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Tutto. Prospettive sull’arte italiana
La mostra presenta un’ampia selezione di opere d’arte italiana di pittura e fotografia create dopo il 1950. Dal dialogo tra le due collezioni – quella della Sammlung Goetz di Monaco e quella di Museion- emergono le principali correnti artistiche italiane, che prendono il via dalla rinascita del dopoguerra. Lo spettro dei lavori in mostra va dalle decostruzioni della tela dipinta messe in atto da artisti come Lucio Fontana, Enrico Castellani e Dadamaino, fino alla fotografia concettuale di Luigi Ghirri e quindi a Mario Schifano, che integra nella pittura la riflessione sui media contemporanei.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ecclettica, complessa, molteplice: è l’arte italiana che dal 13 ottobre prossimo sarà presentata in "Tutto". La
mostra offre un percorso attraverso oltre cento opere - in prevalenza pittura e fotografia- di oltre 30 artisti e
artiste italiane dalle collezioni della Sammlung Goetz e di Museion. I lavori coprono principalmente un arco
temporale che va dagli anni cinquanta alla fine degli anni ottanta del novecento.
Dopo le mostre When Now is Minimal del 2013 e Il ritratto fotografico tra alienazione e partecipazione nel
2017, Museion rinnova cosi la collaborazione con la prestigiosa collezione di Monaco, in un focus tematico
che vede l'arte italiana protagonista. Nell’estate 2019 “Tutto” sarà presentata presso la Sammlung Goetz, che
per la prima volta nella sua storia sarà in dialogo, nei propri spazi, con un corpus di opere così vasto da una
collezione esterna.
“Tutto” riunisce opere provenienti esclusivamente dalla collezione Museion e dalla Sammlung Goetz. I due
patrimoni narrano storie particolari: da un lato la straordinaria passione di una collezionista, Ingvild Goetz,
che è sempre stata all’avanguardia e ha individuato artisti e opere molto prima della notorietà e del mercato.
Dall’altro Museion, un museo al confine tra il mondo nordico e mediterraneo, che ha cercato di testimoniare
un’arte sperimentale, lontana dal mainstream. Due sguardi soggettivi quindi, dal cui dialogo emergono le
principali correnti artistiche italiane, che prendono il via dalla rinascita del dopoguerra.
Il percorso è arricchito da un’ampia selezione di materiali di documentazione provenienti dagli archivi degli
artisti: una geografia di molteplicità composta da singoli nuclei -fotografie, locandine, inviti, appunti di
lavoro, oggetti- da cui emerge il senso di un intero lavoro.
La mostra presenta intenzionalmente opere bidimensionali, dove la bidimensionalità è un pretesto per alludere
ad altro. In questo senso, si apre intenzionalmente con Concetto spaziale (1954) di Lucio Fontana e con Tutto
(1988) di Alighiero Boetti, opera a cui si ispira il titolo dell’esposizione.
Superare il limite imposto dalla tela e di un’arte come pura visione, all’insegna di uno spazio mentale e
cosmico: è quanto avviene nei concetti spaziali di Fontana, punto di riferimento per una serie di posizioni
sperimentali del secondo dopoguerra. La mostra offre uno spaccato su queste diverse ricerche, accomunate
dall’idea di apertura, espansione e superamento della bidimensionalità.
Le posizioni presentate vanno dalle sperimentazioni sulla tela di Carla Accardi, Enrico Castellani, Agostino
Bonalumi, i cui segni primari tendono all’azzeramento della pittura e alla ripetizione infinita, fino alle
sperimentazioni sui materiali di Piero Manzoni, e quindi al superamento dell’idea di superficie e alla
smaterializzazione della pittura
“Tutto” di Alighiero Boetti introduce invece ad un altro polo del percorso espositivo. In Tutto c’è l’idea della
totalità e di una molteplicità che per l’uomo rimane inafferrabile; ma Tutto riassume anche l’attitudine alla
molteplicità di molti protagonisti dell’arte italiana dai tardi anni sessanta in poi, che affrontano, tra l’altro, lo
statuto mediatico dell’immagine. Si pensi agli schermi di Mario Schifano e Fabio Mauri o alle superfici
specchianti di Michelangelo Pistoletto.
In virtù del dibattito che si delinea in Italia tra gli anni sessanta e settanta intorno alla teoria della
comunicazione, è nata la volontà delle curatrici e curatori di Tutto di inglobare una sezione dedicata alla
fotografia sperimentale e al rapporto tra testo e immagine e quindi alla poesia visiva. Quest’ultima parte è
un omaggio alla collezione Museion e in particolare al comodato di Paolo della Grazia, che, negli anni, ne ha
disegnato l’identità. Negli anni sessanta e settanta la poesia visiva è considerata, tra l’altro, una risposta allo
sviluppo mediatico della società ed è impiegata anche da artisti e artiste che non appartengono strettamente al
suo ambito. Accanto a lavori di Nanni Balestrini, Luciano Caruso, Emilio Isgrò, Arrigo Lora-Totino, Stelio
Maria Martini ed Emilio Villa, sono presentate quindi opere di artisti che lavorano assiduamente con la scrittura
come Gianfranco Baruchello, Giuseppe Chiari, Maurizio Nannucci, Claudio Parmiggiani e Franco Vaccari.
