegna testimonia uno spaccato dei cambiamenti avvenuti nella società e nella cultura polacca prima e dopo i fatti di Danzica e la caduta del Muro di Berlino.
Il nuovo allestimento della mostra “Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009” propone a Roma una scelta di manifesti realizzati dagli anni ’60, partendo dal maestro Henryk Tomaszewski fino alla preziosa presenza del “Wozzeck” di Jan Lenica.
In Polonia, dalla fine dell’800, durante l’occupazione e per tutto lo scorso secolo, fino all’89, il manifesto per le rappresentazioni teatrali realizzato da artisti noti oltre a essere un modo di fare arte, di grande tradizione, consentiva anche a intellettuali non allineati di comunicare e esprimersi superando i rigidi paletti della censura e, d’altra parte, anche il regime si serviva dell’aiuto di grandi artisti della sintesi comunicativa del manifesto.
Dopo la caduta del Muro, questa peculiare forma d’arte continua e sviluppa nuove energie e linguaggi personalissimi, che tra procedimenti pittorici e tecniche propriamente grafiche, tra simboli di sorprendente semplicità e suggestive raffinatezze interpretative, raccontano la storia di una produzione teatrale ricca per stile, inventiva e sensibilità.
I manifesti teatrali polacchi, prodotti in pochi esemplari e utilizzati solo all’interno del teatro stesso, non usano un linguaggio pubblicitario, ma sono vere e proprie opere realizzate da artisti, come Wieslaw Walkuski, Rafal Olbinski, Stasys Eidrigevicius, il maestro Tomasz Boguslawski che da Danzica sarà all’apertura della mostra, unitamente al gallerista Krzysztof Dydo prestatore dei manifesti.
Il percorso della mostra si articola in cinque stanze.
La prima è dedicata ai Festival, creata per mostrare l’ingegno internazionale degli artisti polacchi. Sono, infatti, esposti i manifesti che vogliono catturare lo sguardo dello spettatore portandolo verso una visione che ora appare divertente ed infantile e poco dopo appare inquietante e cruenta.
Si prosegue con “La stanza del potere” dove sui manifesti vengono rappresentate corone fatte di macigni da portare sul capo, o aguzze come tagliole, o sfilacciate ed inconsistenti come brandelli di un tessuto che non vuole saperne di stare insieme, oppure ancora divengono mandibole di teschi. Le teste dei sovrani si trasformano in uova o in bistecche sanguinanti, le bocche vengono imbrigliate da museruole, corde violente perforano occhi e gengive.
La terza stanza omaggia i grandi maestri, ormai detentori di un’arte anacronistica, maestri che impiegano tre mesi per realizzare un solo poster e che rischiano di essere spazzati via dalla “generazione Photoshop”.
La stanza successiva è dedicata al luogo in cui è stata concepita questa mostra: il Nowy Teatr di Poznan, teatro assolutamente radicato in un territorio ed al tempo stesso decisamente internazionale, aperto a progetti europei. Grazie al direttore Janusz Wisniewski, è uno dei pochi teatri che ancora con passione, commissiona i poster ai grandi artisti.
L’ultima è “La stanza dei giochi”. Insieme al potere c’è un altro elemento che sembra ricorrente tra gli artisti polacchi ed è il gioco. Non esattamente un gioco infantile, ma un gioco fatto di accostamenti ironici di oggetti, corpi, volti. Ed allora una casa si trasforma in un gatto, un bustino in un corpo di donna, due guanti appesi in mani insanguinate, figurine ritagliate in un altalena “per adulti”.
Come scrive Pietro Marchesani, traduttore ufficiale per l’Italia delle poesie e dell’opera del premio Nobel Wyslawa Szymborska:
“Ci sono tesori che neppure ci immaginiamo dall’altra parte della ex cortina di ferro e risorse intellettuali e culturali che nell’Ovest sazio e pingue sembrano straordinarie meteore troppo luminose per essere osservate a occhio nudo”.
Durante il periodo della mostra verrà proposta un’antologia di film di animazione polacchi d’autore.
Il cinema di animazione polacco, insieme ai film di Wajda e Kieslowski, ai manifesti d’arte, al Teatro di Grotowski e Kantor, ai poeti vincitori del premio Nobel è stato uno dei migliori biglietti da visita della cultura polacca negli ultimi tre decenni.
La mostra è promossa dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Biblioteche di Roma, ETI Ente Teatrale Italiano, Municipio Roma XVI e organizzata da Teatri Possibili Liguria:“Tutto il Teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009” è allestita in collaborazione con Fondazione Palazzo Ducale di Genova, Istituto Polacco di Roma, Goethe-Institut Genua con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Polonia. Sponsor tecnici: Giver Viaggi Tour Operator, Grand Hotel Savoia Genova, Hotel Enterprise Milano, Hotel Pulitzer Roma.