La sezione di fotografia è costituita in prevalenza da lavori della Sammlung Goetz e testimonia come tra gli anni
sessanta e settanta il mezzo fotografico sia utilizzato come dichiarazione d’intenti o manifesto di poetica.
Artiste e artisti noti sono accostati, in mostra, a preziose riscoperte. Si tratta di esperienze diverse, difficili da
collocare in una precisa corrente, ma tutte ascrivibili all’arte concettuale: dalle trasformazioni di Giorgio Ciam
alle avventure di Marcello Jori, dalla Land Art di Germano Olivotto alla Performance di Giuseppe Desiato,
dalla Mec Art di Elio Mariani alla Body Art di Plinio Martelli, dalla Poesia Visiva di Ketty La Rocca alla
Narrative Art di Michele Zaza, e molti altri.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo trilingue (deu/ita/eng) a cura di Ingvild Goetz, Leo Lencsés /
Karsten Löckemann (Sammlung Goetz, Monaco), Letizia Ragaglia (Museion, Bolzano), edito da Hatje Cantz.
Testi di Martina Angelotti, Frida Carazzato, Barbara Casavecchia, Laura Cherubini, Marion Damiani Piffer, Eva
Fabbris, Ingvild Goetz, Andreas Hapkemeyer, Leo Lencsés, Karsten Löckemann, Letizia Ragaglia, Elena Re.
In collaborazione con Sammlung Goetz
Artiste e artisti in mostra: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Nanni Balestrini, Gianfranco
Baruchello, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Luciano Caruso, Enrico Castellani, Giuseppe Chiari, Giorgio Ciam,
Dadamaino, Giuseppe Desiato, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Luigi Ghirri, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Ketty La Rocca,
Arrigo Lora-Totino, Piero Manzoni, Elio Mariani, Plinio Martelli, Stelio Maria Martini, Fabio Mauri, Maurizio Nannucci,
Ugo Nespolo, Germano Olivotto, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Michelangelo
Pistoletto, Salvatore Scarpitta, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Franco Vaccari, Emilio Villa, Michele Zaza
mostra offre un percorso attraverso oltre cento opere - in prevalenza pittura e fotografia- di oltre 30 artisti e
artiste italiane dalle collezioni della Sammlung Goetz e di Museion. I lavori coprono principalmente un arco
temporale che va dagli anni cinquanta alla fine degli anni ottanta del novecento.
Dopo le mostre When Now is Minimal del 2013 e Il ritratto fotografico tra alienazione e partecipazione nel
2017, Museion rinnova cosi la collaborazione con la prestigiosa collezione di Monaco, in un focus tematico
che vede l'arte italiana protagonista. Nell’estate 2019 “Tutto” sarà presentata presso la Sammlung Goetz, che
per la prima volta nella sua storia sarà in dialogo, nei propri spazi, con un corpus di opere così vasto da una
collezione esterna.
“Tutto” riunisce opere provenienti esclusivamente dalla collezione Museion e dalla Sammlung Goetz. I due
patrimoni narrano storie particolari: da un lato la straordinaria passione di una collezionista, Ingvild Goetz,
che è sempre stata all’avanguardia e ha individuato artisti e opere molto prima della notorietà e del mercato.
Dall’altro Museion, un museo al confine tra il mondo nordico e mediterraneo, che ha cercato di testimoniare
un’arte sperimentale, lontana dal mainstream. Due sguardi soggettivi quindi, dal cui dialogo emergono le
principali correnti artistiche italiane, che prendono il via dalla rinascita del dopoguerra.
Il percorso è arricchito da un’ampia selezione di materiali di documentazione provenienti dagli archivi degli
artisti: una geografia di molteplicità composta da singoli nuclei -fotografie, locandine, inviti, appunti di
lavoro, oggetti- da cui emerge il senso di un intero lavoro.
La mostra presenta intenzionalmente opere bidimensionali, dove la bidimensionalità è un pretesto per alludere
ad altro. In questo senso, si apre intenzionalmente con Concetto spaziale (1954) di Lucio Fontana e con Tutto
(1988) di Alighiero Boetti, opera a cui si ispira il titolo dell’esposizione.
Superare il limite imposto dalla tela e di un’arte come pura visione, all’insegna di uno spazio mentale e
cosmico: è quanto avviene nei concetti spaziali di Fontana, punto di riferimento per una serie di posizioni
sperimentali del secondo dopoguerra. La mostra offre uno spaccato su queste diverse ricerche, accomunate
dall’idea di apertura, espansione e superamento della bidimensionalità.