INAUGURAZIONE E INCONTRI IN PROGRAMMA
* Giovedì 6 maggio alle ore 12 – Inaugurazione della mostra “Tutto il Teatro in un Manifesto” Interverranno Sergio Maifredi, Presidente del Circuito Teatri Possibili, Jaroslaw Mikolajewski, Direttore Istituto Polacco di Roma. Saranno presenti: Krzysztof Dydo, gallerista; Tomasz Boguslawski, Docente all’Università di Danzica e autore di alcuni manifesti in mostra. Visita guidata a cura di Sergio Maifredi e Danièle Sulewic.
* Venerdì 7 maggio alle ore 11 – Incontro sulla grafica polacca con Tomasz Boguslawski e Krzysztof Dydo in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma, la rivista “Progetto grafico” e con l’AIAP Lazio. Interverrà inoltre Dario Evola, docente Accademia di Belle Arti di Roma. Visita guidata alla mostra.
* Martedì 8 giugno ore 17 – Teatro della trasformazione – trasformazione del teatro. Teatro Polacco 1989 / 2009 - Conferenza di Tomasz Kirenczuk. Introduzione di Sergio Maifredi, curatore della mostra e regista residente al Nowy Teatr di Poznan, Polonia.
Il teatro in Polonia ha vissuto negli ultimi vent’anni grandi e interessanti trasformazioni. L’apertura delle frontiere, la fine della censura ed altri esiti della svolta del 1989 hanno fortemente influenzato l’arte teatrale in Polonia, che si è confrontata con il bisogno forte di creare un linguaggio nuovo, un nuovo rapporto con il pubblico e con la realtà. Ne parlerà il critico Tomasz Kierenczuk, direttore letterario del Teatr Nowy di Cracovia, nella presentazione del progetto Teatro della trasformazione – trasformazione del teatro. 1989-2009, di cui fa parte anche lo spettacolo La filosofia nel boudoir presentato il giorno successivo all’Angelo Mai di Roma. Nel corso del progetto verranno organizzati inoltre incontri di studio e workshop per giovani artisti italiani.
A un anno di distanza dall’apertura della mostra a Palazzo Ducale di Genova, con una straordinaria presenza di pubblico e di visitatori eccellenti - come i premi Nobel Lech Walesa e Dario Fo, gli incontri con i rappresentanti della cultura, uno per tutti Adam Michnik, direttore del quotidiano Gazeta Wyborcza - la mostra viene presentata con un nuovo allestimento alla Casa dei Teatri all’interno di Villa Doria Pamphilj, spazio da anni impegnato nel valorizzare i tanti aspetti della cultura teatrale.
Attraverso 90 manifesti d’artista, installazioni di Danièle Sulewic, filmati, scenografie, manichini creati per il Nowy Teatr di Poznan, in Polonia, dove Maifredi è regista residente, ed un allestimento scenografico degno di un teatro, questa straordinaria rassegna testimonia uno spaccato dei cambiamenti avvenuti nella società e nella cultura polacca prima e dopo i fatti di Danzica e la caduta del Muro di Berlino.
Il nuovo allestimento della mostra “Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009” propone a Roma una scelta di manifesti realizzati dagli anni ’60, partendo dal maestro Henryk Tomaszewski fino alla preziosa presenza del “Wozzeck” di Jan Lenica.
In Polonia, dalla fine dell’800, durante l’occupazione e per tutto lo scorso secolo, fino all’89, il manifesto per le rappresentazioni teatrali realizzato da artisti noti oltre a essere un modo di fare arte, di grande tradizione, consentiva anche a intellettuali non allineati di comunicare e esprimersi superando i rigidi paletti della censura e, d’altra parte, anche il regime si serviva dell’aiuto di grandi artisti della sintesi comunicativa del manifesto.
Dopo la caduta del Muro, questa peculiare forma d’arte continua e sviluppa nuove energie e linguaggi personalissimi, che tra procedimenti pittorici e tecniche propriamente grafiche, tra simboli di sorprendente semplicità e suggestive raffinatezze interpretative, raccontano la storia di una produzione teatrale ricca per stile, inventiva e sensibilità.
I manifesti teatrali polacchi, prodotti in pochi esemplari e utilizzati solo all’interno del teatro stesso, non usano un linguaggio pubblicitario, ma sono vere e proprie opere realizzate da artisti, come Wieslaw Walkuski, Rafal Olbinski, Stasys Eidrigevicius, il maestro Tomasz Boguslawski che da Danzica sarà all’apertura della mostra, unitamente al gallerista Krzysztof Dydo prestatore dei manifesti.
Il percorso della mostra si articola in cinque stanze.
La prima è dedicata ai Festival, creata per mostrare l’ingegno internazionale degli artisti polacchi. Sono, infatti, esposti i manifesti che vogliono catturare lo sguardo dello spettatore portandolo verso una visione che ora appare divertente ed infantile e poco dopo appare inquietante e cruenta.
Si prosegue con “La stanza del potere” dove sui manifesti vengono rappresentate corone fatte di macigni da portare sul capo, o aguzze come tagliole, o sfilacciate ed inconsistenti come brandelli di un tessuto che non vuole saperne di stare insieme, oppure ancora divengono mandibole di teschi. Le teste dei sovrani si trasformano in uova o in bistecche sanguinanti, le bocche vengono imbrigliate da museruole, corde violente perforano occhi e gengive.