Le posizioni presentate vanno dalle sperimentazioni sulla tela di Carla Accardi, Enrico Castellani, Agostino
Bonalumi, i cui segni primari tendono all’azzeramento della pittura e alla ripetizione infinita, fino alle
sperimentazioni sui materiali di Piero Manzoni, e quindi al superamento dell’idea di superficie e alla
smaterializzazione della pittura
“Tutto” di Alighiero Boetti introduce invece ad un altro polo del percorso espositivo. In Tutto c’è l’idea della
totalità e di una molteplicità che per l’uomo rimane inafferrabile; ma Tutto riassume anche l’attitudine alla
molteplicità di molti protagonisti dell’arte italiana dai tardi anni sessanta in poi, che affrontano, tra l’altro, lo
statuto mediatico dell’immagine. Si pensi agli schermi di Mario Schifano e Fabio Mauri o alle superfici
specchianti di Michelangelo Pistoletto.
In virtù del dibattito che si delinea in Italia tra gli anni sessanta e settanta intorno alla teoria della
comunicazione, è nata la volontà delle curatrici e curatori di Tutto di inglobare una sezione dedicata alla
fotografia sperimentale e al rapporto tra testo e immagine e quindi alla poesia visiva. Quest’ultima parte è
un omaggio alla collezione Museion e in particolare al comodato di Paolo della Grazia, che, negli anni, ne ha
disegnato l’identità. Negli anni sessanta e settanta la poesia visiva è considerata, tra l’altro, una risposta allo
sviluppo mediatico della società ed è impiegata anche da artisti e artiste che non appartengono strettamente al
suo ambito. Accanto a lavori di Nanni Balestrini, Luciano Caruso, Emilio Isgrò, Arrigo Lora-Totino, Stelio
Maria Martini ed Emilio Villa, sono presentate quindi opere di artisti che lavorano assiduamente con la scrittura
come Gianfranco Baruchello, Giuseppe Chiari, Maurizio Nannucci, Claudio Parmiggiani e Franco Vaccari.
La sezione di fotografia è costituita in prevalenza da lavori della Sammlung Goetz e testimonia come tra gli anni
sessanta e settanta il mezzo fotografico sia utilizzato come dichiarazione d’intenti o manifesto di poetica.
Artiste e artisti noti sono accostati, in mostra, a preziose riscoperte. Si tratta di esperienze diverse, difficili da
collocare in una precisa corrente, ma tutte ascrivibili all’arte concettuale: dalle trasformazioni di Giorgio Ciam
alle avventure di Marcello Jori, dalla Land Art di Germano Olivotto alla Performance di Giuseppe Desiato,
dalla Mec Art di Elio Mariani alla Body Art di Plinio Martelli, dalla Poesia Visiva di Ketty La Rocca alla
Narrative Art di Michele Zaza, e molti altri.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo trilingue (deu/ita/eng) a cura di Ingvild Goetz, Leo Lencsés /
Karsten Löckemann (Sammlung Goetz, Monaco), Letizia Ragaglia (Museion, Bolzano), edito da Hatje Cantz.
Testi di Martina Angelotti, Frida Carazzato, Barbara Casavecchia, Laura Cherubini, Marion Damiani Piffer, Eva
Fabbris, Ingvild Goetz, Andreas Hapkemeyer, Leo Lencsés, Karsten Löckemann, Letizia Ragaglia, Elena Re.
In collaborazione con Sammlung Goetz
Artiste e artisti in mostra: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Nanni Balestrini, Gianfranco
Baruchello, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Luciano Caruso, Enrico Castellani, Giuseppe Chiari, Giorgio Ciam,
Dadamaino, Giuseppe Desiato, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Luigi Ghirri, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Ketty La Rocca,
Arrigo Lora-Totino, Piero Manzoni, Elio Mariani, Plinio Martelli, Stelio Maria Martini, Fabio Mauri, Maurizio Nannucci,
Ugo Nespolo, Germano Olivotto, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Michelangelo
Pistoletto, Salvatore Scarpitta, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Franco Vaccari, Emilio Villa, Michele Zaza
12
ottobre 2018
Tutto. Prospettive sull’arte italiana
Dal 12 ottobre 2018 al 24 marzo 2019
arte contemporanea
Location
MUSEION
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Biglietti
7 Euro, ridotto 3,50 Euro.
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.00 – 18.00. Giovedì ore 10.00 – 22.00, con ingresso gratuito
dalle ore 18.00 e visita guidata gratuita alle ore 19.00. Lunedì chiuso. Ogni sabato e domenica, ore 14.00-18.00
dialoghi dell’arte, con mediatori e mediatrici in mostra.
Vernissage
12 Ottobre 2018, h 19
Autore
Curatore