La terza stanza omaggia i grandi maestri, ormai detentori di un’arte anacronistica, maestri che impiegano tre mesi per realizzare un solo poster e che rischiano di essere spazzati via dalla “generazione Photoshop”.
La stanza successiva è dedicata al luogo in cui è stata concepita questa mostra: il Nowy Teatr di Poznan, teatro assolutamente radicato in un territorio ed al tempo stesso decisamente internazionale, aperto a progetti europei. Grazie al direttore Janusz Wisniewski, è uno dei pochi teatri che ancora con passione, commissiona i poster ai grandi artisti.
L’ultima è “La stanza dei giochi”. Insieme al potere c’è un altro elemento che sembra ricorrente tra gli artisti polacchi ed è il gioco. Non esattamente un gioco infantile, ma un gioco fatto di accostamenti ironici di oggetti, corpi, volti. Ed allora una casa si trasforma in un gatto, un bustino in un corpo di donna, due guanti appesi in mani insanguinate, figurine ritagliate in un altalena “per adulti”.
Come scrive Pietro Marchesani, traduttore ufficiale per l’Italia delle poesie e dell’opera del premio Nobel Wyslawa Szymborska:
“Ci sono tesori che neppure ci immaginiamo dall’altra parte della ex cortina di ferro e risorse intellettuali e culturali che nell’Ovest sazio e pingue sembrano straordinarie meteore troppo luminose per essere osservate a occhio nudo”.
Durante il periodo della mostra verrà proposta un’antologia di film di animazione polacchi d’autore.
Il cinema di animazione polacco, insieme ai film di Wajda e Kieslowski, ai manifesti d’arte, al Teatro di Grotowski e Kantor, ai poeti vincitori del premio Nobel è stato uno dei migliori biglietti da visita della cultura polacca negli ultimi tre decenni.
La mostra è promossa dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Biblioteche di Roma, ETI Ente Teatrale Italiano, Municipio Roma XVI e organizzata da Teatri Possibili Liguria:“Tutto il Teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009” è allestita in collaborazione con Fondazione Palazzo Ducale di Genova, Istituto Polacco di Roma, Goethe-Institut Genua con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Polonia. Sponsor tecnici: Giver Viaggi Tour Operator, Grand Hotel Savoia Genova, Hotel Enterprise Milano, Hotel Pulitzer Roma.
INAUGURAZIONE E INCONTRI IN PROGRAMMA
* Giovedì 6 maggio alle ore 12 – Inaugurazione della mostra “Tutto il Teatro in un Manifesto” Interverranno Sergio Maifredi, Presidente del Circuito Teatri Possibili, Jaroslaw Mikolajewski, Direttore Istituto Polacco di Roma. Saranno presenti: Krzysztof Dydo, gallerista; Tomasz Boguslawski, Docente all’Università di Danzica e autore di alcuni manifesti in mostra. Visita guidata a cura di Sergio Maifredi e Danièle Sulewic.
* Venerdì 7 maggio alle ore 11 – Incontro sulla grafica polacca con Tomasz Boguslawski e Krzysztof Dydo in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma, la rivista “Progetto grafico” e con l’AIAP Lazio. Interverrà inoltre Dario Evola, docente Accademia di Belle Arti di Roma. Visita guidata alla mostra.
* Martedì 8 giugno ore 17 – Teatro della trasformazione – trasformazione del teatro. Teatro Polacco 1989 / 2009 - Conferenza di Tomasz Kirenczuk. Introduzione di Sergio Maifredi, curatore della mostra e regista residente al Nowy Teatr di Poznan, Polonia.
Il teatro in Polonia ha vissuto negli ultimi vent’anni grandi e interessanti trasformazioni. L’apertura delle frontiere, la fine della censura ed altri esiti della svolta del 1989 hanno fortemente influenzato l’arte teatrale in Polonia, che si è confrontata con il bisogno forte di creare un linguaggio nuovo, un nuovo rapporto con il pubblico e con la realtà. Ne parlerà il critico Tomasz Kierenczuk, direttore letterario del Teatr Nowy di Cracovia, nella presentazione del progetto Teatro della trasformazione – trasformazione del teatro. 1989-2009, di cui fa parte anche lo spettacolo La filosofia nel boudoir presentato il giorno successivo all’Angelo Mai di Roma. Nel corso del progetto verranno organizzati inoltre incontri di studio e workshop per giovani artisti italiani.
06
maggio 2010
Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009
Dal 06 maggio al 17 ottobre 2010
disegno e grafica
Location
CASA DEI TEATRI – VILLINO CORSINI
Roma, Largo III Giugno 1849, 1849, (Roma)
Roma, Largo III Giugno 1849, 1849, (Roma)
Orario di apertura
10-19 dal martedì alla domenica
chiusura estiva: dal 9 al 30 agosto
Vernissage
6 Maggio 2010, ore 12
Sito web
www.enteteatrale.it
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore